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Intervista a Francesco Colafemmina sulle "chiese dell'orrore" a Tg2 Mizar

Ultimo Aggiornamento: 09/06/2010 17:31
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23/11/2009 15:36

Intervista a Francesco Colafemmina sulle "chiese dell'orrore" a Tg2 Mizar

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23/11/2009 17:03

INTERVISTA A MIZAR E UN BREVE COMMENTO ALL'INCONTRO DI SABATO
 



Cari lettori,

qui sotto potete trovare una mia breve intervista rilasciata a TG2 Mizar. Certo non mi attendevo tanto onore, ma devo pubblicamente ringraziare Tommaso Ricci per aver voluto rivolgermi 10 domande sul perchè oggi si costruiscano così tante "chiese dell'orrore".


Poi una piccola postilla sull'incontro con gli artisti di sabato scorso. Il Santo Padre ha ritenuto opportuno circoscrivere l'incontro nell'ambito di una discussione fra arte "laica" e "mondana" e Chiesa. Insomma la prospettiva adottata è quella di un confronto con arte intesa come "comunicazione". D'altra parte il Pontefice ha sapientemente seguito l'impostazione data all'incontro da Mons. Ravasi cui probabilmente è sfuggita un'ottima occasione per il rilancio dell'arte sacra vera e propria. Ha fatto un po' tristezza vedere fra gli artisti in prima fila ad esempio un Raul Bova e l'iraniano con la sciarpetta verde in segno di protesta contro Ahmadinejad, ma c'est la vie... Per qualcuno andare dal Papa significa mettere in mostra se stesso.

D'altra parte non si poteva non notare l'assenza di due grandi compositori di musica sacra come Monsignor Bartolucci (già direttore grandioso del coro della Cappella Sistina) e Monsignor Miserachs Grau. Probabilmente la loro assenza è molto più significativa della presenza di tanti altri personaggi. Come è significativa l'assenza di Ennio Morricone e consorte e quella di Franco Zeffirelli. Per non parlare di Amii Stewart e di Patrizia Valduga. Davide Rondoni, critico nei confronti dell'incontro è stato retrocesso negli ultimi posti, quelli al di là del recinto della Sistina. Assente anche Laura Morante e Marco Bellocchio. Insomma giudicate voi.

Bene avrebbe fatto il Pontificio Consiglio per la Cultura a non coinvolgere il Santo Padre in questo "evento". Sarebbe stato straordinario ascoltare le sue autentiche parole in ben'altro contesto, un contesto più consono alla sensibilità di Benedetto XVI che, non a caso, al termine dell'incontro è andato via di corsa, verso impegni più importanti per la Chiesa, ovvero verso l'incontro con il primate anglicano per trattare la questione della Traditional Anglican Communion...



Fides et Forma
[Modificato da S_Daniele 23/11/2009 17:04]
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17/01/2010 11:24

LE CHIESE DELL'ORRORE PROMOSSE DALLA CEI!

Cari amici,

francamente non ho parole. Ho appena sfogliato il catalogo (pubblicato con l'ultimo numero di CASABELLA - costo €12) della prossima mostra organizzata dalla CEI a Roma, mostra sulle "NUOVE CHIESE ITALIANE". Si tratta di una esposizione dei 21 progetti complessivi che hanno partecipato al 5° dei tre concorsi nazionali (per Nord Centro e Sud della penisola) di progettazione di nuovi complessi parrocchiali. Hanno vinto le 3 chiese che vedete di seguito. Le altre foto sono di alcuni dei restanti 18 progetti che saranno esposti a Roma dal 20 gennaio presso la SALA1 (Scala Santa).
Per ora devo ancora metabolizzare l'indigestione di orrore che la CEI ci propina. Avrei voglia di commentare rivolgendo un accorato appello alla CEI affinchè abbia pietà di noi miseri fedeli in cerca della bellezza. Mi domando se i vari don Giuseppe Russo, Mons. Iannone, Mons. Crociata e persino S.E. il Card. Bagnasco non possano avere misericordia del nostro senso estetico e della nostra fede semplice e diretta, che cerca in Dio la vera Bellezza, e volerci così preservare dagli abomini che ci vengono presentati quali esperienze di proficuo dialogo con l'architettura e modelli di azione parrocchiale.

Nel frattempo vi invito tutti alla preghiera. La Santa Vergine ascolterà la nostra tristezza e convertirà di certo i cuori inariditi dalla mondanità dilagante!

Francesco Colafemmina


1° Class. Nord - Complesso parrocchiale Madonna delle Grazie - Dresano (Milano): esterno e interno




1° Class. Centro - Complesso parrocchiale Stella Maris - Porto Recanati (MC): esterno e interno


1° Class. Sud - Complesso parrocchiale Gesù Maestro - Racalbuto (AG): Madonna "Colabrodo"

Complesso parrocchiale Gesù Maestro - Racalmuto (AG): chiesa Zen con giardino Zen


Arch. Giampiero Lilli 2° Class. progetto Dresano: Chiesa di Star Treck


Alessandro Pessoli per progetto Dresano "segnalato" dell'Arch. Giovanna Potestà: Gesù "Pupazzo"


Arch. Manfredi Nicoletti, progetto non vincitore per Dresano (liturgista del progetto S.E. Card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo)



Arch. Luisa Fontana, 2° Class. progetto Porto Recanati: esterno e interno chiesa "occhio"

Fides et Forma

Come ben si può vedere lo scempio o, come piace dire al Colafemmina, l'orrore, continua interperrito senza alcun freno e con la benedizione della CEI.
Non importa che dei fraticelli, per non dire ladricelli, facciano costruire la sagoma del volto di San Pio di Pietralcina, così da poter guadagnare qualcosina (leggasi qui).
Ne importa che seguendo la moderna arte si metta in Chiesa una bella Madonna nuda (leggasi qui), chissà, forse, per taluni, cosidetti cattolici, stiamo facendo dei discorsi anacronistici, da bigotti tradizionalisti, e così viva le nuove chiese alla Simpson e i nuovi Gesù pupazzi!
Naturalmente anche viva la CEI (Congregazione, eterodossa, Italiana)! 
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17/01/2010 12:41

[SM=g7364] la mia breve riflessione sull'argomento, sul Fides et forma, è stata la seguente:

Ieri in famiglia si parlava di Natura, del calendario Maya....di terremoti, della parusia di nostro Signore...
Abbiamo tentato di "addolcirci" la pillola sottolinenando le parole del Signore: "...ma non è ancora la fine...." e abbiamo cercato di vedere gli eventi drammatici che viviamo in chiave positiva: Maranathà, Vieni Signore Gesù!

Insomma, stiamo vivendo una evoluzione climatica e geofica...l'asse centrale della terra pare abbia subito uno spostamento (impercettibile a noi) che sta determinando questi cambiamenti, sembra addirittura che secondo alcuni scienziati i due Poli potrebbero invertirsi nel senso del caldo e del freddo...o che l'Europa del Nord diventerebbe una nuova zona glaciale...altri dicono che siamo nell'era del surriscaldamento...

Tutte ipotesi certamente, ma tutte di scienziati con tanto di targhe, non parliamo di Topolino, ma di affermazioni UFFICIALI DI STUDIOSI...tuttavia nessuna certezza...solo ipotesi!

