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L'inchiesta Bbc su preti e pedofilia

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2009 12:32
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07/09/2009 12:32

L’ATTENDIBILITÀ DEL FILMATO DELLA BBC

Passiamo ad un esame del filmato in sé. Per quanto riguarda le cose che dice sui documenti e sul comportamento di Joseph Ratzinger, ritengo di aver già sufficientemente dimostrato che sono solo un cumulo di… inesattezze.

Ma il filmato ha anche un suo particolare “modo di essere”, che può avere dei risvolti interessanti.

Era stato mandato in onda in Inghilterra dalla BBC, che lo aveva prodotto, il 1° ottobre 2006, scatenando un’ondata di proteste da parte delle alte gerarchie della Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles per le falsità che propalava per verità. Sembrò cadere nel dimenticatoio fino allo scorso mese di maggio, quando ha cominciato a circolare in rete (su Google Video e su YouTube) con i sottotitoli in italiano. Era questa, con ogni evidenza, un’operazione tutta a favore del pubblico italiano. Come mai – potremmo chiederci – solo dopo sette mesi si è avvertita l’esigenza di colmare questa “terribile lacuna culturale”?
Qualcuno maliziosamente ha messo in relazione la comparsa del filmato con il Family Day (così ad esempio Massimo Introvigne,
qui). Ma si tratta di un’ipotesi non dimostrabile, per cui possiamo tranquillamente accantonarla. Resta il fatto che il filmato è stato visto da una marea di frequentatori di Internet e subito si sono scatenati a valanga i commenti sui vari blog che avevano opportunamente pubblicizzato la novità. Ma evidentemente, abbagliati dalla prospettiva di aver trovato finalmente il “punto d’appoggio” per “sollevare il mondo”, certi ambienti si sono lanciati a capofitto nell’impresa senza verificare niente, fidandosi solo della credibilità della BBC. E così hanno finito col prendere lucciole per lanterne.

 

Mi sono imbattuto in questo filmato per caso, visitando un blog sul quale spesso faccio una capatina, attratto da molte interessanti notizie che vi si trovano, sempre date e dibattute con molta onestà intellettuale e correttezza formale. Ho visto il filmato la sera del 24 maggio (su Google Video) e ne ho subito ricavato l’impressione che qualcosa non funzionasse a dovere: dove poteva essere l’inghippo? Ma era tardi e lasciai perdere qualsiasi approfondimento.

Il mattino successivo, provai a rivederlo, ma inutilmente: era stato tolto dal sito; cliccando sul link appariva l’avviso che il documento non era più disponibile (se non vado errato, si diceva per problemi di copyright). Ma già ormai circolava insistente la notizia che Michele Santoro lo avrebbe mandato in onda nel corso della trasmissione Anno Zero del 31 maggio.

Quella sera, purtroppo, arrivai a casa in ritardo e misi in funzione il videoregistratore quando la trasmissione era già iniziata; ma il filmato riuscii a registrarlo per intero. Grande fu la mia sorpresa nel constatare che era stato modificato in alcune parti, compresa la traduzione, che non era la stessa del filmato che avevo già visto.

Le definizioni che ho trovato più spesso di questo filmato sono “documentario” e “servizio”, in qualche caso “reportage”... Ritengo, però, anche alla luce di quanto ho potuto accertare sulla base di non poche notizie diffuse su Internet, che queste definizioni  mal si adattano alla realtà del prodotto, pertanto continuerò a definirlo semplicemente “filmato”. Avendo già detto dei contenuti, mi resta da dire qualcosa sul prodotto in sé e sui testi.

Il filmato apparso su Internet iniziava con la prima parte (la seconda parte verrà presentata più avanti) di un presunto interrogatorio a Oliver O’ Grady, un ex prete condannato a 14 anni di carcere negli Stati Uniti per pedofilia. Sembrava di assistere ad una deposizione in tribunale (nella seconda parte si vede anche il momento in cui O’ Grady giura di dire tutta la verità…). Ma sappiamo che il processo fu celebrato negli Stati Uniti e che in quella nazione nei tribunali non sono permesse né riprese televisive né foto: dunque quelle scene erano state ricostruite! Si tratta infatti di un film prodotto nel 2006 per dar modo agli avvocati che difendevano le vittime di O’ Grady di spillare molti quattrini, in sede di contenzioso civile, alla diocesi alla quale apparteneva il colpevole, a titolo di risarcimento danni. Per questa performance i suddetti avvocati non si opposero ad una riduzione di pena; infatti O’ Grady uscì di prigione dopo sette anni e fu estradato in Irlanda, sua terra di origine. Su questa questione è molto istruttivo un altro articolo di Massimo Introvigne disponibile qui.

