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Benedetto XVI; Angelus del 2010

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2010 19:08
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01/01/2010 19:01

 



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 01.01.2010

Al termine della Santa Messa nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella ricorrenza della 43a Giornata Mondiale della Pace, il Santo Padre Benedetto XVI, prima di recitare l’Angelus, rivolge ai fedeli e ai pellegrini presenti in Piazza San Pietro le seguenti parole:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Oggi il Signore ci dona di iniziare un nuovo anno nel suo Nome e sotto lo sguardo di Maria Santissima, di cui celebriamo la Solennità della Divina Maternità. Sono lieto di incontrarvi per questo primo Angelus del 2010.
Mi rivolgo a voi, che siete convenuti numerosi in Piazza San Pietro, ed anche a quanti si uniscono alla nostra preghiera mediante la radio e la televisione: a tutti auguro che l’anno appena incominciato sia un tempo in cui, con l’aiuto del Signore, possiamo andare incontro a Cristo e alla volontà di Dio e così anche migliorare la nostra casa comune che è il mondo.

Un obiettivo condivisibile da tutti, condizione indispensabile per la pace, è quello di amministrare con giustizia e saggezza le risorse naturali della Terra. “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”: a questo tema, di grande attualità, ho dedicato il mio Messaggio per l’odierna XLIII Giornata Mondiale della Pace.

Mentre il Messaggio veniva pubblicato, i Capi di Stato e di Governo erano riuniti a Copenaghen per il vertice sul clima, dove è emersa ancora una volta l’urgenza di orientamenti concertati sul piano globale. Tuttavia, in questo momento, vorrei sottolineare l’importanza che, nella tutela dell’ambiente, hanno anche le scelte dei singoli, delle famiglie e delle amministrazioni locali. “Si rende ormai indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita” (cfr Messaggio, n. 11).

Tutti infatti siamo responsabili della protezione e della cura del creato. Perciò, anche in questo campo, è fondamentale l’educazione: per imparare a rispettare la natura; orientarsi sempre più “a costruire la pace a partire dalle scelte di ampio raggio a livello personale, familiare, comunitario e politico” (ibid.).

Se dobbiamo avere cura delle creature che ci circondano, quale considerazione dovremo avere per le persone, nostri fratelli e sorelle! Quale rispetto per la vita umana!

Nel primo giorno dell’anno, vorrei rivolgere un appello alle coscienze di quanti fanno parte di gruppi armati di qualunque tipo. A tutti e a ciascuno dico: fermatevi, riflettete, e abbandonate la via della violenza! Sul momento, questo passo potrà sembrarvi impossibile, ma, se avrete il coraggio di compierlo, Dio vi aiuterà, e sentirete tornare nei vostri cuori la gioia della pace, che forse da tempo avete dimenticata.

Affido questo appello all’intercessione della Santissima Madre di Dio, Maria. Oggi, la liturgia ci ricorda che otto giorni dopo la nascita del Bambino Ella, insieme con il suo sposo Giuseppe, lo fecero circoncidere, secondo la legge di Mosè, e gli misero nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo (cfr Lc 2,21). Questo nome, che significa “Dio salva”, è il compimento della rivelazione di Dio. Gesù è il volto di Dio, è la benedizione per ogni uomo e per tutti i popoli, è la pace per il mondo. Grazie, Madre Santa, che hai dato alla luce il Salvatore, il Principe della pace!

DOPO L’ANGELUS

In questi giorni ho ricevuto numerosi messaggi augurali: ringrazio tutti con affetto, soprattutto per il dono della preghiera. Uno speciale augurio desidero indirizzare al Signor Presidente della Repubblica Italiana. A lui, alle altre Autorità dello Stato e all’intero popolo italiano formulo ogni miglior auspicio per l’anno appena iniziato.

Nell’odierna Giornata Mondiale della Pace, rivolgo un cordiale saluto ai partecipanti alla marcia intitolata “Pace in tutte le terre”, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma e in molti altri Paesi del mondo. Estendo l’espressione della mia spirituale vicinanza alle molteplici iniziative per la pace organizzate dalle Chiese particolari, dalle associazioni e dai movimenti ecclesiali; penso, in modo speciale, a quella a carattere nazionale svoltasi ieri a Terni e a L’Aquila.

En ce premier jour de l’an nouveau, je suis heureux de saluer les francophones présents ici sur la place Saint-Pierre ou qui nous rejoignent par la radio ou la télévision. Aujourd’hui, nous célébrons la Vierge Marie, Mère de Dieu. Femme bénie entre toutes les femmes, en accueillant en elle le Fils unique, elle nous a permis de découvrir le visage d’amour de notre Dieu. En cette Journée mondiale de prière pour la Paix, que Marie, Mère de Dieu, soit aussi pour tous les hommes la Mère qui les guide sur les chemins de la réconciliation et de la fraternité ! Bonne et sainte année à tous !

I am happy to greet all the English-speaking visitors present at today’s Angelus prayer and I wish you all a blessed New Year filled with abundant joy and consolation in Our Lord and Saviour Jesus Christ! On this World Day of Peace I pray that Christians everywhere, through the intercession of Mary the Mother of God, may be careful stewards of nature and diligent promoters of forgiveness, reconciliation and peace!

Mit Freude heiße ich an diesem Neujahrstag alle Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Besonders grüße ich die Sternsinger aus dem Erzbistum Köln, die in diesen Tagen die Botschaft der Geburt Christi von Haus zu Haus tragen. Die Sternsinger zeigen uns mit ihrem Tun etwas ganz Wichtiges: Der Glaube will nämlich ausgesprochen und weitergesagt werden. Nur so bleibt er lebendig! Wir wollen unseren Glauben überall verkünden und bezeugen, das wollen wir uns in diesem neuen Jahr als Vorsatz zu Herzen nehmen. Euch und euren Familien wünsche ich ein friedvolles und glückliches Neues Jahr!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana, en el día en que la Iglesia celebra la solemnidad de Santa María, Madre de Dios, y a quienes se unen a ella a través de la radio y la televisión. Al inicio del año, os invito a todos a poner con total confianza todos vuestros proyectos e intenciones en las manos providentes de Dios, para que sea Él el que guíe nuestros pasos cada día y acreciente en nosotros la fe, esperanza y caridad. Feliz Año Nuevo.

A todos os povos e nações de língua portuguesa – nominalmente aos peregrinos vindos de Angola – aos seus lares e comunidades, aos seus governantes e instituições, desejo a paz do Céu, que hoje vemos reclinada nos braços da Virgem Mãe. Feliz Ano Novo!

Wszystkich Polaków polecam opiece Maryi, Królowej Pokoju i życzę szczęśliwego nowego roku. Niech Bóg wam błogosławi!


[Affido tutti i polacchi alla protezione di Maria, Regina della Pace, e auguro un felice anno nuovo. Dio vi benedica!]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare gli aderenti al Movimento dell’Amore Familiare e i giovani amici dell’Opera Don Orione, che stanotte hanno vegliato in Piazza San Pietro pregando per l’unità e la pace nelle famiglie e tra le nazioni. Un saluto va anche agli amici e volontari della Fraterna Domus. A tutti auguro di custodire nel cuore, ogni giorno del nuovo anno, la pace che Cristo ci ha donato. Buon anno!

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03/01/2010 17:16




LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 03.01.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

In questa Domenica – seconda dopo il Natale e prima del nuovo anno – sono lieto di rinnovare a tutti il mio augurio di ogni bene nel Signore!

I problemi non mancano, nella Chiesa e nel mondo, come pure nella vita quotidiana delle famiglie. Ma, grazie a Dio, la nostra speranza non fa conto su improbabili pronostici e nemmeno sulle previsioni economiche, pur importanti.

La nostra speranza è in Dio, non nel senso di una generica religiosità, o di un fatalismo ammantato di fede. Noi confidiamo nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato in modo compiuto e definitivo la sua volontà di stare con l’uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti al suo Regno di amore e di vita. E questa grande speranza anima e talvolta corregge le nostre speranze umane.

Di tale rivelazione ci parlano oggi, nella Liturgia eucaristica, tre letture bibliche di straordinaria ricchezza: il capitolo 24 del Libro del Siracide, l’inno che apre la Lettera agli Efesini di san Paolo e il prologo del Vangelo di Giovanni. Questi testi affermano che Dio è non soltanto creatore dell’universo – aspetto comune anche ad altre religioni – ma che è Padre, che “ci ha scelti prima della creazione del mondo … predestinandoci ad essere per lui figli adottivi” (Ef 1,4-5) e che per questo è arrivato fino al punto inconcepibile di farsi uomo: “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Il mistero dell’Incarnazione della Parola di Dio è stato preparato nell’Antico Testamento, in particolare là dove la Sapienza divina si identifica con la Legge mosaica. Afferma infatti la stessa Sapienza: “Il creatore dell’universo mi fece piantare la tenda e mi disse: «Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele»” (Sir 24,8). In Gesù Cristo, la Legge di Dio si è fatta testimonianza vivente, scritta nel cuore di un uomo in cui, per l’azione dello Spirito Santo, è presente corporalmente tutta la pienezza della divinità (cfr Col 2,9).

Cari amici, questa è la vera ragione di speranza dell’umanità: la storia ha un senso, perché è “abitata” dalla Sapienza di Dio.

E tuttavia, il disegno divino non si compie automaticamente, perché è un progetto d’amore, e l’amore genera libertà e chiede libertà. Il Regno di Dio viene certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella propria vita, giorno per giorno.

Perciò, anche il 2010 sarà più o meno “buono” nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio. Rivolgiamoci dunque alla Vergine Maria, per imparare da Lei questo atteggiamento spirituale.

Il Figlio di Dio ha preso carne da Lei non senza il suo consenso. Ogni volta che il Signore vuole fare un passo avanti, insieme con noi, verso la “terra promessa”, bussa prima al nostro cuore, attende, per così dire, il nostro “sì”, nelle piccole come nelle grandi scelte.

Ci aiuti Maria ad accogliere sempre la volontà di Dio, con umiltà e coraggio, perché anche le prove e le sofferenze della vita cooperino ad affrettare la venuta del suo Regno di giustizia e di pace.