L'unica certezza che stiamo avendo è che nella Chiesa qualcosa si è davvero convertito, i cambiamenti sono reali, Satana E' ALL'OPERA....

Tempo fa anche qui spiegai che il Progetto delle NUOVE CHIESE andrà avanti per la sua strada...semplicemente perchè così è stato deciso in nome del Concilio...è uno di quegli errori di interpretazione che non verrà più corretto semplicemente perchè non abbiamo più nè i soldi, nè gli architetti, NE LA FEDE NECESSARIA per costruire Chiese che siano davvero CATTOLICHE perchè nelle nuove deve rispecchiare L'ECUMENISMO, ossia un ambiente che possa accogliere non solo i cattolici, ma anche chi non lo è...
Insomma le NUOVE chiese non devono dare la priorità a DIO ma ALL'INCONTRO DEGLI UOMINI in uno spazio, in un ambiente nel quale PARLARE DI DIO che non sia prettamente Cattolico, del resto va di moda dire che: la Chiesa non ha il monopolio di Dio ...

Notare che delle nuove Chiese, esteriormente, nulla richiama al Tempio, nulla richiama al Tabernacolo con il Dio Vivo e vero, sono eliminati campanili e Croci, l'anonimato dell'edificio richiama più a luoghi di RADUNI ANONIMI che ad una CHIESA in termine stretto...

Non so quanto questo sia giusto e fino a che punto sia stata una scelta saggia... confesso che viviamo nella confusione più complessa dove tutto è il contrario di tutto o dove tutto finisce per sancire la legalità di ogni arbitrio, fosse anche il più strambo...tutto in nome del NUOVO

Le Chiese con la C maiuscola lentamente scompariranno, forse ipotizzando una espressione del Cristo quando dice: "non resterà pietra su pietra", forse è così che deve andare proprio perchè stiamo spianando la strada NON al Cristo, ma ALL'ANTICRISTO che dovrà venire, come spiega san Paolo, e che egli verrà quando "sarà eliminato colui che lo frena"....
Chi frena l'Anticristo è la sana Dottrina, è il Diritto Naturale, tutti elementi che stiamo letteralmente perdendo....l'apostasia è giunta, il diritto naturale sta scomparendo, le parole di Paolo ai Tessalonicesi sono di una attualità incontrovertibile e Gesù non ci chiede di salvare gli eventi ma di PERSEVERARE NELLA FEDE...

Soffro solo all'idea, come ebbi modo di dire, che le prossime generazioni, forse anche fra 100 anni, non troveranno più Chiese dentro le quali IL VECCHIO E IL NUOVO si incontravano e si fondevano dando vita ai SANTI....non so se ciò è giusto, ma è così e credo che davvero noi non possiamo fare nulla per cambiare questi itinerari...
Ci aiuti Dio a trovare le risposte, e ci doni consolazione...


Il punto messo in evidenza è chiaro: la rivalutazione conciliare della dimensione comunitaria, essenziale alla fede cristiana, ha portato in fase applicativa a una desacralizzazione che nulla ha a che vedere con gli insegnamenti del Vaticano ii.


[SM=g7497] Incredibile ma vere, queste parole escono domani sull'Osservatore Romano in un articolo dal titolo:

Architettura e arte sacra

Ma il tabernacolo
non è un ingombro


www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#1

Come fa il giornale della Santa Sede a pubblicare queste verità e poi pubblicare anche articoli che sostengono invece tale dissacrazione?

Davvero non ci si capisce più nulla.... [SM=g8862]



[SM=g7182]

[Modificato da Caterina63 17/01/2010 12:42]
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18/01/2010 11:54

IL GIOVANE SELVAGGIO DAL PIO SUD! INTERVISTA SULL'APPELLO AL PAPA


Cari amici, non mi aspettavo di vedere la mia faccia arrabbiata e sorridente allo stesso tempo immortalata al termine dell'incontro del Papa con gli artisti in Cappella Sistina, il 21 Novembre scorso, sulla copertina del Vatican Magazin! Gli amici Paul Badde e Guido Horst hanno invece messo il mio faccione con un titolo molto emblematico: "Il Giovane selvaggio dal pio sud".
L'intervista ve la propongo tradotta in italiano. A breve conto di potervi pubblicare la traduzione di una lettera indirizzatami (un immeritato onore!) dal grande Martin Mosebach e pubblicata a commento dell'intervista.
Colgo l'occasione per rammentarvi che l'Appello è sottoscrivibile ancora, almeno sino al marzo prossimo. Date le tante brutture che continuano ad essere realizzate è bene firmare!




Ha appena finito di scrivere un libro sulla "Architettura massonica della nuova Basilica di Padre Pio" a San Giovanni Rotondo. E dalla sua homepage, "Fides et forma" castiga regolarmente i peccati grandi e piccoli dell'architettura chiesastica italiana. Ma a farlo non è un anziano che si lamenta del caos della Chiesa Cattolica a seguito del Concilio Vaticano II. Con appena 29 anni Francesco Colafemmina è qualcosa di simile a un "giovane selvaggio" della nuova generazione di cattolici amanti della tradizione che ha iniziato a chiedere cosa ne è stato dei propri padri assieme ai tesori dell'architettura e dell'arte sacra. Colafemmina ha appreso l'attività giornalistica presso la scuola della televisione di stato, RAI, ma ha studiato filologia classica. Ed è un fan della cultura ellenica, parla correntemente Greco, e nel 2007, ha pubblicato i dialoghi dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo con un dotto persiano sul cristianesimo e l'Islam citati nel discorso di Regensburg di Benedetto XVI, e diventati perciò assai famosi. Non è così è famoso, ma molta attenzione ha richiamato l'Appello a Sua Santità Papa Benedetto XVI per il ritorno a un arte sacra autenticamente cattolica, che Colafemmina ha redatto con alcuni amici in sette lingue e ha pubblicato su Internet all'indirizzo http://www.appelloalpapa.blogspot.com/ Abbiamo voluto sapere da lui, come è nato questo Appello e che cosa ci si aspettava da questa iniziativa.


di Guido Horst

1. Ci potrebbe spiegare un po’ la storia di questo appello a Sua Santità…

L’appello nasce a seguito di una lunga fase di gestazione e da una serie di coincidenze certamente “provvidenziali”. Nel novembre del 2008 a Cosenza un giovane editore, Manuel Grillo, ha organizzato un Convegno su “Arte Bellezza e Magistero della Chiesa”. A marzo del 2009 nasce il progetto del mio sito sugli esempi terribili di arte e architettura sacra della contemporaneità (Fides et Forma). Intanto a Roma si chiude con un grande successo la II edizione del Master in Architettura, Arti Sacre e Liturgia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Questo insieme di positive circostanze, fiorite indipendentemente fra di loro, ha portato frutto nell’esperienza dell’Appello, la cui idea primordiale si affacciò nel corso di un Seminario tenuto presso la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa il 23 giugno scorso.
Qui erano presenti numerosi dei futuri membri del “comitato promotore” dell’Appello, uniti ad alcuni ecclesiastici che hanno condiviso e caldeggiato l’idea. D’altra parte, nonostante l’interesse di una parte del mondo clericale, c’è stato un momento in cui si è corso il rischio di trasformare l’Appello in una sorta di “strumento curiale” interno alle politiche vaticane.
Perciò assieme agli “amici” laici con cui abbiamo dato vita a questa splendida idea, si è deciso di procedere in maniera indipendente e non strumentalizzabile. L’Appello non nasce quindi per l’interesse di qualcuno o per far “manovre” all’interno delle mura leoniane. E’ semplicemente un atto di amore per il nostro grande Papa, per la Chiesa tutta e per la ricchezza spirituale di secoli d’arte e architettura sacra che nutrono ancora le nostre anime mettendole in comunicazione con il Signore. Amicizia, fede, amore per Cristo, la Sua Chiesa, il Suo Vicario in terra: ecco, in sintesi, le ragioni del nostro Appello.


