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Settimana missionaria per la Chiesa in Amazzonia

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2009 16:43
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Indetta dalla Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani

La settimana missionaria per la Chiesa in Amazzonia


Brasilia, 28. "Un'occasione privilegiata perché tutto il popolo di Dio partecipi con rinnovato impulso all'azione evangelizzatrice della Chiesa in Brasile e contribuisca a far sì che il Vangelo si diffonda, con la sua forza trasformatrice, nel mondo, nel nostro Paese e specialmente in Amazzonia". Con queste parole la Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani (Cnbb) presenta la Settimana missionaria per la Chiesa cattolica in Amazzonia che si concluderà sabato 31 ottobre. Si tratta della prima edizione della manifestazione che, d'ora in poi, sarà annuale e costituirà "un rilevante evento ecclesiale per la comunità cattolica brasiliana". "Cristo per l'Amazzonia" è il tema centrale dell'evento, ispirato da un'espressione di Paolo VI contenuta in una lettera inviata, nel 1972, ai presuli del Rio delle Amazzoni.

Diocesi, parrocchie e comunità - sottolineano i vescovi - devono essere coinvolti nella realizzazione della settimana missionaria, al fine anche di richiamare l'attenzione sulla regione e sulle realtà sociali e ambientali in cui vive il suo popolo.

Non a caso la Commissione episcopale per l'Amazzonia della Cnbb, chiede alle istituzioni, agli uomini di buona volontà e alla comunità cristiana del Brasile che "l'immenso e meraviglioso giardino del Rio delle Amazzoni" non venga fagocitato dagli spietati interessi speculativi di pochi. "Chiediamo - sottolineano - che non vengano distrutti gli ecosistemi e la biodiversità che abbiamo curato per millenni e che possiamo continuare a preservare. La nostra preghiera è che vengano condotti studi adeguati e che venga aperto un dialogo con i popoli indigeni su quello che è lo scrigno ecologico dei nostri antenati".

Dalla vicinanza con i popoli indigeni - rilevano i vescovi - si evincono situazioni di grave ingiustizia anche per l'incombere sull'eco-sistema di grandi progetti governativi come la costruzione di dighe e di impianti minerari. Tutto ciò comporta deforestazioni e gravi alterazioni del territorio, come la possibile contaminazione di fiumi con il mercurio.

Uno sviluppo sostenibile - dicono i vescovi - dipende da politiche pubbliche lungimiranti e partecipative, da esperienze di cooperazione. In caso contrario tutto si riduce a speculazioni spietate di gruppi e di corporazioni "a tutto danno dei lavoratori e del bene comune".

Ma ai mali legati a un'economia che sembra aver perduto la dimensione etica e all'ambiente minacciato da prassi speculative, si aggiungono, purtroppo, altre e più gravi negatività relative alle povertà vecchie e nuove che segnano il tessuto umano e sociale della regione amazzonica.

Le città, in particolare le periferie - sottolineano i vescovi -, sono il teatro di quotidiane violenze che coinvolgono e colpiscono in particolare i giovani; rapine, aggressioni e sequestri di persona sono sempre più comuni; la spirale della droga sta segnando la vita delle giovani generazioni; si assiste alla disgregazione del nucleo familiare con l'aumento dei casi di violenza domestica; l'aumento della disoccupazione e del lavoro in nero, anche quello della prostituzione e dello sfruttamento dei minori.

I presuli si dicono preoccupati della situazione del Rio delle Amazzoni anche per la complicità, in alcuni casi, delle istituzioni quasi incapaci di reagire e di proporre modelli di sviluppo efficaci per una rinascita sociale della regione. "Nei nostri incontri con la gente - evidenziano i vescovi - percepiamo le difficoltà e le sofferenze dei popoli indigeni, le loro ansie, le loro attese e speranze. Il loro è un grido di giustizia, di pace, di riconciliazione".

"In questo quadro - concludono i vescovi del Brasile - è più che mai indispensabile una rinnovata azione di evangelizzazione e di promozione umana, che sia di stimolo per tutti i soggetti sociali a lavorare per il bene comune e coinvolga tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà a portare il volto di Cristo in ogni angolo del nostro Paese".


(©L'Osservatore Romano - 29 ottobre 2009)
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