DOPO L’ANGELUS

En ce premier dimanche de l’année nouvelle, je suis heureux d’accueillir les pèlerins francophones. Le temps de Noël nous donne de rendre grâce car le Christ, Sagesse incarnée de Dieu, vient habiter parmi les hommes. Il est venu dans notre histoire pour en éclairer et en orienter le cours. Aujourd’hui de nombreux Pays célèbrent la fête de l’Épiphanie, manifestation du Sauveur à toutes les nations. Nous aussi, avec la Vierge Marie soyons attentifs aux signes que Dieu nous donne de sa présence dans notre vie et dans notre monde ! Bon dimanche et bonne année à tous !

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus. As we continue to rejoice in the birth of Christ our Saviour, let us pray for the grace to live through love in his presence. Thus, like John the Baptist in today’s Gospel, we can be witnesses to the light that enlightens the whole of creation. Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings!

Ein herzliches Grüß Gott sage ich allen deutschsprachigen Pilgern und Besuchern. Der heutige zweite Sonntag nach Weihnachten stellt uns noch einmal das Geheimnis der Menschwerdung Gottes vor Augen: „Das Wort ist Fleisch geworden und hat unter uns gewohnt” (Joh 1,14). In Jesus Christus ist Gott wirklich der „Gott-mit-uns”. Er ist in unsere Welt eingetreten, einer von uns geworden, um uns als seine Kinder am göttlichen Leben teilhaben zu lassen. Aus diesem Geschenk der Gegenwart und Gemeinschaft Gottes wollen wir leben und auch im neuen Jahr auf dem Weg des Guten voranschreiten. Der Herr segne euch alle!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana. El Evangelio de hoy nos recuerda el grandioso acontecimiento del misterio de la Navidad: la Palabra de Dios se hizo carne y acampó entre nosotros, para que podamos contemplar su gloria y ser hijos de Dios, si creemos en su nombre. En ese nombre se ha abierto hace pocos días en Santiago de Compostela la puerta del Año Santo, puerta por la que pasan desde hace muchos siglos multitud de peregrinos en busca de la luz de la fe y la gracia del perdón, tras contemplar el majestuoso «Pórtico de la Gloria» del templo que guarda una particular memoria del Apóstol Santiago el Mayor, en los extremos confines de Europa continental. Invito a todos a dejarse iluminar por Cristo, luz del mundo, y renacer así a la esperanza, a una nueva vida y a un mundo nuevo, lleno de paz y concordia. Feliz domingo.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dzisiejsza liturgia raz jeszcze przypomina, że odwieczne Słowo Boga stało się ciałem i zamieszkało pośród nas. Chrystus wszedł w naszą doczesność, aby wprowadzić ją w wieczność. Niech świadomość Jego stałej obecności w naszym życiu będzie źródłem pokoju i radości. Niech Pan wam błogosławi!

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. La liturgia odierna ancora una volta ci ricorda che l’eterno Verbo di Dio si fece carne e venne ad abitare tra noi. Cristo è entrato nella nostra quotidianità per introdurla nell’eternità. La consapevolezza della sua perenne presenza nella nostra vita sia la fonte della pace e della gioia. Il Signore vi benedica!]

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai giovani e alle famiglie provenienti da Sogliano Cavour e da Collepasso, al gruppo di ministranti di Bellagio, ai ragazzi di Chiaramonti e a quelli che partecipano all’incontro organizzato dalle Suore del Bambino Gesù. Cari amici, la visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo accresca in ciascuno di voi la forza e la gioia della fede. A tutti auguro una serena domenica e un buon anno nuovo.

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06/01/2010 19:48



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 06.01.2010

Al termine della Santa Messa celebrata nella Basilica Vaticana in occasione della Solennità dell’Epifania del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Celebriamo oggi la grande festa dell’Epifania, il mistero della Manifestazione del Signore a tutte le genti, rappresentate dai Magi, venuti dall’Oriente per adorare il Re dei Giudei (cfr Mt 2,1-2).
L’evangelista Matteo, che racconta l’avvenimento, sottolinea come essi arrivarono fino a Gerusalemme seguendo una stella, avvistata nel suo sorgere e interpretata quale segno della nascita del Re annunciato dai profeti, cioé del Messia. Giunti, però, a Gerusalemme, i Magi ebbero bisogno delle indicazioni dei sacerdoti e degli scribi per conoscere esattamente il luogo in cui recarsi, cioè Betlemme, la città di Davide (cfr Mt 2,5-6; Mic 5,1).

La stella e le Sacre Scritture furono le due luci che guidarono il cammino dei Magi, i quali ci appaiono come modelli degli autentici cercatori della verità.

Essi erano dei sapienti, che scrutavano gli astri e conoscevano la storia dei popoli. Erano uomini di scienza in un senso ampio, che osservavano il cosmo ritenendolo quasi un grande libro pieno di segni e di messaggi divini per l’uomo.

Il loro sapere, pertanto, lungi dal ritenersi autosufficiente, era aperto ad ulteriori rivelazioni ed appelli divini. Infatti, non si vergognano di chiedere istruzioni ai capi religiosi dei Giudei. Avrebbero potuto dire: facciamo da soli, non abbiamo bisogno di nessuno, evitando, secondo la nostra mentalità odierna, ogni “contaminazione” tra la scienza e la Parola di Dio. Invece i Magi ascoltano le profezie e le accolgono; e, appena si rimettono in cammino verso Betlemme, vedono nuovamente la stella, quasi a conferma di una perfetta armonia tra la ricerca umana e la Verità divina, un’armonia che riempì di gioia i loro cuori di autentici sapienti (cfr Mt 2,10).

Il culmine del loro itinerario di ricerca fu quando si trovarono davanti “il bambino con Maria sua madre” (Mt 2,11). Dice il Vangelo che “prostratisi lo adorarono”. Avrebbero potuto rimanere delusi, anzi, scandalizzati. Invece, da veri sapienti, sono aperti al mistero che si manifesta in maniera sorprendente; e con i loro doni simbolici dimostrano di riconoscere in Gesù il Re e il Figlio di Dio. Proprio in quel gesto si compiono gli oracoli messianici che annunciano l’omaggio delle nazioni al Dio d’Israele.

Un ultimo particolare conferma, nei Magi, l’unità tra intelligenza e fede: è il fatto che “avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12). Sarebbe stato naturale ritornare a Gerusalemme, nel palazzo di Erode e nel Tempio, per dare risonanza alla loro scoperta.
Invece, i Magi, che hanno scelto come loro sovrano il Bambino, la custodiscono nel nascondimento, secondo lo stile di Maria, o meglio, di Dio stesso e, così come erano apparsi, scompaiono nel silenzio, appagati, ma anche cambiati dall’incontro con la Verità.

Avevano scoperto un nuovo volto di Dio, una nuova regalità: quella dell’amore.
Ci aiuti la Vergine Maria, modello di vera sapienza, ad essere autentici ricercatori della verità di Dio, capaci di vivere sempre la profonda sintonia che c’è tra ragione e fede, scienza e rivelazione.

DOPO L’ANGELUS

Sono lieto di indirizzare il mio augurio più cordiale ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Orientali che celebrano domani il santo Natale. Il mistero di luce sia fonte di gioia e di pace per ogni famiglia e comunità.

Nella solennità dell’Epifania ricorre la Giornata Missionaria dei Bambini, con il motto “I bambini aiutano i bambini”. Promossa dal Venerabile Papa Pio XII nel 1950, questa iniziativa educa i bambini a formarsi una mentalità aperta al mondo e ad essere solidali con i loro coetanei più disagiati. Saluto con affetto tutti i piccoli missionari presenti nei cinque continenti e li incoraggio ad essere sempre testimoni di Gesù e annunciatori del suo Vangelo.

En ce jour de l’Épiphanie, la prière de l’Angélus me donne la joie de saluer les pèlerins francophones et particulièrement nos frères chrétiens d’Orient. Comme les Mages guidés par l’étoile nous sommes invités à marcher vers la lumière de Dieu. En venant adorer l’Enfant de Bethléem, acceptons de nous faire humbles et pauvres. Il indique à tous les hommes de bonne volonté un chemin pour les rassembler dans l’unité et la fraternité. à la suite des Mages et avec la Vierge Marie sachons accueillir Dieu qui s’est rendu visible à nos yeux et marchons avec joie vers la clarté de son aurore !

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus. Today we celebrate the solemnity of the Epiphany of our Lord. As the wise men of old followed a star and knelt before the Christ child, we too are called to welcome him who today reveals the loving face of God to the nations. May the example of the wise men encourage us to give our very best to God and to our neighbours. Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings!

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger aus den Ländern deutscher Sprache. Als die Sterndeuter aus dem Osten das Jesuskind und Maria, seine Mutter, fanden, fielen sie vor ihm nieder und beteten ihn an (vgl. Mt 2,11). Wie sie sollen auch wir uns in tiefer Anbetung vor dem Herrn, unserem Schöpfer, niederwerfen und ihm allein dienen. Mit unserem Lob und Dank bringen wir dem menschgewordenen Sohn Gottes uns selber als geistige Opfergabe dar, indem wir unser Leben in Glaube, Hoffnung und Liebe auf ihn ausrichten. Die Freude des neugeborenen Erlösers erfülle euch und eure Familien!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana. La Iglesia celebra hoy la solemnidad de la Epifanía del Señor, la manifestación del Mesías a todos los pueblos. San Mateo nos narra en su evangelio como unos personajes, venidos de Oriente, son guiados por una estrella hasta Belén y, adorando al Niño Jesús, le reconocen como el único Salvador del Mundo. Queridos hermanos, os invito a imitar la obediencia de estos Magos que, gracias a su docilidad a la acción providente de Dios, pudieron recibir la luz sin ocaso: Cristo, el Señor. Feliz fiesta de la Epifanía. Muchas gracias.

Serdecznie pozdrawiam Polaków. Dzisiejsza uroczystość przypomina nam, że Bóg objawił się światu w swoim Synu, odpowiedział na ludzkie pytania o sens i cel życia. Jak Mędrcom, którzy Go szukali wskazał drogę swoim światłem, tak nas prowadzi drogą wiary. Pozwala się znaleźć tym, którzy Go szukają, daje dowody swej obecności. Bądźmy Jego świadkami!

