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Natuzza Evolo è morta nel giorno di Tutti i Santi

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2009 06:40
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04/11/2009 16:06

Campane a festa e non a lutto per la mistica Natuzza Evolo

La popolana analfabeta diceva di aver ricevuto le stimmate e il dono dell'ubiquità

MILETO (VIBO VALENTIA) - Hanno suonato a festa e non a lutto domenica mattina le campane a Paravati di Mileto per la morte di Natuzza Evolo, la «mistica» morta la scorsa notte a causa di un blocco renale. A deciderlo è stato il parroco di Paravati, don Pasquale Barone, che aveva un rapporto molto stretto con Natuzza e le è stato vicino nei momenti di sofferenza provocati dalle malattie di cui era affetta.

CHI ERA - Natuzza, una popolana analfabeta del luogo, diceva di aver ricevuto le stimmate fin dall'età di 10 anni, di avere il dono dell'ubiquità e di parlare coi morti. Natuzza era anche conosciuta per la sua capacità di parlare con gli Angeli, con i Santi e con le anime dei defunti e per le stigmate che si arrossavano sulle sue mani nel periodo di Quaresima. Aveva 85 anni ed era malata da tempo. La mistica è morta nella casa anziani della fondazione Cuore immacolato di Maria, da lei stessa voluta e costruita con i soldi delle offerte dei fedeli.

L'OMAGGIO - «Oggi è un giorno di festa e non di lutto - ha detto il parroco per spiegare la sua decisione - perché Natuzza è tornata al Padre». Intanto sono state già centinaia le persone che hanno reso omaggio alla salma di Natuzza, composta nella camera ardente allestita nel Centro per anziani della Fondazione «Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime» realizzato grazie alle centinaia di donazioni fatte dai fedeli che in tanti anni erano stati vicini alla mistica, dimostrandole vicinanze e devozione.

www.corriere.it

[Modificato da S_Daniele 04/11/2009 16:06]
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Le stimmate di Natuzza










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loiero: «ci ha lasciato una grande donna, ha lenito sofferenze»


Natuzza Evolo, in migliaia ai funerali


Nel Vibonese i funerali della mistica di Paravati. Il vescovo di Mileto: «Lei è già santa in Paradiso»


MILANO - La pioggia battente non ha fermato le migliaia di persone (si calcola 30 mila circa) che a Paravati, nel Vibonese, hanno voluto dare l'ultimo saluto a Natuzza Evolo, la mistica deceduta domenica scorsa (e la cui immagine più volte è stata associata a quella di Padre Pio con cui avrebbe diviso il dolore delle stigmate). «Natuzza è già santa perché è in Paradiso» ha detto il vescovo di Mileto, monsignor Luigi Renzo, pronunciando una frase che molti aspettavano. Per la celebrazione della messa è stato allestito un palco nel piazzale antistante la «Villa della Gioia» dove ha sede la Fondazione Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime che è una delle strutture volute da Natuzza Evolo. Molte persone hanno assistito alla messa nel piazzale mentre altre, a causa della pioggia, hanno trovato rifugio nelle strutture in costruzione nelle adiacenze della Fondazione. «Mi avete chiesto - ha detto il vescovo di Mileto - se Natuzza sarà Santa subito. Ebbene il vostro lungo applauso all'arrivo del feretro è una prima risposta. Lei è già santa perché è in Paradiso. L'istruttoria per il processo di beatificazione è un problema solamente nostro che seguiremo secondo le procedure e senza fretta. E poi più volte mi avete chiesto la posizione della chiesa rispetto alla figura di Natuzza. Ebbene a quest'ultima domanda si può rispondere con la presenza della delegazione dei vescovi calabresi che sta partecipando a questo funerale».

SALUTO SOLENNE - Il feretro della Evolo è stato accolto da un applauso scrosciante. Un tributo solenne le è stato rivolto dall'Arma dei carabinieri, dalla Guardia di finanza e dalla polizia di Stato in alta uniforme. «Tante volte Natuzza ha accolto molti di noi, oggi siamo stati noi ad accoglierla con un applauso. Facciamo festa con lei che adesso è nella Corona dei Santi» ha detto monsignor Renzo dando il via alle esequie. Ha poi annunciato che la diocesi sosterrà l'iter burocratico per la canonizzazione. Insieme a lui c'erano altri cinque vescovi: Antonio Ciliberti della diocesi di Catanzaro-Squillace, Luigi Antonio Cantafora della diocesi di Lamezia Terme, Giuseppe Fiorini Morosini della diocesi di Locri-Gerace e i vescovi emeriti di Mileto Domenico Tarcisio Cortese e di Lamezia Vincenzo Rimedio.

