Si evince, pertanto,
che entrambe le modalità di celebrare (versus populum e versus Deum) sono
legittime, e che è necessario evitare qualsiasi "contrapposizione" o
"estremizzazione" su tale questione. Inoltre, bisogna porre fine a quella
indiscriminata prassi di costruire comunque e ovunque altari nuovi davanti a
quelli antichi deturpando la bellezza e l’armonia dell’intero edificio sacro.
Solo in questo modo si potrà pervenire ad un confronto e a un dialogo
pacato e sereno perchè "l’ordinamento dei testi e dei riti deve essere
condotto in modo che le sante realtà che essi significano, siano espresse più
chiaramente. ..." (SC 21).
III. La riforma della sacra liturgia
21. Perché il popolo cristiano ottenga più sicuramente le grazie abbondanti che la sacra liturgia racchiude, la santa madre Chiesa desidera fare un'accurata riforma generale della liturgia. Questa infatti consta di una parte immutabile, perché di istituzione divina, e di parti suscettibili di cambiamento, che nel corso dei tempi possono o addirittura devono variare, qualora si siano introdotti in esse elementi meno rispondenti alla intima natura della liturgia stessa, oppure queste parti siano diventate non più idonee. In tale riforma l'ordinamento dei testi e dei riti deve essere condotto in modo che le sante realtà che essi significano, siano espresse più chiaramente e il popolo cristiano possa capirne più facilmente il senso e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva e comunitaria.