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La Chiesa in Brasile

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2010 19:37
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25/09/2009 06:55

Intervista all'arcivescovo Sérgio da Rocha, presidente della Conferenza episcopale regionale Nordeste4 del Brasile, in occasione della visita "ad limina"

Una Chiesa povera al servizio dei poveri


di Nicola Gori

Una Chiesa povera al servizio dei più poveri. Svolge la sua missione in una delle regioni forse tra le più disagiate del Brasile, nello Stato del Piauí, il meno sviluppato del Paese. Non dispone di molti sacerdoti, ma può contare sulla collaborazione di un laicato responsabile e maturo. È l'immagine della comunità ecclesiale nella regione Nordeste4 del Brasile così come si delinea dall'intervista rilasciata al nostro giornale dall'arcivescovo di Teresina, monsignor Sérgio da Rocha, presidente della Conferenza episcopale regionale, in occasione della visita ad limina Apostolorum.

Come si potrebbe definire la Chiesa nella circoscrizione ecclesiastica regionale del Nordeste4?

La Chiesa del Nordeste4 ha un volto realmente missionario. Viviamo in un momento particolare di rinnovamento missionario nelle comunità, nello spirito di Aparecida. Nelle otto diocesi che compongono la nostra Chiesa locale si stanno realizzando con entusiasmo le visite e le missioni popolari nel quadro più ampio della missione continentale. La missionarietà, del resto, faceva già parte della vita della nostra comunità, abituata ai pellegrinaggi, all'incontro con gli altri, all'accoglienza fraterna. Per questo nella nostra regione il rinnovamento missionario raccomandato da Aparecida ha trovato una pronta e generosa risposta, soprattutto da parte dei fedeli laici. Oltre a ciò, nonostante la scarsità di risorse umane ed economiche, le Chiese del Nordeste4 stanno portando avanti da diversi anni, insieme con quelle del Nordeste5 (Maranhão), un progetto missionario in Mozambico, con l'invio di missionari, offrendo sostegno spirituale e materiale. Siamo in una regione molto povera del Brasile, ma abbiamo la ricchezza della fede, in particolare la pietà popolare, che anima la vita del nostro popolo. Abbiamo la gioia di avere nello stato del Piauí la più alta percentuale di cattolici del Brasile. Nonostante ciò non possiamo accontentarci. Come Chiesa missionaria, vogliamo avanzare sempre più nell'evangelizzazione dei poveri e dei sofferenti, delle periferie urbane e delle zone rurali, di quanti si trovano lontani dalle comunità, tenendo però anche presenti, con particolare attenzione, le sfide della cultura urbana, soprattutto i "nuovi areopaghi".

Il Grido degli Esclusi è il tema di un'iniziativa che avete adottato recentemente. Rientra nel quadro del vostro impegno in favore dei poveri e per promuovere la giustizia sociale?

La missione nel Nordest brasiliano non potrebbe non tener conto dei poveri, delle situazioni di esclusione, poiché viviamo fra i più bisognosi del Brasile. Fra di noi i poveri non sono solo evangelizzati, sono anche evangelizzatori. L'evangelizzazione esige la missione profetica. Quest'ultima però non si deve limitare alle parole, alla predicazione o alle semplici denunce. Deve essere accompagnata dall'annuncio, e anche dall'esperienza, dalla gioia e dalla speranza che nascono dall'incontro con Cristo. Deve tradursi in gesti concreti. Nelle nostre diocesi sono molte le iniziative intraprese dalle comunità parrocchiali, dalle pastorali sociali, dalle commissioni di Iustitia et Pax, dalle commissioni di difesa e promozione della vita, dalla Caritas, dai movimenti e organismi ecclesiali. Fra queste iniziative vi è il "Grido degli Esclusi", proposto dalla Conferenza episcopale brasiliana, in occasione della giornata in cui si commemora l'indipendenza del Paese (il 7 settembre), iniziativa che finora però si è diffusa poco nel Piauí. Nella Conferenza episcopale del Nordeste4 ha maggiore rilevanza il pellegrinaggio della terra e dell'acqua, che in questo anno 2009 ha avuto come tema "La migrazione forzata e il lavoro in condizione di schiavitù", problemi molto presenti nella realtà del Piauí. Nelle nostre diocesi si realizzano inoltre numerosi progetti sociali e iniziative di solidarietà, come è avvenuto quest'anno, in occasione delle alluvioni, provocate dalle forti piogge, che hanno lasciato molte famiglie senza tetto. La solidarietà dimostrata in innumerevoli modi dal popolo del Piauí è stata ammirevole.

Qual è stato il ruolo dei laici nell'evangelizzazione?

I laici sono stati i nuovi protagonisti della missione. I fedeli, uomini e donne, hanno avuto un ruolo fondamentale nell'evangelizzazione, soprattutto nella catechesi e nella missione continentale. È importante tenere presente che nel Piauí la fede è stata trasmessa da una generazione all'altra, nelle famiglie, grazie ai laici, poiché in molte zone era difficile che vi fosse un sacerdote. Vista la mancanza dei presbiteri, il che accade ancora oggi in alcune località, l'azione dei laici è divenuta sempre più necessaria. È cresciuta la consapevolezza della loro importanza nella vita delle comunità e nei diversi ambiti sociali. Dobbiamo però ancora fare molto per una loro maggiore partecipazione dei fedeli laici all'evangelizzazione.

Come è stato accolto il documento di Aparecida nelle diocesi?

Il documento di Aparecida è stato molto ben accolto nelle nostre diocesi. Sono stati organizzati diversi incontri di riflessione a vari livelli. Alcune situazioni sono state riesaminate proprio alla luce di Aparecida. Le otto diocesi del Piauí stanno mettendo in pratica il progetto della missione continentale, con il coordinamento di una commissione centrale. Si sta anche realizzando un grande progetto di distribuzione e utilizzazione di Bibbie, con il sostegno della Conferenza episcopale del Brasile, progetto che si dovrebbe realizzare in modo più intenso alla fine dell'anno in tutte le diocesi dello Stato.

Cosa sta facendo la Chiesa per fronteggiare fenomeni sociali quali le migrazioni forzate, il lavoro in condizioni di schiavitù, la violenza?

La realtà sociale dello Stato del Piauí è fra le più difficili del Brasile. Quasi il 60 per cento della popolazione del Piauí vive grazie all'aiuto del governo federale, con la "bolsa familia", e il 25,8 per cento è analfabeta. Il Piauí è generalmente additato come lo Stato più povero del Brasile. Fra le conseguenze di questa situazione ci sono la migrazione forzata e il lavoro in condizione di schiavitù, che colpiscono gran parte delle famiglie, provocando molta sofferenza e anche la morte di lavoratori, come è stato denunciato dalle commissioni di Iustitia et Pax e da enti della società civile. Cerchiamo di intensificare i nostri sforzi al servizio dei migranti, favoriamo l'incontro fra le Chiese di origine e le Chiese di destinazione dei migranti, andiamo a visitarli nelle piantagioni di canna da zucchero, nelle quali lavorano. Inoltre proponiamo diversi progetti. Solo nell'arcidiocesi di Teresina, sono più di quaranta i progetti sotto la responsabilità dell'azione sociale arcidiocesana.


(©L'Osservatore Romano - 25 settembre 2009)
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