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La grande manifestazione a Madrid per la donna e contro l'aborto

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2009 18:39
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Madrid, un milione e mezzo di no all’aborto

Le donne vere protagoniste: stop alla riforma Zapatero


DA MADRID MICHELA CORICELLI

Un «no» gridato da oltre un milione di voci. Un “no” che vale 112.000 vite – quelle perse nel 2007 – o chissà 138.000 (quelle che potrebbero essere interrotte quest’anno). Un “no” che il governo di José Luis Rodríguez Zapatero non potrà (non dovrebbe) ignorare troppo facilmente, perché è la seconda volta in pochi mesi che viene rovesciato come una doccia fredda sul progetto legislativo che il governo ha inviato in Parlamento, poco attento ai sondaggi e agli umori dei cittadini.
Ma se lo scorso marzo a scendere in piazza a Madrid furono mezzo milione, ieri la città spagnola – riscaldata da un piacevole sole di ottobre – si è trasformata nella “capitale della vita”: un “no” alla riforma, che era anche un “sì” alle donne, ai nascituri, agli aiuti alla maternità (che la Spagna dimentica). È stata la manifestazione più importante contro l’aborto nella storia del Paese iberico: il ddl di Zapatero che liberalizza l’aborto entro le prime 14 settimane (permettendolo fino a 22 settimane in caso di malformazione o rischio fisico e psicologico per la donna) ha scosso la società spagnola dal silenzio con cui per anni ha assistito all’aumento esponenziale degli aborti (+126% in dieci anni). Uno striscione di 15 metri con lo slogan: «Ogni vita è importante». Una marea di bandiere, magliette e cappellini rossi (dell’organizzazione “Diritto di vivere”) ha attraversato il tronco centrale del Paseo della Castellana, dalla piazza Colon fino alla Porta d’Alcalà. Qui, su un grande palcoscenico, si sono susseguite testimonianze e dichiarazioni: «Meritiamo la vita. Vogliamo che ci aiutino a portare avanti le nostre gravidanze. Noi donne non vogliamo abortire».
Le donne erano numerosissime: le vere protagoniste della giornata. Molte di loro hanno attraversato la dura esperienza di una gravidanza inattesa quando erano ancora molto giovani, senza aiuti pubblici. Ieri hanno manifestato contro una modifica che fa tremare madri e padri: le 16enni e le 17enni, secondo la nuova legge, potrebbero abortire da sole, senza il permesso dei genitori e senza doverli neppure avvisare. E poi c’erano le famiglie – numerosissime – i nonni, le coppie più giovani (ancora senza figli) e i ragazzi, adolescenti o già universitari.
Un’ambiente festivo, rilassato, ma allo stesso tempo impegnato, come ha sottolineato sul palco Benigno Blanco, responsabile del Forum della Famiglia, una delle 40 organizzazioni civiche che hanno convocato il corteo. «Il dibattito sull’aborto non è chiuso. Ci sono milioni di persone pronte ad andare avanti finché non ci sarà più nemmeno un aborto in Spagna. È la lotta per la vita e per la donna».
«Tutti noi che siamo qui oggi siamo a vostra disposizione», ha promesso il presidente del Forum della Famiglia a tutte le donne incinte: «Noi non vi abbandoneremo come fanno le leggi ingiuste». Ai politici una richiesta semplice: «Ascoltate il clamore della gente», perché «il diritto alla vita è troppo importante: dovete proteggerlo» e il «grande dramma della nostra epoca è la legittimazione sociale e pubblica dell’aborto», ha concluso. Il progetto di legge di Zapatero non piace agli spagnoli.
Oltre il 58% è contrario a permettere alle 16enni di abortire liberamente, il 46% (contro il 44%) non considera necessaria la riforma, il 55,6% pensa che una vera politica a favore della natalità ridurrebbe gli aborti: sono i dati di un recente sondaggio del quotidiano La Razón. Ma l’esecutivo socialista preferisce trasferire la polemica su un piano inferiore: lo scontro politico. Fra centinaia di migliaia di persone – per gli organizzatori in piazza c’erano un milione e mezzo di persone – c’erano anche alcuni rappresentanti di spicco del Partito Popolare: dall’ex premier José Maria Aznar alla presidente della regione madrilena Esperanza Aguirre. Per il numero due dei socialisti, José Blanco, la partecipazione del Pp al corteo è un’iprocrisia: «Quando governava Aznar» ci furono centinaia di migliaia di aborti, ma la «destra non disse nulla». Blanco sembrava dimenticare che il corteo di ieri non era un meeting del Pp. Questa volta ad affrontare direttamente l’iniziativa del governo sono stati i cittadini comuni, i madrileni e gli spagnoli arrivati alla capitale da tutto il paese con 700 autobus. Sono loro, ora, che reclamano una risposta.

© Copyright Avvenire, 18 ottobre 2009
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