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Via libera del Papa al prossimo Congresso Eucaristico Internazionale

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2009 09:28
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22/09/2009 19:37

Nel 2012 a Dublino il 50° Congresso eucaristico internazionale

Comunione con Cristo e con i fratelli


Il cardinale segretario di Stato ha comunicato al presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali che il Santo Padre, nell'udienza del 22 giugno scorso, ha approvato il tema e la data per la celebrazione del prossimo Congresso eucaristico internazionale - il cinquantesimo della serie - che si terrà a Dublino nel 2012. La celebrazione del Congresso avrà luogo dal 10 al 17 giugno intorno al tema The Eucharist:  Communion with Christ and with one another (L'Eucaristia:  Comunione con Cristo e tra di noi). Nella capitale irlandese, di stretta intesa con il Pontificio Comitato, si è già installato il comitato locale che s'occuperà della stesura del testo teologico di base e della preparazione all'evento del 2012. Per l'occasione si propongono qui gli elementi più significativi della parte finale dell'intervento che l'arcivescovo Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, ha tenuto all'assemblea plenaria della Conferenza episcopale d'Irlanda riunita al St. Patrick's College, Maynooth, lo scorso 9 giugno.

di Piero Marini

La Statio orbis che la Chiesa in Irlanda - e Dublino in particolare - sta preparando, è un momento specifico del cammino della Chiesa universale, luogo del "convenire" pellegrinante dei fedeli da ogni parte della terra, segno autentico di fede e di carità nella comunione. Esso chiama, anzitutto, a un rinnovamento permanente della vita eucaristica.
Il Congresso eucaristico internazionale non è solamente una grande manifestazione di fede, un grande omaggio reso all'Eucaristia, ma è soprattutto una grazia di rinnovamento permanente della vita eucaristica di tutto il popolo di Dio. In questo senso ci vengono in aiuto i documenti conciliari e i recenti documenti del magistero - l'istruzione De cultu mysterii eucharistici (1967); la Institutio generalis Missalis Romani (1969 e 2000); il rituale romano De Communione et de Cultu Mysterii Eucharistici extra Missam (1973); la lettera enciclica Ecclesia de Eucharistia (2003); l'istruzione Redemptionis Sacramentum (2004); la lettera apostolica Mane Nobiscum Domine (2004) - fino all'ultimo sinodo sull'Eucaristia e alla conseguente esortazione apostolica del Papa Benedetto XVI Sacramentam caritatis in cui la celebrazione eucaristica con tutte le sue conseguenze ("spiritualità eucaristica", "forma eucaristica" della vita, "culto spirituale"...) viene affidata al popolo di Dio perché diventi realtà vitale.

Il senso di un Congresso

Il Congresso eucaristico internazionale non è, dunque, solo un privilegio affidato a Dublino, ma piuttosto un servizio per il cammino del popolo di Dio. La vita eucaristica non è un "di più", qualche cosa che resta a lato delle diverse attività che ogni Chiesa particolare è chiamata a svolgere, ma è la fonte e culmine della vita e dell'attività di tutti i battezzati.
In questo senso sarà utile ricordare che la celebrazione di un Congresso non si riduce alla sua settimana conclusiva ma si concretizza in un cammino almeno biennale di preparazione. Lì si approfondisce quanto poi si celebrerà nei giorni conclusivi. Per questo è necessario uno sforzo speciale di formazione dei pastori e dei fedeli attraverso tutti gli strumenti usuali della catechesi diocesana e parrocchiale, attraverso sussidi e contatti mirati, con l'aiuto dei mass-media, affinché il popolo di Dio sempre più si avvicini alla comprensione autentica del Sacramento dato per la vita del mondo. Allo stesso modo, anche la settimana conclusiva dovrà assumere una forte valenza formativa con l'offerta d'una catechesi solida, di testimonianze coinvolgenti e di celebrazioni esemplari dei divini misteri.
Ogni Congresso eucaristico internazionale ha un impatto profondo anche se non sempre misurabile sulla vita della Chiesa. Tanto più lo avrà il Congresso di Dublino, giubilare perché 50° della serie, che cade nell'anniversario - ancora una volta il cinquantesimo! - dell'apertura del concilio ecumenico Vaticano II. Si tratta perciò di fare memoria di un avvenimento ecclesiale che, in continuità con la tradizione della Chiesa, ha saputo accogliere le istanze positive della modernità vagliandole alla luce del Vangelo, al fine di annunciare la salvezza alle donne e agli uomini del nostro tempo.
Per questo il Congresso del 2012 può diventare, secondo la dimensione internazionale che gli è propria, uno strumento importante per promuovere una celebrazione esemplare e fruttuosa della liturgia conciliare; una catechesi rinnovata intorno al mistero eucaristico e alle sue implicazioni sociali, etiche e culturali; un culto sempre più autentico del mistero della fede, fonte e culmine della vita ecclesiale.

