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TRADIZIONALISTI ANGLICANI VERSO COMUNIONE CON ROMA

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2009 07:14
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20/10/2009 06:56

TRADIZIONALISTI ANGLICANI VERSO COMUNIONE CON ROMA

(AGI) - CdV, 30 gen.

Secondo il giornale australiano
"The Record", Papa Ratzinger si starebbe preparando ad accogliere nella piena comunione con Roma vescovi, sacedoti e fedeli della Traditional Anglican Communion, ossia quel gruppo di anglicani di sensibilita' che si sono da tempo staccati dalla comunione con l'Arcivescovo di Canterbury ed hanno chiesto di essere riammessi "in blocco": sono mezzo milione tra fedeli e clero.
I loro esponenti hanno gia' sottoscritto in segno di adesione il Catechismo della Chiesa Cattolica e l'hanno depositato presso un Santuario mariano in Inghilterra.
Riuniti con Roma, essi conserverebbero il diritto alla liturgia anglicana, che per come e' celebrata da questi "tradizionalisti anglicani" e' vicinissima alla messa tridentina; manterrebbero il loro clero sposato, ma non il Vescovo che ora li guida perche', secondo la tradizione della Chiesa, sia cattolica sia ortodossa, solo i celibi accedono all'episcopato. Come e' noto la loro ordinazione anglicana per la Chiesa Cattolica non e' valida, come chiarito fin dai tempi di leone XIII e sara' quindi necessario una nuova ordinazione, come avviene per gli altri pastori anglicani che passano alla Chiesa Cattolica.
Secondo il sito "
messainlatino.it", "Questa riunificazione inoltre avrebbe effetti travolgenti ben al di là della Traditional Anglican Communion, servendo da esempio anche a quei numerosi gruppi anglicani, rimasti all'interno della Comunione Anglicana e quindi dipendenti da Canterbury, che esprimono fortissimo disagio per la recente ammissione delle donne all'episcopato, e in precedenza, negli anni '90, al sacerdozio.
Secondo Damian Thompson, direttore del periodico britannico "Catholic Herald", potrebbe essere accordata alla Traditional Anglican Communion lo statuto di prelatura personale come l'Opus Dei.

Non quindi, una Chiesa uniate come ve ne sono tra le Orientali, ma una sorta di diocesi mondiale con propri apostolati e proprio vescovo. Una soluzione analoga a quella che si ipotizza anche per la Fraternita' San Pio X.

L'annuncio verrebbe dato subito dopo la prossima Pasqua. Benedetto XVI colleghera' infatti l'evento all'Anno Paolino, visto che Paolo e' stato il piu' grande missionario nella storia della Chiesa.
E la Basilica di S. Paolo fuori le Mura tradizionalmente legata all'Inghilterra: prima dello scisma, era la chiesa ufficiale dei cavalieri dell'Ordine della Giarrettiera (la massima onorificenza britannica).

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20/10/2009 06:57

Retroscena

Nel 2007 la richiesta alla Santa Sede
Adesso il sì del Vaticano


Canterbury addio
Benedetto riprende anche gli anglicani


Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

A Pasqua rientreranno nella piena comunione con Roma i 500 mila anglicani tradizionalisti (clero e fedeli) che, in dissenso con l'arcivescovo di Canterbury, hanno sottoscritto il catechismo cattolico.
Dopo i lefebvriani, il Papa si appresta ad ammettere nella Chiesa cattolica il principale gruppo di tradizionalisti scismatici anglicani, la «Traditional Anglican Communion» (Tac), che si erano distaccati nel 1991 dalla Chiesa-madre in polemica con l'ordinazione di donne e omosessuali e con le innovazioni liturgiche.
Per la Comunione anglicana guidata dall'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, già profondamente spaccata sul ruolo delle donne e degli omosessuali nella Chiesa, rappresenta un precedente gravissimo.
Il rientro della Tac nella Chiesa cattolica minaccia, infatti, di aprire la strada a nuove fughe di massa verso Roma.
La Tac, oggi guidata dal vescovo australiano John Hepworth, aveva chiesto ufficialmente la «piena comunione ecclesiale e sacramentale» con la Chiesa cattolica nel 2007: un gesto senza precedenti, perché era la prima volta che un'intera comunità cristiana nata dopo la Riforma protestante domandava di essere riammessa nell'alveo del cattolicesimo.
Adesso il Vaticano ha detto sì.
La Congregazione per la dottrina della fede ha espresso parere favorevole sul rientro, consigliando la creazione di una prelatura personale in stile Opus Dei per gli ex anglicani. In pratica, la stessa soluzione studiata per i tradizionalisti lefebvriani della Fraternità Sacerdotale San Pio X una volta sancita la loro «piena comunione» con la Santa Sede.
I tradizionalisti anglicani della Tac sono mezzo milione, divisi in 16 chiese sorelle, sparpagliate nei cinque continenti. Preti e vescovi sono, nella maggior parte dei casi, sposati, come avviene in tutta la Comunione anglicana. Secondo il vescovo John Hepworth, il rientro potrebbe avvenire già per Pasqua, e comunque in tempo per la beatificazione di John Henry Newman, il celebre teologo anglicano convertitosi al cattolicesimo e diventato poi cardinale.
Vescovi, sacerdoti e fedeli hanno chiesto di essere riammessi «in blocco» e Joseph Ratzinger ha accolto la richiesta. I loro esponenti hanno già sottoscritto in segno di adesione il Catechismo della Chiesa Cattolica e l'hanno depositato a Walsingham, il più importante santuario mariano del Regno Unito.
Superato lo scisma e completata la riconciliazione con Roma, conserveranno il diritto alla liturgia anglicana, che per come è celebrata dai tradizionalisti anglicani è vicinissima alla messa tridentina, manterranno il loro clero sposato, ma non il vescovo che ora li guida perché, secondo la tradizione della Chiesa (sia cattolica sia ortodossa) solo i celibi accedono all'episcopato.
La loro ordinazione anglicana per la Chiesa Cattolica non è valida (come chiarito 120 anni fa sotto il pontificato di Leone XIII) e sarà perciò necessaria una nuova ordinazione, come avviene per gli altri pastori anglicani che si tornano in comunione con Roma. Si tratta di una riunificazione che per la Chiesa-madre anglicana potrebbe avere effetti dirompenti, capaci di estendersi molto oltre la Tac.
Un autentico «Big Bang» a partire dai numerosi gruppi anglicani, rimasti per ora nella Comunione Anglicana e quindi dipendenti da Canterbury, che però esprimono fortissimo disagio per la recente ammissione delle donne all'episcopato, e in precedenza, negli Anni 90, al sacerdozio.
Significativamente Benedetto XVI intende accordare alla Tac lo statuto di prelatura personale come l'Opus Dei. Non quindi, una Chiesa uniate come ve ne sono tra le Chiese Orientali, ma una sorta di diocesi mondiale con propri apostolati e un proprio vescovo. Una soluzione analoga a quella che si ipotizza, appunto, per gli ultraconservatori lefebvriani.
Non a caso l'annuncio verrà dato subito dopo Pasqua. Benedetto XVI collegherà l'evento all'Anno Paolino, visto che Paolo è stato il più grande missionario nella storia della Chiesa, e lo scenario dello storico abbraccio sarà la Basilica di San Paolo fuori le Mura tradizionalmente legata all'Inghilterra. Prima dello scisma cinquecentesco del re Enrico VIII, infatti, era la chiesa ufficiale dei cavalieri dell'Ordine della Giarrettiera, la massima onorificenza britannica.
Intanto, assicura il cardinale Walter Kasper, «è ormai vicino l'accordo fra Chiesa cattolica e ortodossi sul primato del vescovo di Roma», cioè sul ruolo del Papa rispetto alle altre chiese cristiane. E nell'ultima plenaria del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani era stata presentata una raccolta di tutti i testi di convergenza ecumenica con anglicani, luterani riformati e metodisti.
Il timore è che adesso il «caso Tac» faccia scendere il gelo tra Roma e Londra. «In quarant'anni abbiamo fatto molti progressi coi protestanti - spiega il ministro vaticano -. Ci sono problemi ancora aperti, ma vogliamo proseguire il dialogo».

