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I cosidetti "fratelli del Signore" chi sono realmente?

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 10:57
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4.3.4. I fratelli e le sorelle di Gesù

Le fonti antiche, cristiane e giudaiche, parlano, a proposito di Gesù, de «i suoi fratelli», «le sue sorelle», o si riferiscono ad alcune persone come «il fratello di Gesù», «la sorella del Signore». Sarebbe perciò opporsi all'evidenza delle fonti negare che Gesù avesse quattro fratelli e almeno due sorelle. I quattro fratelli maschi portano, significativamente, nomi classici, presi dall'Israele dei patriarchi, abituali a partire dai movimenti riformatori giudaici del II secolo a.C. Giacomo, il più grande, porta il nome del patriarca Giacobbe e gli altri tre hanno ricevuto i nomi di tre dei suoi figli: Giuseppe (o Joses), Giuda e Simeone (o Simone; cfr. Matteo 13,55 e Marco 6,3). I nomi delle sorelle non sono menzionati nei vangeli canonici.
Come bisogna interpretare, dal punto di vista storico, questa evidenza? Che senso bisogna dare a questo fatto incontrovertibile e peraltro del tutto naturale nella società giudaica dell'epoca? La domanda diviene più rilevante per il fatto che Gesù lasciò casa, famiglia e paese quando già aveva più di vent'anni e questa rottura non si produsse senza tensioni, così come riflettono alcuni testi evangelici. Addirittura in un'occasione i suoi familiari, probabilmente i suoi parenti, non solo i suoi fratelli, scesero da Nàzaret a Cafarnao «per impadronirsi di lui; poiché dicevano: "È fuori di sé!"» (Marco 3,21).
I fratelli di Gesù formano un gruppo ben identificato che si distingue dal gruppo dei discepoli, quelli che egli ha chiamato liberamente, perché condividano con lui la sua vita e la sua missione. I due gruppi appaiono significativamente differenziati nell'episodio delle nozze di Cana, che termina cosi. «Dopo questo fatto, [Gesù] discese a Cafarnao: lui, sua madre, i fratelli e i suoi discepoli» (Giovanni 2,12). Secondo gli Atti degli apostoli, le centoventi persone che si trovano al cenacolo di Gerusalemme, dopo che Gesù è morto e i suoi seguaci l'hanno visto risorto, formano gruppi simili: gli apostoli (i discepoli maschi), alcune donne (discepole femmine), «Maria, la madre di Gesù, e i fratelli di lui» (Atti 1,12-14). Più avanti, «i fratelli di lui», ovvero di Gesù, passeranno ad essere «i fratelli del Signore». Questa è la formula che finirà per imporsi nella comunità cristiana primitiva, così come mostra l'uso che fa l'apostolo Paolo (cfr. Prima lettera ai Corinzi 9,5).
I «fratelli del Signore» si installeranno a Gerusalemme e lì eserciteranno compiti di direzione della comunità cristiana della città. Non si sa se ciò avvenne anche in altre località del la Giudea o della Galilea, regione dalla quale provenivano
Senza dubbio il più importante dei fratelli di Gesù è Giacomo, conosciuto nella tradizione cristiana con il titolo glorioso di «il fratello del Signore» (Galati 1,19). Egli è il fra tello di Gesù per antonomasia, il primo della serie negli elenchi dei fratelli che appaiono in Matteo e Marco e, di conseguenza il maggiore di tutti loro. Bisogna notare che, malgrado l'omonimia, questo Giacomo non va confuso con un discepolo Gesù che appartiene al gruppo dei Dodici: Giacomo, di soprannome il Minore o Piccolo, figlio di Alfeo e di Maria e fratello di Giuseppe, secondo gli elenchi dati nella scelta dei dodici (Matteo 10,3; Marco 3,18 e Luca 6,15) e in altri li!,, (Marco 15,40; 16,1; Matteo 27,56 e Luca 24,10). Neppure si deve confondere con un altro membro, uno dei più significativi, del gruppo dei Dodici: Giacomo, figlio di Zebedeo fratello di Giovanni, chiamato tradizionalmente "il Maggiore", che fu giustiziato da Agrippa I a Gerusalemme nell'anno 43 o 44 d.C.