Il filmato (una descrizione puntuale si può leggere qui) presenta le storie di quattro vittime di preti pedofili e lancia una serie di accuse contro le autorità ecclesiastiche (americane, inglesi e irlandesi), ma in particolare insinua che dietro tutte le manovre di insabbiamento e di protezione dei colpevoli in realtà c’era Joseph Ratzinger. Nessuna possibilità di contraddittorio: viene sempre e pervicacemente presentata una sola tesi, quella dell’accusa.

A onor del vero, viene detto che gli autori del filmato hanno chiesto ripetutamente al Vaticano spiegazioni su alcuni fatti non meglio precisati, ma sostengono che le loro richieste sono state sistematicamente ignorate. Però, in assenza di risposte dalla controparte, avrebbero almeno potuto informarsi meglio; avrebbero evitato di essere sbugiardati.

Esaminiamo più da vicino alcune “curiosità”.

Nel filmato viene intervistato Padre Tom Doyle, che viene presentato come «un esperto di diritto canonico, un tempo stimato in Vaticano, ma oggi non più a causa del suo interessamento agli abusi del clero». Ma il 13 ottobre 2006 (12 giorni dopo la diffusione del filmato in Inghilterra) Padre Doyle rilasciò un’intervista al vaticanista americano John L. Allen nella quale affermava:

 

«Although I was a consultant to the producers of the documentary I am afraid that some of the distinctions I have made about the 1962 document have been lost. I do not believe now nor have I ever believed it to be proof of an explicit conspiracy, in the conventional sense, engineered by top Vatican officials, to cover up cases of clergy sexual abuse. I do not believe that the Vatican or any group of bishops needed a conspiracy».

«Sebbene io fossi un consulente dei produttori del documentario, temo che alcune delle distinzioni che ho fatto circa il documento del 1962 siano andate perdute. Io non credo e non ho mai creduto che fosse prova di un’esplicita cospirazione, nel senso convenzionale, orchestrata dai vertici della gerarchia vaticana per coprire casi di pedofilia tra i membri del clero, Io non credo che il Vaticano o un qualsiasi gruppo di vescovi avessero bisogno di una cospirazione».

Il testo completo (in inglese) dell’intervista si può leggere qui.

Nella nota che precede l’articolo, Padre Doyle viene descritto come un esperto molto conosciuto (widely noted expert) in problemi di abusi sessuali; si potrebbe dire, dunque, “un’edizione americana” di don Fortunato Di Noto; non si dice che è un esperto in diritto canonico, come affermato nella trascrizione del filmato, ma a questo punto il particolare diventa scarsamente rilevante.

Il filmato messo in onda dalla RAI, rispetto a quello che circolava su Internet, manca della parte introduttiva (la prima parte della presunta deposizione di Oliver O’ Grady) e presenta anche altri piccoli aggiustamenti, ai quali fa riferimento en passant Michele Santoro nel corso della trasmissione. Il filmato è stato “depurato” di alcune affermazioni ritenute poco o nulla attendibili o dimostrabili.

In definitiva nella trasmissione di Anno Zero resta ben poco da opporre ai due difensori della Chiesa, Mons. Fisichella e don Fortunato Di Noto. Le sole accuse ancora in piedi, infatti, sono quelle sulle quali insiste Colm O’ Gorman, autore del filmato: il segreto e l’indifferenza della Chiesa verso le vittime dei preti pedofili.

L’obiezione sul segreto viene smontata subito da Mons. Fisichella. Ma O’ Gorman insiste nell’affermare che la Chiesa non fa niente per le vittime della pedofilia; il prelato gli elenca allora alcune iniziative in favore proprio delle vittime, e il sempre più agitato irlandese è costretto a cambiare tono, affermando che la Chiesa non fa abbastanza. Però dire che “non fa niente” è un conto: si tratta di un’accusa grave di immobilismo; dire che “non fa abbastanza” è una valutazione personale sulla quale si può anche dissentire, tenendo conto che forse ciò che viene fatto potrebbe essere abbastanza, tenuto conto delle circostanze in cui ci si trova ad operare. E don Fortunato Di Noto, con la sua stessa presenza, è un ben valido sostegno a questa affermazione.

Avrei potuto considerare sufficiente quello che è apparso su Internet nei giorni successivi alla trasmissione di Santoro, ma c’era qualcosa che ancora non mi quadrava: la sensazione provata di fronte al primo filmato (quello di Google Video con i sottotitoli). Così mi sono preso la briga di fare un lavoro particolare: ho scaricato da Internet la trascrizione del testo originale (inglese), disponibile qui, ed anche la traduzione italiana, disponibile qui; ho messo i due testi a confronto, realizzando una sorta di “sinossi”; non è stato difficile far coincidere nelle due colonne le battute originali con la traduzione italiana. Il lavoro ha prodotto alcune sorprese interessanti…

Partiamo proprio dall’ultima battuta della parte iniziale omessa da Anno Zero. Il testo inglese recita:
 

KENYON: Instead of reporting O'Grady the church hid him from the authorities. No mistake, but part of a secret church directive. The man responsible for enforcing it was Cardinal Joseph Ratzinger, now Pope Benedict XVI..