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20/10/2009 06:58

Vescovi anglicani in colloqui segreti con il Vaticano

Il quotidiano inglese "The Telegraph", ha rivelato - pur senza citare nomi per rispettare la delicatezza della situazione - che alcuni vescovi della chiesa d'Inghilterra, contrari all'introduzione delle donne-vescovo, sono stati ricevuti a Roma dalla congregazione per la Dottrina della Fede, per colloqui riservati, ma che ovviamente vertono sulla crisi in corso e che porterà ad una disgregazione più che probabile della chiesa anglicana delle isole britanniche.
Dall'articolo (
che potete trovare qui) appare chiaro che nel Sinodo in corso ci sono due posizioni che si scontrano. Non come si potrebbe credere intorno al SE si possano e debbano consacrare donne-vescovo. A questa domanda già un sinodo di anni fa ha risposto positivamente. Il punto ora è come prendere provvedimenti per proteggere la coscienza dei tradizionalisti che non possono accettare questa innovazione che sta per arrivare. Chi vuole le donne vescovo non vogliono concedere degli speciali "porti di salvezza" ai tradizionalisti, cioè diocesi personali in cui siano al comando solo vescovi maschi. Comunque anche questa soluzione sarebbe solo una temporanea toppa su una falla. Una volta che donne vescovo iniziano a ordinare anche uomini, e a concelebrare con altri vescovi, come è possibile per un prete essere in comunione con una chiesa di cui però non riconosce l'ordinazione di una parte consistente di vescovi (le donne)? E' evidentemente una situazione ecclesiologica impossibile da sostenere anche per la più elastica delle chiese, come è appunto la chiesa anglicana.
Il Telegraph annuncia altre lettere arrivate all'arcivescovo di Canterbury con minacce di sacerdoti pronti a lasciare la chiesa. Sono già parecchie centinaia. E il terremoto che potrebbe scatenarsi da lunedì sarà da subito molto più intenso di quello sulle donne-prete del '94.
Roma, si sa, è pronta ad accogliere i profughi. Molto più pronta della stessa gerarchia cattolica inglese, che tradizionalmente non vede di buon occhio queste masse di anglicani entrare di colpo nelle sue fila. Probabilmente i colloqui dei vescovi con Roma vertevano sul fatto di far rientrare intere parrocchie o addirittura diocesi in comunione con la chiesa cattolica, mantenendo però le particolarità canoniche e liturgiche anglicane (cosa già sperimentata in passato, soprattutto in America, già da Papa Giovanni Paolo II).
Aspettiamo lunedì il voto definitivo sulla delicata questione. Intanto preghiamo.

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20/10/2009 06:59

Anglo-cattolici in fuga verso Roma in massa?
Personali riflessioni

Da un paio di giorni si rincorrono voci di notizie allarmanti, secondo cui, dopo il voto sulle donne-vescovo, molti preti, laici, e anche due vescovi sono già pronti a chiedere a Roma di essere accolti "corporativamente", cioè non uno alla volta, come singole conversioni, ma parrochie intere.

I due vescovi in questione sono i cosiddetti "flying bishops", Andrew Burnham e Keith Newton i due vescovi della provincia di Canterbury che fino ad ora hanno provveduto alle parrocchie che non accettavano donne-prete.

L'informatissimo Damian Thompson del Telegraph, ci assicura che essi chiederanno un "gesto magnanimo" a Papa Benedetto e alla Gerarchia cattolica inglese per un ritorno di massa degli anglicani tradizionalisti, ormai delusi dalla loro chiesa.

A me personalemente sembra un po' rapida la cosa. Primo perchè fino al 2014 sarà improbabile che verranno di fatto ordinate vescovesse. Secondo perchè i decreti di un Sinodo Generale della chiesa d'Inghilterra, essendo questa "chiesa di stato" devono passare prima per la ratifica del Parlamento (sì, avete capito bene, devono diventare leggi dello stato, con tanto di firma della Regina regnante). Terzo il prossimo Sinodo (che si tiene tra cinque anni) dovrà approvare tutta la legislazione e i provvedimenti (il codice di comportamento per proteggere gli obiettori) che non saranno abbozzati prim del 2009.

Nel frattempo, come altri suggeriscono, gli anglo cattolici da una parte e gli anglo evangelici dall'altra sono pronti a una santa alleanza per una vera e propria crociata contro i liberali, veri padroni dell'anglicanesimo euro-atlantico, ma minoranza in quello afro-asiatico e sudamericano.

Non dimentichiamo che, a parte i drammi della chiesa inglese, tra pochi giorni si apre la decennale Conferenza di Lambeth, cioè l'incontro di tutti i primati e maggiori vescovi della intera comunione anglicana. Invitati sono circa 900, ma già 300 hanno detto che non parteciperanno per protesta. Protestano contro una comunione in cui ormai ogni chiesa va per conto suo, dove c'è chi ordina donne vescovo e chi no, chi vescovi gay conviventi, e chi non ne vuole neanche sentir parlare, dove c'è chi vuole rimanere attaccato alla Bibbia e alla tradizione, e chi invece dice che bisogna essere al passo coi tempi...

Non solo la chiesa in inghilterra è alla frutta, ma tutto l'esperimento della comunione anglicana è in crisi. Una chiesa tenuta insieme dal vincolo linguistico dell'inglese, una chiesa che si è diffusa sulle ali del colonialismo, ma che non resiste alla globalizzazione.

Così se da una parte sarebbe bello che tutti gli anglo cattolici tornassero subito a Roma, sarebbe anche più bello che rimanessero a lottare insieme ai fratelli evangelici, per la salvezza di un ben più gran numero di poveri cristiani, ormai in balia di vescovi che non hanno nessun diritto a questo nome. Attendiamo e vediamo gli sviluppi.
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20/10/2009 07:00

L'ecumenismo vero: il ritorno di molti anglicani a Roma

I progetti per creare una prelatura personale per ex anglicani nella Chiesa cattolica potrebbe portare a un flusso di conversioni, secondo una figura importante dell’ala anglo-cattolico della Chiesa anglicana.
Il prelato, che vuole restare anonimo, ha parlato dopo che una rivista australiana ha annunziato [
leggi qui il nostro post in merito] che il Vaticano sta progredendo col piano di portare nella Chiesa la Traditional Anglican Communion (TAC) forte di 400.000 persone.
La TAC è stata fondata nel 1991 da gruppi che avevano rotto con la Comunione anglicana sul tema dell’ordinazione femminile e su altri aspetti. E’ stata in contatto con la Congregazione per la Dottrina della Fede da fine 2007.
Il primate della TAC, l’Arcivescovo John Hepworth di Adelaide, ha detto a The Record che vuole portare tutti i vescovi della TAC a Roma per la proposta beatificazione del cardinale John Henry Newman.
Secondo i dispacci alla Traditional Anglican Communion sarebbe consentito di formare una prelatura personale, modellata su quella dell’Opus Dei, per raccogliere il clero ed i laici del gruppo.
Secondo qualcuno interno al Vativano, è lo stesso Papa Benedetto la forza che spinge per il progetto e lo ha collegato all’anno paolino, che termina in giugno.
Una prelatura personale è una struttura canonica che fu proposta dal decreto del Concilio Vaticano II Presbyterorum Ordinis. Il quale stabilisce che "speciali diocesi personali o prelature" dovrebbero essere stabilite quando necessario fuori delle strutture ecclesiastiche esistenti per sistemare "particolari opere pastorali necessarie in qualunque regione o nazione ovunque nel mondo". Giovanni Paolo II creò la prima prelatura personale per l’Opus Dei nel 1982.
Anche se la TAC è piccola in Inghilterra, con meno di una dozzina di chiese, la formazione della sua prelatura potrebbe portare ad un esodo sostanziale dalla Chiesa anglicana.
L’alto prelato anglicano ha detto allo Herald che un simile sviluppo renderebbe molto più semplice per gli anglicani muovere in massa allorché, come è atteso, il primo vescovo donna anglicano sarà ordinato. Al momento, molti non hanno la volontà di perdere la loro identità anglicana nella Chiesa cattolica o mettersi sotto l’autorità di vescovi ostili.
Un annuncio è atteso dopo Pasqua, quest’anno. Una fonte vaticana ha detto: "I fautori del progetto sono tristi che ci sia voluto tanto tempo, le anime delle persone sono in gioco. Il Papa ci tiene davvero. Il Pontificio Concilio per l’Unità dei Cristiani è contrario [bell’onore che fa al proprio nome!], ma se il Santo Padre vuole che accada, accadrà".
E’ stato suggerito che la Basilica di S. Paolo fuori le Mura, un tempo la chiesa ufficiale dei Cavalieri dell’ordine della Giarrettiera, potrebbe formare il quartier generale della prelatura.
Un problema per la S. Sede sarebbe il fatto che la maggior parte dei vescovi della TAC sono sposati. Il Vescovo Hepworth si è sposato due volte ed è un ex cattolico. Non c’è possibilità che uomini sposati siano ordinati vescovi sotto il nuovo sistema. Nel 2007 l’Arcivescovo Hepworth scrisse personalmente a Papa Benedetto indicandogli che la TAC progettava un incontro di tutti i suoi vescovi del mondo, che avrebbero unanimemente accettato di firmare il Catechismo della Chiesa cattolica e di cercare la piena comunione con la Chiesa Cattolica.
L’incontro ebbe luogo in ottobre quell’anno al santuario mariano di Walsingham nel Norfolk, dove i vescovi della TAC deposero il Catechismo sull’altare del santuario cattolico.

