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Il Battesimo

Ultimo Aggiornamento: 01/11/2009 11:30
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01/11/2009 11:09

1.2. Dimensione pneumatologica


Gesù risorto promette agli apostoli che saranno «battezzati in Spirito Santo» (At 1,5): è il battesimo «in Spirito Santo e fuoco», già annunciato da Giovanni Battista (Mt 3,11; cf. Mc 1,8; Gv 1,33; At 11,16), il quale sarà inaugurato con l’effusione di pentecoste (At 2,1-4). In seguito gli apostoli, fedeli all’ordine di Cristo (Mt 28,19), continueranno ad amministrare il battesimo d’acqua (At 2,41; 8,12.38; 9,18; 10,48; 16,15.33; 18,8; 19,5), come rito d’iniziazione al regno messianico; ma lo amministreranno «nel nome di Gesù» e, mediante la fede nell’opera compiuta dal Cristo, esso avrà ormai il potere efficace di perdonare i peccati e di dare lo Spirito Santo (At 2,38). Coerentemente il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1213), dopo aver affermato che «il santo battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana», aggiunge che è anche «il vestibolo d’ingresso alla vita nello Spirito».

1.2.1. Lo Spirito Santo agente e dono del battesimo

Si può dire che lo Spirito «fa’ il battesimo mediante il ministero della Chiesa», ed è al tempo stesso frutto dello stesso battesimo, come dono grazioso che è comunicato per mezzo del segno sacramentale. L’unione a Cristo morto e risorto, sigillata nel battesimo, è operata dall’azione dello Spirito Santo, che è la novità escatologica della pasqua. La benedizione dell’acqua battesimale lo afferma chiaramente nella parte epicletica della formula in cui si chiede che la potenza dello Spirito Santo discenda nell’acqua «perché coloro che in essa riceveranno il battesimo siano sepolti con Cristo nella morte e con lui risorgano alla vita immortale». È la dottrina dei Padri sia orientali che occidentali: secondo Basilio se v’è una grazia nell’acqua battesimale, «questa non viene dalla natura dell’acqua, ma dalla presenza dello Spirito»; in modo simile, Ambrogio dice che nel battesimo siamo rinati in Dio «per la potenza (virtutem) dello Spirito».

D’altra parte, nel battesimo ci viene dato lo Spirito «abbondantemente» (Tt 3,5-6), tanto che noi abbiamo bevuto di lui: «Tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito» (1Cor 12,13). Come dicevamo, lo Spirito Santo è non solo l’agente divino, che presiede a tutti gli effetti battesimali, ma è anche e soprattutto il grande dono, che il Padre fa nel momento del battesimo alla «nuova creatura», divenuta suo figlio: come il Cristo, nel mistero della sua risurrezione, venne immerso nel fiume della vita che è lo Spirito, potenza trasfigurante che fa di lui la nuova creazione, così noi nel battesimo veniamo immersi nello Spirito e diventiamo una nuova creatura.

Il battesimo nell’acqua è sempre battesimo nello Spirito, che per natura sua fonda ogni successiva esperienza dello Spirito. L’orazione di esorcismo del Rito del battesimo dei bambini (=RBB) chiede al Signore che il battezzando, liberato dal peccato originale, sia consacrato tempio della sua gloria e «dimora dello Spirito» (n. 104). Il testo liturgico fa riferimento ad una dottrina tradizionale: per Paolo il corpo del credente è tempio dello Spirito Santo che abita in lui (1Cor 3,16; 6,19-20). Nella stessa linea, Giovanni Crisostomo nelle sue catechesi battesimali afferma che dopo il battesimo i neofiti vengono accolti e baciati come templi dello Spirito, e aggiunge: «Pertanto, quando ci baciamo vicendevolmente sulla bocca, baciamo con affetto la porta del tempio».

1.2.2. Lo Spirito Santo ci rende figli di Dio

Il tema della figliolanza divina, già accennato sopra, sarà ripreso più avanti, trattando la natura e gli effetti del battesimo. Qui facciamo soltanto un breve riferimento alla sua dimensione pneumatologica. Proprio perché il battesimo è «in Cristo» e «nello Spirito», il battezzato partecipa della vita nuova che procede dal Cristo per opera dello Spirito. Questa vita nuova è una nuova creazione che ha delle dimensioni cosmiche (cf. 2Pt 3,13), ma il cui centro è l’uomo, il quale è reso vero figlio di Dio. La filiazione divina si realizza nei credenti per opera dello Spirito Santo, ed essi partecipano di questa filiazione per mezzo della fede e del battesimo: «Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo» (Gal 3,26-27). Lo Spirito Santo, poi, comunica ai fedeli l’esperienza della filiazione divina in modo che essi possano rivolgersi a Dio come loro figli chiamandolo: «Abbà, Padre!» (Rm 8,15; Gal 4,6). Da parte sua, Giovanni afferma che quanti accolgono il Figlio di Dio e credono nel suo nome hanno il «potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,12). Si tratta di una nuova nascita «non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo» (Gv 1,13), ma «da acqua e da Spirito» (Gv 3,5).

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