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La visita dell'arcivescovo Nichols nel tempio indù di Londra

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2009 15:08
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In occasione della Settimana interreligiosa

La visita dell'arcivescovo Nichols nel tempio indù di Londra


Londra, 24. Un impegno comune nella ricerca di valori fondamentali per la costruzione di una società sana, quali il rispetto reciproco, l'unità e la pace:  è questo il senso della visita compiuta nei giorni scorsi - in occasione della Interfaith Week - dall'arcivescovo di Westminster Vincent Gerard Nichols, presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles, presso il Shri Swaminarayan Mandir, il tempio indù di Londra (e il più grande nel mondo, al di fuori dell'India), che si trova nella zona nord della capitale. L'arcivescovo Nichols è stato accolto e omaggiato dal leader religioso che guida la comunità del tempio, lo swami Sadhu Yogvivek, che ha espresso apprezzamento per gli stretti e cordiali rapporti che legano i cattolici e gli indù, in particolare facendo riferimento all'incontro, tenutosi nel 1984, tra il leader spirituale swami Pramukh Maharaj e il servo di Dio Giovanni Paolo II. L'arcivescovo di Westminster è stato accompagnato nei luoghi simbolici del tempio, tra cui la sala che accoglie l'altare delle divinità, dove il presule ha posto dei fiori. Successivamente i due leader religiosi si sono uniti in preghiera per invocare la pace nel mondo.
Monsignor Nichols ha quindi letto un discorso di ringraziamento per l'accoglienza ricevuta, sottolineando i positivi rapporti tra le comunità cattolica e indù e i comuni valori perseguiti. "Noi siamo fermamente convinti - ha evidenziato il presule - che i sentimenti religiosi e le convinzioni della maggioranza dei cittadini di questa nazione sono fattori importanti che possono contribuire in maniera significativa alla costruzione di una vera cultura di pace e di armonia". Monsignor Nichols ha peraltro osservato che la stessa struttura architettonica del tempio indù simboleggia la cooperazione e la pace tra le culture. "La struttura, realizzata con legno teak indiano e quercia inglese - ha specificato - è un segno evidente di come le culture e le religioni possano unirsi per costruire qualcosa di bello e di duraturo". Il presule si è poi soffermato sul valore della preghiera contro i pregiudizi e i tentativi di affermare con la forza le proprie identità. "Siamo tutti convinti - ha affermato - del valore unico della preghiera nella ricerca della pace. Infatti, è impossibile avere pace senza preghiera, la preghiera di tutti, di ciascuno nella propria identità e nella ricerca della verità. L'esperienza della preghiera è una manifestazione di unità che ci impegna assieme, oltre le nostre differenze e peculiarità". L'arcivescovo ha infine rilevato che questi legami assumono una valenza ancor più importante nell'attuale contesto storico, caratterizzato da forti difficoltà economiche:  "Siamo consapevoli - ha rilevato monsignor Nichols - che tante persone vivono nella paura e nell'insicurezza e riteniamo un dovere e un privilegio tendere la nostra mano dove possiamo".
Il leader Yogvivek, da parte sua ha ricordato che le antiche scritture indù (Vedas) insegnano che "ci può essere unità nella diversità e che tutti appartengono a un'unica famiglia umana, capaci di vivere assieme e di amarsi gli uni con gli altri".
Al termine della visita, l'arcivescovo di Westminster ha donato al leader indù una candela "quale segno della luce di amore di Dio nelle nostre vite e come segno della preghiera, che in cambio, offriamo a Dio". Anche la comunità indù ha omaggiato il presule con un ricordo della sua visita.


(©L'Osservatore Romano - 25 novembre 2009)
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UN MANDIR PER L'ARCIVESCOVO NICHOLS!