Fonte:
The Catholic Herald. Traduz. nostra

Da Messainlatino.it
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20/10/2009 07:01

L'arcivescovo di Canterbury a Bristol per un incontro di Affirming Catholicism

Numerosi i fedeli anglicani impegnati nello studio della tradizione cattolica


Bristol, 20.
L'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, partecipa oggi all'incontro organizzato nella cattedrale di Bristol da "Affirming Catholicism", un movimento che, sotto la guida del presidente Jonathan Clark e del pastore Angela Tilby si è fatto promotore di una serie d'incontri in Inghilterra e in Irlanda per sensibilizzare i fedeli anglicani sul valore che la tradizione cattolica riveste nell'ambito della fede e dell'insegnamento dottrinale della Chiesa.
Altamente significativo è il titolo dell'intervento del primate della Comunione anglicana: "Catholic and Evangelical - two sides of the same coin?" ("Cattolico ed evangelico: due facce della stessa medaglia?"). Nei giorni scorsi, Williams si è dichiarato molto interessato a partecipare a questa iniziativa di "Affirming Catholicism" poiché questa è capace di fornire un forte impulso creativo alla riscoperta del valore della tradizione cattolica. Infatti, è ormai in costante aumento il numero dei fedeli anglicani inglesi e irlandesi che desiderano approfondire lo studio delle radici della loro fede cristiana alla luce degli insegnamenti del cattolicesimo.
Il presidente di "Affirming Catholicism" ha messo in evidenza che "c'è sicuramente molto da apprendere dalle diverse tradizioni nell'ambito della Chiesa". Jonathan Clarck ha ringraziato il primate della Comunione anglicana per il suo apporto a un argomento che diventa sempre più attuale.
Il movimento "Affirming Catholicism" è nato nel 1990 per opera di un gruppo di laici e religiosi della Comunione anglicana fortemente interessati a riscoprire i valori della tradizione cattolica. Questa associazione ha organizzato il suo primo seminario a York nel 1991 e si è costituita come gruppo caritativo nel dicembre dello stesso anno.
Gli aderenti di "Affirming Catholicism" sottolineano che questa associazione non vuole assolutamente porsi su posizioni separatiste nell'ambito della Comunione anglicana. Al contrario, essa aspira a svolgere un ruolo di stimolo e di speranza per tutti i fedeli che desiderano approfondire le radici della loro fede e intendono promuovere lo studio della tradizione cattolica tra i fedeli delle parrocchie anglicane in Inghilterra e in Irlanda.
L'azione caritativa degli associati di "Affirming Catholicism" consiste nella produzione e distribuzione gratuita di pubblicazioni e di opuscoli informativi ai fedeli. La maggior parte degli aderenti opera nelle parrocchie delle diocesi anglicane di Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda. Tuttavia sono in crescita il numero di affiliati negli altri Paesi dove la Comunione anglicana ha una significativa presenza.
I temi delle conferenze organizzate ciclicamente da "Affirming Catholicism" riguardano argomenti quali Eucaristia, Creazione, Evangelizzazione, Giustizia sociale. I vescovi della Comunione anglicana che aderiscono al movimento sono attualmente un centinaio ma il loro numero è in costante crescita.
Negli ultimi anni "Affirming Catholicism" ha anche organizzato per i fedeli anglicani alcuni pellegrinaggi per visitare i principali luoghi di culto della tradizione cattolica. Ai pellegrinaggi partecipano anche pastori che spiegano il significato delle tradizioni cattoliche.

(©L'Osservatore Romano - 20-21 luglio 2009)
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20/10/2009 07:03

Anglicani a rischio di scisma. Le due vie dell'arcivescovo di Canterbury

La prima per i tradizionalisti, la seconda per i modernisti. È la soluzione che Rowan Williams ha escogitato per tenere insieme sia chi approva gli ordini sacri a gay e lesbiche, sia chi li rifiuta. Il Vaticano gli fa da sponda

di Sandro Magister




ROMA, 3 agosto 2009 – Nell'estremo tentativo di scongiurare un ennesimo scisma tra i suoi fedeli, l'arcivescovo di Canterbury e primate della comunione anglicana Rowan Williams (nella foto con la moglie Jane) ha chiesto aiuto anche al Vaticano. E da qui sono corsi subito in suo soccorso.

L'implicita richiesta di aiuto è in un testo che Williams ha pubblicato il 27 luglio nel suo sito web, dal titolo "Communion, Covenant and Our Anglican Future".

Il soccorso vaticano si è espresso in un articolo de "L'Osservatore Romano" del giorno dopo e in una dichiarazione del 29 luglio del pontificio consiglio per l'unità dei cristiani.

Nel rivolgersi ai settantasette milioni di anglicani nel mondo, Williams ha preso atto che tra di loro il pericolo di scisma è reale, specie dopo le risoluzioni approvate a metà luglio dagli anglicani degli Stati Uniti, là denominati episcopaliani. Ma li ha esortati a far di tutto per restare uniti. E per convincerli ha fatto leva anche sul disastro che ne deriverebbe per l'ecumenismo, cioè per il cammino d'unione con le altre Chiese e comunità cristiane, in primo luogo con la Chiesa cattolica.

Le risoluzioni approvate dagli anglicani d'America ad Anaheim in California – ha fatto notare Williams – sono infatti in profondo contrasto con la dottrina e la prassi dei cattolici e degli ortodossi, oltre che con il sentire di un gran numero di anglicani.

Esse riguardano l'omosessualità. Una prima risoluzione ha stabilito che al sacerdozio e all'episcopato possono accedere tutti i battezzati, quindi anche gli uomini e le donne che intrattengono relazioni con persone dello stesso sesso.

Una seconda risoluzione ha deciso che si benedicano con una speciale liturgia le nozze tra omosessuali.

Williams ha obiettato che il matrimonio tra omosessuali non ha alcun fondamento nelle Sacre Scritture. E solo a queste la comunione anglicana deve attenersi, senza seguire le mutevoli regole sociali che ad esempio in sei Stati americani permettono il matrimonio di coppie omosessuali. Tanto meno ammettendo al sacerdozio e all'episcopato uomini e donne che convivono con persone dello stesso sesso.

Per scongiurare questo e altri possibili scismi, Williams ha quindi proposto alle quarantaquattro province che compongono la comunione anglicana di sottoscrivere un "Covenant", un patto sull'ortodossia biblica. Tra chi lo sottoscriverà e chi no si separeranno le strade, ma non del tutto. Da un lato vi saranno coloro che si atterranno alla tradizione biblica, condivideranno una comune visione sulla dottrina e la prassi anglicana, si sentiranno parte di una più larga fratellanza con le altre Chiese e comunità cristiane. Dall'altro lato vi saranno coloro che daranno la priorità alle decisioni della propria comunità e concepiranno la comunione anglicana come una libera federazione di corpi indipendenti, con alle spalle semplicemente una comune storia culturale.

