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Le Famiglie protagoniste dell'evangelizzazione in Movimenti e Parrocchie

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2009 19:54
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18/09/2009 19:54

Il Pontificio Consiglio verso la conferenza del 2010

Famiglie protagoniste dell'evangelizzazione
in movimenti e parrocchie


Una più "stretta unità tra i movimenti e le comunità parrocchiali" affinché le famiglie cristiane da "oggetto" diventino "protagoniste" dell'evangelizzazione è stata auspicata dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, a conclusione del seminario internazionale di studio, svoltosi nei giorni scorsi a Roma.

Riassumendo i punti principali emersi dai contributi e dai dibattiti dei partecipanti, il porporato nella relazione conclusiva ha anche fatto riferimento ad alcune domande poste ai presenti come filo conduttore della discussione in preparazione alla Conferenza internazionale che si terrà nel 2010 sul tema:  "La famiglia, soggetto di evangelizzazione in casa, nel proprio ambiente e in parrocchia, luogo privilegiato della pastorale ordinaria".

Primo punto, dunque, l'evangelizzazione, definita "la ragion d'essere della Chiesa. Il popolo di Dio - ha spiegato - è inviato a tutti gli uomini; la Chiesa è Corpo di Cristo e il Signore risorto si serve del suo corpo per evangelizzare". Lo ha affermato il concilio Vaticano ii nella Lumen gentium, al numero 9; lo hanno ribadito Paolo VI nella Evangelii nuntiandi, al numero 14, e Giovanni Paolo II nella Redemptoris missio, ai numeri 2 e 49. "Il primo passo - ha detto Antonelli - è l'esperienza dell'incontro personale con Cristo. Siamo chiamati ad accogliere nella fede l'amore di Dio in Cristo e a viverlo nelle relazioni che abbiamo e nelle cose che facciamo".

Da parte sua la Chiesa non ha da offrire solo la buona "notizia", ma anche una vita nuova, un'esistenza umana animata dalla carità, che è amore-dono e amore-comunione, cioè dono che si fa reciproco. Alla base di tutto è necessario avere incontrato e accolto Cristo. Per questo occorre attingere alla spiritualità.
Bisogna - ha spiegato - "essere portatori del suo amore agli altri, per suscitare sue immagini nella Chiesa e nel mondo"; il che significa "vivere la Parola, i sacramenti e la preghiera". Del resto se la famiglia cristiana vive dentro la vita trinitaria, ne riceve un "di più" di energia, di gioia, di speranza, di amore.

Ma non va dimenticato che tutto ciò deve essere vissuto nel concreto, nelle dimensioni della vita ordinaria e quotidiana. Pertanto "occorre portare l'amore di Dio e di Cristo in tutte le dimensioni della vita. Come Gesù, rivelando l'amore del Padre, ha rivelato l'uomo a se stesso, così la famiglia cristiana, rivelando l'amore di Dio, si rivela a se stessa".

Analizzando poi il rapporto tra evangelizzazione e pastorale, il porporato ha rimarcato come quest'ultima debba essere al servizio della prima. Uno dei motivi ricorrenti dei lavori, infatti, è stata la consapevolezza che "tutte le famiglie cristiane sono chiamate a evangelizzare", intendendo come pastorale "l'insieme delle attività della Chiesa, della comunità come tale, a sostegno dell'evangelizzazione". Nell'ambito di quest'ultima, le famiglie cristiane hanno il compito di pregare, attingere l'amore, testimoniarlo e annunciarlo. Riguardo a questo aspetto Antonelli ha evidenziato come però occorra annunciare "esplicitamente", cioè saper parlare al momento opportuno, proponendo "Cristo, cioè la realtà da noi incontrata e della quale siamo testimoni felici. Proporla - ha ribadito - non imporla".

Da qui l'appello "alle famiglie cristiane praticanti, affinché facciano un salto di qualità nella vita cristiana, con una vera spiritualità, e siano evangelizzatrici". Solo da questo punto di partenza si potrà arrivare agli altri, agli indifferenti, ai lontani.

Infine i presenti hanno messo a punto la programmazione della Conferenza internazionale del 2010 - tre giornate di condivisione e discernimento, con l'obiettivo di dare un "seguito" pastorale al seminario - alla quale saranno invitati i vescovi incaricati della famiglia nelle Conferenze episcopali nazionali, sacerdoti, diaconi sposati, aggregazioni e movimenti familiari, famiglie. Si svilupperà una parte teologica e saranno esposte esperienze significative, alcune in assemblea, altre nei gruppi di condivisione. Lo scopo sarà di dare forti orientamenti che "ricadano" poi nella pastorale ordinaria in tutto il mondo.

Anche il recente incontro romano, del resto, è stato caratterizzato dai contributi offerti da esperti di movimenti, associazioni e nuove comunità ecclesiali, che hanno presentato esperienze concrete in cui le famiglie sono soggetti attivi di evangelizzazione.

Tra le molte, particolarmente significativa quella proposta dal Rinnovamento nello Spirito Santo che a Caltagirone, nell'entroterra siciliano, sta realizzando la prima cittadella dedicata ai detenuti e alle loro famiglie. In una zona ad alta concentrazione mafiosa e delinquenziale giovanile, sarà inaugurata il 4 ottobre, in un terreno appartenuto a don Luigi Sturzo, una struttura dove "per la prima volta al mondo - hanno spiegato i promotori - le famiglie dei carcerati si ricongiungono ai loro cari prima della scadenza della pena e insieme, in piena libertà, hanno la possibilità di ritornare alla normalità della vita sociale ed ecclesiale".

In pratica quanti accettano si impegnano a lavorare responsabilmente nella cittadella - con mansioni di carattere agricolo e artigianale - e a regolarizzare tante situazioni morali e spirituali pendenti, a ricostruire relazioni familiari infrante. Così è l'intero nucleo familiare, non il singolo detenuto, a tornare in vita nella matura gestione della libertà e nella riprogettazione del proprio futuro, con il sostegno delle istituzioni e la vicinanza del volontariato, divenendo non più un problema ma una risorsa per lo Stato sociale.

(gianluca biccini)


(©L'Osservatore Romano - 19 settembre 2009)
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