4.3.4.1. Giacomo, il fratello maggiore

Giacomo, il fratello del Signore, appare nel libro degli Atti degli apostoli (12,17; 21,18) come il capo della comunità di Gerusalemme. È il leader dei cristiani d'origine giudaica di lingua ebraica/aramaica, che praticano scrupolosamente la Legge di Mosè e ne difendono l'osservanza. Non sembra però che Giacomo obbligasse ad osservarla i convertiti alla fede cristiana, che non sono giudei di nascita (Galati 2,12), come invece altri volevano (Atti degli apostoli 15,1.5). Ciò spiega il ruolo decisivo che, secondo gli Atti degli apostoli (15,13-21), egli gioca nella cosiddetta assemblea di Gerusalemme, la prima grande riunione della Chiesa primitiva. Paolo lo chiama "colonna" della Chiesa primitiva, a fianco di Pietro/Cefa e Giovanni (Galati 2,9). Effettivamente Giacomo è, insieme a Pietro e allo stesso Paolo, una delle tre persone alle quali Gesù risorto sarebbe apparso individualmente, secondo la Prima lettera ai Corinzi 15,5.7.
Da quando Pietro abbandona Gerusalemme nell'anno 43 o 44, Giacomo diventa il capo unico della comunità di Gerusalemme fino a quando muore lapidato, nell'anno 62 d.C. su istigazione del sommo sacerdote sadduceo Anna. L'esecuzione di Giacomo avviene contro la volontà dei farisei, gruppo che aveva dato non pochi convertiti al nascente cristianesimo. La lapidazione di Giacomo, «il fratello di Gesù, colui che è chiamato Messia», è riferita con indignazione da Flavio Giuseppe, fariseo che lamenta che sia stato giustiziato un giudeo osservante e devoto (Antichità 20,200). Anche la tradizione giudeo-cristiana ha conservato quest'immagine di Giacomo. Così
Egesippo, verso il 180 d.C., lo chiama «Giacomo il Giusto» (Storia Ecclesiastica 4,22,4), oltre a riferirsi a lui con la denominazione, comune a tutto il cristianesimo primitivo, di «Giacomo, il fratello del Signore» (Storia Ecclesiastica 4,23,1).
Egesippo ci dà anche una breve notizia di Giuda, terzo fratello di Gesù secondo l'ordine del vangelo di Marco (6,3) e quarto secondo quello di Matteo (13,55). Egli si limita a dire che era «fratello secondo la carne [kata sarka]» del Signore e che era discendente di Davide (Storia Ecclesiastica 3,20,1). E’ già stato precedentemente commentato che due nipoti di questo Giuda furono chiamati a deporre davanti all'imperatore Domiziano e che costui, vedendo che si trattava di due persone inoffensive, li mise in libertà.
Sempre Egesippo ci informa su Simeone, figlio di Cleopa o Cleofa, che sarebbe succeduto a Giacomo nella direzione della comunità di Gerusalemme, in qualità di parente di Gesù. Cleopa era fratello di Giuseppe, padre legale di Gesù. Simeone era quindi cugino di Gesù e di Giacomo. Se questa notizia fosse corretta, gli altri tre fratelli di Gesù (Giuseppe, Giuda e Simone) dovevano essere già morti quando ci fu l'elezione del successore di Giacomo (62 d.C.), durante la quale si dovette ricorrere al secondo grado di parentela, quel lo dei cugini di Gesù.

 
Il significato dell'espressione "fratelli e sorelle di Gesù"

Le possibilità d'interpretazione son quattro:

1) I fratelli di Gesù lo sono nel senso biologico e legale del termine. Giuseppe e Maria sarebbero i genitori biologici e legali di una famiglia numerosa, Gesù sarebbe il primo figlio e pertanto il fratello maggiore.

2) I fratelli di Gesù sono in realtà suoi cugini. Il termine "fratelli" avrebbe un senso traslato; i fratelli di Gesù in realtà sarebbero figli di altri padri e di altre madri (o di un solo padre e di una sola madre), Giuseppe quindi sarebbe solo il padre legale e non biologico di Gesù, mentre Maria sarebbe madre biologica e legale di Gesù.

3) I fratelli di Gesù sono suoi fratelastri legali. Giuseppe sarebbe il padre legale comune a tutti loro, ma sarebbe padre biologico solo dei figli di un primo matrimonio: tutti tranne Gesù.
Maria quindi sarebbe la sua seconda moglie, madre legale e biologica di Gesù suo unico figlio.
Così Gesù risulterebbe unico figlio, ma allo stesso tempo il minore della famiglia se si considerano tutti insieme i figli e le figlie nati dai due matrimoni di Giuseppe.

4) I fratelli di Gesù sono suoi fratellastri consanguinei. Maria sarebbe la madre biologica e legale comune a tutti loro, ma Giuseppe sarebbe solo il padre legale (non biologico) di Gesù. Questi sarebbe solo il figlio di Maria, moglie di Giuseppe. Dopo la sua nascita, Giuseppe e Maria avrebbero avuto almeno sei figli.

Tutte queste quattro possibilità non hanno lo stesso peso specifico, come si vede quando le si confronta con le fonti storiche esistenti.


[Modificato da Cattolico_Romano 06/09/2009 10:32]
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