I singoli fedeli potranno comunque sottoscrivere il "Covenant", qualora la loro provincia non lo facesse. E in ogni caso – ha sottolineato Williams – soltanto i sottoscrittori del patto prenderanno parte agli incontri ecumenici in qualità di rappresentanti della comunione anglicana, in modo che le altre Chiese e comunità cristiane sappiano sempre chi sono e cosa pensano quelli con cui si troveranno a dialogare.

***

Poche ore dopo la diffusione del testo dell'arcivescovo di Canterbury, "L'Osservatore Romano" ne ha riportata un'ampia sintesi, sotto il titolo: "Due diversi stili per essere anglicani". Il resoconto era chiaramente solidale con lo sforzo di Williams di arginare la frantumazione della comunione anglicana.

Ancora più esplicita, nel dare sostegno a Williams, è stata la dichiarazione emessa il 29 luglio dal pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, presieduto dal cardinale Walter Kasper, che così terminava:

"La nostra preghiera è che la comunione anglicana, anche in questa difficile situazione, possa trovare una via per mantenere la sua unità e la sua testimonianza a Cristo in quanto comunione mondiale".

Williams gode di una diffusa stima e simpatia in campo cattolico. Quando nel 2002 fu nominato arcivescovo di Canterbury e primate degli anglicani, prima di prendere possesso della carica si ritirò per due settimane in Italia nel monastero cattolico di Bose, fondato e guidato dal suo amico Enzo Bianchi.

Sta di fatto che la comunione anglicana è da anni sottoposta a continue spinte divaricanti.

L'ordinazione delle donne, iniziata nel 1994, è una di queste fonti di divisione. Molti anglicani sono passati per questo alla Chiesa cattolica o ad altre Chiese cristiane.

Per trattenere i dissidenti, nella cattedrale anglicana di Blackburn nel Lancashire – nella quale vi sono canonici di entrambi i sessi – qualche mese fa hanno escogitato una strana soluzione, nella messa domenicale delle 10.30.

Alla comunione si fanno due file: da un lato chi accetta l'ostia consacrata dalla reverenda Sue Penfold, dall'altro lato chi l'accetta solo se consacrata dal reverendo Andrew Hindley.

__________


La riflessione dell'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams sulle divisioni tra gli anglicani, messa in rete il 27 luglio 2009 nel suo sito web:

> Communion, Covenant and Our Anglican Future

__________


Sulla doppia fila per la comunione nella cattedrale di Blackburn nel Lancashire:

> Anglican Ordination of Women Leads to Two Types of Communion at Cathedral
 
Fonte

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20/10/2009 07:04

Domani briefing su un tema attinente ai rapporti con gli Anglicani

Si informano i giornalisti accreditati che domani, martedì 20 ottobre 2009, alle ore 11.00, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si terrà un briefing su un tema attinente ai rapporti con gli Anglicani, cui parteciperanno l’Em.mo Card. William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e S.E. Mons. Joseph Augustine Di Noia, O.P., Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Bollettino Ufficiale Santa Sede
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20/10/2009 07:05

Chiesa/ Domani briefing Vaticano su Anglicani su sfondo 'scisma'

A inizio anno tradizionalisti hanno chiesto ingresso in Chiesa


Un
briefing su un tema attinente ai rapporti con gli Anglicani avrà luogo domani in Vaticano alla presenza del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale William Joseph Levada.
Sullo sfondo, i disaccordi interni alla Comunione anglicana su temi come i gay e l'ordinazione di donne vescovi. "Non peschiamo nel lago anglicano", ha detto di recente il cardinal Walter Kasper, responsabile del Vaticano per i rapporti con le altre confessioni cristiane, a proposito dell'ipotesi di conversioni alla Chiesa cattolica.
"Se ci sono fedeli anglicani che vogliono diventare cattolici, seguendo lo Spirito e la loro coscienza, noi li accogliamo, perché pensiamo che vadano rispettati la libertà di coscienza e di religione.
Ma - ha concluso Kasper - continuiamo il dialogo con la Chiesa anglicana, non cambiamo politica e non facciamo proselitismo. Ad ogni modo - ha aggiunto - non è il mio dicastero, ma la Congregazione per la dottrina della fede a occuparsi di questa materia". E domani il prefetto dell'ex Santo Uffizio è atteso in sala stampa vaticana assieme a mons. Joseph Augustine Di Noia, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il giornale australiano 'The Record' è stato il primo, a inizio anno, a dare la notizia secondo la quale il Papa si stesse preparando ad accogliere nella piena comunione con Roma vescovi, sacerdoti e fedeli della 'Traditional Anglican Communion', ossia quel gruppo di anglicani che si sono da tempo staccati dalla comunione con l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams ed hanno chiesto di essere riammessi 'in blocco': sono mezzo milione tra fedeli e clero. Alla base di una divisione tra anglicani, l'atteggiamento dell'ala 'liberal' nei confronti dei gay e l'ordinazione di donne e omosessuali. Gli anglicani si sono divisi da Roma quando, nel 1534, re Enrico VIII non ottenne dal Papa l'annullamento del suo matrimonio.

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PAPA: SI PREPARA A ACCOGLIERE TRADIZIONALISTI ANGLICANI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 19 ott.

Papa Ratzinger si starebbe preparando ad accogliere nella piena comunione con Roma vescovi, sacedoti e fedeli della ''Traditional Anglican Communion'', ossia quel gruppo di anglicani di sensibilita' che si sono da tempo staccati dalla comunione con l'Arcivescovo di Canterbury ed hanno chiesto di essere riammessi "in blocco": sono mezzo milione tra fedeli e clero.
La notizia anticipata da tempo dai media australiani potrebbe trovare conferma domani nel
briefing annunciato questa sera dalla Sala Stampa della Santa Sede, al quale interverra' il prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, card. Joseph William Levada.
A quanto si apprende, i presuli anglicani tradizionalisti hanno gia' sottoscritto in segno di adesione il Catechismo della Chiesa Cattolica e l'hanno depositato presso un Santuario mariano in Inghilterra.
Riuniti con Roma, essi conserverebbero il diritto alla liturgia anglicana, che per come e' celebrata da questi tradizionalisti anglicani e' vicinissima alla messa tridentina; manterrebbero il loro clero sposato, ma non i vescovi, in quanto secondo la tradizione della Chiesa, sia cattolica sia ortodossa, solo i celibi accedono all'episcopato.
Inoltre, come e' noto la loro ordinazione anglicana per la Chiesa Cattolica non e' valida, come chiarito fin dai tempi di Leone XIII e sara' quindi necessario una nuova ordinazione, come avviene per gli altri pastori anglicani che passano alla Chiesa Cattolica.
Secondo il sito
''messainlatino.it'', ''questa riunificazione inoltre avrebbe effetti travolgenti ben al di là della Traditional Anglican Communion, servendo da esempio anche a quei numerosi gruppi anglicani, rimasti all'interno della Comunione Anglicana e quindi dipendenti da Canterbury, che esprimono fortissimo disagio per la recente ammissione delle donne all'episcopato, e in precedenza, negli anni '90, al sacerdozio.
Secondo Damian Thompson, direttore del periodico britannico ''Catholic Herald'', potrebbe essere accordata alla Traditional Anglican Communion lo statuto di prelatura personale come l'Opus Dei.
Non quindi, una Chiesa uniate come ve ne sono tra le Orientali, ma una sorta di diocesi mondiale con propri apostolati e proprio vescovo. Una soluzione analoga a quella che si ipotizza anche per la Fraternita' San Pio X.

