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Nota dei vescovi spagnoli per la Giornata della famiglia

Ultimo Aggiornamento: 28/12/2009 21:03
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Nota dei vescovi spagnoli per la Giornata della famiglia

I genitori devono riappropriarsi dell'educazione morale dei figli


Madrid, 23. I genitori sono i primi educatori dei loro figli. Si tratta di un dovere e di un diritto "essenziale, primario, insostituibile e inalienabile". Questa responsabilità, pertanto, non può essere delegata ad altre istituzioni, le quali, lungi dal soppiantare la missione educativa dei genitori, si devono porre invece al loro servizio. Ad affermarlo sono i vescovi spagnoli della Sottocommissione per la famiglia e la difesa della vita che, in occasione della festa della Santa Famiglia (domenica 27 dicembre), hanno diffuso una nota nella quale sottolineano che "i genitori non possono lasciare il compito educativo nelle mani dello Stato e dei diversi centri educativi". E, in questo senso, "occorre insistere con la partecipazione attiva dei genitori nel progetto educativo della scuola e nelle varie associazioni di genitori degli studenti".

Secondo la Conferenza episcopale, il rispetto per la principale funzione che i genitori devono avere nell'educazione dei figli "esige che lo Stato faciliti loro la scelta dei centri educativi e che non leda il loro diritto primario di decidere il tipo di formazione morale che desiderano per i propri figli". Lo Stato "non può imporre legittimamente alcuna formazione della coscienza morale degli studenti, se non quella liberamente scelta dai loro genitori". Chiaro il riferimento dei vescovi alla Legge organica sull'educazione del 3 maggio 2006, in particolare alla discussa materia dell'Educazione per la cittadinanza e i diritti umani, sulla quale, più volte, la Chiesa spagnola è intervenuta lamentando un "indottrinamento" da parte dello Stato nell'educazione morale degli studenti, che l'articolo 27 della Costituzione riconosce come diritto dei genitori.

La Commissione episcopale dell'apostolato secolare (dalla quale la Sottocommissione per la famiglia e la difesa della vita dipende) insiste molto sull'"emergenza educativa" che caratterizza la società contemporanea e, nella nota, cita a più riprese la lettera di Benedetto XVI del 21 gennaio 2008, rivolta alla diocesi e alla città di Roma e dedicata al compito urgente dell'educazione. Si tratta - scrivono i presuli - di "un problema sociale grave" e "i recenti atti di violenza giovanile accrescono una preoccupazione che si fa sempre più intensa. Constatiamo con inquietudine - sottolineano - che alcuni genitori hanno rinunciato a una missione che compete loro in modo principale:  essere i primi educatori dei propri figli". Allo stesso tempo, i vescovi spagnoli condividono "la preoccupazione di molti genitori che prendono atto dell'ingiusta ingerenza del sistema educativo che pretende di imporre una determinata educazione morale, soppiantando così una responsabilità che compete solo ad essi". E inoltre segnalano che "tanti insegnanti vedono la loro autorità messa in discussione, mentre il loro lavoro educativo, in molte occasioni, non incontra l'appoggio né delle istituzioni né dei genitori dei propri alunni".

La vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano è l'amore, affermano i vescovi, precisando che essa "ha come fine il donarsi liberamente all'altro per costruire con esso una comunione di persone". Un'educazione orientata a formare la persona affinché sia capace di vivere la piena espressione della libertà. E il luogo peculiare dove la persona riceve questa educazione è la famiglia:  "Nel clima di fiducia proprio del focolare domestico - si legge nella nota - i figli ricevono l'esperienza fondamentale dell'essere amati e sono istruiti in modo naturale per apprendere il significato della verità e del bene nelle distinte manifestazioni che li introducono alla vita sociale". In questa fase della crescita dei figli, risulta importante la "testimonianza morale" dei genitori:  sono essi, con la coerenza della propria vita, "i primi testimoni della verità e del bene". I genitori, nell'insegnamento delle virtù, devono dedicare il tempo necessario ai figli per consentire loro di "discernere la verità". Tale presenza vale in particolar modo nell'ambito dei mezzi di comunicazione, il cui sviluppo e la cui disponibilità rappresentano un arricchimento per la vita degli individui ma anche - sottolinea la Commissione episcopale - "una sfida per l'educazione dei figli a causa dell'ingente quantità di messaggi, spesso contraddittori".