[Saluto cordialmente i Polacchi. La solennità odierna ci fa ricordare che Dio si è rivelato nel Suo Figlio, ha risposto alle domande dell’uomo sul senso e sullo scopo della vita. Come ai Magi, i quali Lo hanno cercato, ha mostrato la strada con la sua luce, così conduce noi sulla via della fede. Dio permette di essere trovato da tutti coloro che lo cercano, dando conferma della sua presenza. Perciò siamone testimoni!]

Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i giovani del Movimento “Tra Noi” e i partecipanti al consueto corteo storico-folcloristico, ispirato quest’anno alle tradizioni delle città di Alatri, Fiuggi e Vico nel Lazio. Mentre rivolgo un pensiero affettuoso ai bambini di Roma, auguro a tutti una buona festa dell’Epifania.

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10/01/2010 17:13



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 10.01.2010

Conclusa la Santa Messa con l’amministrazione del Battesimo ad un gruppo di bambini nella Cappella Sistina, il Santo Padre a mezzogiorno si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Questa mattina, durante la santa Messa celebrata nella Cappella Sistina, ho amministrato il sacramento del Battesimo ad alcuni neonati.
Tale consuetudine è legata alla festa del Battesimo del Signore, con la quale si conclude il tempo liturgico del Natale.

Il Battesimo suggerisce molto bene il senso globale delle Festività natalizie, nelle quali il tema del diventare figli di Dio grazie alla venuta del Figlio unigenito nella nostra umanità costituisce un elemento dominante. Egli si è fatto uomo perché noi possiamo diventare figli di Dio. Dio è nato perché noi possiamo rinascere.

Questi concetti ritornano continuamente nei testi liturgici natalizi e costituiscono un entusiasmante motivo di riflessione e di speranza. Pensiamo a ciò che scrive san Paolo ai Galati: “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5); o ancora san Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: “A quanti l’hanno accolto / ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Questo stupendo mistero che è la nostra “seconda nascita” – la rinascita di un essere umano dall’”alto”, da Dio (cfr Gv 3,1-8) – si realizza e si riassume nel segno sacramentale del Battesimo.

Con tale sacramento l’uomo diventa realmente figlio, figlio di Dio. Da allora, il fine della sua esistenza consiste nel raggiungere in modo libero e consapevole ciò che fin dall’inizio è la destinazione dell’uomo. “Diventa ciò che sei” – rappresenta il principio educativo di base della persona umana redenta dalla grazia. Tale principio ha molte analogie con la crescita umana, dove il rapporto dei genitori con i figli passa, attraverso distacchi e crisi, dalla dipendenza totale alla consapevolezza di essere figli, alla riconoscenza per il dono della vita ricevuta e alla maturità e alla capacità di donare la vita. Generato dal Battesimo a vita nuova, anche il cristiano inizia il suo cammino di crescita nella fede che lo porterà ad invocare consapevolmente Dio come “Abbà – Padre”, a rivolgersi a Lui con gratitudine e a vivere la gioia di essere suo figlio.

Dal Battesimo deriva anche un modello di società: quella dei fratelli. La fraternità non si può stabilire mediante un’ideologia, tanto meno per decreto di un qualsiasi potere costituito. Ci si riconosce fratelli a partire dall’umile ma profonda consapevolezza del proprio essere figli dell’unico Padre celeste.

Come cristiani, grazie allo Spirito Santo ricevuto nel Battesimo, abbiamo in sorte il dono e l’impegno di vivere da figli di Dio e da fratelli, per essere come “lievito” di un’umanità nuova, solidale e ricca di pace e di speranza. In questo ci aiuta la consapevolezza di avere, oltre che un Padre nei cieli, anche una madre, la Chiesa, di cui la Vergine Maria è il perenne modello. A lei affidiamo i bambini neo-battezzati e le loro famiglie, e chiediamo per tutti la gioia di rinascere ogni giorno “dall’alto”, dall’amore di Dio, che ci rende suoi figli e fratelli tra noi.

DOPO L’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Due fatti hanno attirato, in modo particolare, la mia attenzione in questi ultimi giorni: il caso della condizione dei migranti, che cercano una vita migliore in Paesi che hanno bisogno, per diversi motivi, della loro presenza, e le situazioni conflittuali, in varie parti del mondo, in cui i cristiani sono oggetto di attacchi, anche violenti.

Bisogna ripartire dal cuore del problema! Bisogna ripartire dal significato della persona! Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita. La violenza non deve essere mai per nessuno la via per risolvere le difficoltà. Il problema è anzitutto umano! Invito, a guardare il volto dell’altro e a scoprire che egli ha un’anima, una storia e una vita: è una persona e Dio lo ama come ama me.

Vorrei fare simili considerazioni per ciò che riguarda l’uomo nella sua diversità religiosa. La violenza verso i cristiani in alcuni Paesi ha suscitato lo sdegno di molti, anche perché si è manifestata nei giorni più sacri della tradizione cristiana. Occorre che le Istituzioni sia politiche, sia religiose non vengano meno – lo ribadisco – alle proprie responsabilità. Non può esserci violenza nel nome di Dio, né si può pensare di onorarlo offendendo la dignità e la libertà dei propri simili.

Chers frères et sœurs de langue française, soyez les bienvenus pour la prière de l’Angélus. Ce matin, rendons grâce à Dieu pour notre Baptême. Écoutons nous aussi le Père nous redire « Tu es mon Fils bien-aimé ; en toi j’ai mis tout mon amour». L’Esprit de Dieu fait route avec nous, et il remplit notre vie de lumière et de sainteté. En prenant conscience de la splendeur de notre Baptême, soyons les serviteurs et les témoins de cette Bonne Nouvelle pour notre monde ! Que la Vierge Marie, nous aide à demeurer toujours fidèles à notre Baptême ! Bon dimanche et bonne semaine à tous !

I greet all English-speaking visitors taking part in this Angelus prayer. Today, on the Feast of the Baptism of the Lord, the Church invites us to contemplate Jesus as the Messiah, the beloved Son of the Father, who gives us a share in the divine life through the gift of the Holy Spirit in the waters of Baptism. May all of us be renewed in the grace of our own Baptism and strengthened in faithful witness to the Gospel and its promises! Upon you and your families I invoke the Lord’s blessings of joy and peace.

Gerne grüße ich alle deutschsprachigen Gläubigen beim heutigen Angelusgebet, besonders die Schüler aus Bad Tölz und die Pilger aus Eisenstadt. Bei der Taufe im Jordan stellt sich Jesus Christus in eine Reihe mit uns Menschen. Er ist der geliebte Sohn des Vaters und zugleich einer von uns. Durch unsere eigene Taufe werden auch wir in Christus geliebte Kinder Gottes. Wir haben Anteil erhalten am Heiligen Geist. In der Kraft dieses Geistes wollen wir leben und die Welt gestalten, wie es Gott gefällt. Der Herr geleite euch alle Tage dieses neuen Jahres mit seiner Gnade.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, así como a quienes se unen a ella a través de la radio y la televisión. En la fiesta del Bautismo del Señor, invito a todos a renovar con alegría y convicción las promesas realizadas al recibir este Sacramento, para ser ante el mundo discípulos y misioneros de Cristo, llevando la luz de su Evangelio a todos los ámbitos de la sociedad, con la palabra y el propio ejemplo. Que en esta hermosa misión sintáis el consuelo y la compañía de María Santísima, a cuyas maternas manos encomendamos a todos los hijos de la Iglesia. Feliz Domingo.

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Dzisiaj wspominamy chrzest Jezusa w Jordanie. Przyjmując go, Syn Boży poddał się woli Ojca, podjął publicznie zbawczą misję, uprzedził swoją śmierć i zmartwychwstanie. Wspominając swój własny chrzest pamiętajmy, że jest on fundamentem naszej więzi z Bogiem. Na nim wznośmy dom naszego życia, naszego powołania.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Oggi ricordiamo il Battesimo di Gesù al Giordano. Ricevendolo, il Figlio di Dio si sottomise alla volontà del Padre, assunse pubblicamente la missione salvifica, anticipò la propria morte e risurrezione. Tornando col pensiero al nostro battesimo, ricordiamo che esso è il fondamento del nostro legame con Dio. Costruiamo su di esso l’edificio della nostra vita e della nostra vocazione.]

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. Cari fratelli e sorelle, vi auguro di conservare viva nello spirito la luce delle feste del Natale, perché vi guidi nel cammino di ogni giorno. Buona domenica!

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17/01/2010 19:09

 




LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 17.01.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Nell’odierna domenica si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. La presenza della Chiesa a fianco di queste persone è stata costante nel tempo, raggiungendo traguardi singolari agli inizi del secolo scorso: basti pensare alle figure del beato vescovo Giovanni Battista Scalabrini e di santa Francesca Cabrini. Nel Messaggio inviato per l’occasione ho richiamato l’attenzione sui migranti e i rifugiati minorenni.

Gesù Cristo, che da neonato visse la drammatica esperienza del rifugiato a causa delle minacce di Erode, ai suoi discepoli insegna ad accogliere i bambini con grande rispetto e amore. Anche il bambino, infatti, qualunque sia la nazionalità e il colore della pelle, è da considerare prima di tutto e sempre come persona, immagine di Dio, da promuovere e tutelare contro ogni emarginazione e sfruttamento.

In particolare, occorre porre ogni cura perché i minori che si trovano a vivere in un Paese straniero siano garantiti sul piano legislativo e soprattutto accompagnati negli innumerevoli problemi che devono affrontare. Mentre incoraggio vivamente le comunità cristiane e gli organismi che si impegnano a servizio dei minori migranti e rifugiati, esorto tutti a tenere viva la sensibilità educativa e culturale nei loro confronti, secondo l’autentico spirito evangelico.

Oggi pomeriggio, a quasi 24 anni dalla storica Visita del Venerabile Giovanni Paolo II, mi recherò alla grande Sinagoga di Roma, detta Tempio Maggiore, per incontrare la Comunità ebraica della Città e porre un’ulteriore tappa nel cammino di concordia e di amicizia tra Cattolici e Ebrei. Infatti, malgrado i problemi e le difficoltà, tra i credenti delle due Religioni si respira un clima di grande rispetto e di dialogo, a testimonianza di quanto i rapporti siano maturati e dell’impegno comune di valorizzare ciò che ci unisce: la fede nell’unico Dio, prima di tutto, ma anche la tutela della vita e della famiglia, l’aspirazione alla giustizia sociale ed alla pace.

