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L'azione della Chiesa in Argentina

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 06:50
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02/09/2009 19:57

Fa discutere la sentenza della corte suprema sulla depenalizzazione dell'uso di stupefacenti

La Chiesa in Argentina continua a lottare contro la droga


Buenos Aires, 2. "Le conclusioni della corte suprema sulla depenalizzazione del possesso e dell'uso della droga sembrano distanti dalla realtà". L'arcivescovo di Santa Fe de la Vera Cruz, monsignor José María Arancedo, torna a sollevare le questioni della depenalizzazione della droga in Argentina. L'arcivescovo ha ammonito che nonostante tutto, la droga continua a essere un male sociale, una macchia  d'olio  che  si  allarga sempre di più.

Monsignor Arancedo, dopo aver ribadito la posizione della Chiesa secondo la quale la droga è sinonimo di morte, ha insistito molto sul fatto che occorre allontanare i giovani dalla droga, non avvicinarli con decisioni spesso ambigue.

La testimonianza delle madri di questi ragazzi - ha spiegato il presule - è molto eloquente e non si può pensare subito che non coinvolga anche altri. L'arcivescovo ha anche ammonito che il messaggio che la sentenza della Corte suprema trasmette è semplice:  la droga adesso è legale, vale a dire c'è il permesso giuridico per il consumo. Da adesso in poi non sarà l'adulto a utilizzare la droga, ma si assisterà a una crescita esponenziale del consumo di stupefacenti tra i giovani, i quali rappresentano un mercato appetibile e rischiano di cadere nelle reti degli adulti. Non solo, ma appariranno piccoli trafficanti anche tra i giovani stessi.

"Non credo - ha proseguito - che debba considerarsi un atto contro la mia libertà il fatto che la società, attraverso le sue leggi, definisca, penalizzi e ponga i limiti a un flagello che aumenta, distrugge e uccide. Penalizzare ciò che mina la salute - insiste il presule - in particolar modo tra i giovani dei nostri quartieri poveri, non significa negare la libertà, bensì pensare al bene comune. Sebbene il diritto al possesso della droga per uso personale non permetterebbe di per sé la vendita, tuttavia la sentenza della Corte suprema potrebbe apparire come se la rendesse socialmente meno pericolosa".

Infine, monsignor Arancedo ha sottolineato che "penalizzare il possesso della droga non significa criminalizzare la persona che ne fa uso, al contrario, il tossicodipendente deve essere aiutato con tutti i mezzi possibili, compreso il ricovero. Deve essere invece punito il trafficante. Questo - ha concluso l'arcivescovo - aiuta il tossicodipendente, la punizione per il trafficante dimostra la presenza di uno Stato in grado di decidere e di mobilitare le risorse necessarie per affrontare queste situazioni".
Intanto, le Pontificie opere missionarie (Pom) dell'Argentina hanno celebrato nel mese di agosto in tutto il Paese "il mese dell'infanzia e dell'adolescenza missionaria-Iam. Giovani e bambini, dunque, al centro dell'attenzione della Chiesa. Obiettivo dell'iniziativa è stato quello di proporre a bambini e adolescenti di tutte le diocesi argentine un programma di vita fondato sulla preghiera, sul sacrificio e su gesti concreti di solidarietà, come cammino di formazione dei discepoli missionari di Gesù in una relazione di amicizia con i bambini e gli adolescenti del mondo intero.

"Sappiamo bene che questo impegno di missione e solidarietà non si limita ad alcune settimane o solamente al mese della Iam - ha scritto in un messaggio padre Osvaldo Leone, direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie dell'Argentina - ma si estende a tutta la vita. Per questo, occorre ancora una volta aprire gli animi per rispondere generosamente alle innumerevoli richieste di aiuto che ci giungono dai Paesi più poveri del nostro. Fortunatamente - ha concluso il direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie dell'Argentina - esistono storie bellissime di ragazzi che, per aiutare i loro amici, si sono immedesimati nel dolore e nelle sofferenze di moltissimi altri ragazzi come loro; hanno rinunciato a un gioco o a un divertimento costoso per finanziare i libri del catechismo o per costruire scuole in zone di missione".


(©L'Osservatore Romano - 3 settembre 2009)
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