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Caltagirone, 4 ottobre 2009 Comunicato stampa UNA BANCA DATI NAZIONALE, CENTRI DI CONSULENZA NEI PENITENZIARI, ACCOMPAGNAMENTO E FORMAZIONE, FONDI DI GARANZIA PER IL MICROCREDITO: DAL CONVEGNO STURZIANO DI RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO CHE SI CONCLUDE OGGI AL VIA L’AGENZIA NAZIONALE REINSERIMENTO E LAVORO EX DETENUTI FIRMATA ANCHE LA CONVENZIONE “CARCERE SENZA SBARRE” PER LA PRIMA STRUTTURA DETENTIVA E DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER DONNE CON FIGLI MINORI Sono oltre 63.000 i detenuti presenti ad oggi nelle carceri italiane, il 25% in più della capienza massima consentita (59.712 unità) e la situazione non certo è migliorata con l’indulto del luglio 2006.È per affrontare in modo innovativo il recupero sociale della popolazione carceraria e portare parole e interventi concreti di speranza e lavoro facendo rivivere la lezione sturziana dell’aiuto agli “ultimi” che Rinnovamento nello Spirito Santo ha voluto dar vita e dedicare l’ultima giornata del Convegno internazionale sturziano in corso in Sicilia alla presentazione degli innovativi progetti sociali che sta portando avanti. Per entità, modalità di intervento, ampiezza dei soggetti coinvolti e prassi operative e spirituali, questi progetti non hanno uguali ad oggi in Italia e potranno costituire un modello di lavoro che verrà presto sperimentato in altre Regioni, prime fra tutte Campania, Lazio, Veneto, Lombardia. Tre in sintesi, gli assi principali di questo intervento: la prima Agenzia Nazionale Reinserimento e Lavoro (Anrel), il Polo di eccellenza per l’accompagnamento spirituale e la professionalizzazione per ex detenuti e per le loro famiglie, una struttura dedicata a donne detenute con figli realizzata all’interno di due ville confiscate alla mafia. Presenti all’iniziativa il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla Famiglia Carlo Giovanardi, il Vice Presidente del Comitato nazionaleper il microcredito Sergio Vento, il Direttore Caritas italiana Mons. Vittorio Nozza, il Presidente nazionale delle Acli Oliviero, il Segretario generale Coldiretti Franco Pasquali e l’imprenditrice Marina Salomon. L’Agenzia nazionale reinserimento e lavoro (Anrel) è nata dalla Convenzione tra Ministero dellaGiustizia e Fondazione “Mons. Francesco Di Vincenzo”, realizzato in collaborazione con Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Comitato nazionale per il microcredito, Regione Lombardia, Regione Veneto, Regione Lazio, Regione Campania, Regione Sicilia, Caritas italiana, Rinnovamento nello Spirito Santo, Acli, Coldiretti, Fondazione “Sviluppo oasi città aperta”. Il progetto, che ha già ricevuto finanziamento triennale, è rivolto a detenuti con una pena residua inferiore ai tre anni, ad ex detenuti a rischio di recidiva e privi di tutela per il reinserimento sociale e alle loro famiglie, con la finalità di creare percorsi di formazione professionale e reinserimento lavorativo ma non solo; l’obiettivo infatti è quello di operare come un vero e proprio incubatore di impresa. Per agevolare l’incontro di domanda e offerta di lavoro sarà costituita una Banca dati nazionale che conterrà i profili significativi dei soggetti entrati nei percorsi di reinserimento, desiderosi di avviare un’impresa o di essere collocati in enti pubblici e privati. Presso gli istituti penitenziari saranno aperti Centri di consulenza rivolti ai detenuti e ai loro familiari, per la diffusione di bandi di informazione relativi alla formazione umana e professionale e per la selezione delle domande di lavoro. Inoltre gli operatori della Fondazione abilitati ai colloqui creeranno schede personali dei detenuti per la selezione dei soggetti da avviare ai programmi di formazione e orientamento annuali. I Centri si occuperanno inoltre dell’organizzazione di convegni e giornate di studio sui temi della formazione professionale, delle pari opportunità e delle problematiche del reinserimento. Non ultimo, l’Agenzia sarà anche un Tavolo di raccordo tra associazioni di volontariato sociale e organizzazioni di Terzo settore interessate all’impiego