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Giovanni Crisostomo: De inani gloria et de educandis liberis

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 20:10
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13/09/2009 20:01

 

La storia di Caino e Abele

39. Non ascoltino dunque siffatti racconti. Ma quando abbia interrotto le fatiche derivanti dagli studi (lo spirito infatti ama trattenersi sulle antiche narrazioni), parlagli distogliendolo da ogni atteggiamento puerile, dal momento che tu stai allevando un saggio ed un atleta ed un cittadino dei cieli.

Digli dunque e raccontagli: "C’erano una volta due figli di un solo padre, due fratelli". Poi, dopo esserti fermato, aggiungi: "Ed usciti da uno stesso ventre. Uno era più vecchio, l’altro più giovane. Ed uno era contadino, il più vecchio; l’altro, il più giovane, pastore. E questo conduceva le greggi nelle valli e negli stagni".

Ed addolcisci il racconto, in modo che il fanciullo provi qualche diletto e non gli affatichi lo spirito. "Quello seminava e piantava. E talvolta parve bene ad essi rendere onore a Dio. Ed il pastore, presi i primi capi delle greggi, le offrì a Dio".

Non è molto meglio raccontare queste cose al posto dei montoni dal vello d’oro e di quella fanfaronata? Quindi tienilo desto ha un certo senso il racconto , non aggiungendo nulla di falso, ma ciò che deriva dalla Scrittura. E quando ebbe offerto a Dio le primizie, all’improvviso discese un fuoco dal cielo e tutto attrasse verso l’altare celeste. Il più vecchio non fece così, ma se ne andò e, riservatesi le primizie delle sue fatiche, offrì a Dio le seconde parti. E Dio non le gradì, ma le trascurò e le lasciò rimanere sulla terra. Quelle invece le accolse in alto presso di sé. E come avviene per i soprintendenti nelle campagne, che il padrone onora ed accoglie in casa uno di quelli che gli recano offerte, mentre ne lascia stare fuori un altro, allo stesso modo avvenne anche qui.

Che avviene poi dopo ciò? Il fratello più vecchio si afflisse come disonorato e messo da parte, ed era fosco. Gli dice Dio: "Perché ti sei afflitto? Non sapevi che tu offri a Dio? Perché mi hai offeso? Che cosa hai da protestare? Perché mi hai offerto le seconde parti?".

E se ti pare opportuno usare un linguaggio più semplice, dirai: "Quello non avendo nulla da dire se ne stava zitto o piuttosto cessò di parlare. Dopo ciò, visto il suo fratello più piccolo, gli disse: "Usciamo in campagna". E, sorpresolo con inganno, il maggiore lo uccise.

Pensava di sfuggire a Dio. Ma Dio gli si avvicina e gli dice: "Dov’è tuo fratello?". Quello risponde: "Non lo so: sono forse guardiano di mio fratello?". Dio gli dice: "Ecco, il sangue di tuo fratello dalla terra grida verso di me".

Si sieda accanto anche la madre mentre l’anima del fanciullo viene così plasmata da questi racconti, affinché anch’essa collabori e lodi ciò che si dice.

"Che avvenne dunque dopo ciò? Dio accolse quello in cielo e, una volta morto, è lassù".

Con questi racconti il fanciullo apprende la dottrina della risurrezione. Infatti se si spacciano nei miti notizie di tal genere, come "e la rese una semidea", ed il fanciullo vi crede e non sa che cosa vuol dire "semidea", ma sa bene che è qualcosa di più grande rispetto all’uomo e udendo ne rimane subito ammirato, quanto di più se ascolterà della risurrezione e che la sua anima è salita al cielo.

"E subito accolse quello lassù. Costui invece, l’assassino, continuava a vivere per molti anni soffrendo intensamente, in compagnia di timore e tremore, e pativa infiniti mali ed era castigato ogni giorno".

Ed insisti a lungo sul castigo, non momentaneamente, sul fatto che "udì da parte di Dio: "Sarai afflitto e tremante sulla terra". Poiché il bambino non sa che cosa vuol dire ciò, digli: "Come tu che ti trovi davanti ed in lotta col maestro, se per caso stai per essere sferzato tremi ed hai paura, così viveva quello continuamente, dopo aver offeso Dio".

40. Basta fin qui per lui: e narragli questo racconto in una sola sera a cena.

La madre poi ripeta le stesse cose. In seguito, quando le avrà udite spesso, domandi anche a lui: "Dimmi il racconto", affinché si senta pure preso dalla emulazione. E quando avrà assimilato il racconto, allora gliene rivelerai anche la utilità. Infatti l’anima che ha assimilato in sé il racconto sa portare frutti prima del tuo intervento, ma tuttavia anche tu digli in seguito: "Vedi quale male è la gola? Quale male è invidiare il fratello? Vedi quale male è pensare di nascondersi di fronte a Dio? Infatti egli vede tutto, anche ciò che avviene in segreto".

Se riuscirai ad inculcare nel fanciullo questo solo pensiero, non avrà bisogno del pedagogo, poiché questo timore da parte di Dio incombe sul fanciullo più di ogni timore ed assilla la sua anima.

41. E non solo questo, ma conducilo guidandolo per mano alla chiesa e preoccupati di condurvelo specialmente quando si legge questo racconto.

Lo vedrai rallegrarsi ed esultare e gioire perché egli conosce ciò che tutti ignorano, ed afferrare ed apprendere e trarne grande profitto. E da quel momento il fatto è riposto nella sua memoria.

42. C’è pure un altro profitto da trarre dal racconto. Impari da te che non bisogna affliggersi quando si soffre del male: qui subito fin dall’inizio Dio lo mostra in questo fanciullo, dal momento che mediante la morte accolse su in cielo colui che gli era accetto.

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