Restaurata la sinagoga di Beirut

Beirut, 25. La stella di David della sinagoga di Beirut - traccia antica di una delle più floride comunità ebraiche del Medio Oriente - riemerge dal tempo e dalle rovine grazie ai lavori del restauro, simbolico preludio alla fine della difficile situazione in cui, da decenni, si trovano gli ebrei libanesi. Isaac Arazi, da quattro anni presidente della comunità ebraica locale, ha spiegato che "il restauro della sinagoga è solo uno degli obiettivi di un progetto che prevede anche il recupero dei cimiteri ebraici di Beirut e di Sidone e l'apertura, a breve, di un ufficio di comunicazione e per i registri civili". Arazi non esclude prossimamente un incontro con rappresentanti del movimento sciita Hezbollah. Il partito di dio non si è mai opposto all'eventuale restauro del tempio, ma "con gli Hezbollah non ci sono ancora contatti diretti", ha spiegato Arazi. "Il progetto ha un valore complessivo di circa un milione e 200.000 dollari; ora siamo solo all'inizio e abbiamo raccolto poco più di 150.000 dollari arrivati in larga parte dall'estero".
La sinagoga Maghen Abraham risale al 1926 e per mezzo secolo, fino allo scoppio della guerra civile (1975-90), è stata una delle sedici sinagoghe del Libano e una delle più importanti del Medio Oriente. Semidistrutta dalle battaglie, più volte saccheggiata e usata come rifugio dalle milizie rivali, l'edificio a tre navate ha conservato le sue mura, dipinte all'interno da un turchese ormai sbiadito.

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