Ricordo, infine, che domani si aprirà la tradizionale Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. Ogni anno, essa costituisce, per quanti credono in Cristo, un tempo propizio per ravvivare lo spirito ecumenico, per incontrarsi, conoscersi, pregare e riflettere insieme. Il tema biblico, tratto dal Vangelo di san Luca, riecheggia le parole di Gesù risorto agli Apostoli: “Voi sarete testimoni di tutto ciò” (Lc 24,48).

Il nostro annuncio del Vangelo di Cristo sarà tanto più credibile ed efficace quanto più saremo uniti nel suo amore, come veri fratelli. Invito pertanto le parrocchie, le comunità religiose, le associazioni e i movimenti ecclesiali a pregare incessantemente, in modo particolare durante le celebrazioni eucaristiche, per la piena unità dei cristiani.

Affidiamo queste tre intenzioni – i nostri fratelli Migranti e Rifugiati, il dialogo religioso con gli Ebrei e l’unità dei Cristiani – alla materna intercessione di Maria Santissima, Madre di Cristo e Madre della Chiesa.

DOPO L’ANGELUS

Il nostro pensiero, in questi giorni, è rivolto alle care popolazioni di Haiti, e si fa accorata preghiera. Il Nunzio Apostolico, che grazie a Dio sta bene, mi tiene costantemente informato, e così ho appreso la dolorosa scomparsa dell’Arcivescovo, come pure di tanti sacerdoti, religiosi e seminaristi. Seguo e incoraggio lo sforzo delle numerose organizzazioni caritative, che si stanno facendo carico delle immense necessità del Paese. Prego per i feriti, per i senza tetto, e per quanti tragicamente hanno perso la vita.

In questa Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sono lieto di salutare le rappresentanze di diverse comunità etniche qui convenute. Auguro a tutti di partecipare pienamente alla vita sociale ed ecclesiale, custodendo i valori delle proprie culture di origine. Saluto anche i brasiliani discendenti di emigrati del Trentino. Grazie di essere venuti!

Rivolgo infine uno speciale saluto ai partecipanti alla seconda edizione del Festival Internazionale degli Itinerari dello Spirito, collegati con noi dalla Nuova Fiera di Roma, dove è stata appena celebrata la Santa Messa dal Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

J’accueille avec joie les pèlerins francophones. À la veille de l’ouverture de la Semaine de prière pour l’Unité des chrétiens, n’ayons pas peur d’être ensemble des témoins authentiques du Christ ressuscité, présent dans notre monde. Puisse l’Esprit-Saint envoyer à son Église le don de l’unité ! L’Évangile de ce jour nous offre le signe des noces de Cana. Il nous invite à ne pas nous laisser envahir par le doute et par les soucis, car le Christ est vraiment venu pour tous les hommes. A l’exemple de Marie laissons nous conduire par son divin Fils. Écoutons-la nous dire « faites tout ce qu’il vous dira ». Que la Vierge Sainte intercède pour nous et pour tous les hommes ! J’implore sa protection particulièrement pour la chère population haïtienne, si durement éprouvée, afin qu’elle trouve assistance et réconfort. Que Notre-Dame du Perpétuel Secours, patronne d’Haïti, protège ses fils et ses filles ! Bon dimanche et bonne semaine à tous !

To the English-speaking visitors and pilgrims here today, I extend heartfelt greetings. In particular I welcome the students from the “Catholic Studies Program” at Loras College, Dubuque in the United States. In today’s Gospel we hear how Jesus let his glory be seen by turning water into wine. May all of you discover the transforming power of his love in your lives, so that his glory may be manifested today to those around you. Upon all who are present, and upon your families and loved ones, I invoke God’s abundant blessings.

Von Herzen heiße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Besonders grüße ich die Delegation aus Freising, zu deren Ehrenbürgern ich mich nun zählen darf. Mit dem Propheten Jesaja, dessen Worte wir heute in der ersten Lesung hörten, sind auch wir darum bemüht, daß alle Menschen in Recht und Würde leben können. Doch sehen wir schon an den traurigen Ereignissen dieser Tage in Haiti und vielen anderen Ländern der Erde, daß wir allein diese Welt nicht gut machen können. Bitten wir den Herrn des Lebens um eine Erneuerung und Heilung dieser Erde; empfehlen wir ihm die Opfer der Erdbebenkatastrophe an und helfen wir selbst nach Kräften mit. – Euch allen wünsche ich einen guten Aufenthalt hier in Rom.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana del Ángelus, en particular al grupo de estudiantes del Instituto Maestro Domingo, de Badajoz, con sus profesores de religión, así como a los grupos de diversas parroquias de Murcia. En este domingo, invito a todos a seguir el consejo de la Virgen María, suprema maestra en la fe, que nos narra el Evangelio de hoy: haced lo que Jesús os diga en todo momento. Muchas gracias y feliz día del Señor.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. W sposób szczególny łączę się z tymi, którzy modlą się w Tarnowie, gdzie odbywają się główne uroczystości Dnia Judaizmu w Kościele katolickim w Polsce. Niech życzliwe spotkanie odmiennych tradycji i kultur prowadzi do wzajemnego zrozumienia i szacunku. Wszystkim z serca błogosławię.

[Rivolgo un cordiale saluto ai polacchi. In modo particolare mi unisco a coloro che pregano a Tarnów, dove si svolgono le celebrazioni principali della Giornata del Giudaismo nella Chiesa cattolica in Polonia. Il benevolo incontro delle differenti tradizioni e culture porti alla reciproca comprensione e al mutuo rispetto. Vi benedico tutti di cuore.]

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i numerosi soci dell’Associazione Italiana Allevatori, venuti in occasione della memoria liturgica del loro Patrono, sant’Antonio Abate. Cari amici, esprimo apprezzamento per il vostro impegno in favore di uno sviluppo giusto, solidale e rispettoso dell’ambiente, ed auspico ogni bene per la vostra attività.

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25/01/2010 20:15

 



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 24.01.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Tra le letture bibliche dell’odierna liturgia vi è il celebre testo della Prima Lettera ai Corinzi in cui san Paolo paragona la Chiesa al corpo umano. Così scrive l’Apostolo: “Come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito” (1 Cor 12,12-13).

La Chiesa è concepita come il corpo, di cui Cristo è il capo, e forma con Lui un tutt’uno. Tuttavia ciò che all’Apostolo preme comunicare è l’idea dell’unità nella molteplicità dei carismi, che sono i doni dello Spirito Santo. Grazie ad essi, la Chiesa si presenta come un organismo ricco e vitale, non uniforme, frutto dell’unico Spirito che conduce tutti ad unità profonda, assumendo le diversità senza abolirle e realizzando un insieme armonioso.

Essa prolunga nella storia la presenza del Signore risorto, in particolare mediante i Sacramenti, la Parola di Dio, i carismi e i ministeri distribuiti nella comunità. Perciò, è proprio in Cristo e nello Spirito che la Chiesa è una e santa, cioè un’intima comunione che trascende le capacità umane e le sostiene.

Mi piace sottolineare questo aspetto mentre stiamo vivendo la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani“, che si concluderà domani, festa della Conversione di San Paolo. Secondo la tradizione, nel pomeriggio celebrerò i Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, con la partecipazione dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma. Invocheremo da Dio il dono della piena unità di tutti i discepoli di Cristo e, in particolare, secondo il tema di quest’anno, rinnoveremo l’impegno di essere insieme testimoni del Signore crocifisso e risorto (cfr Lc 24,48). La comunione dei cristiani, infatti, rende più credibile ed efficace l’annuncio del Vangelo, come affermò lo stesso Gesù pregando il Padre alla vigilia della sua morte: “Che siano una sola cosa … perché il mondo creda” (Gv 17,21).

Infine, cari amici, desidero ricordare la figura di san Francesco di Sales, la cui memoria liturgica ricorre il 24 gennaio. Nato in Savoia nel 1567, egli studiò il diritto a Padova e a Parigi e, chiamato dal Signore, divenne sacerdote. Si dedicò con grande frutto alla predicazione e alla formazione spirituale dei fedeli, insegnando che la chiamata alla santità è per tutti e che ciascuno – come dice san Paolo con il paragone del corpo – ha il suo posto nella Chiesa. San Francesco di Sales è patrono dei giornalisti e della stampa cattolica. Alla sua spirituale assistenza affido il Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che firmo ogni anno in questa occasione e che ieri è stato presentato in Vaticano.

La Vergine Maria, Madre della Chiesa, ci ottenga di progredire sempre nella comunione, per trasmettere la bellezza di essere una cosa sola nell’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

DOPO L’ANGELUS

Ieri, a Barcellona, è stato proclamato Beato José Samsó i Elías, sacerdote e martire catalano, ucciso durante la guerra civile. Da vero testimone di Cristo, morì perdonando i suoi persecutori. Per i sacerdoti, specialmente per i parroci, egli costituisce un modello di dedizione alla catechesi e alla carità verso i poveri.

En ce dimanche de la Semaine de prière pour l’unité des chrétiens, je salue avec joie les pèlerins francophones. Prenant la comparaison du corps humain, saint Paul met en lumière la solidarité qui doit exister entre tous les membres du Corps du Christ, l’Église. Chacun est donc invité à mettre en valeur les dons qu’il a reçus de l’Esprit en vue de la construction de ce Corps. Dieu veut que nous le servions dans l’unité de la foi. Demandons ardemment au Christ de faire à son Église le don de cette unité ! Que la Vierge Marie aide chacun et chacune sur ce chemin! Bon dimanche et bonne semaine à tous !

I am pleased to welcome all the English-speaking pilgrims to this Angelus. In today’s liturgy, Jesus tells us plainly that he has been anointed “to preach good news to the poor” (Lk 4:18). Indeed, it is the poor whom God has chosen to be rich in faith and heirs of His kingdom (cf. Jas 2:5). Dear brothers and sisters, may those in need take courage from the Good News, and may all of us be generous with God’s gifts to us (cf. Mk 4:24).