L'impatto nella vita della Chiesa

Al di là di questo anniversario particolare, i congressi eucaristici internazionali hanno avuto un forte impatto sulla vita della Chiesa e qui se ne ricordano alcuni aspetti storicamente misurabili.
Nella loro prima fase, dopo essere stati per i primi trent'anni i Congressi delle opere eucaristiche, cioè del culto eucaristico fuori della messa e di tutte le attività cultuali e associative a esso legate, i congressi eucaristici hanno accompagnato gli sforzi del magistero per un accesso sempre più ampio alla grazia del Sacramento. Così, al tempo di san Pio X, hanno sostenuto l'impegno per abbassare l'età d'accesso alla comunione dei fanciulli e hanno propagato la comunione frequente. Nell'intervallo fra le due guerre mondiali hanno sostenuto l'impegno missionario della Chiesa radunandosi per la prima volta nei continenti extra-europei e affermando la forza evangelizzatrice dell'Eucaristia.
A partire dal Congresso di Monaco di Baviera nel 1960 e dalla riflessione sviluppata nel concilio Vaticano II, in una feconda simbiosi con il movimento liturgico, i congressi eucaristici hanno fatto progredire la conoscenza del mistero eucaristico. Si pensi al loro contributo per la comprensione della comunione come partecipazione piena alla celebrazione dell'eucaristia; la riscoperta dell'assemblea celebrante; l'approfondimento del rapporto tra la mensa della Parola e la mensa del Pane; l'accento sulla dimensione sociale del Sacramento, il rapporto dell'Eucaristia con gli altri sacramenti, il rinnovamento del culto eucaristico fuori della Messa...
Tra le sfide ancora d'affrontare si ricorda qui la necessità di coinvolgere e integrare sempre più nella vita liturgica e nel cammino della nuova evangelizzazione le forme di pietà popolare legate all'Eucaristia e le associazioni che, a vario titolo, dall'Eucaristia traggono ispirazione (movimenti per l'adorazione perpetua o notturna, le confraternite del santissimo Sacramento...).
L'impegno per un costante approfondimento nella comprensione del mistero eucaristico continua anche con il prossimo evento di Dublino, che avrà al suo centro il riferimento all'Eucaristia come mistero di comunione con Cristo e con i fratelli.
Storicamente misurabile è anche il rapporto tra Eucaristia ed evangelizzazione, che costituiscono due realtà inseparabili nell'essenza della Chiesa. E questo non solo nei Paesi tradizionalmente destinatari dell'azione missionaria, ma anche in quelli d'antica evangelizzazione. Si pensi, per esempio, al continente europeo dove i diversi Paesi segnati per secoli da una cultura cristiana sperimentano oggi una distanza progressiva dai valori della fede, un allontanamento dalle radici comuni del cristianesimo e una frattura sempre più ampia tra Vangelo e cultura.
In questo senso l'inculturazione della fede è uno degli elementi costitutivi della nuova evangelizzazione con cui si intende riportare al centro la persona di Cristo e il suo Vangelo perché la Chiesa, fedele alla sua missione, continui a essere seme di futuro e di vita per l'umanità.
A questo fine i congressi eucaristici possono essere il luogo privilegiato per una migliore e più attenta articolazione tra Eucaristia ed evangelizzazione o, detto altrimenti, tra la convocazione della Chiesa che celebra il sacrificio eucaristico e la missione affidatale da Cristo stesso di annunciare il Vangelo del Regno. La nuova evangelizzazione è stata e sarà una sfida permanente per i congressi eucaristici.
Altro aspetto da sottolineare è il rapporto tra Eucaristia e cammino ecumenico.
Fu a Monaco nel 1960 che le relazioni ecumeniche cominciarono a entrare a pieno titolo nei congressi eucaristici. I preparativi per il Concilio appena iniziati avevano condotto il beato Giovanni XXIII a creare il Segretariato per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. Da allora in poi, nella prospettiva ecclesiale del Vaticano II, il movimento verso l'unità dei cristiani divenne parte dei congressi eucaristici.
I rapporti ecumenici d'ogni congresso dipendono dalle caratteristiche del Paese, dall'ambiente socio-culturale e dalle circostanze in cui il Congresso si celebra. È interessante ricordare, per esempio, che l'introduzione delle nuove preghiere eucaristiche nel Messale Romano con le loro epiclesi di consacrazione ha favorito l'avvicinamento teologico con i fratelli ortodossi, così come l'attenzione data alla Parola di Dio nel culto cristiano ha condotto alla presenza ormai normale di rappresentanti delle Comunità ecclesiali riformate nei congressi eucaristici, a partire dagli anni Settanta.
Dopo la breve presentazione degli influssi più significativi dei congressi eucaristici nella vita della Chiesa, si comprende ancor di più che la ricchezza del mistero eucaristico è inesauribile e che i congressi eucaristici internazionali non sono fine a se stessi, ma un mezzo perché tale mistero sia sempre più conosciuto. L'Eucaristia è il grande tesoro della Chiesa.



(©L'Osservatore Romano - 23 settembre 2009)
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