Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Benvenuto in Famiglia Cattolica
Famiglia Cattolica da MSN a FFZ
Gruppo dedicato ai Cattolici e a tutti quelli che vogliono conoscere la dottrina della Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica Amiamo Gesu e lo vogliamo seguire con tutto il cuore........Siamo fedeli al Magistero della Chiesa e alla Tradizione Apostolica che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Ti aspettiamo!!!

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

J.Ratzinger, Benedetto XVI, spiega il Concilio Vaticano II

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2009 08:28
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 11.290
Registrato il: 03/10/2008
Registrato il: 01/11/2008
Sesso: Maschile
19/09/2009 08:17

LA FALSA INTERPRETAZIONE DEL CONCILIO CHE HA DATO IL VIA AGLI ABUSI LITURGICI NELLA SANTA MESSA...

VATICANO -
LE PAROLE DELLA DOTTRINA a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello - La presenza del Signore Gesù precede e permane oltre l’assemblea liturgica
Fonte: Fides.Org (Agenzia Fides 10/7/2008)

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - All’inizio della riforma liturgica postconciliare si fece strada l’idea che il tabernacolo fosse di ostacolo alla Messa “rivolta al popolo”, malgrado le istruzioni lo ritenessero lecito (cfr “Inter Oecumenici” n. 95 ed “Eucharisticum Mysterium” n. 54). Si diceva: Gesù Cristo diventa presente con la consacrazione nella Messa, lasciarlo stare nel tabernacolo vuol dire far nascere un conflitto di segni.

Questa idea, in verità, ha trovato posto nella medesima istruzione (cfr EM 55) e in apparenza, sembra coerente. Ma è successo, pian piano, che i “diversi” o “principali modi della presenza” di Gesù Cristo (cfr “Lumen gentium” n. 48; Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1373; EM n. 9 e n. 55) sono stati ritenuti, più o meno, equivalenti: insomma si è fatto strada, in questo ambito, prima che altrove, il relativismo. Tutt’oggi molti fedeli non sono in grado di distinguere le diverse forme della “presenza di Cristo” nei santi segni.Quando il Concilio stava per cominciare l’ultima sessione, Paolo VI, il 3 settembre 1965, emanava l’enciclica “Mysterium Fidei”. Per fronteggiare il ridimensionamento e la negazione della presenza reale del Signore nel Santissimo Sacramento, ribadiva che Sacrificio e Sacramento sono un unico mistero inseparabile e che questo è la carne di Gesù Cristo crocifisso e risorto; che è il più grande dei miracoli: che grazie alla transustanziazione è una nuova realtà ontologica; che il Santissimo Sacramento è da conservare nei templi e oratori come il centro spirituale di ogni comunità, di tutta la Chiesa e dell’umanità.

Ma non bastò. Mentre il Papa, con l’enciclica, prendeva le difese dell’Eucaristia, la riduzione simbolistica era penetrata nella Chiesa e si verificava il primo e più vistoso effetto: lo spostamento del tabernacolo dal centro dell’altare. Il motivo apparente era appunto il “conflitto di segni” tra Presenza permanente e Sacrificio della Messa. Tale apparente conflitto, con le relativistiche conseguenze, è arrivato fino a noi. Cosa fare?

Bisogna spiegare che Cristo è “sempre presente nella sua Chiesa” (SC n. 7; CCC n. 1088), specialmente nelle specie eucaristiche, nelle quali lo è per antonomasia, cioè in modo corporale e sostanziale, come Dio e come Uomo, tutto intero e ininterrottamente. La formula classica sempre valida è: corpo, sangue, anima e divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. Egli è il Santissimo Sacramento (cfr MF in EM n. 10).
Si deve poi spiegare che, nei sacramenti, Egli è presente con la sua “virtù” o potenza. In terzo luogo, si deve chiarire che nel sacerdote che celebra, nella Chiesa adunata in preghiera, nella Parola proclamata, Egli è presente in spirito. Dunque, non vi sono molteplici presenze ma un’unica presenza permanente che è, per definizione, quella eucaristica (SC n. 7; CCC nn. 1373-1374).

Intanto si è fatta strada un’altra teoria: l’equiparazione della presenza di Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento alla presenza della sua Parola. Eppure il Concilio Vaticano II dice che la presenza di Cristo nella Parola c’è “quando nella chiesa si legge la Sacra Scrittura” (SC n. 7), cioè, a due condizioni: quando la lettura si fa “nella chiesa”, - la realtà composta di gerarchia e fedeli, - non privatamente, e quando “si legge” la Sacra Scrittura: non basta, quindi, che ci sia il libro sacro sull’ambone o sull’altare. (O, ormai, in qualunque altro luogo, come davanti, o addirittura sopra, al tabernacolo o ai piedi delle statue).