An diesem Sonntag in der Weltgebetswoche für die Einheit der Christen grüße ich die deutschsprachigen Pilger hier auf dem Petersplatz. Durch die Taufe sind wir alle zu Gliedern an dem einen Leib Christi geworden und dazu berufen, als Gemeinschaft in der Welt gleichsam das Wirken seines Geistes zu verkörpern. Die Menschen schauen auf uns Christen, und sie erwarten zu Recht viel von uns. Christus hat uns nämlich gesandt, seine frohe Botschaft zu verkünden und durch unser Leben Zeugnis von seiner Liebe zu geben. Gott stärke uns und alle, die an Christus glauben, auf diesem Weg!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana, en particular a los grupos de las parroquias de San Lorenzo, de Burgos, San Juan, de Barbalos, y San Martín, de Valladolid. Deseo recordar que se celebró ayer en Mataró la beatificación del Siervo de Dios Josep Samsó i Elias, sacerdote que destacó por su caridad y su celo apostólico. En su martirio, entregó generosamente su vida al Señor entre palabras y gestos de perdón y misericordia. Que en este Año Sacerdotal, su ejemplo sirva de estímulo a los presbíteros en el solícito ejercicio de su ministerio pastoral y anime a los fieles a dar en todo momento un testimonio valiente y convencido de su fe. Que el nou Beat Josep Samsò i Elias us beneeixi i us protegeixi. Feliç diumenge. Muchas gracias y feliz domingo.

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. W Tygodniu Modlitw o Jedność Chrześcijan, Chrystus Pan raz jeszcze modli się za nas: „Aby wszyscy stanowili jedno” (J 17,21). I my prośmy o ten upragniony Boży dar. Niech Kościół i inne Wspólnoty zjednoczy duch wiary, cywilizacja życia, pokoju i miłości. Pragnąc komunii wierzących, budujmy naszą codzienność na Chrystusie i Jego Ewangelii. Życzę wszystkim dobrej niedzieli.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, Cristo Signore ancora una volta prega per noi: "Perché tutti siano una sola cosa" (Gv 17, 21). Preghiamo anche noi per ottenere questo desiderato dono di Dio. La Chiesa e le altre Comunità siano unite dallo spirito di fede, dalla civiltà della vita, della pace e dell’amore. Nutrendo il desiderio della comunione di coloro che credono, edifichiamo la nostra quotidianità su Cristo e sul Suo Vangelo. A tutti auguro una buona domenica.]

Infine saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi della Diocesi di Milano, che a Pentecoste faranno la professione di fede, e quelli della parrocchia di San Romano in Roma, che si preparano alla Cresima; come pure i fedeli di Avellino, Gubbio e Cecchina, e il gruppo della Banca di Piacenza. Rivolgo uno speciale saluto alle famiglie del Movimento dell’Amore Familiare e a quanti questa notte hanno vegliato nella chiesa di San Gregorio VII pregando per soluzioni giuste e pacifiche dei problemi dell’immigrazione.

A tutti auguro una buona domenica.

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31/01/2010 16:52



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 31.01.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Presenti oggi, tra gli altri, i Ragazzi dell’Azione Cattolica della diocesi di Roma che concludono con la “Carovana della Pace” il mese di gennaio da loro tradizionalmente dedicato al tema della pace. Al termine della preghiera dell’Angelus due bambini, invitati nell’appartamento pontificio, liberano dalla finestra due colombe, simbolo di pace.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Nella liturgia di questa domenica si legge una delle pagine più belle del Nuovo Testamento e di tutta la Bibbia: il cosiddetto “inno alla carità” dell’apostolo Paolo (1 Cor 12,31-13,13).
Nella sua Prima Lettera ai Corinzi, dopo aver spiegato, con l’immagine del corpo, che i diversi doni dello Spirito Santo concorrono al bene dell’unica Chiesa, Paolo mostra la “via” della perfezione.

Questa – dice – non consiste nel possedere qualità eccezionali: parlare lingue nuove, conoscere tutti i misteri, avere una fede prodigiosa o compiere gesti eroici. Consiste invece nella carità – agape – cioè nell’amore autentico, quello che Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo. La carità è il dono “più grande”, che dà valore a tutti gli altri, eppure “non si vanta, non si gonfia d’orgoglio”, anzi, “si rallegra della verità” e del bene altrui. Chi ama veramente “non cerca il proprio interesse”, “non tiene conto del male ricevuto”, “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (cfr 1 Cor 13,4-7).

Alla fine, quando ci incontreremo faccia a faccia con Dio, tutti gli altri doni verranno meno; l’unico che rimarrà in eterno sarà la carità, perché Dio è amore e noi saremo simili a Lui, in comunione perfetta con Lui.

Per ora, mentre siamo in questo mondo, la carità è il distintivo del cristiano. E’ la sintesi di tutta la sua vita: di ciò che crede e di ciò che fa.

Per questo, all’inizio del mio pontificato, ho voluto dedicare la mia prima Enciclica proprio al tema dell’amore: Deus caritas est. Come ricorderete, questa Enciclica si compone di due parti, che corrispondono ai due aspetti della carità: il suo significato, e quindi la sua attuazione pratica.

L’amore è l’essenza di Dio stesso, è il senso della creazione e della storia, è la luce che dà bontà e bellezza all’esistenza di ogni uomo. Al tempo stesso, l’amore è, per così dire, lo “stile” di Dio e dell’uomo credente, è il comportamento di chi, rispondendo all’amore di Dio, imposta la propria vita come dono di sé a Dio e al prossimo. In Gesù Cristo questi due aspetti formano una perfetta unità: Egli è l’Amore incarnato.

Questo Amore ci è rivelato pienamente nel Cristo crocifisso. Fissando lo sguardo su di Lui, possiamo confessare con l’apostolo Giovanni: “Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto” (cfr 1 Gv 4,16; Enc. Deus caritas est, 1).

Cari amici, se pensiamo ai Santi, riconosciamo la varietà dei loro doni spirituali, e anche dei loro caratteri umani. Ma la vita di ognuno di essi è un inno alla carità, un cantico vivente all’amore di Dio! Oggi, 31 gennaio, ricordiamo in particolare san Giovanni Bosco, fondatore della Famiglia Salesiana e patrono dei giovani. In questo Anno Sacerdotale vorrei invocare la sua intercessione affinché i sacerdoti siano sempre educatori e padri dei giovani; e perché, sperimentando questa carità pastorale, tanti giovani accolgano la chiamata a dare la vita per Cristo e per il Vangelo. Maria Ausiliatrice, modello di carità, ci ottenga queste grazie.

DOPO L’ANGELUS

L’ultima domenica di gennaio è la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra. Il pensiero va spontaneamente a Padre Damiano de Veuster, che diede la vita per questi fratelli e sorelle, e che nello scorso ottobre ho proclamato santo. Alla sua celeste protezione affido tutte le persone che purtroppo ancora oggi soffrono per questa malattia, come pure gli operatori sanitari e i volontari che si prodigano perché possa esistere un mondo senza lebbra. Saluto in particolare l’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau.

Oggi si celebra anche la seconda Giornata di Intercessione per la Pace in Terra Santa. In comunione con il Patriarca Latino di Gerusalemme e il Custode di Terrasanta, mi unisco spiritualmente alla preghiera di tanti cristiani di ogni parte del mondo, mentre saluto di cuore quanti sono qui convenuti per tale circostanza.

La crisi economica sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, e questa situazione richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti. Penso ad alcune realtà difficili in Italia, come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme; mi associo pertanto all’appello della Conferenza Episcopale Italiana, che ha incoraggiato a fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie.

Un messaggio di pace ci portano anche i ragazzi e le ragazze dell’Azione Cattolica di Roma. Qui accanto a me ci sono due di loro, che saluto insieme a tutti gli altri che si trovano nella Piazza, accompagnati dal Cardinale Vicario, dai familiari e dagli educatori. Cari ragazzi, vi ringrazio perché, con la vostra “Carovana della pace” e col simbolo delle colombe che tra poco faremo volare, voi date a tutti un segno di speranza. Ora ascoltiamo il messaggio che avete preparato.

[un ragazzo legge il messaggio]

Chers pèlerins francophones, la Parole de Dieu nous convie aujourd’hui à accueillir avec foi notre vocation chrétienne, car chacun de nous est appelé à faire fructifier les dons qu’il a reçus pour bâtir l’Église. En cette Année Sacerdotale, demandons au Seigneur que sa Parole bouscule de nombreux jeunes hommes afin qu’ils puissent entendre son appel à le suivre comme prêtre et y répondre avec générosité. Que la Vierge Marie, Mère de l’Église, soutienne tous ceux qui sont engagés dans l’humble et exaltant ministère sacerdotal ! Bon dimanche et bonne semaine à tous !

I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus prayer. In today’s Liturgy we are reminded that Jesus, like the prophets who came before him, was not well received in his homeland and among his relatives and friends. His message brings great joy but also requires open minds and generous hearts. Let us ask for the grace and courage to be always faithful to Jesus in words and deeds. I wish you all a pleasant stay in Rome and a blessed Sunday!

Ein herzliches Grüß Gott sage ich den Pilgern und Gästen deutscher Sprache. Gott hat uns aus Liebe erschaffen und will, daß wir ihn mit ungeteiltem Herzen anbeten und die Menschen lieben, wie er sie liebt (vgl. Tagesgebet). Bitten wir den Herrn, daß wir fähig werden, seiner großen Liebe zu entsprechen, die alles vollkommen macht und uns mit der Ewigkeit verbindet. Die Liebe hört niemals auf, sagt der Apostel Paulus (1 Kor 13,8). Sie ist Maß und Richtschnur für unser Reden und Handeln, für unser Glauben und Hoffen. Dann finden wir das wahre Leben in der Gemeinschaft mit Gott und mit unseren Mitmenschen. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag und eine gute Woche.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a las Comunidades parroquiales venidas de San Sebastián de los Reyes, el Puerto de Santa María, Arcos de la Frontera, San Fernando y Madrid, así como a los grupos de estudiantes y profesores de Valdelacalzada, Talavera La Real y del Colegio San Atón, de Badajoz. Pidamos a la Virgen María que interceda por nosotros para que, como nos exhorta san Pablo en la liturgia de ese domingo, sepamos vivir una vida de auténtico amor. De un amor que se alimenta del encuentro con Cristo en la Eucaristía y se manifiesta en gestos concretos de atención y caridad hacia el prójimo. Feliz domingo

Radujem se što mogu pozdraviti učenike i profesore klasične gimnazije iz Pazina, u Hrvatskoj. Dragi prijatelji, želim vam da vaš posjet Rimu bude koristan za vaš studij, i da hodočašće na grobove apostola Petra i Pavla učvrsti u vama vjeru i ljubav prema Crkvi. Bog vas blagoslovio!