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20/10/2009 09:39

Dal blog di Andrea Tornielli segnalo questo post molto importante (purtroppo l'articolo non e' ancora online):

Anglicani, la svolta nell’ecumenismo di Papa Ratzinger


Sul Giornale di oggi anticipo qualche contenuto della comunicazione che alle 11 di stamattina sarà fatta ai giornalisti dal cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e dall’arcivescovo Augustin Di Noia, segretario della Congregazione del culto divino.
Il porporato e l’arcivescovo presenteranno le condizioni che la Chiesa cattolica pone a tutte le comunità anglicane che intendono entrare in comunione con Roma abbandonando l’anglicanesimo.
Molte agenzie e siti in queste ore parlano della Traditional Anglican Communion, la confederazione di chiese che raccoglie circa mezzo milione di fedeli nel mondo, già staccatasi dalla comunione anglicana in polemica con la decisione di ordinare sacerdoti le donne: in realtà i vescovi anglicani che hanno preso contatto con il Vaticano nei mesi scorsi non appartengono a questo gruppo tradizionalista, bensì sono esponenti della Chiesa d’Inghilterra contrari alle più recenti svolte liberal di quest’ultima! Una notizia della quale era all’oscuro fino a due giorni fa lo stesso arcivescovo di Canterbury, il primate anglicano Rowan Williams. Non ci sono state trattative tra Roma e gli anglicani critici con la loro Chiesa, soltanto colloqui e contatti.
Ora la Santa Sede, in modo unilaterale, presenta e rende pubbliche le condizioni richieste per il passaggio. Al momento non si sa quante e quali comunità anglicane aderiranno.
Ma la notizia vera è un’altra ed è la svolta nei rapporti ecumenici che segna questa decisione di Benedetto XVI. Per la prima volta infatti non si tratterà più di passaggi individuali (un fedele, un prete, un vescovo), ma della possibiltà di passaggi di intere comunità di una Chiesa cristiana “sorella”.
L’iniziativa è stata gestita direttamente dall’ex Sant’Uffizio in accordo con il Pontefice ed è stata accolta piuttosto freddamente dal Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani. Non si saranno, invece, novità sostanziali di tipo giuridico o dottrinale nelle condizioni richieste: la Chiesa cattolica non riconosce la successione apostolica di quella anglicana, e dunque i preti anglicani (tutti sposati) saranno ordinati preti cattolici - mentre per il futuro i nuovi preti di queste comunità saranno celibi -; i vescovi anglicani (anch’essi tutti sposati), non potranno invece mantenere l’incarico e diventare vescovi cattolici: anch’essi, infatti, saranno ordinati semplici preti. Alcuni di loro speravano che la Chiesa cattolica facesse un’eccezione e accogliesse queste comunità mantenendo al loro posto i vescovi sposati, dunque la decisione vaticana - frutto di una lunga discussione interna - potrebbe provocare qualche delusione. Agli anglicani che intendono abbracciare la fede cattolica sarà chiesto di accettare il Catechismo della Chiesa cattolica, il più importante documento dottrinale pubblicato durante il pontificato di Giovanni Paolo II sotto la direzione dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Vi segnalo anche che sul Giornale di oggi ho
intervistato il cardinale Renato Raffaele Martino in merito alla proposta dell’ora di religione islamica, e in un altro articolo riporto quanto ha detto il Papa sulle radici cristiane dell’Europa che rischiando di essere dimenticate.

http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2009/10/20/anglicani-la-svolta-nellecumenismo-di-papa-ratzinger/
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20/10/2009 12:13

NOTA INFORMATIVA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE CIRCA GLI ORDINARIATI PERSONALI PER ANGLICANI CHE ENTRANO NELLA CHIESA CATTOLICA, 20.10.2009

Con la preparazione di una Costituzione Apostolica, la Chiesa Cattolica risponde alle numerose richieste che sono state sottoposte alla Santa Sede da gruppi di chierici e fedeli anglicani provenienti da diverse parti del mondo, i quali desiderano entrare nella piena e visibile comunione.

In questa Costituzione Apostolica il Santo Padre ha introdotto una struttura canonica che provvede ad una tale riunione corporativa tramite l’istituzione di Ordinariati Personali, che permetteranno ai fedeli già anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica, conservando nel contempo elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano. Secondo il tenore della Costituzione Apostolica la sorveglianza e guida pastorale per tali gruppi di fedeli già anglicani sarà assicurata da un Ordinariato Personale, di cui l’Ordinario sarà usualmente nominato dal clero già anglicano.

La Costituzione Apostolica che sarà presto pubblicata, rappresenta una risposta ragionevole e perfino necessaria ad un fenomeno globale, offrendo un unico modello canonico per la Chiesa universale adattabile a diverse situazioni locali e, nella sua applicazione universale, equo per i già anglicani. Tale modello prevede la possibilità dell’ordinazione di chierici sposati già anglicani, come sacerdoti cattolici. Ragioni storiche ed ecumeniche non permettono l’ordinazione di uomini sposati a vescovi sia nella Chiesa Cattolica come in quelle Ortodosse. Pertanto, la Costituzione determina che l’Ordinario possa essere o un sacerdote o un vescovo non coniugato. I seminaristi dell’Ordinariato vengono preparati accanto ad altri seminaristi cattolici, anche se l’Ordinariato potrà aprire una casa di formazione al fine di rispondere ai particolari bisogni di formazione nel patrimonio anglicano. In questo modo, la Costituzione Apostolica cerca di creare un equilibrio tra l’interesse di conservare il prezioso patrimonio anglicano liturgico e spirituale da una parte, e la preoccupazione che questi gruppi e il loro clero siano incorporati nella Chiesa cattolica.

Il Cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha preparato tale provvedimento, ha affermato: "Abbiamo cercato di venire incontro in modo unitario ed equo, alle richieste per una piena unione che ci sono state sottoposte da parte di fedeli già anglicani provenienti da varie parti del mondo negli anni recenti. Con tale proposta la Chiesa intende rispondere alle legittime aspirazioni di questi gruppi anglicani per una comunione piena e visibile con il Vescovo di Roma, il successore di san Pietro."

Questi Ordinariati Personali saranno istituiti, secondo le necessità, previa consultazione con le Conferenze Episcopali locali, e le loro strutture saranno in qualche modo simili a quelle degli Ordinariati Militari, che sono stati eretti in tanti paesi per provvedere alla cura pastorale dei membri delle forze armate e dei loro dipendenti nel mondo intero. "Gli anglicani che si sono messi in contatto con la Santa Sede hanno espresso chiaramente il loro desiderio per una piena e visibile comunione nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Nel contempo ci hanno parlato dell’importanza delle loro tradizioni anglicane relative alla spiritualità e al culto per il proprio cammino di fede", ha affermato il Cardinale Levada.

Il provvedimento di questa nuova struttura è in linea con l’impegno per il dialogo ecumenico, che continua ad essere una priorità per la Chiesa Cattolica, in particolare attraverso gli sforzi del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. "L’iniziativa proviene da vari gruppi di anglicani", ha aggiunto il Cardinale Levada. "Essi hanno dichiarato di condividere la comune fede cattolica, come espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica, e di accettare il ministero petrino come un elemento voluto da Cristo per la Chiesa. Per loro è venuto il tempo di esprimere tale unione implicita in una forma visibile di piena comunione."

Secondo il Cardinale Levada: "Il Santo Padre Benedetto XVI spera che i chierici e fedeli anglicani desiderosi dell’unione con la Chiesa Cattolica troveranno in questa struttura canonica l’opportunità di preservare quelle tradizioni anglicane che sono preziose per loro e conformi con la fede cattolica. In quanto esprimono in un modo distinto la fede professata comunemente, tali tradizioni sono un dono da condividere nella Chiesa universale. L’unione con la Chiesa non richiede l’uniformità che ignora le diversità culturali, come dimostra la storia del cristianesimo. Inoltre, le numerose e diverse tradizioni oggi presenti nella Chiesa Cattolica sono radicate tutte nel principio formulato da san Paolo nella sua Lettera agli Efesini: "Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo" (4, 5). La nostra comunione è quindi rafforzata da simili diversità legittime, e siamo pertanto felici che questi uomini e donne offrono i loro contributi particolari alla nostra comune vita di fede."

Informazioni contestuali

Sin dal secolo XVI, quando il Re Enrico VIII dichiarò l’indipendenza della Chiesa d’Inghilterra dall’autorità del Papa, la Chiesa d’Inghilterra creò le proprie confessioni dottrinali, usanze liturgiche e pratiche pastorali, incorporando spesso idee della Riforma avvenuta sul continente europeo. L’espansione del Regno Britannico, congiunta all’apostolato missionario anglicano, comportò poi la nascita di una Comunione Anglicana a livello mondiale.