La Chiesa spagnola non manca di ricordare un'altra insostituibile missione che spetta ai genitori:  quella di essere "i primi trasmettitori della fede e i custodi dello sviluppo della vita ricevuta nel battesimo". Una missione realizzata "dando luce agli avvenimenti della vita familiare tramite la fede e la preghiera", e con una collaborazione attiva nella formazione religiosa ricevuta dai figli in parrocchia o a scuola.


(©L'Osservatore Romano - 24 dicembre 2009)
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26/12/2009 09:14

Intervista con il vescovo Reig Pla sulla celebrazione a Madrid il 27 dicembre

Famiglia vuole dire futuro


di Marta Lago

Le famiglie d'Europa si riuniranno, con i loro pastori, a Madrid, il 27 dicembre per la loro grande festa di testimonianza. Il cardinale arcivescovo Antonio María Rouco Varela, nella solennità della Santa Famiglia, sarà l'anfitrione di questo raduno di massa nella centrale Plaza de Lima, in una chiesa all'aria aperta che abbraccia tutto il continente. In un grido unanime divenuto preghiera, poiché la famiglia oggi non è priva di affanni. Ma anche in un grido corale di speranza. Di questa iniziativa parla al nostro giornale il presidente della sottocommissione di Famiglia e Vita della Conferenza episcopale spagnola, monsignor Juan Antonio Reig Pla, vescovo di Alcalá de Henares.

Per il terzo anno consecutivo, Madrid si trasforma in epicentro della celebrazione della famiglia, quest'anno in particolare presentata come scommessa vincente per il futuro. Perché si sottolinea questo messaggio?

Il motto dell'incontro, "Il futuro dell'Europa passa per la famiglia" è l'eco di una frase di Giovanni Paolo II:  "Il futuro dell'umanità passa per la famiglia". È una realtà per il continente europeo, e in modo particolare per la Spagna. Celebriamo la famiglia cristiana:  a partire dal matrimonio essa dà origine alla vita, custodisce l'amore, educa le persone; l'indissolubilità è garanzia di salvaguardia della vita. Una società è quello che sono le famiglie. Ho visitato molte carceri, luoghi di vera sofferenza, anche minorili. So che dove si distrugge la famiglia e i suoi valori comincia l'emarginazione. Il raduno di Madrid è un soffio di speranza che vuole mostrare non un'idea, ma tanti coniugi e famiglie che confermano che il progetto di Dio è possibile. È ciò che genera la pace e ciò che intendiamo come il futuro dell'umanità.

La famiglia è possibile, ma non facile...

Oggi certamente, nella preparazione dei giovani al matrimonio e nelle famiglie, a partire dalla maternità della Chiesa, dobbiamo insegnare a nuotare controcorrente. In Spagna la legislazione non favorisce la stabilità del matrimonio e non sostiene le coppie; sono state rese molto più agili le pratiche di divorzio, che può arrivare in maniera unilaterale e senza necessità di una sentenza giudiziale; l'equiparazione delle "unioni di fatto" al matrimonio ha dissolto nel codice civile le realtà "sposo-sposa" e "padre-madre". Viviamo in un ambiente di oscurità culturale dal punto di vista antropologico:  si omette la bellezza della differenza sessuale fra uomo e donna nella loro donazione reciproca, che è base e origine del matrimonio. Tutto ciò viene accantonato a favore della dominante ideologia di genere. E questa, con la legge approvata di recente dal Congresso, penetra nell'ambito sanitario ed educativo, facendo dell'aborto un mero sistema anticoncezionale. Lascia la donna nella sua solitudine e distrugge uno Stato che deve custodire il bene della persona. Il diritto fondamentale alla vita e il bene sociale del matrimonio e della famiglia in Spagna sono messi in dubbio.