[Sono lieto di salutare gli allievi e i professori del Liceo Classico di Pazin, in Croazia. Cari amici, vi auguro che la visita a Roma sia proficua per i vostri studi, e che il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo rafforzi in voi la fede e l’amore alla Chiesa. Il Signore vi benedica!]

Słowa pozdrowienia kieruję do Polaków. Dzisiaj święty Paweł przypomina nam, że bezinteresowna miłość weryfikuje naszą wiarę, czystość intencji i wartość dokonań. Jest odbiciem blasku odwiecznej miłości Boga, w którym odsłania się ostateczny sens naszego życia i działania. Prośmy Boga o dar takiej miłości dla nas i dla wszystkich ludzi. Serdecznie wam błogosławię.

[Parole di saluto rivolgo ai polacchi. Oggi san Paolo ci ricorda che l’amore disinteressato verifica la nostra fede, la chiarezza delle intenzioni e il valore delle opere. Esso è un riflesso dell’eterno amore di Dio, nel quale si rivela il senso finale della nostra vita e delle nostre azioni. Chiediamo a Dio il dono di tale amore per noi e per tutti gli uomini. Vi benedico di cuore.]

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli di Bari, Taranto, Nettuno e Cecchina.

A tutti auguro una buona domenica. Ed ora con i ragazzi dell’A.C.R. liberiamo le colombe della pace.

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07/02/2010 13:36

Pope Benedict XVI looks at white doves that were freed at the end of the Angelus prayer in St. Peter's square, at the Vatican, Sunday, Jan. 31, 2010.

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 07.02.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

la liturgia di questa quinta domenica del tempo ordinario ci presenta il tema della chiamata divina. In una visione maestosa, Isaia si trova al cospetto del Signore tre volte Santo ed è preso da grande timore e dal sentimento profondo della propria indegnità. Ma un serafino purifica le sue labbra con un carbone ardente e cancella il suo peccato, ed egli, sentendosi pronto a rispondere alla chiamata, esclama: "Eccomi Signore, manda me!" (cfr Is 6,1-2.3-8).
La stessa successione di sentimenti è presente nell’episodio della pesca miracolosa, di cui ci parla l’odierno brano evangelico. Invitati da Gesù a gettare le reti, nonostante una notte infruttuosa, Simon Pietro e gli altri discepoli, fidandosi della sua parola, ottengono una pesca sovrabbondante. Di fronte a tale prodigio, Simon Pietro non si getta al collo di Gesù per esprimere la gioia di quella pesca inaspettata, ma, come racconta l’Evangelista Luca, gli si getta alle ginocchia dicendo: "Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore". Gesù, allora, lo rassicura: "Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini" (cfr Lc 5,10); ed egli, lasciato tutto, lo segue.

Anche Paolo, ricordando di essere stato un persecutore della Chiesa, si professa indegno di essere chiamato apostolo, ma riconosce che la grazia di Dio ha compiuto in lui meraviglie e, nonostante i propri limiti, gli ha affidato il compito e l’onore di predicare il Vangelo (cfr 1Cor 15, 8-10).

In queste tre esperienze vediamo come l’incontro autentico con Dio porti l’uomo a riconoscere la propria povertà e inadeguatezza, il proprio limite e il proprio peccato. Ma, nonostante questa fragilità, il Signore, ricco di misericordia e di perdono, trasforma la vita dell’uomo e lo chiama a seguirlo.

L’umiltà testimoniata da Isaia, da Pietro e da Paolo invita quanti hanno ricevuto il dono della vocazione divina a non concentrarsi sui propri limiti, ma a tenere lo sguardo fisso sul Signore e sulla sua sorprendente misericordia, per convertire il cuore, e continuare, con gioia, a "lasciare tutto" per Lui.

Egli, infatti, non guarda ciò che è importante per l’uomo: "L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore" (1 Sam 16,7), e rende degli uomini poveri e deboli, ma che hanno fede in Lui, intrepidi apostoli e annunciatori della salvezza.
In
quest’Anno Sacerdotale
, preghiamo il Padrone della messe, perché mandi operai alla sua messe e perché quanti sentono l’invito del Signore a seguirlo, dopo il necessario discernimento, sappiano rispondergli con generosità, non confidando nelle proprie forze, ma aprendosi all’azione della sua grazia. In particolare, invito tutti i sacerdoti a ravvivare la loro generosa disponibilità a rispondere ogni giorno alla chiamata del Signore con la stessa umiltà e fede di Isaia, di Pietro e di Paolo.
Alla Vergine Santa affidiamo tutte le vocazioni, particolarmente quelle alla vita religiosa e sacerdotale. Maria susciti in ciascuno il desiderio di pronunciare il proprio "sì" al Signore con gioia e dedizione piena.

DOPO L’ANGELUS

Si celebra oggi in Italia la Giornata per la Vita. Mi associo volentieri ai Vescovi italiani e al loro messaggio sul tema: "La forza della vita, una sfida nella povertà". Nell’attuale periodo di difficoltà economica, diventano ancora più drammatici quei meccanismi che, producendo povertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offendono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi. Tale situazione, pertanto, impegna a promuovere uno sviluppo umano integrale per superare l’indigenza e il bisogno, e soprattutto ricorda che il fine dell’uomo non è il benessere, ma Dio stesso e che l’esistenza umana va difesa e favorita in ogni suo stadio. Nessuno, infatti, è padrone della propria vita, ma tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla, dal momento del concepimento fino al suo spegnersi naturale.

Mentre esprimo apprezzamento per coloro che più direttamente operano al servizio dei bambini, dei malati e degli anziani, saluto con affetto i molti fedeli di Roma qui convenuti, guidati dal Cardinale Vicario e da alcuni Vescovi Ausiliari. La Diocesi di Roma dedica speciale attenzione alla Giornata per la Vita e la prolunga nella "Settimana della vita e della famiglia". Auguro la buona riuscita di questa iniziativa ed incoraggio l’attività dei consultòri, delle associazioni e dei movimenti, come pure dei docenti universitari, impegnati a sostegno della vita e della famiglia.

In questo contesto ricordo che il prossimo 11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato, al mattino celebrerò la Santa Messa con gli ammalati, nella Basilica di San Pietro.

Chers pèlerins francophones, dans l’Évangile d’aujourd’hui le Christ nous adresse une invitation à avancer vers le large et à jeter les filets, car la Bonne Nouvelle doit s’étendre jusqu’aux extrémités du monde. Comme disciples de Jésus, quittons le rivage de nos certitudes humaines pour jeter avec lui les filets de la Parole de Dieu. En cette Année Sacerdotale, que la force de l’Esprit guide et remplisse de bonheur et de joie ceux qui ont accepté de se laisser saisir par le Christ ! Que la Vierge Marie, Mère des prêtres, accompagne chacun d’eux sur son chemin! Bon dimanche et bonne semaine à tous !

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus. In the liturgy of today, the Gospel invites us, like the Apostles, to "put out into the deep", that is, to be brave and zealous in our following Jesus by being obedient to his will. Like Saint Peter on the Lake of Gennesaret, we will discover that fidelity to the Lord leads to a deeper relationship with God and opens us to his gifts. Let us overcome all fears and hesitation that we may rediscover how much God longs to bless us! Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings.

Mit Freude heiße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen. Das Evangelium dieses Sonntags läßt uns an der Begegnung Jesu mit den Fischern von Galiläa teilhaben: Petrus wirft auf Anweisung Jesu hin nochmals die Netze aus und macht einen überreichen Fischfang. Die Macht der Worte Jesu läßt ihn die Gegenwart Gottes erahnen. In der Nähe des Herrn erkennt er seine Kleinheit, er erfährt aber auch, daß er am Heilswerk Gottes mitwirken darf. Auch wir wollen immer neu aufbrechen aus unserer Beschaulichkeit und für Gottes Wirken in unserem Leben offen sein. Der Herr will mit uns und durch uns seine Liebe und seinen Segen allen Menschen schenken. Die Kraft des Heiligen Geistes begleite euch auf all euren Wegen.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana, en particular a los fieles venidos de Caravaca de la Cruz, Alicante, Valencia, Villafranca de los Barros y Elche. A la luz de la Palabra de Dios que la Iglesia proclama hoy, invito a todos a suplicar fervientemente al Señor que suscite en muchos jóvenes el deseo de responder generosamente a su llamada, para que, dejándolo todo, consagren su vida por completo a la hermosa misión de ser mensajeros valientes de la buena noticia de la salvación, celebrar con dignidad los Sagrados Misterios y ser testigos fieles y convencidos de la caridad. Pidamos que en este camino se vean acompañados por la presencia amorosa de María, Madre de Jesús. Feliz domingo.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Liturgia dzisiejszej niedzieli kieruje nasze myśli ku tajemnicy powołania do świętości. Chrystus, który zaprasza nas, byśmy z Nim poznawali i spełniali wolę Ojca, wzywa: „Wypłyń na głębię...!" i dodaje otuchy: „Nie bój się...!" Idźmy za Nim z odwagą, a Jego obecność w naszej codzienności niech ją uświęca. Niech Bóg wam błogosławi.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. La liturgia della domenica odierna indirizza i nostri pensieri verso il mistero della vocazione alla santità. Cristo, che ci invita perché con Lui riconosciamo e compiamo la volontà del Padre, dice: "Prendi il largo...!", e ci rincuora: "Non temere...!". SeguiamoLo con coraggio, e la sua presenza nel nostro quotidiano lo santifichi. Dio vi benedica!]

Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare l’Associazione "Amici di Papa Luciani", di Padova, e i fedeli provenienti da Milano, Pescara e Valenzano. A tutti auguro una buona domenica.