L'Arcivescovo di Westminster Vincent Nichols, futuro Cardinale, ha dato una magnifica prova di adattamento all'Induismo in una sua recente visita ad un Mandir indù (un tempio induista). L'episodio segnalato da Damian Thompson sul suo blog del Telegraph, è stato coronato dall'offerta di fiori su un'altare indù effettuata dallo stesso Mons. Nichols. La notizia è riferita dallo stesso sito web della Diocesi di Westminster ed è accompagnata dal discorso di Mons. Nichols pronunciato nel Mandir. Qui ne propongo la mia traduzione evidenziando i passaggi più soavi di questa splendida esperienza interreligiosa...
Viene da domandare a Mons. Nichols di quale "pace", "verità", "comunione" stia parlando. Comunque è assai divertente sentire un Arcivescovo apprezzare l'architettura di un tempio indù ed affermare che essa è esempio di comunione e integrazione. Forse ciò svela quale sia la recondita idea di architettura chiesastica che ha contagiato moltissimi committenti cattolici...

Cari fratelli e sorelle, Vi ringrazio innanzitutto per l'invito generoso e per il caloroso benvenuto che ho ricevuto nel vostro unico e bel Mandir. Ringrazio il vostro leader spirituale, Sadhu Yogvivek Swami e gli amministratori del Mandir per il loro invito, soprattutto perché oggi cade la celebrazione del compleanno del vostro leader spirituale di tutto il mondo, Sua Santità Pramukswamiji Maharaj.

La storia della costruzione di questo Mandir è ben nota. Anzi sono contento di averlo visitato già non molto tempo dopo la sua apertura nel 1995. E 'commovente vedere che anche l'architettura di questo luogo è un simbolo speciale cooperazione e pace tra le culture. La struttura del Haveli, costruita da teak birmano e quercia inglese, è un segno evidente di come le culture e le religioni possono unirsi per costruire qualcosa di bello e duraturo. E 'sempre un bene venirsi incontro in questo modo, rafforzarci l'un l'altro, per imparare dalla fede di ciascuno di noi e gioire in uno spirito di dialogo e di amore. Infatti da lungo tempo ormai, la Chiesa cattolica ha fatto del dialogo con le altre fedi una priorità nella sua azione, giacchè la Chiesa ci invita a comprendere che l'intero genere umano condivide un'origine comune e un comune destino. Questa unità umana e spirituale nelle nostre origini e nei nostri destini ci sospinge a cercare elementi comuni nel nostro percorso attraverso la vita dal momento se noi facciamo la nostra parte in quella ricerca di valori fondamentali che è così importante nel nostro tempo. Questo è, in parte, la ragione per cui la Chiesa cattolica, e molte altre, insisteono sul fatto che ogni persona umana ha diritto alla libertà religiosa. Tale libertà significa che tutti devono essere immuni dalla coercizione, che nessuno deve essere forzato ad agire contro la sua coscienza in materia religiosa, né essere impedito nell'agire secondo la propria coscienza, sia in privato che in pubblico, da solo o in associazione con altri , entro i dovuti limiti.

Ci sono alcuni che oggi cercano di mettere da parte il diritto di agire sulla base della fede religiosa in modo ragionevole, in pubblico. Eppure sappiamo che la fede religiosa non può essere lasciata sola a casa e ancora mantenere la sua integrità. Richiede espressione pubblica in parole e fatti. Questa è una parte essenziale del diritto alla libertà religiosa. Questo è qualcosa a cui tutti dobbiamo essere attenti oggi.

Noi, come Chiesa, crediamo fermamente che il sentimento religioso e le convinzioni della maggioranza dei cittadini di questa nazione siano fattori importanti che possono contribuire in modo significativo alla costruzione di una vera cultura di pace e di armonia.
Non è questione di una convinzione privata che debba essere esclusa dalla vita pubblica, ma si tratta degli elementi cruciali di una vera e generosa cittadinanza in questa terra. Siamo, per esempio, tutti convinti del valore unico della preghiera nella ricerca della pace. In realtà è impossibile avere la pace senza la preghiera, la preghiera di tutti, ognuno nella propria identità e alla ricerca della verità. L'esperienza della preghiera è una manifestazione di unità che ci unisce, al di là delle nostre differenze e peculiarità.

Ogni autentica preghiera, noi crediamo, è sotto l'influsso dello Spirito "che intercede con insistenza per noi ... perché non sappiamo pregare come si deve."