«UNA GRANDE DONNA» - «È un momento di mestizia per tutti noi perché ci ha lasciato una grande donna, una donna calabrese che ha svolto una funzione sociale importantissima per i calabresi e anche per quelli che vengono da fuori - ha detto il presidente della Calabria Agazio Loiero arrivando a Paravati per partecipare alla cerimonia -. Ha lenito tante sofferenze, ha sciolto tanti dubbi a tante persone che, segnate dalla perdita di un congiunto caro, hanno trovato presso di lei un conforto e un richiamo, che c'è sempre un'altra vita al di là di questa vita e nel contesto sociale di oggi questo non è semplice». Sul sagrato della costruenda chiesa c'erano i gonfaloni della Calabria, delle Province di Catanzaro e Vibo Valentia, del Comune di Mileto e altre amministrazioni. Tanti i sindaci con la fascia tricolore. Fino a martedì mattina c'è stato un viavai continuo anche nella cappella dove era stata allestita la camera ardente della mistica.

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06/11/2009 06:40

Il Vescovo raccoglie l'eredità di una mistica, Natuzza Evolo

“Per noi lei è già santa perché adesso è in paradiso”, dice al funerale


ROMA, giovedì, 5 novembre 2009 (ZENIT.org).-
 
Circa 30.000 persone provenienti da tutta Italia e anche dall'estero hanno sfidato questo martedì la pioggia della Calabria per unirsi al funerale di Natuzza Evolo, considerata una mistica dei tempi moderni, fondatrice dei Cenacoli di preghiera.

“Per noi lei è già santa perché adesso è in paradiso”, ha detto nell'omelia della celebrazione il Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo. Secondo la testimonianza delle numerose persone che accorrevano a chiederle preghiere o consigli, sul suo corpo apparivano nel periodo quaresimale ferite sanguinanti per le quali non è mai stato possibile trovare una giustificazione scientifica.

Spesso si è parlato anche dei casi di emografia che l’avrebbero riguardata e soprattutto dello stato di trance che l’assaliva. La prima volta si registrò il 26 luglio 1936, quando per sette ore i medici cercarono di capire cosa stesse accadendo, secondo quanto ha documentato “Avvenire”, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana.

L'episodio più significativo, invece, avvenne nel 1944, quando Natuzza raccontò di aver avuto una visione e di essersi sentita annunciare la costruzione di “una grande casa per alleviare le necessità di giovani, anziani e di quanti altri si troveranno nel bisogno, con una grande chiesa che si chiamerà 'Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime'”.

Quarantatrè anni dopo, il 13 maggio 1987, l’allora Vescovo di Mileto, monsignor Domenico Tarcisio Cortese, diede l’assenso alla nascita di un’associazione, poi divenuta fondazione, che portava quel nome ed era finalizzata tra l’altro alla realizzazione dell’opera.

Proprio davanti al cantiere di questa struttura, a Paravati, piccola frazione di Mileto, è stato allestito l’altare sul quale si è celebrata la liturgia funebre per Natuzza, deceduta all'età di 85 anni il 1° novembre. All'annuncio, nel giorno dei Santi, le campane del suo paese hanno suonato a festa.

“Mi chiedono cosa pensi la Chiesa di Mamma Natuzza – ha riconosciuto monsignor Renzo –, e la risposta è nella partecipazione a questa cerimonia di tanti confratelli Vescovi”. Accanto al presule, sull'altare, c'erano cinque Vescovi, i pastori delle tre Diocesi di Locri-Gerace, Catanzaro-Squillace e Lamezia e due emeriti. Li circondavano più di cento sacerdoti.

Natuzza, sposata con un falegname con cui ha avuto cinque figli, fin dall’adolescenza era stata al centro di fenomeni inspiegabili, ritenuti da alcuni paranormali.

“Sono fenomeni di grande suggestione e se vogliamo di sensazionalismo, ma restano sempre marginali – ha affermato il Vescovo –. Natuzza non è grande per questi fenomeni, anche se appariscenti. Natuzza è grande per la sua fede, per il suo amore, per il suo 'sì' totale dato a Gesù sofferente”.

Monsignor Renzo ha rivelato nell'omelia che “Natuzza, donna debole nella salute, ma forte nella fede, ha mostrato il suo coraggio, la sua grandezza d’animo, soprattutto al momento della morte. E’ in quel momento che ha testimoniato a me e agli altri vicini al suo letto di agonia quale fosse la sua tempra spirituale e come la sua fede e il suo amore a Dio fossero tutto per lei”.

Il Vescovo ha ricordato di averla vista poche ore prima della morte e di averle chiesto: “Natuzza, volete baciare il Crocifisso?”. “Come se si fosse svegliata da un torpore di sofferenza, ha aperto gli occhi, ha fatto cenno di sì e porgendo e avvicinando le labbra ha baciato il Crocifisso. In quello stato di dolore e sofferenza ha dimenticato se stessa e ha baciato il Crocifisso riprodotto sulla mia Croce pettorale”.

Per ulteriori informazioni sui Cenacoli di preghiera, http://www.rifugiodelleanime.org
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