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14/02/2010 19:55




LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 14.02.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

l’anno liturgico è un grande cammino di fede, che la Chiesa compie sempre preceduta dalla Vergine Madre Maria. Nelle domeniche del Tempo Ordinario, tale itinerario è scandito quest’anno dalla lettura del Vangelo di Luca, che oggi ci accompagna “in un luogo pianeggiante” (Lc 6,17), dove Gesù sosta con i Dodici e dove si raduna una folla di altri discepoli e di gente venuta da ogni parte per ascoltarLo.
In tale cornice si colloca l’annuncio delle “beatitudini” (Lc 6,20-26; cfr Mt 5,1-12).
Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, dice: “Beati voi, poveri… beati voi, che ora avete fame… beati voi, che ora piangete… beati voi, quando gli uomini… disprezzeranno il vostro nome” per causa mia.

Perché li proclama beati? Perché la giustizia di Dio farà sì che costoro siano saziati, rallegrati, risarciti di ogni falsa accusa, in una parola, perché li accoglie fin d’ora nel suo regno.
Le beatitudini si basano sul fatto che esiste una giustizia divina, che rialza chi è stato a torto umiliato e abbassa chi si è esaltato (cfr Lc 14,11).

Infatti, l’evangelista Luca, dopo i quattro “beati voi”, aggiunge quattro ammonimenti: “guai a voi, ricchi… guai a voi, che ora siete sazi,… guai a voi, che ora ridete” e “guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi”, perché, come afferma Gesù, le cose si ribalteranno, gli ultimi diventeranno primi, e i primi ultimi (cfr Lc 13,30).
Questa giustizia e questa beatitudine si realizzano nel “Regno dei cieli“, o “Regno di Dio“, che avrà il suo compimento alla fine dei tempi ma che è già presente nella storia. Dove i poveri sono consolati e ammessi al banchetto della vita, lì si manifesta la giustizia di Dio.

E’ questo il compito che i discepoli del Signore sono chiamati a svolgere anche nella società attuale. Penso alla realtà dell’Ostello della Caritas Romana alla Stazione Termini, che stamani ho visitato: di cuore incoraggio quanti operano in tale benemerita istituzione e quanti, in ogni parte del mondo, si impegnano gratuitamente in simili opere di giustizia e di amore.

Al tema della giustizia ho dedicato quest’anno il Messaggio per la Quaresima, che inizierà il prossimo mercoledì, detto delle Ceneri. Oggi desidero, pertanto, consegnarlo idealmente a tutti, invitando a leggerlo e a meditarlo. Il Vangelo di Cristo risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo, ma in modo inatteso e sorprendente.

Gesù non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico, ma quella dell’amore, che ha già realizzato con la sua Croce e la sua Risurrezione. Su di esse si fondano le beatitudini, che propongono il nuovo orizzonte di giustizia, inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un mondo migliore.

Cari amici, rivolgiamoci ora alla Vergine Maria. Tutte le generazioni la proclamano “beata”, perché ha creduto nella buona notizia che il Signore ha annunciato (cfr Lc 1,45.48).
Lasciamoci guidare da Lei nel cammino della Quaresima, per essere liberati dall’illusione dell’autosufficienza, riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, della sua misericordia, ed entrare così nel suo Regno di giustizia, di amore e di pace.

DOPO L’ANGELUS

In vari Paesi dell’Asia, penso, ad esempio, alla Cina e al Vietnam, e in molte comunità sparse nel mondo si celebra oggi il capodanno lunare. Sono giorni di festa, che quei popoli vivono come occasione privilegiata per rinsaldare i vincoli familiari e generazionali. Auguro a tutti di mantenere e accrescere la ricca eredità di valori spirituali e morali, che si radicano saldamente nella cultura di quei popoli.

Chers pèlerins francophones, soyez les bienvenus ! Je salue particulièrement les membres de la délégation du Groupe d’amitié France Saint-Siège du Sénat, qui ont tenu à être présents à cet Angélus, ainsi que les jeunes de l’Institution Saint-Joseph de Draguignan. Alors qu’il est souvent difficile à nos contemporains d’ouvrir leur cœur et leur esprit au Christ, puisse le Carême qui commence dans quelques jours permettre à Dieu de purifier nos désirs et nos vies. Que ce temps béni soit réellement une occasion de conversion et d’approfondissement de notre foi ! Bon dimanche et bonne semaine d’entrée en Carême !

I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Angelus prayer. In today’s Gospel Jesus heals the sick, proclaims the Beatitudes and invites us to open our hearts to God’s Kingdom. May you and your families be truly “blessed” with the spiritual freedom and peace which the Lord promises to all who imitate his poverty and trust in his promises!

Von Herzen grüße ich alle Gäste deutscher Sprache, die mit uns heute den Engel des Herrn gebetet haben. Wenn wir uns im Gebet an Gott wenden, bringen wir damit zum Ausdruck, daß unser Streben und unsere Hoffnung über diese Welt hinausgehen. Die irdischen Güter und selbst unsere menschlichen Beziehungen reichen nicht aus, uns in jeder Lebenslage Halt zu geben. Gerade angesichts von Leid und Tod hilft uns der „Blick zum Himmel”. Dabei schauen wir voll Vertrauen auf Gott, der sich in der Auferstehung Christi als Herr des Lebens offenbart und seine ewige Liebe zeigt. Jesus Christus lasse euch und euren Familien seinen fortwährenden Beistand erfahren.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración del Ángelus, en particular a los fieles de la Parroquia de Santa María la Blanca, de Sevilla. Cercanos ya al comienzo de la Santa Cuaresma, invito a todos a acoger la Palabra de Dios con humildad y docilidad de espíritu, y a levantar los ojos hacia Cristo, resucitado de entre los muertos. Él es nuestra salvación y nuestra gloria. Confiemos en Él, que se complace en habitar en los rectos y sencillos de corazón, y pidámosle vivir de su gracia, de tal manera que merezcamos tenerlo siempre con nosotros. Que la Virgen María aliente y sostenga con su amor de Madre nuestros propósitos de vida cristiana. Feliz domingo.

A minha saudação estende-se também aos peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente ao Senhor Cardeal Dom José Policarpo com os seus fiéis do Patriarcado de Lisboa, a quem agradeço a visita de hoje e a oração diária pelo Sucessor de Pedro. Possam irradiar a santidade de Cristo pelos caminhos da vida, particularmente no seio da família e comunidade cristã, que de coração abençoo.

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Dzisiejsza niedziela to także święto patronów Europy, świętych: Cyryla i Metodego. Wartości, które krzewili na naszym kontynencie: znak Krzyża, Ewangelia Chrystusa i życie według niej, niech pozostaną trwałym fundamentem duchowej mocy narodów i jedności Europy. Są to wartości ważne także dla nas współczesnych. Prośmy, by święci apostołowie Słowian przewodzili nam nadal na drogach wiary. Życzę wszystkim dobrej niedzieli.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. L’odierna domenica è anche la festa dei santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa. I valori che essi hanno propagato nel nostro continente, cioè il segno della Croce, il Vangelo di Cristo e la vita secondo il Vangelo, rimangono il solido fondamento della forza spirituale dei popoli e dell’unità dell’Europa. Sono valori importanti anche per noi contemporanei. Chiediamo che i santi apostoli degli Slavi continuino a condurci sulle vie della fede. Auguro a voi tutti una buona domenica.]

Rivolgo infine il mio cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai bambini di Mariano al Brembo, con i genitori e i catechisti, ai cresimandi di Galzignano Terme, Saccolongo e Creola, come pure ai fedeli venuti da Napoli, Guarcino e Tecchiena, e a quelli della parrocchia romana della Gran Madre di Dio a Ponte Milvio. A tutti auguro una buona domenica.

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21/02/2010 20:23



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 21.02.2010

Alle ore 12 di oggi, prima Domenica di Quaresima, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Mercoledì scorso, con il rito penitenziale delle Ceneri, abbiamo iniziato la Quaresima, tempo di rinnovamento spirituale che prepara alla celebrazione annuale della Pasqua.

Ma che cosa significa entrare nell’itinerario quaresimale?

Ce lo illustra il Vangelo di questa prima domenica, con il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto. Narra l’Evangelista san Luca che Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo di Giovanni, “pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito Santo nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo” (Lc 4,1-2).

È evidente l’insistenza sul fatto che le tentazioni non furono un incidente di percorso, ma la conseguenza della scelta di Gesù di seguire la missione affidatagli dal Padre, di vivere fino in fondo la sua realtà di Figlio amato, che confida totalmente in Lui. Cristo è venuto nel mondo per liberarci dal peccato e dal fascino ambiguo di progettare la nostra vita a prescindere da Dio.

Egli l’ha fatto non con proclami altisonanti, ma lottando in prima persona contro il Tentatore, fino alla Croce. Questo esempio vale per tutti: il mondo si migliora incominciando da se stessi, cambiando, con la grazia di Dio, ciò che non va nella propria vita.

Delle tre tentazioni cui Satana sottopone Gesù, la prima prende origine dalla fame, cioè dal bisogno materiale: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane”. Ma Gesù risponde con la Sacra Scrittura: “Non di solo pane vivrà l’uomo” (Lc 4,3-4; cfr Dt 8,3).

Poi, il diavolo mostra a Gesù tutti i regni della terra e dice: tutto sarà tuo se, prostrandoti, mi adorerai. È l’inganno del potere, e Gesù smaschera questo tentativo e lo respinge: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto” (cfr Lc 4,5-8; Dt 6,13).

Non adorazione del potere, ma solo di Dio, della verità e dell’amore. Infine, il Tentatore propone a Gesù di compiere un miracolo spettacolare: gettarsi dalle alte mura del Tempio e farsi salvare dagli angeli, così che tutti avrebbero creduto in Lui. Ma Gesù risponde che Dio non va mai messo alla prova (cfr Dt 6,16).

Non possiamo “fare un esperimento” nel quale Dio deve rispondere e mostrarsi Dio: dobbiamo credere in Lui! Non dobbiamo fare di Dio “materiale” del “nostro esperimento”!

Riferendosi sempre alla Sacra Scrittura, Gesù antepone ai criteri umani l’unico criterio autentico: l’obbedienza, la conformità con la volontà di Dio, che è il fondamento del nostro essere. Anche questo è un insegnamento fondamentale per noi: se portiamo nella mente e nel cuore la Parola di Dio, se questa entra nella nostra vita, se abbiamo fiducia in Dio, possiamo respingere ogni genere di inganno del Tentatore. Inoltre, da tutto il racconto emerge chiaramente l’immagine di Cristo come nuovo Adamo, Figlio di Dio umile e obbediente al Padre, a differenza di Adamo ed Eva, che nel giardino dell’Eden avevano ceduto alle seduzioni dello spirito del male di essere immortali, senza Dio.

