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BENEDETTO XVI: UDIENZA, “AMARE LA CHIESA SENZA MAI ABBANDONARLA O TRADIRLA” (2)
In particolare, ha ricordato il Santo Padre ai circa 9 mila fedeli presenti oggi in Aula Paolo VI, Anselmo “si impegnò immediatamente in un’energica lotta per la libertà della Chiesa, sostenendo con coraggio l’indipendenza del potere spirituale da quello temporale. Difese la Chiesa dalle indebite ingerenze delle autorità politiche, soprattutto dei re Guglielmo il Rosso ed Enrico I, trovando incoraggiamento e appoggio nel Romano Pontefice, al quale Anselmo dimostrò sempre una coraggiosa e cordiale adesione”. Una “fedeltà”, questa, che gli costò, nel 1103, anche “l’amarezza dell’esilio dalla sua sede di Canterbury” e soltanto quando, nel 1106, il re Enrico I “rinunciò alla pretesa di conferire le investiture ecclesiastiche, come pure alla riscossione delle tasse e alla confisca dei beni della Chiesa”, Anselmo “poté far ritorno in Inghilterra, accolto festosamente dal clero e dal popolo”. “Si era così felicemente conclusa – il commento del Papa - la lunga lotta da lui combattuta con le armi della perseveranza, della fierezza e della bontà”, e che non cessa di “suscitare interesse” anche ai nostri giorni.
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