La presenza nella Parola è legata all’uso, è una presenza “morale” legata a un atto dello spirito, alla condizione spirituale dell'individuo e limitata nel tempo. Mentre la presenza nel sacramento eucaristico è sostanziale e permanente. Pertanto è particolarmente importante ribadire il rapporto imprescindibile, e nel contempo asimmetrico, esistente tra Parola ed Eucaristia (cfr “Dei Verbum” n. 21, con l’indispensabile nota esplicativa).

In conclusione, non si può continuare ad affermare che la presenza reale nell'Eucaristia sia “legata all'uso” e “finisca con esso”, che sia una questione di grado e non di sostanza, senza incorrere in un grave errore dottrinale. Recentemente, dopo aver contrapposto l’ecclesiologia del Vaticano II a quella di Trento, si è scritto ancora di presenze e di gradualità diverse, lamentando che quella sacramentale continui a essere compresa in modo ontologico: si è forse dimenticato che Paolo VI, ha già definito che, dopo la transustanziazione, il pane e il vino “acquistano nuovo significato e nuovo fine in quanto contengono una ‘nuova realtà’, che giustamente denominiamo ontologica” (“Mysterium Fidei” n. 47).

Dunque, la presenza di Gesù Cristo “precede” l’assemblea liturgica, come la colonna di fuoco precedeva il popolo di Dio in cammino, “permane” oltre l’assemblea e “non è prodotta” dall’assemblea."


....quanto scritto da don Bux sopra riportato  apre una serie di ulteriori considerazioni che faremo bene ad analizzare.....


Dunque quanto detto da don Bux ci spinge a chiederci come mai nel Documento del 1993 se non erro che parla sulle "nuove costruzioni di Chiese" si sottolinea fortemente che il Tabernacolo NON deve OSTACOLARE l'Altare....non deve più essere posto sull'altare e che viene concesso il suo mantenimento su di esso solo nelle chiese dove non è possibile fare nuovi lavori??

Non oso rispondere...

Tuttavia la presenza del Tabernacolo rivalutata grazie all'Anno dedicato all'Eucarestia, al conseguente Sinodo dei Vescovi del 2005 ed alla Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI è stata riportata alla luce a tal punto che lo stesso Pontefice si è raccomandato più volte che tale presenza DEVE RITORNARE AD ESSERE IL CENTRO E IL CUORE DELLA VITA DELLA COMUNITA'....

Chiunque stia facendo il tentativo di porre la Sacra Scrittura quale INCIAMPO per l'Eucarestia (o viceversa), non sta facendo altro che seguire la dottrina Protestante per la quale la Scrittura è diventato UN SOSTITUTO DELL'EUCARESTIA....
Guai a noi se soltanto azzardassimo di fare certi paragoni.....per noi Scrittura ed Eucarestia sono inseparabili ed indivisibili ma come appunto evidenzia don Bux:

si deve chiarire che nel sacerdote che celebra, nella Chiesa adunata in preghiera, nella Parola proclamata, Egli è presente in spirito. Dunque, non vi sono molteplici presenze ma un’unica presenza permanente che è, per definizione, quella eucaristica (SC n. 7; CCC nn. 1373-1374).

**********

il punto, o almeno un punto nodale, ritengo sia proprio questo la questione del concetto di PRESENZA.......
Un conto è dunque la Presenza del Cristo in "Spirito" attraverso la proclamazione della Parola attraverso la quale E' LUI CHE CI PARLA, altra cosa è il SACRAMENTO nel quale la presenza E' VIVA E VERA.....ANIMA, CORPO E DIVINITA', presenza non così esplicita nella Scrittura in quanto TESTO APPOGGIATO APPUNTO SUL LAMBONE....

Noi infatti VENERIAMO il Sacro Testo quando appunto viene incensato e portato all'altare, mentre ADORIAMO L'EUCARESTIA IN GINOCCHIO ....

Un altra sottolineatura importante è la conclusione di don Bux che dice:

Dunque, la presenza di Gesù Cristo “precede” l’assemblea liturgica, come la colonna di fuoco precedeva il popolo di Dio in cammino, “permane” oltre l’assemblea e “non è prodotta” dall’assemblea."

**********************

la presenza del Cristo NON E' PRODOTTA DALL'ASSEMBLEA, l'Eucarestia E' DONO... anche la Parola che ascoltiamo è dono e non è prodotta dall'assemblea, ma non subisce alcuna transustanziazione...