Nel corso dei 450 e più anni della sua storia, la questione della riunione tra anglicani e cattolici non è stata mai messa da parte. Nella metà del XIX secolo, il Movimento di Oxford (in Inghilterra) mostrò un rinnovato interesse per gli aspetti cattolici dell’anglicanesimo. All’inizio del XX secolo, il Cardinale Mercier, del Belgio, intraprese colloqui pubblici con anglicani al fine di esplorare la possibilità di una unione con la Chiesa Cattolica sotto la bandiera di un anglicanesimo "riunito ma non assorbito".

Il Concilio Vaticano II nutrì ulteriormente la speranza per una unione, in particolare con il Decreto sull’ecumenismo (n. 13), il quale facendo riferimento alle Comunità separate dalla Chiesa Cattolica nel tempo della Riforma, ribadì: "Tra quelle [comunioni] nelle quali continuano a sussistere in parte le tradizioni e le strutture cattoliche, occupa un posto speciale la Comunione Anglicana."

Sin dal Concilio i rapporti tra anglicani e cattolici romani hanno creato un migliore clima di comprensione e mutua cooperazione. La Anglican-Roman Catholic International Commission (ARCIC) ha prodotto una serie di dichiarazioni dottrinali nel corso degli anni, nella speranza di creare la base per una piena e visibile unione. Per molti appartenenti alle due Comunioni, le dichiarazioni dell’ARCIC hanno messo a disposizione uno strumento nel quale la comune espressione della fede può essere riconosciuta. È in questa cornice che si deve inquadrare il nuovo provvedimento.

Negli anni successivi al Concilio, alcuni anglicani hanno abbandonato la tradizione di conferire gli Ordini Sacri soltanto agli uomini chiamando al presbiterato e all’episcopato anche donne. Più recentemente, alcuni segmenti della Comunione Anglicana si sono allontanati dal comune insegnamento biblico circa la sessualità umana – già chiaramente espresso nel documento dell’ARCIC "Vita in Cristo" – conferendo gli Ordini Sacri a chierici apertamente omosessuali e benedicendo le unioni tra persone dello stesso sesso. Nondimeno, mentre la Comunione Anglicana deve affrontare queste nuove e difficili sfide, la Chiesa Cattolica rimane pienamente impegnata nel suo dialogo ecumenico con la Comunione Anglicana, in particolare attraverso l’attività del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Nel frattempo molti anglicani sono entrati individualmente nella piena comunione con la Chiesa Cattolica. Talvolta sono entrati anche gruppi di anglicani, conservando una certa struttura "corporativa". Ciò è avvenuto, ad esempio, per la diocesi anglicana di Amritsar in India e per alcune singole parrocchie negli Stati Uniti che, pur mantenendo un’identità anglicana, sono entrate nella Chiesa Cattolica nel quadro di un cosiddetto "provvedimento pastorale", adottato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e approvato da Papa Giovanni Paolo II nel 1982. In questi casi, la Chiesa Cattolica ha frequentemente dispensato dal requisito del celibato ammettendo che quei chierici anglicani coniugati che desiderano continuare il servizio ministeriale come sacerdoti cattolici siano ordinati nella Chiesa Cattolica.

In questo contesto, gli Ordinariati Personali istituiti secondo la suddetta Costituzione Apostolica possono essere visti come un ulteriore passo verso la realizzazione dell’aspirazione per la piena e visibile unione nella unica Chiesa, che è uno dei fini principali del movimento ecumenico.
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Vaticano/ Papa: Accoglieremo i 'fuoriusciti' anglicani

Dopo divergenze in Comunione anglicana su gay e ordinazione donne


Il Papa ha approvato una "costituzione apostolica" che predispone l'accoglienza di quei fedeli, sacerdoti e vescovi anglicani che hanno deciso di abbandonare la 'Comunione anglicana' per convertirsi al cattolicesimo.
Lo ha reso noto il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nel corso di una conferenza stampa in Vaticano. Gli anglicani si sono divisi da Roma quando, nel 1534, re Enrico VIII non ottenne dal Papa l'annullamento del suo matrimonio.
A inizio anno un gruppo di fedeli anglicani 'tradizionalisti', riuniti nella 'Traditional Anglican Communion', avevano chiesto al Vaticano di entrare in blocco in piena comunione con la Chiesa cattolica. Alla base di una divisione tra anglicani, l'atteggiamento dell'ala 'liberal' nei confronti dei gay e l'ordinazione di donne e omosessuali.

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20/10/2009 12:17

Come cattolico mi sento soddisfatto e orgoglioso di questo evento che definirei storico!

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20/10/2009 12:46

Vaticano/ Papa: Accoglieremo i 'fuoriusciti' anglicani -2-

Diventano sacerdoti cattolici alcuni chierici sposati anglicani


La decisione del Papa, tra l'altro, "prevede la possibilità dell'ordinazione di chierici sposati già anglicani, come sacerdoti cattolici. Ragioni storiche ed ecumeniche - sottolinea una nota della Congregazione per la dottrina della fede - non permettono l'ordinazione di uomini sposati a vescovi sia nella Chiesa Cattolica come in quelle Ortodosse. Pertanto, la Costituzione determina che l'Ordinario possa essere o un sacerdote o un vescovo non coniugato".
Nella Costituzione apostolica di prossima pubblicazione Benedetto XVI ha introdotto una "struttura canonica" che provvede ad una tale "riunione corporativa" tramite l'istituzione di 'Ordinariati Personali', che permetteranno ai fedeli già anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica, "conservando nel contempo elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano".
"Abbiamo cercato di venire incontro in modo unitario ed equo, alle richieste per una piena unione che ci sono state sottoposte da parte di fedeli già anglicani provenienti da varie parti del mondo negli anni recenti", ha detto Levada. "Con tale proposta la Chiesa intende rispondere alle legittime aspirazioni di questi gruppi anglicani per una comunione piena e visibile con il Vescovo di Roma, il successore di san Pietro".
"L'annuncio di questa costituzione apostolica pone fine ad un periodo di incertezza per questi gruppi che hanno nutrito speranze di nuove vie per abbracciare l'unità con la Chiesa cattolica", affermano in un comunicato congiunto diffuso in Vaticano l'arcivescovo di Westminster Vincent Gerard Nichols e l'arcivescovo di Canterbury (primate anglicano) Rowan Williams.

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20/10/2009 13:03

Tra Roma e Londra il cammino ecumenico continua. Rassicurazioni dopo l'annunciata Cost. Ap. per gli anglicani

Ecco una prima e rapida traduzione personale della Dichiarazione fatta a Londra dai locali arcivescovi cattolico e anglicano per rassicurare che l'impegno ecumenico non si interrompe nonostante il gesto di apertura del Papa spiegato dalla Nota della CdF.


DICHIARAZIONE CONGIUNTA dell'Arcivescovo di Westminster e dell'arcivescovo di Canterbury


L'annuncio di oggi della Costituzione Apostolica è una risposta di Papa Benedetto XVI ad una serie di richieste fatte alla Santa Sede nel corso degli ultimi anni da parte di gruppi di anglicani che desiderano entrare in piena e visibile comunione con la Chiesa cattolica romana, e sono disposti a dichiarare che condividono  la comune fede cattolica e ad accettare il ministero petrino, come voluto da Cristo per la sua Chiesa.
Papa Benedetto XVI ha approvato, all'interno della Costituzione Apostolica, una struttura canonica che prevede l'erezione di Ordinariati personali, per permettere  a ex anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica, pur mantenendo gli elementi del patrimonio spirituale tipicamente anglicano .
L'annuncio di questa Costituzione Apostolica pone fine a un periodo di incertezza per questi gruppi, che hanno nutrito la speranza di nuovi modi di abbracciare l'unità con la Chiesa cattolica. Sarà ora compito di coloro che hanno fatto  le loro richieste alla Santa Sede di rispondere alla Costituzione Apostolica.
La Costituzione Apostolica è un ulteriore riconoscimento della sostanziale identità (substantial overlap) nella fede, nella dottrina e nella spiritualità tra la Chiesa cattolica e la tradizione anglicana. Senza i dialoghi degli ultimi quarant'anni, questo riconoscimento non sarebbe stato possibile, né ci sarebbero potute nutrire speranze della piena unità visibile.
In questo senso, la presente Costituzione Apostolica è una conseguenza del dialogo ecumenico fra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana.
Il dialogo ufficiale in corso tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana fornisce la base per continuare la nostra cooperazione. Gli accordi della Commissione internazionale tra la Chiesa Anglicana e Cattolica Romana  (ARCIC) e della Commissione Internazionale Anglicana - Cattolica Romana per l'Unità e la Missione (IARCCUM) rendono chiaro il percorso che seguiremo insieme.
Con la grazia di Dio e la preghiera siamo decisi a far sì che il nostro costante impegno reciproco e mutua consultazione su queste e su altre questioni continuino a rafforzarsi. A livello locale, nello spirito della IARCCUM, ci auguriamo di poter continuare a percorrere costruttivamente il sentiero delle riunioni condivise tra la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles e la House of Bishops della Chiesa di Inghilterra mettendo a fuoco la nostra missione comune. Giornate di riflessione e di preghiera in comune sono state avviate a Leeds nel 2006 e proseguite aLambeth nel 2008, e altri incontri sono in preparazione. Questa stretta cooperazione continuerà come crescere insieme in unità e la missione, nella testimonianza del Vangelo nel nostro paese, e nella Chiesa in generale.

