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La Chiesa in India accusata di "conversioni illegali di massa"

Ultimo Aggiornamento: 08/03/2010 11:30
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23/02/2010 19:51

Scontri dopo le polemiche per un'immagine blasfema sui libri scolastici

Per le violenze in India i presuli invocano la pace


New Delhi, 23. La Chiesa cattolica stigmatizza ogni gesto provocatorio e invita allo stesso tempo alla calma e alla pacificazione. C'è infatti forte preoccupazione nello Stato del Punjab, in India, per l'escalation di violenza contro la comunità cristiana.
Nei giorni scorsi due chiese sono state completamente devastate, mentre una terza è stata parzialmente incendiata, a seguito degli scontri avvenuti per la pubblicazione di una immagine blasfema di Gesù. L'immagine - realizzata dalla casa editrice Skyline Pubblications di New Delhi e riportata in un testo scolastico adottato su scala nazionale - raffigura Cristo, definito "idolo", mentre fuma e beve alcolici. L'immagine è apparsa sui media in diversi Stati del Paese, mentre nel Punjab, il ritratto è stato esposto anche nelle vie della città di Jalandhar. I cristiani della città hanno quindi chiesto, in maniera pacifica, di rimuovere dalle strade le affissioni blasfeme, provocando però la reazione negativa dei membri di alcune organizzazioni fondamentaliste indù, in particolare Bajrang Dal, Vishwa Hindu Parishad e Shiv Sena. Nella città di Batala, nel distretto di Guardaspur, la violenze scatenate dai fondamentalisti hanno raggiunto il culmine con gli attacchi alle chiese e il saccheggio di alcune abitazioni, tra cui quelle dei pastori delle comunità che sono stati anche aggrediti.
Il coprifuoco iniziale imposto dalle autorità è stato parzialmente tolto e la situazione è tornata relativamente calma, ma non pochi sono ora a temere che nel Punjab possa verificarsi un'altra ondata di attacchi alla comunità cristiana di uguale intensità a quella che si è verificata in Orissa nel 2008. I presuli indiani hanno esortato all'armonia religiosa. Padre Babu Joseph, portavoce della Catholic Bishops' Conference of India, ha affermato:  "I vescovi hanno condannato questo atto blasfemo e rinnovano l'appello per la pace nel Punjab e in tutta l'India". L'arcivescovo di Guwahati, Thomas Menamparampil, ha detto di "confidare in una soluzione pacifica" della vicenda. Inoltre, i presuli hanno chiesto alle autorità di rilasciare venticinque cristiani arrestati a seguito degli scontri.
Anche le organizzazioni indù moderate hanno condannato la pubblicazione dell'immagine blasfema, chiedendo l'arresto dei colpevoli. Il Governo locale ha assicurato l'adozione di ogni misura per arginare e prevenire qualsiasi forma di violenza. Il primo ministro del Punjab, Parkash Singh Badal ha affermato che "a nessuno è consentito di disturbare la pace nella regione". Oltre duemila poliziotti sono stati schierati per vigilare contro eventuali nuove azioni dei fondamentalisti. Inoltre l'autorità statale ha acconsentito a risarcire la comunità cristiana per i danni subiti. Le violenze anticristiane non sono una novità per il Punjab:  qui come in altri Stati indiani, la democrazia e la pacifica convivenza sono messe a rischio dall'attività dei fondamentalisti che seguono l'ideologia dell'hindutva per la creazione di una nazione teocratica. Secondo l'ultimo rapporto del Ministero dell'Interno, negli ultimi cinque anni gli attacchi alla comunità cristiana sono stati 3.800. Il fondamentalismo religioso sarà uno dei temi centrali della prossima assemblea dei vescovi indiani, di cui si parla in un articolo a parte pubblicato sulla stessa pagina de "L'Osservatore Romano".


(©L'Osservatore Romano - 24 febbraio 2010)
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