A quanto riportato da don Bux, dunque, possiamo sostenere quanto riportò Sandro Magister il 5.12.2005:

Lo scorso giugno Ruini ha detto: “È tempo che la storiografia produca una nuova ricostruzione del Vaticano II che sia anche, finalmente, una storia di verità”.

Bersaglio della critica del cardinale era, in particolare, la storia del Concilio Vaticano II prodotta dalla “scuola di Bologna” con l’ausilio di una équipe internazionale, tradotta in varie lingue e molto letta in tutti i continenti, ma giudicata da Ruini e dallo stesso Ratzinger come “debolissima e senza appiglio reale nel corpo della Chiesa”.

Su “Avvenire” del 29 novembre, mons.Brandmüller connazionale di Ratzinger, ha messo in evidenza gli elementi “assolutamente nuovi” che distinguono il Vaticano II dagli altri Concili che l’hanno preceduto nella storia.

Ha messo in luce il “grado molto diverso di obbligatorietà” dei suoi documenti e il suo “timore di pronunciare condanne dottrinali e definizioni dogmatiche”.

Ha spiegato perché da esso sia venuto uno scisma come quello di Levebvre e perché a poca distanza dalla sua conclusione alcuni abbiano subito invocato un nuovo Concilio.

Ma soprattutto Brandmüller ha mostrato l’insostenibilità storica – oltre che teologica – di un’interpretazione del Concilio Vaticano II “come un inizio totalmente nuovo, come se fosse il superdogma che rende tutto il resto irrilevante”: parole, queste ultime, riprese da Ratzinger.

***********

Lo stesso Ratzinger ebbe a dire ricordando gli eventi del Concilio: AVREI DOVUTO OSARE DI PIU'....
ma lui osò....di fatto è stato uno dei pochi vescovi e poi cardinali a studiare per 40 anni la questione Liturgica, a difendere la Tradizione.... a sostenere il concetto della CONTINUITA' CONDANNANDO SPESSO L'IDEA ERRATA DI UN CONCILIO CHE ROMPEVA CON IL PASSATO....

Il problema più grave è in fatto in questa discontinuità dalla quale continuano a nascere nuovi "fondatori" di chiese "nuove" con riti più o meno strambi.....

Infine

Il cardinale Joseph Ratzinger, incontrando nel 1988 a Santiago i vescovi cileni, ha parlato di “un isolamento oscuro del Vaticano II” e ha detto:

<< Alcune descrizioni suscitano l'impressione che dopo il Vaticano II tutto sia diventato diverso e che tutto ciò che è venuto prima non potesse essere più considerato o potesse esserlo soltanto alla luce del Vaticano II. Il Vaticano II non viene trattato come una parte della complessiva tradizione vivente della Chiesa, ma come un inizio totalmente nuovo. Sebbene non abbia emanato alcun dogma e abbia voluto considerarsi più modestamente al rango di Concilio pastorale, alcuni lo rappresentano come se fosse per così dire il superdogma, che rende tutto il resto irrilevante”, mentre “possiamo rendere davvero degno di fede il Vaticano II se lo rappresentiamo molto chiaramente così com'è: un pezzo della tradizione unica e totale della Chiesa e della sua fede”.

In effetti, negli anni postconciliari era di moda paragonare la Chiesa a un cantiere, in cui si facevano demolizioni e nuove costruzioni o ricostruzioni. Molto spesso nelle prediche l'ordine di Dio ad Abramo di andarsene dal suo paese era interpretato come un'esortazione alla Chiesa ad abbandonare il suo passato e la sua tradizione.

Al contrario, bisogna ribadire con nettezza che un'interpretazione del Vaticano II al di fuori della tradizione contrasterebbe con l'essenza della fede: la tradizione, non lo spirito del tempo, è l’elemento costitutivo del suo orizzonte interpretativo. Certo non può mancare lo sguardo sull’oggi. Sono i problemi attuali che richiedono risposte. Ma queste non possono venire se non dalla rivelazione divina, che la Chiesa tramanda. Questa tradizione rappresenta anche il criterio a cui ogni nuova risposta deve attenersi, se vuole essere vera e valida.

Su questo sfondo anche la distinzione così in voga tra “preconciliare” e “postconciliare” è molto dubbia sul piano teologico e su quello storico. Un Concilio non è mai un punto di arrivo o di partenza sul quale possa essere scandita la storia della Chiesa o addirittura la storia della salvezza. Un concilio è piuttosto un anello di una catena la cui fine nessuno conosce al di fuori del Signore della Chiesa e della storia. Non può mai introdurre una frattura nella continuità dell’azione dello Spirito
>>
[Modificato da Cattolico_Romano 19/09/2009 08:17]
__________________________________________________

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:25. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com