Londra, 20 ottobre 2009

                             + Vincent Gerard Nichols       + Rowan Williams

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20/10/2009 13:04

Gesto storico di Papa Benedetto per il ritorno degli Anglicani

Appena uscita la Nota Informativa della CdF circa gli ordinariati personali per gli anglicani che entrano nella Chiesa Cattolica.
Aspettiamo con ansia di leggere la Costituzione Apostolica che è stata annunciata pochi minuti fa alla stampa internazionale. Con essa Papa Benedetto porge la mano a tutti i fedeli delle diverse chiese anglicane ormai impossibilitati a rimanere in una "Comunione" che ha esaurito ogni capacità di collante dottrinale e morale.
Il Papa offre degli "ordinariati personali" probabilmente in forma di "amministrazioni apostoliche" personali (come quella per i fedeli tradizionalisti di Campos in Brasile). Non dunque strane "Prelature", ma - dice la Nota informativa - vere e proprie diocesi personali (vengono citati dalla Nota gli Ordinariati militari come termine di paragone). Sicuramente queste strutture dovranno essere più d'una perchè gli anglicani che premono alla porta di Roma sono parecchie centinaia di migliaia e dispersi in tutte le zone del mondo, non sarebbe facile nè giusto assimilarli come non avessero differenze fra loro.
Nulla cambia sulla questione dell'ordinazione. I ministri attuali, anche sposati, potranno essere ordinati preti, i vescovi sposati dovranno accettare al massimo l'ordinazione presbiterale. Un sacrificio di cui, almeno nella TAC, erano consapevoli e volenterosi di accettare. Solo la Tradition Anglican Communion ha ben 25 vescovi con relativi fedeli che hanno chiesto di entrare nella Chiesa Cattolica. Poi ci sono molte altre parrocchie o intere diocesi che, con la chiarezza teologica e canonica ora proposta, potranno organizzarsi sul serio nell'intraprendere, a carte scoperte anche da parte Vaticana, il cammino verso la piena unità visibile con la Sede apostolica. A tutti gli anglo-cattolici verrà imposto solo il necessario, per il resto, le loro amministrazioni apostoliche, potranno continuare ad utilizzare l'uso liturgico e le peculiarità che si armonizzano con il Credo cattolico.

A proposito: moltissimi degli anglo-cattolici inglesi seguono una versione modificata del Rito di Sarum, cioè la messa PRE-TRIDENTINA (!) in vigore in Inghilterra prima della Riforma del 1549 del Book of Common Prayer.

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20/10/2009 15:50

Prime reazioni degli anglicani all'annuncio dell'apertura vaticana.

Ecco la traduzione del comunicato di Forward in Faith, la principale associazione anglo-cattolica che raccoglie aderenti in tutto il mondo anglicano tradizionale. Per farvi un'idea nel solo Regno Unito aderiscono ad essa 1600 parrocchie! Si sente la soddisfazione e la chiamata a raccolta dei membri che per decenni hanno aspettato questo momento e ora, sicuramente, ne approfitteranno.

E' stata una speranza più volte espressa e un fervente desiderio dei cattolici anglicani di essere messi in grado in qualche modo di entrare in piena comunione con la Sede di Pietro pur mantenendo la propria integra identità in ogni aspetto del retaggio anglicano che non è in contrasto con l'insegnamento della Chiesa cattolica.

Ci rallegriamo che il Santo Padre abbia ora l'intenzione di creare delle strutture all'interno della Chiesa, che rispondano a questo accorato desiderio. Forward in Faith si è sempre impegnata a cercare l'unità nella verità e quindi accoglie con entusiasmo queste iniziative come un'ora decisiva nella storia del Movimento cattolico nella Chiesa d'Inghilterra. Ut unum sint!

+ John Fulham
Geoffrey Kirk

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20/10/2009 15:51

Il Papa approva una Costituzione apostolica per gli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa cattolica. Dichiarazione congiunta dell’arcivescovo cattolico di Westminster e del primate della Comunione anglicana

Benedetto XVI ha approvato una Costituzione Apostolica, di prossima pubblicazione, per rispondere alle numerose richieste di chierici e fedeli anglicani che desiderano entrare “nella piena e visibile comunione” con la Chiesa cattolica.
Lo ha annunciato stamani, durante un briefing nella Sala Stampa della Santa Sede incentrato sui rapporti con gli anglicani, il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il servizio di Amedeo Lom
onaco:

Il cardinale William Joseph Levada ha spiegato che il Santo Padre ha introdotto una struttura canonica che “provvede ad una riunione corporativa tramite l’istituzione di Ordinariati Personali, che permetteranno ai fedeli già anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa cattolica”, conservando elementi dello “specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano”. La “Chiesa cattolica – ha aggiunto il porporato - intende rispondere alle numerose richieste sottoposte alla Santa Sede da parte di gruppi di fedeli anglicani, provenienti da diverse parti del mondo. La Costituzione Apostolica, che sarà presto pubblicata, rappresenta una risposta “ragionevole e perfino necessaria ad un fenomeno globale, offrendo un unico modello canonico per la Chiesa universale adattabile a diverse situazioni locali”. Il cardinale William Joseph Levada:

“Tale modello prevede la possibilità dell’ordinazione di chierici sposati già anglicani come sacerdoti cattolici. Ragioni storiche ed ecumeniche non permettono l’ordinazione di uomini sposati a vescovi sia nella Chiesa cattolica sia in quelle ortodosse. Pertanto la Costituzione determina che l’ordinario possa essere o un sacerdote o un vescovo non coniugato”.

Gli Ordinariati saranno istituiti, secondo le necessità, previa consultazione con le Conferenze episcopali locali, e le loro strutture saranno in qualche modo simili a quelle degli Ordinariati Militari. Particolare rilevanza verrà data inoltre alla preparazione dei seminaristi:

“I seminaristi dell’Ordinariato vengono preparati accanto ad altri seminaristi cattolici, anche se l’Ordinariato potrà aprire una casa di formazione al fine di rispondere ai particolari bisogni di formazione nel patrimonio anglicano”.

In questo modo – si legge in una
nota della Congregazione della Dottrina della Fede - la Costituzione Apostolica cerca di creare un equilibrio tra “l’interesse di conservare il prezioso patrimonio anglicano liturgico e spirituale e la preoccupazione che questi gruppi e il loro clero siano incorporati nella Chiesa cattolica”.

Il Papa – ha concluso il cardinale Levada – spera che “i chierici e i fedeli anglicani desiderosi dell’unione con la Chiesa cattolica” troveranno nella struttura canonica “l’opportunità di preservare quelle tradizioni anglicane che sono preziose per loro e conformi con la fede cattolica”.