lavorativo di detenuti ed ex detenuti. “Non basta sfollare le carceri o costruirne altre per risolvere il problema dell’alta percentuale di recidiva – ha dichiarato Salvatore Martinez Presidente della Fondazione “Mons. Di Vincenzo” e di Rinnovamento nelloSpirito Santo – il lavoro nelle carceri per il recupero spirituale e sociale dei detenuti è il vero unico antidoto alla recidività della condotta criminale. Le statistiche dimostrano che le persone a cui viene data l’opportunità di ricostruirsi una vita scelgono di non tornare a delinquere. L’obiettivo con il quale operiamo – ha concluso Martinez – è quello di sperimentare un modello di intervento innovativo, per recuperare alla comunità persone che sappiano intraprendere la strada della responsabilità personale, uscendo dalle pratiche assistenzialiste e imparando a utilizzare il capitale per generare valore e valori”. Il Protocollo d’intesa siglato tra Comitato nazionale per il microcredito e Fondazione “Francesco Di Vincenzo” garantisce la potenzialità concreta di attivare interventi di micro-finanza e una programmaticità a maggior respiro temporale. Sin dal momento della formazione, realizzata all’interno di contesti produttivi selezionati, entro i quali maturare competenze in linea con le richieste del mercato, il detenuto sarà accompagnato nella realizzazione di un programma di micro-finanza finalizzato alla creazione di impresa, all’ottenimento di borse lavoro o alla costituzione di cooperative sociali, sulla base di un progetto di provata fattibilità. Particolare attenzione sarà riservata alle madri con figli minori a carico. I progetti saranno realizzati facendo leva su un Fondo di garanzia costituito appositamente, che sarà alimentato da Enti pubblici e privati, e da istituzioni finanziarie e creditizie che ne condividano le finalità, anche attraverso la eventuale devoluzione al Fondo di beni e patrimoni confiscati alle organizzazioni criminali. Caratteristiche comuni dei progetti messi in campo saranno la sostenibilità e la riproducibilità. Prima importante esperienza che rientrerà tra gli interventi inquadrabili in Anrel, l’attivazione del Polo di Eccellenza e promozione umana per formare e reinserire detenuti a 3 anni dal fine pena, ex detenuti e sostenere le loro famiglie. Avviato nel 2003 dalla Fondazione “Mons. Di Vincenzo” e dalla Caritas italiana su un Fondo agricolo di 52 ettari appartenuto agli Sturzo, oggi il Polo si arricchisce di nuovi insediamenti per realizzare produzioni agricole, apprendere mestieri e tecniche artigianali per la lavorazione del ferro e della ceramica. Di prossima realizzazione invece la costituzione all’interno di due ville confiscate alla mafia nel Comune di Villarosa, con terreno agricolo annesso, di una residenza per madri detenute con figli minori, grazie aduna Convenzione firmata oggi tra Prefettura di Enna, Fondazione “Mons. Di Vincenzo,” Commissario per i beni confiscati alla mafia e Comune di Villarosa. Il progetto “Carcere senza sbarre” prevede che la struttura detentiva diventi un centro per la formazione professionale e il reinserimento lavorativo, grazie alla sinergia con un gruppo privato attivo nel settore manifatturiero, che fornirà i macchinari e i formatori. Il gruppo si occuperà inoltre della commercializzazione dei capi di abbigliamento creati in filiera corta, per i quali si prevede la creazione di uno specifico brand. Tra gli obiettivi di formazione c’è anche una parte dedicata allo sviluppo di una coscienza sociale, di educazione alla maternità e alla responsabilità nei confronti dei figli. Tappa finale, il ritorno in libertà tramite le procedure dell’Agenzia Nazionale Reinserimento e Lavoro. A margine del convegno il sottosegretario con Delega alla Famiglia Giovanardi ha infine annunciato la sigla di un primo accordo tra Ministero della Giustizia, Dipartimento Famiglia presso la Presidenza del Consiglio e Fondazione “Mons. Di Vincenzo” per costruire residenze monofamiliari destinate agli ex detenuti e alle loro famiglie, che andrà ad ampliare ulteriormente il Polo di eccellenza presso il Fondo Sturzo.
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