2. Il papa ha letto l’appello? Ci sono reazioni nel vaticano?


Ispirandomi al gesto dei monaci di Solesmes che nell’ottocento grazie ai servigi del Card. Pitra riuscirono a far pervenire a Papa Leone XIII le loro pubblicazioni che hanno sancito la rinascita del Gregoriano, anch’io ho voluto porre nelle sante mani di uno straordinario Cardinale, l’Appello, affinché potesse esser letto dal Sommo Pontefice. Così, qualche giorno dopo la pubblicazione dell’Appello ho ricevuto una comunicazione dalla Segreteria di Stato nella quale mi si manifestava l’apprezzamento di Sua Santità per l’Appello ed i suoi contenuti. E’ stato un momento di grande commozione e non ho potuto trattenere le lacrime alla lettura di questa lettera molto bella e preziosa…

3. Paolo VI fece un’incontro con gli artisti. Dieci anni fa Giovanni Paolo II ha scritto una lettera al mondo dell’arte. Adesso Benedetto XVI ha ricevuto di nuovo artisti “di ogni colore”… Si tratta del concetto del dialogo, promosso anche dal Pontificio Consiglio per la Cultura e il suo presidente, mons. Gianfranco Ravasi. Ma Lei vede la Chiesa come qualcuno che commissiona l’arte sacra e l’architettura sacra e la musica sacra, e deve stabilire certe regole. Questo è il concetto della committenza. Due concetti diversi… e anche opposti?

Un dialogo con l’ “arte di oggi” non è in opposizione alla rivalutazione del ruolo della committenza ecclesiastica. Anzi, il progetto di Mons. Ravasi è proprio quello di trasformare la Chiesa in committente di opere d’arte contemporanea di autori atei ed astrattisti quali Anish Kapoor, Jannis Kounellis o Arnaldo Pomodoro…
Il paradosso è che la Chiesa oggi si farebbe committente di un’arte che non nasce dalla Sua spiritualità e dalla conoscenza approfondita del Cristianesimo e non è neppure al servizio della Liturgia e della vita cristiana, ma è pura espressione di narcisistico mecenatismo (si veda il progetto di un padiglione del Vaticano alla prossima Biennale di Venezia). Piuttosto, la Chiesa diventerebbe committente di un’arte nata dall’opposizione del mondo contemporaneo alla tradizione ed alle forme del passato, dunque un’arte potentemente anticristiana!
Papa Pio X ricordava nell’enciclica Iucunda Sane del 1904 come le arti si siano sviluppate grazie alla Chiesa ed alla naturale tensione spirituale dell’uomo. Ora, la Chiesa vive non solo nello spazio, ma anche nel tempo: di qui discende il senso della tradizione. Tradizione non vuol dire fossilizzarsi sul passato, ma mutare naturalmente senza mai rinnegare il passato, bensì attualizzandolo nel presente. Quindi non si tratta di rompere con la tradizione delle forme del passato, come ha fatto una certa arte contemporanea. La Chiesa non vive di rotture ma di continuità. Perciò il discorso dovrebbe essere approfondito e non restare alla superficie di una mera definizione di stampo marxista del rapporto fra arte, committente e artista. Sembra invece che oggi, a scapito dei continui ammonimenti di Papa Benedetto, una parte della Chiesa sposi apertamente logiche commerciali ed affaristiche completamente mondane, dimenticando che la Chiesa non è al servizio dell’arte, ma esattamente il contrario.


4. Per Lei, lo “status quo” dell’arte sacra è anche una conseguenza dello “status quo” della teologia di oggi?

Certamente. Una società “desacralizzata” per usare le parole di Paolo VI e di Benedetto XVI si esprime attraverso un’arte completamente intramondana, incapace di elevarsi verso il Cielo. Ma anche incapace di rappresentare il mondo con la gioia cristiana della creatura che contempla nella vita il suo Creatore. Voglio dire che l’arte di oggi è puro esercizio retorico come nel tardo impero romano. Esercizio retorico venato di gnosi, ovvero di disprezzo per le forme naturali e per il creato. Perciò i corpi non possono essere rappresentati e ovunque regna un astrattismo deforme (che al massimo riesce ad accettare la bidimensionalità dell’icona orientale reinterpretata in chiave astrattista) ed un pensiero nichilista espresso attraverso ciò che dovrebbe essere interessante oggetto di studi psicanalitici più che vera “arte”. Negare l’Incarnazione di Cristo - come accade attraverso le nuove opere d’arte sacra incapaci di rispettare le forme corporee - , o negare la Presenza Reale nell’Eucaristia - come accade eliminando i tabernacoli dal centro delle chiese e mettendoli nel “retrobottega”- : questi sono gli esiti di una grave confusione teologica, dominante da almeno quarant’anni.

5. Perché tante chiese moderne – anche in Italia, anche a Roma – sono così brutte?

Perché manca la capacità di “orientare” le chiese a Cristo. Le si orienta all’uomo, all’architetto, alla funzionalità, alle esigenze materiali, mai al vero Centro, al Padrone di Casa – come amo definirLo -. Il vero scopo dell’architettura e dell’arte sacra è quello di favorire l’adorazione del Signore e servire la Liturgia. Non certo servire la funzionalità di una “cena comunitaria” fra uomini! Chiaramente, se si rinuncia alla tradizione, alla storia, ai fondamenti teologici, all’adorazione, alla fede essenziale nella Presenza Reale di Cristo. Se si desacralizza l’ambiente trasformandolo in un banale luogo del quotidiano, le chiese continueranno ad essere sempre più brutte. E ciò indipendentemente dal nome grande o piccolo dell’architetto!