A Londra, praticamente in contemporanea con la conferenza nella sala stampa vaticana, si è tenuto un incontro con la stampa inglese e sono stati pubblicati gli stessi documenti resi pubblici a Roma. Erano presenti l’arcivescovo cattolico di Westminster, Vincent Nichols, e l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, primate della Comunione anglicana, che hanno firmato una dichiarazione congiunta. Presente anche il vescovo anglicano di Guildford, Christopher Hill. Il servizio di Fausta Speranza:

La Costituzione Apostolica con cui la Chiesa cattolica risponde alle richieste degli ultimi anni di gruppi di anglicani di rientrare nella piena comunione con la Chiesa di Roma è la “conseguenza del dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana”. Sono parole dell’arcivescovo cattolico di Westminster e dell’arcivescovo anglicano di Canterbury. I due hanno ricordato il dialogo degli ultimi 40 anni e i “momenti di riflessione e preghiera che sono cominciati a Leeds nel 2006 e sono poi continuati con l’incontro a Lambeth nel 2008”, per poi ribadire che “altri incontri sono in preparazione”. Nel suo intervento alla conferenza stampa, l’arcivescovo Rowan Williams ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme:

“Let me say, first of all, how very grateful …”

“Prima di tutto, voglio dire quanto sono riconoscente dell’opportunità di essere insieme a voi, questa mattina, per commentare insieme l’annuncio che viene da Roma. Il fatto stesso che siamo in grado di farlo, ancora una volta, insieme – come appunto questa mattina – è importante di per sé: ci dice che gli argomenti e le domande che ogni Chiesa cristiana si trova a dover affrontare, in questo momento, riguardano in realtà tutti noi. E noi crediamo che non ci sia nulla da guadagnare nell’ottenere punti a svantaggio dell’altro o di lavorare separatamente quando si può lavorare insieme. Per questo, la prima cosa che voglio dire è di grande significato: quello che accade oggi non è un elemento di rottura nei rapporti tra le nostre comunioni. Il lavoro svolto dalla Commissione internazionale, l’Arcic, in tanti anni, e il lavoro svolto più recentemente nella Commissione internazionale sull’unità e la missione tra le nostre Chiese, questo lavoro - come ama dire il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, già arcivescovo di Westminster - lo abbiamo ormai messo in banca: è consolidato come fondamento per la prosecuzione delle nostre relazioni. E mentre stiamo parlando, continuano i preparativi per ulteriori colloqui informali della prossima tornata di discussioni in seno alla Commissione. Ecco, questo è un filone destinato a continuare.”

Il dialogo in corso a livello ufficiale tra Chiesa cattolica e Comunione anglicana offre le basi per la continuazione della coooperazione, hanno sottolineato l’arcivescovo di Westminster e il primate della Comunione anglicana. Gli accordi tra la Anglican Roman Catholic International Commission (Arcic) e la International Anglican Roman Catholic Commission for Unity and Mission (Iarccum) rendono chiaro il percorso che insieme sarà seguito”. Un altro livello di incontri sul quale si confida di poter rafforzare lo scambio è quello locale tra la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles e la House of Bishops della Chiesa di Inghilterra. Resta da dire che davanti alla stampa britannica, l’arcivescovo anglicano di Canterbury ha sottolineato, tra l’altro, quello che ha definito un aspetto particolare:

“What is to me very interesting about the Constitution proposed …”

“Quello che io trovo molto interessante nella Costituzione proposta e nelle idee che ci sono dietro, è che essa stessa è un ulteriore prodotto degli anni di colloqui e preghiera che abbiamo fatto insieme. Il riconoscimento, come ha già detto mons. Vincent Nichols, che ci siano elementi del patrimonio anglicano che non rappresentano alcun problema per la Chiesa cattolica: c’è l’ammissione che esiste qualcosa di profondamente comune. E questo è un aspetto per il quale dobbiamo essere riconoscenti. Penso che sia molto importante per noi, per la Comunione Anglicana, essere riconoscenti per quello che è stato raggiunto, riconoscere che esiste la conferma di una solida eredità comune, che la volontà di continuare nelle nostre relazioni e nei nostri colloqui è immutata, e quindi ammettere che non sappiamo esattamente quale sarà il risultato finale nei contesti specifici, in particolare in Inghilterra e nel Galles.”

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VATICANO

Papa: norme e strutture speciali per accogliere gli anglicani, anche i preti sposati


Sacerdoti e vescovi coniugati saranno ordinati nella Chiesa cattolica, ma non potranno divenire ordinari. Tutto sarà previsto da una Costituzione apostolica di Benedetto XVI di prossima pubblicazione. Lo scopo è di permettere agli anglicani di conservare tradizioni e liturgia, pur nella fedeltà a Roma.

Città del Vaticano (AsiaNews)

Benedetto XVI ha deciso di creare un’apposita struttura destinata ad accogliere e riunire sacerdoti e gruppi di fedeli anglicani che vogliono riunirsi alla Chiesa cattolica. Una Costituzione apostolica di prossima pubblicazione prevedrà l’istituzione di “ordinariati personali”, nell’ambito dei quali si “prevede la possibilità dell’ordinazione di chierici sposati già anglicani, come sacerdoti cattolici”.
L’ordinazione nella Chiesa cattolica di sacerdoti anglicani sposati non è in sé una novità: fin dal 1982 Giovanni Paolo II ha approvato - ed è stato frequentemente fatto - che venissero dispensati dal requisito del celibato quei chierici anglicani coniugati che desideravano continuare il servizio ministeriale come sacerdoti cattolici.
Ora, però, Benedetto XVI ha deciso di strutturare la situazione. Lo annuncia oggi una “
Nota informativa della Congregazione per la dottrina della fede circa gli ordinariati personali per anglicani che entrano nella Chiesa cattolica”.
Gli ordinariati personali “permetteranno ai fedeli già anglicani di entrare nella piena comunione con la
Chiesa Cattolica, conservando nel contempo elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano. Secondo il tenore della Costituzione Apostolica la sorveglianza e guida pastorale per tali gruppi di fedeli già anglicani sarà assicurata da un Ordinariato Personale, di cui l’Ordinario sarà usualmente nominato dal clero già anglicano”.
La Costituzione apostolica “rappresenta una risposta ragionevole e perfino necessaria ad un fenomeno globale, offrendo un unico modello canonico per la Chiesa universale adattabile a diverse situazioni locali e, nella sua applicazione universale, equo per i già anglicani. Tale modello prevede la possibilità dell’ordinazione di chierici sposati già anglicani, come sacerdoti cattolici. Ragioni storiche ed ecumeniche non permettono l’ordinazione di uomini sposati a vescovi sia nella Chiesa Cattolica come in quelle Ortodosse. Pertanto, la Costituzione determina che l’Ordinario possa essere o un sacerdote o un vescovo non coniugato”.
Il documento papale, in definitiva, “cerca di creare un equilibrio tra l’interesse di conservare il prezioso patrimonio anglicano liturgico e spirituale da una parte, e la preoccupazione che questi gruppi e il loro clero siano incorporati nella Chiesa cattolica”. Ciò perché, ricorda la Nota, negli eventi succedutisi al Concilio Vaticano II, in particolare con le decisioni di alcune comunioni anglicane di ordinare donne e persone “apertamente omosessuali” sacerdoti e vescovi e di consentire i matrimoni tra persone della stesso sesso. In seguito a tale vicende, accanto a decisioni di individui, “talvolta” sono entrati nella Chiesa cattolica “anche gruppi di anglicani, conservando una certa struttura ‘corporativa’. Ciò è avvenuto, ad esempio, per la diocesi anglicana di Amritsar in India e per alcune singole parrocchie negli Stati Uniti che, pur mantenendo un’identità anglicana, sono entrate nella Chiesa Cattolica nel quadro di un cosiddetto ‘provvedimento pastorale’, adottato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e approvato da Papa Giovanni Paolo II nel 1982”.
“Abbiamo cercato - ha spiegato il cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede - di venire incontro in modo unitario ed equo, alle richieste per una piena unione che ci sono state sottoposte da parte di fedeli già anglicani provenienti da varie parti del mondo negli anni recenti”. “Essi - ha aggiunto - hanno dichiarato di condividere la comune fede cattolica, come espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica, e di accettare il ministero petrino come un elemento voluto da Cristo per la Chiesa. Per loro è venuto il tempo di esprimere tale unione implicita in una forma visibile di piena comunione”.
Il provvedimento di questa nuova struttura, conclude la Nota della Congregazione per la dottrina della fede, “è in linea con l’impegno per il dialogo ecumenico, che continua ad essere una priorità per la Chiesa Cattolica, in particolare attraverso gli sforzi del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani”.

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