Nella traduzione leggiamo:


Speaker: Invece di denunciare O’ Grady la Chiesa lo protesse, nascondendolo alle autorità. Quando si venne a sapere quello che succedeva a Ferns, le autorità ecclesiastiche locali, in ossequio alle direttive segrete della Chiesa Cattolica, misero tutto a tacere. Responsabile di quella imposizione fu il Cardinale Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI.

Le due frasi che ho sottolineato dovrebbero dire la stessa cosa, ma già solo la diversa lunghezza dei testi dice che non è così. Il testo inglese, infatti, dice: «Nessun errore ma parte di una direttiva segreta della Chiesa. L’uomo responsabile di imporla era il Cardinale Joseph Ratzinger». Si confronti cosa è diventata questa frase in mano ai traduttori…

Ma andiamo avanti nella comparazione. All’inizio dell’intervista a Padre Doyle (nel filmato) questi, nel testo italiano conclude il suo primo intervento con questa frase: «L'obiettivo è proteggere la reputazione dei preti, finché la Chiesa non compia indagini. In pratica copre i preti pedofili».

Nel testo inglese, invece, la stessa frase risulta essere detta dal cronista (Kenyon): «The procedure was intended to protect a priests reputation until the church had investigated. But in practice it can offer a blueprint for cover-ups».

Una svista simile si trova ancora verso la fine (poco prima della ripresa delle immagini del “processo” O’ Grady). La traduzione italiana attribuisce a Padre Doyle queste parole: «Il Vaticano, la bussola morale della chiesa Cattolica, forse ha le prove di altri preti pedofili in giro per il mondo, ma, invece che alla cooperazione e alla trasparenza, le direttive della Chiesa mirano all'ostruzionismo e alla copertura. C'è un uomo però che ha il potere di cambiare tutto».

Nel testo inglese queste parole le dice ancora il cronista: «KENYON: The Vatican, the moral compass of the Catholic church, may well be holding evidence of other child abusing priests from around the world. But instead of cooperation and transparency, many feel the church's directives create obstruction and cover up in practice. There's one man who has the power to change that».

Entrambe le versioni concordano nell’attribuire a Padre Doyle il seguito del discorso: «Il cardinale Ratzinger, che adesso è il Papa, potrebbe dire "questa è la politica della Chiesa: Cooperazione piena ovunque con le autorità civili e isolamento e dimissioni dei preti dichiarati colpevoli. Completa apertura e trasparenza, anche nelle situazioni finanziarie. Eliminazione degli ostacoli ai processi. Cooperazione con le autorità civili, ovunque". Potrebbe farlo».

C’è qualche differenza nel mettere quelle parole in bocca a uno che è stato presentato come esperto di diritto canonico, anche se “caduto in disgrazia”, anziché in bocca a un cronista…

E per concludere, la ciliegina sulla torta: le ultime battute del filmato. Siamo nel “tribunale” con O’ Grady alla sbarra (così vorrebbero farci credere). Sentite cosa dice il presunto Pubblico Ministero (nel testo italiano le frasi di questo personaggio sono infatti contrassegnate da “PM”):

Q: What else happened to you as a consequence of abusing?

O'GRADY: Actually nothing happened. Life continued.

 

Una mia traduzione:

 

Domanda: Cos’altro le è successo come conseguenza degli abusi?

O’ Grady: Veramente non è successo niente. La vita continua.

 

La traduzione del filmato disponibile su Internet:

 

PM:  - Che altro è successo dopo tutto quello che è accaduto?

O'GRADY - Niente. La vita è andata avanti.

 

Non suona strana quella domanda in bocca a un “Pubblico Ministero”?

È la dimostrazione – se ancora ce ne fosse bisogno – che si tratta di un’intervista mascherata da deposizione nel corso di un processo.

Che poi non sia successo niente, «dopo tutto quello che è accaduto», è solo l’ultimo tentativo di distorcere la verità:

O’ Grady fu ridotto allo stato laicale e, dopo essersi visto dimezzare il soggiorno in carcere grazie alle sue performances cinematografiche e con la complicità degli avvocati delle vittime, fu estradato in Irlanda, sua terra d’origine.

Questo per lui significa «niente» e che «la vita continua»?
Contento lui…

 http://www.lucianogiustini.org/blog/documents/Commenti-filmatobbc-2.htm

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