Cosa proponete ai genitori dinanzi a questo panorama?

La Chiesa vuole accompagnarli e invitarli a vivere la loro responsabilità nella formazione dei figli. Non esistono educazione e stabilità più grandi di quella di contemplare il volto del padre e della madre, ciò che è specificatamente maschile e femminile, anche nella sfida quotidiana della vita matrimoniale. I figli ne traggono sicurezza e fermezza; percepiscono che sono amati in questo mondo. Ma il matrimonio non è un'isola. I padri e le madri devono essere presenti nelle associazioni dei genitori, per esempio nelle scuole, per portare avanti, a partire dalla libertà d'insegnamento, le proprie convinzioni e credenze. E fra tutti - Chiesa, genitori e associazioni - è necessario generare una cultura che rispetti veramente il dono e la sacralità della vita e della famiglia. Possiamo creare una rete che, favorendo il diritto e il dovere dei genitori a educare i figli, fiorisca domenica 27 come un grido che offre speranza.

Perché è stato deciso che, da Madrid, questo appuntamento si allarghi esplicitamente all'Europa?

La Spagna è attualmente il luogo più significativo per lanciare questa chiamata. Da un lato perché il tessuto familiare nel nostro Paese, sebbene precario, continua a essere molto più stabile che nel resto d'Europa. Qui esiste ancora una realtà familiare forte, una volontà certa di vivere pienamente il matrimonio e di aprirsi generosamente alla vita. Dall'altro verso, in Spagna, stiamo attraversando una situazione singolare per la scarsa stima che le istituzioni pubbliche dimostrano per la realtà matrimoniale e familiare. Da qui l'iniziativa di convogliare la reazione delle famiglie cristiane, protagoniste della celebrazione del 27. Non dimentichiamo che il tasso di natalità in Spagna è il più basso d'Europa; ma l'Italia è vicina a questo tasso. L'inverno demografico è grave. Dobbiamo esortare a una reazione a favore della vita poiché sono in pericolo la cosiddetta civiltà occidentale o le radici cristiane dell'Europa.

Questi raduni di massa nella festa della Santa Famiglia sono percepiti da alcuni come manifestazioni politiche...

È una reazione che a volte hanno avuto i mezzi di comunicazione. Fin dal primo momento si è trattato chiaramente di incontri di preghiera. S'invita a celebrare gioiosamente il giorno della Santa Famiglia. Noi cristiani ci riuniamo per ascoltare il successore di Pietro, Benedetto XVI, nell'Angelus, in collegamento con piazza San Pietro. Il nostro modo di pregare sarà poi l'Eucaristia. Questi due momenti saranno l'essenza dell'incontro. Le testimonianze e i canti esprimeranno semplicemente la gioia di essere famiglia. In ogni suo aspetto, la festa della famiglia è estranea a qualsiasi tipo di manifestazione politica o di rivendicazione. Celebriamo la gioia d'incontrarci e di proporre alla libera valutazione di tutti la realtà della famiglia cristiana.

La famiglia sta affrontando una corsa a ostacoli, ai quali si aggiunge la crisi economica. Realisticamente, a chi si può affidare?