Eppure, ogni persona, tutti noi qui presenti, è in grado di pregare, cioè di sottomettersi totalmente a Dio e di riconoscere la propria povertà di fronte a Dio. La preghiera è uno dei mezzi per realizzare il piano di Dio in mezzo a noi. Essa ci mostra che il mondo non può dare la pace, ma che la pace è un dono di Dio e che è necessario pregare come un dono per mezzo delle preghiere di tutti.

Entrambe le nostre religioni ci insegnano che non raggiungiamo la pienezza dell'essere a cui siamo chiamati. Noi condividiamo il senso che dobbiamo sempre cercare di essere più autentici, più generosi in particolare ad aiutare chi è nel bisogno. Infatti la ricerca della pace nella preghiera va di pari passo con la responsabilità forte per aiutare coloro che sono ai margini della società, e hanno un disperato bisogno di assistenza e sostegno. Siamo consapevoli che molte persone vivono nella paura e insicurezza, e riteniamo nostro dovere e privilegio stendere una mano dove possiamo. Soprattutto in un momento di difficoltà economiche, la mano diventa importante e preziosa.

E 'quindi con grande piacere che vedo i continui sforzi intorno a questo Mandir per servire la comunità nelle sue molteplici progetti validi, fornendo supporto ad una gamma mirabilmente vasta di persone, e offrendo diversi servizi che riflettono le esigenze di tutta la comunità, sia essa istruzione per i bambini, opportunità per i giovani e il supporto per i genitori nell'educazione dei figli. Le esigenze delle persone anziane sono particolarmente vicine al mio cuore. Sappiamo che la situazione degli anziani nella nostra società. Ci troviamo di fronte al pericolo reale di vedere gli anziani non come il dono della sapienza e l'esperienza che incarnano, ma come un peso. Invece, abbiamo bisogno di riconoscere il contributo che portano la società. Il Mandir sta dando un contributo molto importante a questo nell'organizzazione di eventi come il recente Health Fair che consentono agli anziani di vivere la vita in pienezza. Così, siamo uniti nella nostra preoccupazione per gli anziani e il loro benessere, in quanto siamo uniti nella nostra preoccupazione per tutti coloro che sono vulnerabili e bisognosi di attenzione nella nostra società. E 'anche molto bello vedere che i giovani sono al centro della vostra comunità e che gli sono offerte possibilità di sviluppare sia la loro salute fisica che spirituale.

Fornire ai giovani opportunità di esercizio può dar loro un approccio positivo, per la loro energia straripante, e quelli che "vengono a giocare possono imparare a pregare" per usare le vostre parole. Ancora una volta, è emerso chiaramente durante la settimana interreligiosa che la nostra speranza e la nostra fiducia deve essere posta nelle giovani generazioni di oggi, in modo che nel loro entusiasmo ammirevole, possano tentare di raggiungere per le generazioni future ciò che questa società non è stata sempre in grado di offrire: la pace, la comprensione e la comunione.

E 'con ammirazione che vedo i tanti eventi e le opportunità offerte in questo complesso per la comunità più ampia, e saluto il prezioso contributo che si sta realizzando per il mondo di pace che tutti noi cerchiamo di creare.

La preoccupazione e la cura che viene qui mostrato per il nostro ambiente naturale è solo un esempio delle molte cause su cui possiamo lavorare insieme. In questi e altri modi spero che potremo lavorare insieme per il bene comune di tutti i membri della società. Così, ancora una volta, vorrei ringraziare voi per questa meravigliosa opportunità di dialogo e di incontro per pregare, e per il vostro caloroso benvenuto a tutti i vostri ospiti di questa sera. E 'veramente emozionante vedere la bellezza di questo luogo, e non meno emozionante vedere l'impegno di aiutare la comunità che lo accompagna. La mia speranza e la mia preghiera è che la semplice candela semplici, che sono lieto di portare a voi questa sera, possa essere un segno dell'amata luce di Dio nella nostra vita e un segno della preghiera che, in cambio, offriamo a Dio. Possano la pace e la verità essere i doni che Dio concede a tutti noi.

Arch. Vincent Nichols
21 Novembre 2009

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