6. Esiste una certa regola, forse anche una dottrina sul modo in cui costruire le chiese?

Esistono in Italia alcune norme della Conferenza Episcopale del 1993. Norme in parte obsolete e superate da pronunciamenti della Congregazione per il Culto Divino. Normalmente sacerdoti ed architetti le leggono come se si trattasse della Bibbia, attenendosi scrupolosamente e farisaicamente al loro dettato. Eppure sappiamo bene che il Concilio non ha mai detto che le chiese debbano essere tonde o ovali ed avere l’altare al centro (come affermano tali norme)! Né tantomeno che il tabernacolo debba stare in un angolo, come un soprammobile inutile…
Purtroppo, anche in nome delle devastanti “norme per l’adeguamento liturgico della CEI” del 1996, sono stati compiuti atti di vero e proprio vandalismo in numerose chiese italiane. Ovunque sono stati distrutti altari seicenteschi e settecenteschi. Eliminate pale d’altare, abbattute balaustre… Tesori d’immane valore, testimoni silenziosi della fede autentica, popolare e tutta concentrata sull’adorazione, sono andati perduti in nome di una furia iconoclasta senza paragoni. Oggi, a 2 anni dal Motu Proprio Summorum Pontificum, queste norme sono ancora in vigore! Nonostante in tutte le chiese sia opportuno poter celebrare “ad orientem”. Detto ciò, credo che il miglior manuale per la costruzione di una chiesa resti l’Introduzione allo Spirito della Liturgia di Joseph Ratzinger. Assieme alle Instructiones Fabricae di San Carlo Borromeo rappresentano due testi fondamentali che dovrebbero essere nelle mani di tutti coloro che si cimentano con la costruzione di nuove chiese.


7. Un’artista, che non è un credente, può creare una chiesa o un’opera d’arte per una chiesa o la liturgia e il culto?

Certamente si. Purché egli sia informato sui fondamenti della vita cristiana e sulle Verità della Fede. Io, ad esempio, non conosco il tedesco, se non scolasticamente. Potrei mai mettermi a scrivere poesie in una lingua che mi è ignota? Così anche un induista potrebbe costruire chiese, purché egli abbia conoscenza della “lingua” della Fede, della sua grammatica e della sua sintassi…
Tuttavia sarebbe preferibile che gli architetti e gli artisti che fanno arte e architettura sacra siano cattolici e credenti. In latino c’è il detto: ne sutor supra crepidam… il calzolaio non giudichi al di là delle scarpe. Così certe opere andrebbero realizzate da chi possiede l’esperienza, l’arte nel senso greco di “techne”, abilità materiale e sapienza tradizionale e spirituale.
D’altronde le chiese non le hanno mai costruite i soli architetti, ma i fedeli tutti. Le chiese sono opere comunitarie, non vuoti intellettualismi di una casta di privilegiati. Perciò spesso le comunità locali andrebbero interpellate quando si vuol realizzare nuove chiese.

8. Quando io vado a messa in Italia, trovo quasi sempre delle cartelle fotocopiate con alcuni canti diciamo allegri-piatti-popolari… Ma che fine ha fatto la polifonia e il canto gregoriano?

Il Gregoriano assieme a secoli di musica sacra sono semplicemente scomparsi. Sono scomparsi perché una certa mentalità diffusa tra sacerdoti, catechisti e animatori parrocchiali pensa che inserendo musichette melense o canzoni rock e pop si possa invogliare i fedeli a partecipare alla messa… Inutili svendite della nostra ricchezza culturale! Basta andare in Grecia il venerdì santo per sentir cantare il “Glikì mou Ear” o la notte di Pasqua il magnifico “Christòs Anèsti”, per capire che in secoli e secoli di tradizione cristiana lì nulla è cambiato, nemmeno il numero di fedeli che partecipano alla Santa Messa.
La musica è l’arte più “pericolosa”, diceva Platone, perché essa può facilmente modificare i sentimenti umani. Così il Magistero è sempre stato attento alla salvaguardia della buona musica polifonica e del canto gregoriano. Purtroppo però l’interesse di alcuni e la mentalità dominante ha negato e continua a negare a tante generazioni di cristiani l’accesso a capolavori che se non ascoltati svaniscono nel nulla. Bisognerebbe diffondere la cultura della vera musica sacra, favorire concerti e sensibilizzare i fedeli. La bellezza infatti unisce tutti in un’unica comunità, purché la si renda accessibile e viva!

9. Ma sul serio: un appello al papa, pubblicato in internet, può cambiare qualcosa?

Un Appello pubblicato su internet può cambiare tante cose! Ricordiamo a questo proposito il famoso Appeal to Preserve Mass Sent to Vatican, pubblicato sul Times il 6 luglio 1971 e recante le firme di soli 57 sottoscrittori. L’Appello fu recepito da Papa Montini che il 5 novembre 1971 concesse all’Inghilterra e al Galles il cosiddetto “Indulto di Agatha Christie”, dal nome di una sua illustre firmataria. Ebbene, il nostro Appello ha oggi raggiunto più di 1600 sottoscrizioni. Chissà quanti bei cambiamenti dovremo attenderci!

10. In che senso la chiesa di Roma, il papa e la curia romana, possono dare un impulso per la rinascita di una musica e arte sacra nel senso pieno della parola?

Basta poco. È un po’ come in quel racconto di Edgar Allan Poe nel quale l’oggetto che può risolvere la storia è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno sembra accorgersene. Così oggi la Chiesa possiede migliaia di artisti, architetti, artigiani pronti a servirla con amore ed in linea con la sua millenaria tradizione. Ha un esercito di coristi, organisti, musicisti, pronti a far rifiorire il gregoriano, la polifonia, la musica organistica approvate dal Magistero. Ed ha milioni e milioni di fedeli che hanno bisogno di incontrare il Signore, che lo cercano e spesso non lo trovano nelle spoglie e squallide chiese contemporanee. Quindi la Chiesa non ha che da ascoltare questo “sensus communis”, non ha che da rimboccarsi le maniche per recuperare il suo ruolo di protagonista dell’arte e dell’architettura sacra, non di gregaria di arti e architettura profane ed atee. Così non serve a nulla radunare artisti analfabeti della fede, ed organizzare happenings in Vaticano. Basta rivolgersi a quegli umili e semplici servitori della Chiesa che creano l’arte autenticamente cattolica, un’arte capace di illuminare tutti i fedeli portando sulla terra un lembo della raggiante bellezza del volto di Cristo.

18/01/2010 12:00

Ah e' lui Colafemmina?????
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Re:
Gabbianella1., 18/01/2010 12.00:

Ah e' lui Colafemmina?????




Si, nel primo post c'è anche un video di una suo intervista.
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4 MILIONI E MEZZO DI EURO PER UNA SCHIFEZZA SIMILE?

Gravina di Puglia: chiesa dello Spirito Santo (rendering e cantiere al 12 Febbraio)

di Francesco Colafemmina

Secondo voi questa struttura ecclettica e deforme è una chiesa? A quanto pare sì. Allora, provate a rispondere a quest'altro quesito: secondo voi è logico spendere € 4.250.000 per realizzare una simile porcheria?

Io credo proprio di no. Anzi, credo che buttare tutti questi denari per realizzare una chiesa così orrenda e squallida proprio nel nostro sud ricco di tradizione e storia sia copevole e criminale. Con 4 milioni e mezzo di euro si potrebbero sfamare molti poveri, si potrebbe dare un lavoro a molta gente, si potrebbe dare un riparo alle centinaia di immigrati che vagabondano per le strade dei nostri paesi (soprattutto qui in Puglia). Si potrebbero avviare imprese cooperative per la formazione di giovani disoccupati e disagiati; si potrebbero costruire dalle 5 alle 6 chiesette in stile tradizionale con più di cento posti per ciascuna.

