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Chiesa & Natura

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2010 06:53
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23/09/2009 08:52

Convegno ad Assisi organizzato dalla Conferenza episcopale italiana

Conversione ecologica
per salvaguardare il creato



Assisi, 16. Insistere sul compito educativo al quale è chiamata ogni comunità cristiana ed educare alla responsabilità; bandire l'ideologia dell'"accaparramento egoistico" che vede tra le prime vittime i migranti, in fuga dal degrado ambientale; attuare una conversione secondo giustizia, che sia allo stesso tempo culturale, estetica, etica e spirituale, un "cambiamento del cuore" capace di produrre una "grandissima rivoluzione".

Sono alcune delle riflessioni emerse ieri, al Sacro convento di Assisi, durante l'incontro di studio in occasione della IV Giornata per la salvaguardia del creato. Il convegno, organizzato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e dalla Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana (Cei), in collaborazione con l'Accademia nazionale delle scienze, era intitolato "Natura vivente: comprendere i cambiamenti e le loro cause. Per una conversione ecologica: le Chiese cristiane si interrogano".

La Chiesa italiana vede nella "conversione ecologica" una delle risposte fondamentali al problema del degrado ambientale. Prendendo coscienza del peccato "che nasce da un rapporto sbagliato con il creato", si legge nel messaggio scritto dai vescovi per la Giornata, la Cei invita a "un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell'economia". La strada passa dal risparmio di energia "con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell'uso di automezzi e nel riscaldamento degli uffici", ottimizzandone l'uso e "valorizzando le energie pulite e rinnovabili".

Per il vescovo di Ivrea, Arrigo Miglio, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, che ha introdotto ai lavori, l'aria - filo conduttore della iv Giornata per la salvaguardia del creato - è un bene comune "nel senso più pieno del termine", perché è un bene "di tutti e per tutti" e "può essere salvaguardato unicamente con l'impegno di ciascuno". Visti i danni provocati dalla mancata attenzione e dal disprezzo dell'uomo verso l'ambiente e considerato che "siamo chiamati a condividere i beni del creato con le generazioni di oggi e di domani", ha detto ancora monsignor Miglio - come riferisce il Sir -, "è importante insistere sul compito educativo" ed "educare alla responsabilità" sapendo "che renderemo conto al prossimo e a Dio creatore dell'uso che facciamo dei beni della terra".

Nel suo intervento, il vescovo di Terni - Narni - Amelia, Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo, ha invece messo in evidenza che alla base "della cinica freddezza con cui oggi si tratta il dramma dell'immigrazione" c'è "l'ideologia dell'accaparramento egoistico". I migranti, secondo monsignor Paglia, "sono in fuga da persecuzioni ma anche e soprattutto dalla povertà prodotta dal degrado ambientale". Un degrado "spesso causato proprio per produrre il superfluo per gli abitanti dei Paesi ricchi".

Anche il vicepresidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Letizia Tomassone, ha parlato di "una chiara situazione di squilibrio nell'accesso alle risorse", denunciando "la realtà contraddittoria" di un consumo, simbolo di benessere, che porta a un impoverimento di vaste aree del pianeta.

"Almeno quattro", per l'arcivescovo-vescovo di Assisi - Nocera Umbra -Gualdo Tadino, Domenico Sorrentino, le conversioni (culturale, estetica, etica, spirituale) che sottendono alla conversione ecologica. È Francesco l'esempio da seguire: la spoliazione del santo di Assisi davanti al vescovo "non significa rigetto della cultura ma perorazione di una cultura e una tecnica che sappiano stare al passo con Dio". Monsignor Sorrentino sottolinea l'importanza della conversione etica che implica "l'atteggiamento della custodia": come il vescovo accoglie Francesco ormai spogliato di tutto, povero e fragile, così "noi dobbiamo custodire la natura che ci è affidata".

All'incontro di studio - riferisce il Sir - ha partecipato anche padre Andrej Boitsov, della Chiesa ortodossa russa in Italia, che ha chiesto "un cambiamento del cuore", partendo dal riconoscimento che "il mondo è stato creato da Dio". In questa "sfida pericolosa" per il rispetto dell'ambiente non bastano "i mezzi esterni", come nuove tecnologie e riduzione dei consumi, se non vi è, appunto, una "conversione".



(©L'Osservatore Romano - 17 settembre 2009)
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