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Centralità della persona, ambiente e giustizia: chiavi per lo sviluppo

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2009 11:51
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Centralità della persona, ambiente e giustizia: chiavi per lo sviluppo

Intervento di monsignor Tomasi al Consiglio dei Diritti dell'Uomo a Ginevra


di Roberta Sciamplicotti

GINEVRA, domenica, 27 settembre 2009 (ZENIT.org).-

La centralità della persona umana, un ambiente idoneo, giustizia ed equità sono gli elementi fondamentali per promuovere un autentico sviluppo integrale, ha affermato l'Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra.
Intervenendo il 22 settembre alla XII Sessione Ordinaria del Consiglio dei Diritti dell'Uomo, in corso nella città svizzera, il presule ha ricordato in primo luogo che l'attuale crisi finanziaria "mostra il grado di interdipendenza globale delle economie nazionali" e "rischia di compromettere gli sforzi della comunità internazionale per raggiungere gli Obiettivi del Millennio e ad altri obiettivi di sviluppo in molti Paesi".

In questo contesto, il presule ha sottolineato l'importanza di creare una lista di criteri sul diritto allo sviluppo e di sottocriteri operativi che ruotino intorno a tre componenti principali: "lo sviluppo centrato sulla persona umana, un ambiente che lo permetta, giustizia ed equità a livello sociale".L'obiettivo, infatti, è "uno sviluppo integrale centrato sull'essere umano che implichi l'indivisibilità e l'interdipendenza di tutti i diritti umani, così come la rilevanza non solo dei risultati dello sviluppo, ma anche del processo di realizzazione dello sviluppo e della sua sostenibilità", senza dimenticare "le dimensioni etiche e spirituali della persona".

Secondo l'Arcivescovo, un accordo generale su questi criteri potrebbe rappresentare "un passo fondamentale" nella direzione di "una considerazione sistematica della persona umana, dei suoi diritti e della sua dignità nell'elaborazione di politiche di sviluppo a ogni livello".

Nel processo di sviluppo, ha proseguito l'Osservatore Permanente, la persona umana non è solo la destinataria dell'aiuto, ma anche "il vero attore". Gli Stati, dal canto loro, hanno il dovere di creare "individualmente e collettivamente" un ambiente adatto per la realizzazione del diritto allo sviluppo. Per questo, "sono chiamati a rimuovere gli ostacoli allo sviluppo provocati dalla violazione dei diritti umani", così come la comunità internazionale deve "sostenere il processo dello sviluppo, soprattutto nei Paesi poveri".

Da questo punto di vista, un ruolo rilevante è assunto dal principio di sussidiarietà, da considerare come un elemento complementare alla solidarietà. Se infatti quest'ultima si riferisce "alla mobilitazione delle risorse finanziarie e umane per lo sviluppo", la sussidiarietà "aiuta a identificare il livello più appropriato di decision-making e di intervento".

"Il principio di sussidiarietà può essere dunque considerato un criterio trasversale per la creazione di un ambiente che promuova il diritto allo sviluppo", ha commentato monsignor Tomasi, sottolineando come questo concetto "permetta la partecipazione dei beneficiari degli aiuti al processo di sviluppo attraverso l'uso responsabile della loro libertà e dei loro talenti".

L'Arcivescovo ha quindi ricordato come la delegazione della Santa Sede sostenga l'adozione di criteri di giustizia ed equità sociale "che implicano imperativi morali che spingano all'azione per la difesa dei diritti umani e per un'equa distribuzione dei benefici dello sviluppo".

Tra questi ultimi, ha menzionato l'accesso al cibo, all'alloggio, all'istruzione, all'assistenza sanitaria e all'impiego. A tale scopo, ha esortato a promuovere l'azione per "identificare criteri operativi per favorire il diritto allo sviluppo e dialogare riguardo alla riduzione della povertà, il condono del debito, il trasferimento di tecnologie".

"Crediamo che questo lavoro stia gettando le basi perché gli Stati e la comunità internazionale possano lavorare per ridurre concretamente le disparità economiche e sociali, troppo spesso causa di violazioni della dignità umana e dei diritti umani", ha concluso.
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