Si potrebbero ristrutturare antiche chiese diroccate nei centri storici della diocesi di Altamura, Gravina e Acquaviva. Si potrebbe dar vita a scuole di formazione professionale, a corsi di arte sacra, di pittura, di scultura, di agiografia. Insomma si potrebbero finanziare decine e decine di splendide iniziative con 4,5 milioni di euro. Invece li si butta nell'erezione di un mostro architettonico che non ha neppure lontanamente l'aspetto di una chiesa e che offende in profondità la nostra dignità storica, religiosa e devozionale di uomini e donne del sud.

Purtroppo non è l'unico esempio della diocesi in questione, la mia diocesi, sembra anzi che l'edilizia chiesastica sia piuttosto fervida da queste parti. Non bastano infatti le devastanti opere di adeguamento liturgico che vi racconterò nei prossimi giorni! Qui sotto trovate un altro aureo esempio proveniente da Altamura:
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Altamura: chiesa della SS. Trinità

Altre nuove chiese sono in fase di costruzione, tra le quali si segnala per bruttezza quella del Santissimo Redentore sempre ad Altamura. Una chiesa a la "Botta", come quella di Sambuceto, solo che invece di essere a pianta quadrata, ha la tipica forma "a torta" particolarmente prediletta nella Diocesi di Altamura. Questa storia delle chiese "a torta" è quantomai curiosa. Dove hanno letto committenti e architetti postconciliaristi che le chiese debbono avere questa forma da tempio della Gran Madre? Dove hanno letto nelle disposizioni del Concilio e del postconcilio che le chiese devono essere tonde come delle ciambelle e al posto del buco devono avere l'altare al centro?

Purtroppo però continuano a buttare i nostri soldi in appalti e commesse fantasmagoriche, a lucrare sulla nostra pelle di cittadini e di fedeli!

Per distrarci un po' dall'orrore conviene allora guardare l'opera magnifica che si sta realizzando a Pristina, in Kossovo, segnalataci da un gentilissimo lettore. Si tratta della concattedrale cattolica dedicata alla Beata Madre Teresa di Calcutta: un cantiere in stile tradizionale nel bel mezzo di Pristina, simbolo solenne di una presenza che non si confonde con la banalità quotidiana, che rinnova una spiritualità autentica perché non modellata sulle mode o i conformismi del presente, ma sulla promessa di salvezza che vive al di là del tempo. Un plauso a Mons. Dodë Gjergji che sta realizzando questa meraviglia nella capitale di una nazione composta al 95% da Musulmani! Qui di seguito le foto:

Pristina (Kossovo): concattedrale della Beata Madre Teresa di Calcutta (cantiere e rendering)

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LETTERA DALLA CHIESA-PANETTONE!

Chiesa di Santa Edith Stein a Roma - da me ribattezzata "chiesa panettone" o "chiesa ufo"

Ricevo e pubblico:

Sono un fedele e il Direttore dell'Oratorio della Parrocchia di Santa Edith Stein e casualmente cercando delle immagini della Nostra Patrona sono finito su un sito che definiva la mia comunità un ufo, mi é venuta veramente la nausea nel vedere il modo in cui Lei ,solo credo per sentito dire o per altri interessi a me sconosciuti ha definito la Nostra Nuova Parrocchia che oltre ad essere un FARO del nostro quartiere è anche apprezzata da tantissime persone e da circa un mese è in mondovisione tutte le mattine per Santa Messa su SAT2000.
Il preblema secondo me è che non si perde mai l'occasione di stare zitti quando non si conoscono veramente i fatti e non si è visitata la parrocchia.
Ad esempio il nome Santa Edith Stein è stato fortemente Voluto dal PAPA GIOVANNI PAOLO II e scusa se è poco...

Il proscenio della chiesa-panettone: gli attori si sistemano davanti all'altare di Dioniso nell'orchestra...ah, scusate, non è un teatro... e quello è l'altare di Cristo!

Tornando alla forma credo non spetti a lei giudicare una forma che se invece di fare solo chiacchiere venisse da noi una mattina si renderebbe certo conto di quando sia accogliente e per lo più tutto diventa relativo quando all'interno vi si trova una Comunita' di persone che professa la propria fede e il proprio Amore a Cristo.
Quindi, certa retorica e accostamenti a ufo o panettoni sono veramente di cattivissimo gusto e mi fa specie che se ho ben capito il sito è di venatura cattolica.

Il discorso è valido anche per le altre Parrocchie che conosco, comunque sono quì ancora a sottolineare il mio disgusto alle sue parole e le assicuro che la Parrocchia di Santa Edith Stein è una bellissima comunità nella periferia romana e che grazie a Dio possiede una Chiesa MODERNA CAPIENTE ACCOGLIENTE e ARMONICA.
Se ha un pò di tempo invece di scrivere solo commenti inutili scriva anche questo...
Scusi la mia ira ma io e la mia Comunità ci siamo sentiti veramenti offesi da questi suoi inutili accostamenti che forse nascondono altre cose che a noi non è lecito sapere.
Resto in attesa di una sua risposta e cordialmente la saluto.


Luigi Messercola


RISPOSTA:

Caro Signor Luigi,

mi spiace che lei e la sua Comunità (della quale deduco che lei sia il portavoce) vi siate "sentiti veramente offesi" da quanto scrivevo mesi fa sulla nuova chiesa parrocchiale di "Santa Edith Stein".
Mi spiace anzitutto perché a quanto pare lei non riesce a comprendere che la mia critica era riferita allo sgorbio e all'orrore architettonico. Per quanto concerne i fedeli, invece, questi non possono che avere la mia piena solidarietà per l'orrore di chiesa che si ritrovano! Sono dunque vicino a voi con sincero affetto per la cattiva sorte di avere una chiesa così brutta!

Chiesa-panettone: il tabernacolo (da notare lo spettacolare effetto fiamma: roveto ardente o diabolica evocazione? Di sicuro una soluzione piuttosto infelice!)

Mi permetto inoltre di invitarla a distinguere fra chiesa intesa quale edificio architettonico (una roba umana, a volte anche troppo umana) e chiesa intesa quale "comunità" o parrocchia. In quest'ultimo senso la vostra parrocchia sarà anche un faro della fede, ciò non toglie che questa fede si esprima nel vostro caso anche attraverso un edificio chiesastico-panettone di dubbia bellezza.
Inoltre come non congratularsi con voi per il vostro grande successo, visto che siete in mondovisione? Non sapevo, infatti, che una chiesa, una parrocchia, una comunità fossero più importanti se osservate in mondovisione rispetto allo sguardo che su di esse dovrebbe avere Cristo. Ma si sa, nel mondo di oggi è più importante farsi belli per la TV che per il Signore. E dunque ben vengano edifici chiesastici-panettoni esposti in TV come modello della Chiesa del XXI secolo! Io, modestamente, mi accontento di vedere in mondovisione le messe del Papa da San Pietro, una basilica un po' antiquata e forse poco funzionale, ma almeno bella!

