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Il caso di Anania e Saffira

Ultimo Aggiornamento: 27/09/2009 21:34
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24/09/2009 16:44

Re:
enricorns, 23/09/2009 19.11:

Tornando al testo, Enrico sostiene che è impossibile che Dio (lo Spirito Santo) possa aver ucciso i due coniugi, perchè, dice Enrico, Dio è vita, ma dimentica che proprio perchè Egli è vita per come dispone nel dar la vita dispone anche nel togliere la vita, satana non può togliere la vita a nessuno, e il testo dice esplicitamente che costoro sono rei di aver mentito a Dio, è di questo che Pietro li accusa ed è per questo che morirono sul colpo senza neppure poter giustificare il perchè.

Lo Spirito santo è Signore e da la vita, non la toglie sarebbe contraria alla sua essenza e alla sua azione e funzione.
Nemmeno un'azione del satana ma, piuttosto, la conseguenza dell'inganno alla Carità



Perchè Dio non può togliere la vita?
Nell'A.T. non solo l'ha fatto ma ha anche ordinato di farlo.
Il problema è che tu, cosa del tutto normale, leggi e interpreti la Scrittura in base a una concezione culturale post moderna escludendo invece la cultura di quel tempo, in un tempo in cui per chi trasgrediva determinate leggi o dottrine la sua condanna era la pena di morte, cultura che è riscontrabile fino al Medio Evo, prendiamo come esempio Tommaso d'Acquino, un illustre santo e dottore della Chiesa che scrive:

"A proposito degli eretici si devono considerare due cose: una che proviene da essi; l'altra che è presente alla Chiesa. Da essi proviene un peccato, per il quale hanno meritato non solo di essere separati dalla Chiesa con la scomunica, ma di essere tolti dal mondo con la morte. Infatti è ben più grave corrompere la fede, in cui risiede la vita delle anime, che falsare il danaro, con cui si provvede alla vita temporale. Perciò, se i falsari e altri malfattori sono subito messi a morte giustamente dai principi; a maggior ragione e con giustizia potrebbero essere non solo scomunicati, ma uccisi gli eretici, appena riconosciuti colpevoli di eresia.
Alla Chiesa invece è presente la misericordia, che tende a convertire gli erranti. Essa perciò non condanna subito, ma "dopo la prima e la seconda ammonizione", come insegna l'Apostolo. Dopo di che, se l'eretico rimane ostinato, la Chiesa, disperando della sua conversione, provvede alla salvezza degli altri, separandolo da sé con la sentenza di scomunica; e finalmente lo abbandona al giudizio civile, o secolare, per toglierlo dal mondo con la morte. [...]
Come si dice nei Canoni, "una cosa è la scomunica, e un'altra è l'eliminazione. Infatti uno viene scomunicato, "perché il suo spirito sia salvo nel giorno del Signore", secondo le parole dell'Apostolo". - Anzi, neppure l'eliminazione radicale dell'eretico mediante la morte può dirsi contraria a quel comando del Signore, che deve intendersi di quei casi in cui non è possibile estirpare la zizzania, senza estirpare anche il frumento: come abbiamo spiegato sopra parlando dei miscredenti in generale
...
Nel giudizio di Dio i pentiti sono sempre perdonati: perché Dio scruta i cuori e conosce quelli che sono veramente pentiti. Ma la Chiesa in questo non può imitarlo. E quindi deve presumere che non siano veramente pentiti quelli che, una volta perdonati, sono di nuovo ricaduti. Ecco perché senza negare loro la salvezza eterna, non li libera dal pericolo della morte."

[S.II, Q.11,3]

Personalmente per è d'una logica impeccabile.
Allora cosa non torna?

Non torna che c'è un motivo se nel XIII secolo non solo Tommaso, ma chiunque altro, era d'accordo con la pena di morte, e cioè che non era ancora stata sviluppata una cultura dei diritti dell'uomo come inerenti alla persona in quanto tale (a queste riflessioni arriverà solo la II scolatica, con la scuola di Salamanca). Platone stesso, l'uomo più geniale di tutti i tempi, sia nelle Leggi sia nella Repubblica scrive che chi pratica la magia vada messo a morte, e la Bibbia non fa eccezione "Non lascerai vivere la strega" (Es 22,17). Il solo fatto che la Bibbia preveda in alcuni casi la pena capitale, ha fatto sì che per i pensatori medievali essa non potesse essere proclamata illecita tout court.
Impossibile giudicare le categorie giuridiche del tempo con la nostra attuale concezione dei diritti umani, semplicemente queste cose non potevano saltare in mente a nessuno.
In una società dove il corpus christianorum coincide con la societas civilis, esattamente come nell'antichità la polis era unita nella pietas verso gli dèi, l'eretico non è solo un pericolo per il suo pensiero, ma per tutta la comunità: una minaccia contro la stabilità dell'ordine stabilito della stessa materialità che ha per noi il terrorismo islamico.

Quindi non si deve mai escludere il contesto storico e culturale dei testi antichi, in primis quelli religiosi ritenuti sacri.



[Modificato da Cattolico_Romano 25/09/2009 04:37]
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