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Il caso di Anania e Saffira

Ultimo Aggiornamento: 27/09/2009 21:34
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27/09/2009 20:32

Caro Cattolico,

ci vorrebbero varie lunghe considerazioni per poter dare chiarimenti e precisazioni al mio pensiero riguardo a questo caso, che, vorrei sottolineare, ci riguarda, per il solo fatto che se ai coniugi in questione è capitato quello che è capitato è certamente perchè il Signore ci vuole offrire un insegnamento forte che non possiamo lasciar cadere nel vuoto e su cui pure ciascuno di noi si deve confrontare.

Non mi è facile sintetizzare tale pensiero ma ci provo.

Il fatto che non risulti facile agli esegeti dare una spiegazione unanime, penso sia dovuto proprio al fatto che il caso di Anania si conclude in modo tragico in antitesi con quei principi di pazienza e di lentezza nell'applicazione della giustizia divina espressi in tutta la Scrittura.

Tu giustamente fai osservare che questo caso può essere visto come un accostamento al caso Acan del VT e sono daccordo in quanto è come se il SIgnore voglia farci capire attraverso un segno impressionante che il peccato è sempre ai suoi occhi di una gravità vertiginosa.

Fai inoltre giustamente notare che non bisogna meravigliarsi se l'inferno purtroppo c'è, e non potrei che essere daccordo. Tuttavia penso anche che prima di mandare all'inferno il Signore tenti di farci salvare e conceda tempo e modo di convertirsi, per dare luogo alla sua misericordia.

Per questo richiamavo espressioni come queste che riporto ancora:

Sal 144,8 Paziente e misericordioso è il Signore, lento all'ira e ricco di grazia.

2P 3,9 Il Signore .. usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.

Altrimenti, se ciò non fosse, anche noi dovremmo seriamente preoccuparci. Anania e Saffira erano neoconvertiti e forse non conoscevano bene cosa fosse lo Spirito Santo nè la gravità del loro atteggiamento che da una parte si sforzava di donare parte delle loro sostanze come gesto di veri credenti, dall'altra si preoccupano di fare bella figura davanti alla comunità senza pensare che invece stavano cadendo in una menzogna che avrebbe offeso gravemente Dio.

Mi chiedo: quante volte potrebbe essere capitato anche a noi di trovarci in situazioni più o meno simili? soprattutto all'inizio del cammino di fede, quante volte si manifesta piena adesione a Dio esteriormente ma si continua a mantenere per noi qualcosa che non consegnamo completamente alla Signoria di Cristo e senza rendercene neppure conto?. Credo che questo capiti e anche di frequente. E allora, pensando alla fine di Anania dobbiamo per questo ritenere tutti di meritare un castigo senza speranza? E' questo che ci vuole comunicare il testo di Atti 5?

Ecco perchè nel caso in questione mi sono posto la domanda se insieme alla evidente punizione vi possa essere qualche appoggio scritturale per pensare che Anania e Saffira possano essersi comunque salvati. Non riesco a rassegnarmi all'idea che Dio non abbia offerto anche a loro una via di salvezza anche se in extremis.

Non possiamo effettivamente sapere cosa sia balenato nella mente di quei coniugi al momento della morte, ma basandomi sulla Scrittura, posso sperare che se essi hanno avuto anche un solo attimo a disposizione per comprendere la gravità del loro peccato e avessero invocato il perdono di DIo, Egli non potrebbe averli condannati alla morte eterna, per il fatto stesso che in tal caso, essendovi la penitenza finale e contemporaneamente la perdizione della carne, il loro peccato non rientrerebbe più nella bestemmia contro lo Spirito che è tale solo se vi è il permanere della impenitenza fino all'ultimo. Quindi ecco perchè Paolo pronuncia quella condanna sul Corinto, affinchè il perire della carne, per opera del diavolo a cui viene esposto, possa trovare il tempo per potersi convertire. In vista di riavere nella resurrezione, la salvezza del corpo e dello spirito. Così personalmente vedo la condanna di Paolo che prospetta in quel caso la salvezza per il corinto, basandomi su alcuni commenti esegetici. Nel caso di Pietro non si esplicita questa possibile salvezza ma io personalmente lo voglio sperare, perchè altrimenti mi rimarrebbe l'idea di un Dio giustissimo ma inesorabile.

Non vado oltre per non appesantire e quindi ti chiedo scusa se ho dovuto sorvolare su alcuni altri aspetti delle tue osservazioni.

Con affetto

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