Ingresso della chiesa-panettone: l'avevamo scambiato inizialmente per quello di una banca o di un centro commerciale, poi ci siamo accorti che quelli ai lati non sono posacenere ma acquasantiere

Altre due paroline finali. Da un lato non posso che essere d'accordo con lei, la vostra chiesa è accogliente, ma siamo certi che abbia la forma di una chiesa e non di un panettone? Questo non l'ho ancora capito.
Quanto poi al nome della parrocchia mi sembra piuttosto palese che essa avrebbe dovuto essere intitolata a Santa Teresa Benedetta della Croce, e non a Santa Edith Stein. Per 2 validi motivi:

1. Edith Stein non è nemmeno il "nome di battesimo" della Santa che infatti era ebrea ed è stata accolta nel cattolicesimo il 1 gennaio 1922;
2. Una suora, una volta fatta la professione religiosa cambia il suo nome di battesimo con il nome da religiosa.

Ne consegue che la serie di Santi qui di seguito non li chiamiamo col loro nome di battesimo, ma con quello con cui si consacrarono a Cristo:

San Pio al secolo Francesco Forgione
Sant'Antonio da Padova al secolo Fernando Martim de Bulhões e Taveira Azevedo
San Domenico al secolo Domingo de Guzmàn
Santa Teresa d'Avila al secolo Teresa Sánchez de Cepeda Ávila y Ahumada
Santa Teresa di Lisieux al secolo Thérèse Françoise Marie Martin
San Giovanni della Croce al secolo Juan de Yepes Álvarez
San Francesco da Paola al secolo Francesco Martolilla
Santa Teresa di Gesù de los Andes al secolo Juana Fernandez Solàr
etc. etc. etc.

Infine se lei guardasse il sito della Santa Sede si renderebbe conto che la Santa è qui chiamata con il suo nome corretto: Santa Teresa Benedetta della Croce (lo dice proprio il Venerabile Giovanni Paolo II... mica cotiche!).
Al di là delle polemiche, un caro saluto a tutti i fedeli della Parrocchia di Santa Teresa Benedetta della Croce!
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Francesco Colafemmina
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p.s.: posso chiederLe quanto è costata questa nuova chiesa?
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Interno della chiesa-panettone: graziosa e funzionale stella a otto punte sul soffitto

Fides et Forma

16/02/2010 14:38

Io credo che l'importante sia Chi c'è dentro.
 
Nel mese di gennaio il parroco della Comunità Madonna della Selva, di cui faccio parte, insieme ad alcuni giovani si è recato in Nigeria, nella zona ex Biafra, per far vivere un'esperienza a questi giovani.

Al ritorno c'è stata una serata comunitaria dove il parroco con i giovani hanno testimoniato con parole e imamgini la loro esperienza, e fra le varie immagini non sono certo passate inosservate le immagini di alcune chiese che avevano una struttura architettonica da "invidiare, se andava bene avevano il tetto e magari uno o due muri e fuori delle celebrazioni venivano adibite ad aule, se andava bene, o a pascolo per le caprette.

Ma non credo che il Signore si vergognava di "abitarrvi".
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16/02/2010 15:08

Re:
enricorns, 16/02/2010 14.38:

Io credo che l'importante sia Chi c'è dentro.
 
Nel mese di gennaio il parroco della Comunità Madonna della Selva, di cui faccio parte, insieme ad alcuni giovani si è recato in Nigeria, nella zona ex Biafra, per far vivere un'esperienza a questi giovani.

Al ritorno c'è stata una serata comunitaria dove il parroco con i giovani hanno testimoniato con parole e imamgini la loro esperienza, e fra le varie immagini non sono certo passate inosservate le immagini di alcune chiese che avevano una struttura architettonica da "invidiare, se andava bene avevano il tetto e magari uno o due muri e fuori delle celebrazioni venivano adibite ad aule, se andava bene, o a pascolo per le caprette.

Ma non credo che il Signore si vergognava di "abitarrvi".




E cosa c'entrano chiese che per miracolo esistono poichè non hanno un soldo con chiese che son costate milioni di euro per costruire poi dei pastrocchi???
Qui non siamo in Nigeria e lo sai bene.
16/02/2010 15:32

Guarda che con € 4.250.000 non è che si possa realizzare chissà che.

E poi insisto ciò che conta è Chi c'è nella chiesa in Puglia o in Nigeria che siamo
16/02/2010 15:34

Qui non siamo in Nigeria e lo sai bene.

Ma sarebbe bena a volte pensare come se lo fossimo, o quella è un'altra Chiesa?
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16/02/2010 16:43

Re:
enricorns, 16/02/2010 15.34:

Qui non siamo in Nigeria e lo sai bene.

Ma sarebbe bena a volte pensare come se lo fossimo, o quella è un'altra Chiesa?




Scusa ma che discussioni stai facendo?
Potrei benissimo risponderti che anche i credenti dovrebbero pensare come se fossero dei nigeriani, ergo dovresti vivere in una capanna semicoperta e non in un appartamento!
O loro sono altri tipi di credenti?
Noi viviamo in un contesto sociale e culturale diverso con un patrimonio artistico, storico ben diverso dei somali, con tutto il rispetto di questi fratelli.
Con 4 milioni di euro invece di quel pastrocchio che non rispecchia la fides cattolica si poteva benissimo costruire una chiesa che rispecchiasse tale fede, si continua a sottovalutare la forma che è in sintesi ciò che rispecchia la sostanza, cioè la fede.
Se poi, le porte che dovrebbero rappresentare l'ingresso al Tempio di Dio, alla Nuova Gerusalemme, sono identiche a quelle dell'ingresso alla SMA, o magari al parente posacenere alias acquasantiere, o magari un fuoco che brucia il Tabernacolo o peggio ancora la stella a Otto punte!
Beh, allora tutto fa buon brodo, ma siamo sicuri che tutto ciò rappresenta la fede cattolica?
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19/02/2010 11:47

FIDES ET FORMA SU LIBERO DEL 12 Febbraio 2010


di Francesco Colafemmina

Ringrazio l'amico Silvano per avermi segnalato quest'articolo apparso su "Libero" di venerdì scorso e firmato da Caterina Maniaci. L'aricolo mi cita - immeritatamente - ma soprattutto conferma l'interesse di Libero per la battaglia contro il brutto che avanza anche nella Chiesa. Mentre la maggiorparte dei quotidiani italiani continua a fare la politica dello struzzo e sebbene sia pronta a criticare la Chiesa su tutto, non apre bocca sulla questione dell'arte e dell'architettura, "Libero" dà grande spazio alla critica positiva a questa devastante "edilizia" ecclesiastica il cui unico scopo sembra sia l'allontanamento progressivo dei fedeli dalle chiese...
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Che dire? Se volessimo parlare poi dei quotidiani cattolici o cattolicizzanti dovremmo segnalare anche in tal caso il totale disinteresse per questioni di questo genere, anzi, sui giornali cattolici si finisce per glorificare le sorti magnifiche e progressive dell'architettura e dell'arte sacra. Che strana alleanza quella fra giornalismo cattolico e giornalismo laico o laicista in questo campo minato dell'arte e dell'architettura sacra!
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Ma meno male che c'è "Libero"! Grazie a Caterina Maniaci e grazie alla redazione di "Libero" per questo impegno davvero cattolico!