Indubbiamente le circostanze sfavorevoli sono molte. Ma il più grande alleato per la famiglia cristiana e per la Chiesa, che vuole sostenerla, è il cuore di ogni uomo e di ogni donna. In esso è inscritto il desiderio di conoscere Dio, di trovare l'amore vero e fecondo per tutta la vita. È il migliore incoraggiamento e una chiamata realistica alla speranza. Nella società, nella Chiesa, dobbiamo fare il possibile affinché l'uomo e la donna che vogliono unirsi in matrimonio possano realizzare il loro progetto di amore. Anche se nuotiamo controcorrente, la grande risposta di Gesù Cristo è la Chiesa, poiché è proprio questo l'habitat dove può fiorire l'amore. E domenica a Madrid vedremo emergere un popolo che grida la sua certezza:  che è possibile realizzare il desiderio profondo del cuore di un uomo e di una donna.


(©L'Osservatore Romano - 25 dicembre 2009)
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A Madrid la celebrazione europea

Più di un abbraccio continentale


di Marta Lago

Né ansia di notorietà né allegria di facciata. Tante famiglie d'Europa si sono date appuntamento a Madrid con sofferenze delle quali hanno parlato i loro vescovi, come pure dell'amore autentico che le sostiene perché si fonda sull'amore stesso di Dio, che è famiglia trinitaria. È stata questa la chiave di lettura della grande celebrazione della Santa Famiglia. Il freddo intenso non è stato un ostacolo per le centinaia di migliaia di famiglie giunte nella centrale Plaza de Lima, dove ventisette anni fa il venerabile servo di Dio Giovanni Paolo II celebrò la messa per le famiglie. La sua frase "Il futuro dell'umanità passa per la famiglia cristiana" era visibile ovunque.

L'arcidiocesi di Madrid, con il significativo sostegno del cammino neocatecumenale, ha organizzato l'incontro iniziato con l'accoglienza da parte delle famiglie spagnole. Le prime ad essere salutate sono state quelle dell'Austria, con i vescovi Küng e Fischer; poi del Regno Unito, d'Irlanda; quindi quelle del Portogallo, con il vescovo Clemente di Oporto. Molti bambini hanno intonato canti natalizi ai piedi dell'altare, accanto alla Croce e all'icona mariana della Giornata mondiale della gioventù. Il calore della festa cresceva in attesa delle parole di Benedetto XVI. Numerose le manifestazioni di affetto per le famiglie provenienti dalla Scandinavia, dall'Olanda - con il vicepresidente del suo episcopato, monsignor Wiertz - e del Belgio. Tre presuli dalla Francia hanno accompagnato le famiglie francesi:  Cattenoz, Aillet e il cardinale Barbarin, parlando ai presenti, ha riconosciuto quanto si mescolino "l'amore e la sofferenza nella nostre vite umane dove tutto è così fragile". Ha poi chiesto una preghiera corale affinché tutta l'Europa "protegga nelle sue leggi" la famiglia, poiché "tutti meritano più amore di quello che il mondo può dare loro".

I vescovi hanno parlato in collegamento radio-televisivo e internet. Numerose famiglie sono giunte anche dalla Croazia, Slovenia, Serbia, Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia e Ucraina, e dalla Polonia, insieme al cardinale Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. "Vale la pena - ha detto - testimoniare all'Europa che è possibile che marito e moglie si amino superando tutte le difficoltà". Il presidente dell'episcopato polacco, monsignor Michalik, si è commosso perché, in un mondo attanagliato da una profonda crisi morale, "si vede che la famiglia cristiana continua a essere realizzabile".

Alla festa erano presenti anche famiglie provenienti dalla Repubblica Ceca, da quella Slovacca, dall'Albania, da Malta e dall'Ungheria; le famiglie tedesche erano acompagnate dal cardinale Cordes - presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum - e dal cardinale arcivescovo di Berlino Sterzinsky, che ha ammonito contro la mancanza di spazio vitale - fenomeno in temuta crescita in tutto il continente - per la famiglia. "Come vescovo, esigo che lo Stato e la società accrescano le condizioni necessarie affinché le famiglie possano adempiere ai loro doveri"; "ma non vogliamo solamente esigere, anche agire. Per questo - ha aggiunto - vi faccio un appello, coniugi cristiani:  mantenetevi fedeli alle vostre promesse e confidate nella forza che Cristo vi ha donato con il sacramento del matrimonio, specialmente nei momenti di crisi"; "perdonatevi in ogni momento"; "proteggete le vite che Dio vi ha affidato"; "siate grati per essere stati chiamati a una dignità tanto grande".

