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7. GRADI E SEGNALI DELL'UMILTÀ. - Il primo grado dell'umiltà consiste in ciò, che l'uomo conosca se stesso ed il suo niente; il secondo che sopporti coraggioso il disprezzo da qualunque parte gli venga; il terzo, che se ne rallegri... Altri gradi dell'umiltà sono: 1° umiliarsi dinanzi ai superiori; 2° dinanzi agli uguali; 3° con gli inferiori. S. Anselmo fa consistere l'umiltà nel disprezzo di noi medesimi e le assegna sette gradi: l° riconoscere che siamo spregevoli; 2° gemere su questa degradazione; 3° confessare che siamo degni di essere vilipesi; 4° persuaderne gli altri a tempo e luogo; 5° non offendercene quando altri ce lo dice; 6° pazientare, quando ci vediamo trattati come tali; 7° gioirne e rallegrarcene e non solo tollerare ciò con animo tranquillo, ma andarvi incontro con piacere (Lib. de Simil, c. 100).
Nella regola tracciata da S. Benedetto ai suoi religiosi, sono notati dodici gradi di umiltà: l° il timor di Dio; 2° la rassegnazione; 3° l'obbedienza; 4° la pratica dell'obbedienza anche nelle cose più penose; 5° palesare i proprii difetti e farsi interamente conoscere dai superiori; 6° stimarci indegni di ogni considerazione e favore; 7° crederci sinceramente inferiori a tutti gli altri; 8° (che è proprio specialmente dei religiosi) seguire l'esempio della Comunità e non mostrarsi singolari in nessuna cosa; 9° mantenere il silenzio finché non siamo interrogati; 10° non darci al riso smodato e alla dissipazione; 11° parlare .poco, modestamente e di cosa ragionevoli; 12° praticare l'umiltà all'interiore e all' esteriore.
In quanto poi ai segnali o note dell'umiltà, Cassiano nelle sue Istituzioni (Lib. IV, c. 39) ci dà le seguenti: 1° la mortificazione; 2° la conoscenza che altri dà di sé ai superiori; 3° se si adempie ogni cosa secondo la decisione del superiore; 4° l'obbedienza e la mansuetudine in tutto; 5° non fare del male agli altri e soffrire quello che ci viene fatto dagli altri; 6° non fare nulla se non secondo la regola e l'esempio; 7° essere contenti degli impieghi umili, bassi, ed anche vili, e crederci servi inutili; 8° mostrarci come inferiori a tutti; 9° frenare la lingua e parlare con modestia; 10° non abbandonarci a gioie rumorose.
In altro luogo poi il medesimo autore indica ancora queste altre: 1° non voler essere lodati; 2° tenere semplicità nei costumi; 3° ignorare volentieri il bene che gli altri dicono di noi, per timore che, conoscendolo, non lo perdiamo; 4° nutrire bassi sentimenti di noi medesimi, anche quando gli altri ne discorrono altrimenti; 5° essere larghi nel riconoscere e confessare negli altri le loro buone qualità; 6° accusare noi medesimi; non iscusarci, e ricevere di buon animo là correzione; 7° ignorare le proprie virtù; 8° disprezzare ciò che è umano e terrestre; 9° pregare per i propri persecutori e fare loro del bene.
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