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19/02/2010 18:50

5 MILIONI E MEZZO DI EURO PER UNA SCATOLA CEMENTIZIA A MOLFETTA


di Francesco Colafemmina

Se l'ultima chiesa di cui vi ho parlato costerà qualcosa come 4,5 milioni di Euro, a Molfetta - sempre nella bella Puglia - se ne sta costruendo una da ben 5,5 milioni di Euro. Sembra una gara a chi spende più soldi, tanto pagano gli italiani (con l'otto per mille) e i fedeli (con donazioni e contributi vari).

Quella di Molfetta, intitolata alla Madonna della Rosa è una chiesa speciale perché sembra una sorta di riedizione in chiave teatrale del cubo di Fuksas. L'impianto è molto simile a quello dei teatri d'opera dell'800 naturalmente privo di ordini e palcoscenico. Per il resto si tratta semplicemente di una enorme scatola in cemento armato. Scatola che assieme alla casa canonica, all'auditorium (e viene da chiedersi che bisogno ci sia di un auditorium se la chiesa lo è già), e ai "locali per il ministero" (ovvero sacrestia e affini) realizza un budget previsionale pari ad € 5.425.986.
Di questa somma circa la metà è gentilmente offerta dai contribuenti italiani, attraverso la generosa CEI (€ 2.581.000); un milioncino di euro lo mette invece la diocesi che fu del santo subito don Tonino Bello; mentre €1.844.989 lo dovranno mettere i fedeli e i vari benefattori. All'uopo sul sito della parrocchia una di quelle faccine tanto usate su messenger si agita affranta lanciando un messaggio: "help!".
Si, i committenti di questo abominio hanno bisogno di aiuto! Ma forse l'unico aiuto che gli si potrebbe dare consiste in qualche panetto di tritolo da posizionare accuratamente in punti strategici della costruzione in fase di ultimazione. Una bella esplosione e via...
Ma non vorrei esser preso per un bombarolo. Perciò torniamo alla chiesa in questione. Lasciamo perdere l'architettura che - ripeto - è evidentemente influenzata dagli incubi di Fuksas. Prendiamo invece lo splendido campanile. A parte l'evidente sbrodolamento kitsch, sarebbe curioso capire se il campanile si riferisce volutamente alla forma di una barchetta bianca... rievocazione romantica (e alquanto pacchiana) della vocazione marinara di Molfetta.
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La scatola di cemento: veduta laterale
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Veniamo invece agli interni. Non sono riuscito a recuperare dei rendering degli spazi interni, tuttavia è interessante concentrarsi sugli artisti che "abbelliranno" questo capannone cementizio. Uno su tutti, particolarmente in voga da queste parti è l'artista Giovanni Morgese.
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Un emblematico crocifisso di Morgese: Gesù come al solito è un pupazzo di pezza...
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Non esprimo giudizi, solo vi rimando ad una carrellata di sue opere. Guardate e giudicate voi.
L'altro artista è - udite udite - il parroco stesso. Chissà che ne uscirà fuori!
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La scatola di cemento: scorcio
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Leggiamo quanto riportato da
"il Fatto" di Molfetta nel febbraio 2009: "Le opere artistiche saranno invece realizzate da Giovanni Morgese, Giuseppe Samarelli e dallo stesso parroco: “Recupereremo quanto è già presente nell’attuale chiesa: sarà il punto di partenza per la nuova”. E il primo passo sarà quello del portale in bronzo, un portale realizzato “a tre mani” ed in cui ognuno degli artisti imprimerà la sua impronta e la sua idea di arte per un progetto comune. La nuova chiesa oltre ad essere bella sarà anche moderna, accessibile e rispettosa dell’ambiente: “L’edificio sarà completamente accessibile ai disabili e sarà dotato di un impianto fotovoltaico che ci consentirà di abbattere notevolmente i costi di gestione”. Insomma, una sfida nella sfida: la realizzazione di un nuovo edificio di culto ma anche la consapevolezza di compiere un passo capace di coinvolgere l’intera comunità cittadina e non solo quella parrocchiale."

Quindi persino la chiesa con impianto fotovoltaico: siamo proprio nel futuro!
Adesso però vi spiego come funziona il sistema dell'8 per mille per pagare queste colate laviche cementizie. Dunque, nel 2003 la CEI ha approvato un regolamento per il finanziamento (a fondo perduto) della nuova edilizia di culto. Questo regolamento indica tutte le procedure per poter finanziare:
a. Acquisto dei suoli o del diritto di superficie di essi (purché il diritto di superficie non sia concesso da altri enti ecclesiastici);
b. Realizzazione di nuovi edifici di culto;
c. Realizzazione della casa canonica;
d. Realizzazione dei "locali del ministero pastorale" (sale per catechesi, sale polifunzionali, etc.).
Se il progetto è ammesso al finanziamento CEI si possono anche chiedere finanziamenti (a fondo perduto) per le "opere d'arte".
Ora, questi finanziamenti sono determinati in base ad alcuni parametri che vengono aggiornati di anno in anno. I parametri variano essenzialmente per nuclei di abitanti dai 3000 ai 10.000 e oltre. Quindi per fare un esempio: se sono in una parrocchia con meno di 3000 abitanti per accedere al contributo devo rispettare dei precisi parametri (essenzialmente entità della superficie adibita a ciascuna tipologia di intervento). Se rispetto questi parametri ho diritto al contributo CEI.

Che succede però? Succede che i parametri posti dalla CEI non riguardano affatto i criteri costruttivi o i "canoni" estetici. Sono invece meramente burocratici, da ragionieri, non da uomini di fede che contribuiscono a edificare templi al Signore. Logicamente ne discende che tutte le chiese che oggi si realizzano se sono sponsorizzate dall'Ordinario del luogo e rientrano nei parametri, vanno benissimo per la CEI. Non c'è quindi alcun criterio cattolico di discernimento, bensì un mero criterio economico.

Il parroco dell'erigenda scatola di cemento e il Vescovo: entrambi indossano uno splendido modello "fiori rosa.. fiori di pesco..."

Stupirà allora vedere che sulla pietra di fondazione della nuova chiesa della Madonna della Rosa a Molfetta troneggia uno splendido compasso con cazzuola muratoria?
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Dove c'è il denaro c'è casa (per i grembiulini)
.
P.S. qui sentite il parroco accorato per il denaro ancora necessario ma sempre pronto a ricordare che lo Spirito è più importante della materialità (che bella faccia tosta!).








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[Modificato da S_Daniele 19/02/2010 18:52]
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10/04/2010 16:21

MA E' UNA PROVOCAZIONE? A L'AQUILA VA IN SCENA LA CHIESA LUMACA!



di Francesco Colafemmina

Sembra un brutto scherzo, invece si tratta della nuova chiesa "della Resurrezione" che nascerà a L'Aquila nei prossimi 12 mesi. Progetto di Enzo Eusebi, il cui studio di architettura si chiama "Nothing" (nomen omen). Per voi lettori ho preparato così un quiz: secondo voi a cosa si è ispirato l'architetto nel realizzare questa porcata?


A. ad una Luria Spurca


B. alla struttura anatomica di una Lumaca


C. ad un altro tipo di conchiglia di cui non mi sovviene il nome...


D. al personaggio di Guerre Stellari Jabba the Hutt


I vincitori del quiz vincono una lettera di protesta che scriverò a loro nome gratuitamente e invierò al Vescovo dell'Aquila...