Mentre i bambini tedeschi hanno coinvolto migliaia di persone a cantare "Notte di Pace", è stato accolto l'ingresso dei cardinali, arcivescovi e vescovi. Fra di essi i cardinali Rouco, Sistach, García Gasco e Amigo, oltre quaranta presuli della Conferenza episcopale spagnola e al nunzio apostolico monsignor Frattini.

Circa tredicimila famiglie italiane hanno ricevuto il benvenuto insieme al cardinale vicario del Papa per la diocesi di Roma Vallini. Un forte applauso ha accolto le sue prime parole:  "Ho il grande onore di portarvi il saluto e la benedizione del Papa, che mi ha incaricato di comunicarvi la sua soddisfazione e la sua gioia per l'incontro europeo a Madrid nel giorno della Santa Famiglia di Nazaret.

Il Santo Padre è spiritualmente in mezzo a noi e ci benedice". "Testimonianza, annuncio e gratitudine", sono state le proposte del porporato italiano nel suo saluto. Gratitudine per il dono della fede, che permette di capire il significato della vita e dell'amore; gratitudine per il dono della famiglia, culla della vita e dell'amore. "Dobbiamo testimoniare l'amore fedele fra marito e moglie, e dei genitori verso i figli", "ma siamo chiamati soprattutto a testimoniare quell'amore difficile che si chiama perdono". Il cardinale Vallini ha sottolineato il "valore pubblico" del matrimonio e della famiglia:  "Vogliamo riaffermarlo con rispetto, ma con chiarezza e decisione". Ha poi chiesto l'impegno di "annunciare la bellezza della fede e della famiglia cristiana" "dinanzi a tanti presunti modelli di vita familiare; dinanzi alla crisi delle famiglie; dinanzi alla paura dei giovani per l'amore stabile". "Vogliamo annunciare - ha aggiunto - l'amore di Cristo che non ci abbandona mai" e che "la famiglia è possibile ed è il cammino della felicità umana".

Il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il cardinale Antonelli ha detto:  "Quando la moltitudine si fa una nell'amore si manifesta sulla terra il regno di Dio, un riflesso della trinità divina, della sua vita e della sua bellezza"; mistero di comunione che "si realizza nella Chiesa e in ogni vera famiglia"; "voi lo testimoniate".

Verso mezzogiorno le famiglie d'Europa hanno risposto all'accoglienza ricevuta dando il benvenuto alle famiglie spagnole, con un applauso che si è moltiplicato durante il collegamento televisivo con Benedetto XVI.

Nell'Eucaristia, il cardinale Rouco ha invitato le famiglie di Spagna e d'Europa alla scuola di Nazaret, indispensabile per le sfide, con copertura legale, delle rotture - assimilabili al ripudio - e del supposto diritto all'aborto. Tuttavia s'intravede "la speranza cristiana". "Con il "sì" gioioso del vostro matrimonio e della vostra famiglia" - ha affermato l'arcivescovo di Madrid - "state aprendo nuovamente il cammino per il vero avvenire dell'Europa del presente e del futuro. L'Europa, senza di voi, care famiglie cristiane, rimarrebbe praticamente senza figli o, il che è lo stesso, senza il futuro della vita".

Alle centinaia di bandiere della Spagna e di tutta Europa, si sono mescolati grandi palloni azzurri con il simbolo di due testate giornalistiche:  "La Razón" e "L'Osservatore Romano", che, in allegato al quotidiano spagnolo - e con una tiratura congiunta di 250.000 copie -, è stato distribuito ai partecipanti.


(©L'Osservatore Romano - 28-29 dicembre 2009)
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