Di Don Matteo De Meo*
Celebrare "verso il popolo" o "dare le spalle al popolo"
Se un giorno, invece, qualche parroco chiede al suo vescovo di celebrare
sull’antico altare monumentale della propria parrocchia, e di riutilizzarlo per
le celebrazioni eucaristiche nella modalità, diciamo antica (con le spalle al
popolo), non si perde tempo a riunire commissioni liturgiche per valutare
l’opportunità teologica e pastorale di tale prassi. E, dopo varie sedute e
commissioni, forse si può rientrare in una sorta di "tolleranza"; ma dopo
aver subito non pochi contrasti e giudizi di diffidenza: "...Personalmente
preferisco celebrare rivolto verso il popolo e non dando le spalle..." ;
"...Credo che il sentire della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II sia quello
di celebrare verso il popolo..." ; "...Che in alcune parrocchie si celebri verso
il popolo e in altre versus Deum potrebbe causare confusione tra il popolo di
Dio, che vede fare cose diverse..." ; "...Prima di prendere una decisione del
genere bisogna sentire il parere del popolo..."; "...Ma i bambini non saranno
educati bene nel partecipare ad una celebrazione dove il sacerdote da a loro
le spalle ..."; "..Non si può accettare una tale celebrazione perchè Gesù
nell’ultima cena non ha dato le spalle agli apostoli...."; "...la messa è più
partecipata quando il sacerdote è rivolto verso il popolo..."; "...Non mi
sentirei a mio agio celebrando con le spalle al popolo...anche se questa è la
prassi del S. Padre"; "...La prassi di celebrare versus Deum è tipicamente
medievale e non ha nulla a che vedere con la prassi tradizionale e antica
della Chiesa...L’altare ad Deum è stato giustamente definito "mensolina" e
non ha la dignità di un altare per la celebrazione... La dimensione della
convivialità, della mensa, della comunione, è un aspetto fondamentale della
celebrazione eucaristica che si era dimenticata prima del Vaticano II e che la
Riforma liturgica ha riscoperto con la celebrazione verso il popolo..."; "...La
celebrazione versus Deum nasconde questa dimensione comunionale
esaltando unicamente la dimensione sacrificale della celebrazione
liturgica...".