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10/04/2010 18:15

[SM=g7515] te ne sei accorto oggi della CHIESA LUMACA???


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10/04/2010 18:33

Da circa una settimana che lo sò e da due giorni che ho visto l'articolo di Colafemmina, ma non avevo avuto il tempo di inserirlo. ^_^
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07/05/2010 17:09

ARTE E ARCHITETTURA SACRA: C'E' UN PROGRAMMA PER DEMOLIRE L'IDENTITA' CATTOLICA



La chiesa di Nostra Signora di Loreto a Brooklyn - a breve sarà demolita!

di Francesco Colafemmina

Nel mio saggio che sarà questa settimana in libreria, non mi occupo soltanto di simboli criptomassonici o apertamente tali, quanto piuttosto di definire lo stato di impressionante decadenza delle arti e dell'architettura sacra nella contemporaneità.

Più in dettaglio si tratta di analizzare le ragioni che hanno condotto alla realizzazione di una chiesa impressionantemente aliena allo spirito e alla tradizione cristiana come quella di San Giovanni Rotondo. Non si tratta, infatti, di un unicum, bensì di un modello per le chiese del futuro: ed è ciò che più ci accora.

Che d'altronde sia questo l'indirizzo degli alti vertici delle committenze ecclesiastiche è estremamente manifesto. Come gli artisti di allora (si era nel 1994-1996) furono scelti in base a criteri di pura notorietà personale, indipendentemente dalla "cattolicità" o meno sia dell'artista che della sua estetica, così anche oggi assistiamo ad un fenomeno identico. E la proposta di un padiglione alla Biennale di Venezia del 2011, patrocinato dal Vaticano, rientra nella stessa attenta strategia che condusse alla realizzazione del santuario di San Giovanni Rotondo.
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Mimmo Paladino - Matematico (notare le orchidee e la runa Algiz sulla spalla destra del personaggio... simboli esoterici... a manetta!)
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Degli artisti che parteciparono a quell'esperienza sono rimasti in vita Vangi, Paladino e Pomodoro. Tutti e tre, non a caso, continuano ad essere sbandierati quali artisti dotati di una profonda spiritualità e adatti alla produzione di opere d'arte sacra. In verità sappiamo che i percorsi estetici di questi grandi artisti divergono - già nelle premesse - da una estetica cattolica. Perché dunque vengono selezionati loro e non i tanti piccoli, medi e grandi artisti che all'arte sacra dedicano la loro intera esistenza, senza magari alcun riconoscimento degno di nota da una Chiesa che li snobba e li lascia al palo come fossero relitti di un passato neppur degno di un museo.

C'è chi li ha definiti "artigiani" questi artisti autenticamente cattolici, esaltando al contrario l'idea personalistica di artista contemporaneo nelle sue forme autoreferenziali rappresentate dai vari Bill Viola, Anish Kapoor, Jannis Kounellis e via dicendo.
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Giuliano Vangi - Donna che ride

Ma il punto qual è? E' che pur nella libertà delle interpretazioni e delle visioni estetiche non è possibile che con tale evidenza si metta in discussione non lo stile (che è un concetto in divenire), bensì il linguaggio dell'arte e dell'architettura sacra. E se un linguaggio diventa incomprensibile ai più probabilmente perché non ha contenuti da esprimere e dunque si rifugia in se stesso e nel proprio esibizionistico godimento di sè, allora parleremo di un linguaggio relativistico e fallimentare, giacché manca l'obbiettivo costitutivo di ogni linguaggio ossia la comunicazione.

Non voglio parere un complottista degenere, però, se affermo che dietro queste idee oggi piuttosto dominanti (e, si badi, non perché siano propugnate dalla maggioranza, bensì da una minoranza prepotente) sembra esserci un chiaro programma, non posso temere smentite.
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Mario Botta (altro guru architettonico): Santuario Beato Giovanni XXIII a Seriate
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Santuario del Beato Giovanni XXIII a Seriate: "presbiterio" con opera di Giuliano Vangi (di Cristo sulla croce c'è solo la forma scavata... Cristo non risorge dal sepolcro ma direttamente dalla croce! Wow!)
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E' di questi mesi, ad esempio, la
tragica vicenda della chiesa di Nostra Signora di Loreto a Brooklyn, New York. Questa splendida chiesa costruita dagli italiani nel 1906, sarà prossimamente abbattuta per ricavarne un residence, giacché la chiesa sarebbe - a detta del vescovo italoamericano Nicholas Di Marzio - troppo costosa da restaurare. Eppure per il gruppo di combattivi italoamericani che hanno cercato di difenderla, questa chiesa non è poi messa così male. Al contrario è uno splendido esempio di ciò che una chiesa dovrebbe essere: non solo un luogo di culto, ma anche un luogo urbanisticamente pregnante per definire la centralità di una comunità, di una storia, di un passato che vive anche nel presente.

Così la chiesa sarà distrutta e già hanno cominciato a smembrarla portando via le belle vetrate...

Lo stesso autoritarismo, la stessa presuzione priva di carità, la stessa arroganza saccente che ha contraddistinto l'operato dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo, pronti ad affermare persino in TV che Padre Pio non solo era obbediente da vivo, ma la sua obbedienza continua pure da morto e da Santo... così in virtù di questo voto di obbedienza perpetua Padre Pio avrebbe accettato persino di essere traslato nella nuova chiesa. Questa è la carità dei postconciliaristi audaci e ferventi? Questa è la carità di coloro che vogliono avere una Chiesa di cristiani adulti, mentre continuano a trattarli da infanti o da dementi?
..

Arnaldo Pomodoro - sfera (Giardino della Pigna - Vaticano) - La sfera è una rappresentazione simbolica della gnosi: le forme perfette sono corrotte e putride al loro interno.
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In ogni caso i fedeli di Brooklyn non possono far nulla come tutti i fedeli cattolici del mondo. Non è stata forse la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa ad autorizzare la vendita o la demolizione di quelle chiese prive di rilevanza storico-artistica (determinata in base a quali criteri?) che si trovano in quartieri spopolati e meno densi di cattolici? Non è stato ufficializzato tutto ciò nel novembre del 2009? Eh sì! Oggi non solo si continuano a riadeguare le antiche chiese, cosicché fra qualche anno non si saprà più dove celebrare secondo il rito antico, non solo si continuano a costruire aberranti amenità architettoniche farcite di variopinte leziosità artistiche, ma si demoliscono anche i "ruderi" del passato.
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Chi fermerà questi costanti scempi? Chi cambierà i programmi di questi arguti strateghi che da anni pianificano la demolizione anche nelle forme esteriori del culto e della liturgia cattolica?
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Forse una rinnovata coscienza del popolo di Dio, aiuterà la Chiesa ad intervenire. Ma si richiede una fondamentale autocritica, un radicale cambiamento di rotta, un ascolto più assiduo ed equanime dei fedeli, l'abbattimento di ogni pregiudizio e di ogni forma di esecrabile clericalismo. Altrimenti a patire non saranno solo i fedeli, ma anche quei chierici che ostinatamente ignorano la sensibilità e l'autentico giudizio dei primi: non a noi dovranno render conto, ma direttamente a Dio!

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