La Quaresima è come un lungo “ritiro”, durante il quale rientrare in se stessi e ascoltare la voce di Dio, per vincere le tentazioni del Maligno e trovare la verità del nostro essere. Un tempo, possiamo dire”, di “agonismo” spirituale da vivere insieme con Gesù, non con orgoglio e presunzione, ma usando le armi della fede, cioè la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la penitenza.

In questo modo potremo giungere a celebrare la Pasqua in verità, pronti a rinnovare le promesse del nostro Battesimo. Ci aiuti la Vergine Maria affinché, guidati dallo Spirito Santo, viviamo con gioia e con frutto questo tempo di grazia. Interceda in particolare per me e i miei collaboratori della Curia Romana, che questa sera inizieremo gli Esercizi Spirituali.

DOPO L’ANGELUS

J’accueille avec joie les pèlerins francophones, particulièrement les jeunes des collèges Charles Péguy de Paris et de Bobigny. En ce début du Carême nous sommes invités à faire de notre montée vers Pâques un combat spirituel, à la suite de Jésus conduit au désert, où pendant quarante jours il sera mis à l’épreuve par le démon. Au plus profond de lui-même, l’homme connaît la tentation du pouvoir, de l’ambition et de l’hédonisme. Demandons au Christ de nous entrainer dans le mystère de son obéissance au Père, afin que nous ne succombions pas à la tentation et que nous soyons délivrés du mal. Que la Vierge Marie nous aide à nous donner librement à son Fils et à suivre ses chemins ! Bon dimanche et bon Carême à tous!

I offer a warm greeting to all the English-speaking visitors present for this Angelus prayer, especially the boys and girls of the London Oratory Junior Choir. In today’s Gospel the Church invites us to contemplate Christ’s victory over temptation and to imitate his complete obedience to the Father’s will. May the Lenten season which we have now begun draw us closer to the Lord in prayer and prepare us to celebrate worthily his victory over sin and death at Easter. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings!

An diesem ersten Fastensonntag grüße ich herzlich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Fasten heißt verzichten und frei werden für das Gute. Es geht darum zu erkennen, was wichtig und wesentlich ist, was den Menschen wirklich ausmacht, und danach zu leben. Dieses neue Leben sehen wir in Jesus Christus. Er, der mit unserer menschlichen Schwachheit mitfühlen kann, da er wie wir in Versuchung geführt wurde, zeigt uns: Der Mensch lebt von Gott. Bitten wir in diesen Tagen der Vorbereitung auf Ostern den Herrn um die Gnade echter Erneuerung, damit wir nach seinem Willen und in seiner Liebe leben. Der Heilige Geist stärke euch mit seiner Gnade.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana. En este inicio del itinerario cuaresmal, la liturgia nos va introduciendo poco a poco en un clima de mayor austeridad y recogimiento para propiciar en los fieles una reflexión profunda sobre el fin último de nuestra existencia y su dimensión eminentemente sobrenatural. Es Cristo el que se nos ofrece como única riqueza que perdura, como el verdadero alimento de vida eterna y la plenitud para nuestras almas. Confiemos a las manos maternas de María Santísima la vivencia humilde y fructífera de este tiempo de preparación para la Pascua. Muchas gracias y feliz domingo.

Drodzy Polacy, uczestnicy modlitwy „Anioł Pański”! W całym Kościele trwa Wielki Post: czas pokuty, modlitwy, jałmużny i nawrócenia. W jego przeżywaniu niech pomoże wam osobista refleksja, udział w rekolekcjach, Drodze krzyżowej i Gorzkich żalach. Waszym modlitwom polecam również rekolekcje, które w Watykanie zaczynamy już dzisiaj. Niech Bóg błogosławi nam wszystkim w tym świętym czasie duchowej odnowy.

[Cari Polacchi, che partecipate alla preghiera dell’Angelus! In tutta la Chiesa viene vissuta la Quaresima: tempo di penitenza, di preghiera, di opere di carità e di conversione. Nel vivere la Quaresima vi aiutino la riflessione personale, la partecipazione agli esercizi spirituali, alla Via Crucis e alle celebrazioni penitenziali. Alle vostre preghiere raccomando anche gli esercizi spirituali, che inizieremo già oggi in Vaticano. Dio ci benedica tutti in questo santo tempo di rinnovamento spirituale.]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi di Seregno e di Lecco, venuti per la loro professione di fede, e i fedeli di Cento di Ferrara e di diverse città della Sicilia. Un pensiero speciale rivolgo alle Figlie di San Camillo, che si apprestano a celebrare il centenario della morte della loro Fondatrice, la beata Giuseppina Vannini.

A tutti auguro una serena domenica e un buon cammino quaresimale.

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28/02/2010 15:25



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 28.02.2010

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Si sono conclusi ieri, qui nel Palazzo Apostolico, gli Esercizi Spirituali che, come è consuetudine, si tengono agli inizi della Quaresima in Vaticano. Con i miei collaboratori della Curia Romana abbiamo trascorso giorni di raccoglimento e di intensa preghiera, riflettendo sulla vocazione sacerdotale, in sintonia con l’Anno che la Chiesa sta celebrando. Ringrazio quanti ci sono stati vicini spiritualmente.
In questa seconda domenica di Quaresima la liturgia è dominata dall’episodio della Trasfigurazione, che nel Vangelo di san Luca segue immediatamente l’invito del Maestro: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua! (Lc 9,23). Questo evento straordinario, è un incoraggiamento nella sequela di Gesù.

Luca non parla di Trasfigurazione, ma descrive quanto è avvenuto attraverso due elementi: il volto di Gesù che cambia e la sua veste che diventa candida e sfolgorante, alla presenza di Mosè ed Elia, simbolo della Legge e dei Profeti. I tre discepoli che assistono alla scena sono oppressi dal sonno: è l’atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di “vedere” la gloria di Gesù.

Allora il ritmo si fa incalzante: mentre Mosé ed Elia si separano dal Maestro, Pietro parla e, mentre sta parlando, una nube copre lui e gli altri discepoli con la sua ombra; è una nube, che, mentre copre, rivela la gloria di Dio, come avvenne per il popolo pellegrinante nel deserto. Gli occhi non possono più vedere, ma gli orecchi possono udire la voce che esce dalla nube: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!” (v. 35).
I discepoli non sono più di fronte ad un volto trasfigurato, né ad una veste candida, né ad una nube che rivela la presenza divina. Davanti ai loro occhi, c’è “Gesù solo” (v. 36). Gesù è solo davanti al Padre suo, mentre prega, ma, allo stesso tempo, “Gesù solo” è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo: è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l’unica voce da ascoltare, l’unico da seguire, lui che salendo verso Gerusalemme donerà la vita e un giorno “trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (Fil 3,21).
Maestro, è bello per noi essere qui” (Lc 9,33): è l’espressione estatica di Pietro, che assomiglia spesso al nostro desiderio di fronte alle consolazioni del Signore.

Ma la Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché “Gesù solo” sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza.

In questo periodo quaresimale invito tutti a meditare assiduamente il Vangelo. Auspico, inoltre, che in quest’Anno Sacerdotale i Pastori “siano veramente pervasi dalla Parola di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e formi il loro pensiero” (Omelia nella Messa crismale, 9 aprile 2009). La Vergine Maria ci aiuti a vivere intensamente i nostri momenti di incontro con il Signore perché possiamo seguirlo ogni giorno con gioia. A Lei volgiamo il nostro sguardo invocandola con la preghiera dell’Angelus.

DOPO L’ANGELUS

Ho appreso con profonda tristezza le tragiche notizie delle recenti uccisioni di alcuni Cristiani nella città di Mossul e ho seguito con viva preoccupazione gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa. In questi giorni di intenso raccoglimento ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive. Sono affettuosamente vicino alle comunità cristiane dell’intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo!

Nella delicata fase politica che sta attraversando l’Iraq mi appello alle Autorità civili, perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili. Mi auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull’incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino. Infine, mentre saluto gli iracheni presenti qui in Piazza, esorto la comunità internazionale a prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace.

Il mio pensiero va inoltre al Cile e alle popolazioni colpite dal terremoto, che ha causato numerose perdite in vite umane e ingenti danni. Prego per le vittime e sono spiritualmente vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro che non verrà a mancare la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali.

Chers pèlerins francophones, le temps du carême est un temps idéal pour revenir vers Dieu et pour l’écouter nous parler. Chers jeunes, je m’adresse tout spécialement à vous. Vous n’êtes pas seulement l’avenir de l’Église mais vous en êtes déjà le présent. Aussi, je vous convie, pendant ce carême, à vous nourrir des Saintes Écritures et à laisser retentir en vous et dans vos cœurs la Parole du Christ. Il est le chemin, la vérité et la vie. Il désire être votre présent et votre avenir. Laissez-le transformer votre vie et l’orienter. Apprenez à reconnaître son visage dans le visage de tous nos frères et sœurs en humanité. Que la Vierge Marie vous entraîne à la suite de son Fils ! A tous, bon dimanche et bonne montée vers Pâques !

I am happy to greet all the English-speaking visitors present at today’s Angelus prayer, especially the group of priests from the Archdiocese of Galveston-Houston, accompanied by His Eminence Cardinal Daniel DiNardo. On this Second Sunday of Lent the voice of our Heavenly Father instructs us to listen to Jesus, the beloved Son of God. May our Lenten journey continue to dispose our hearts to Christ and to his saving truth. Upon all of you I invoke Almighty God’s abundant blessings of strength and peace!

Ganz herzlich grüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache hier auf dem Petersplatz wie auch alle, die über Rundfunk und Fernsehen mit uns verbunden sind. „Kehrt um und glaubt an das Evangelium” (Mk 1, 15) – diese Worte Jesu begleiten uns durch die Fastenzeit. Es geht um eine Umkehr, einen Blickwechsel: Wir wollen auf Christus schauen und in ihm das Antlitz des Himmlischen Vaters erkennen, der jedem Menschen seine Liebe und sein Erbarmen schenken will. Diesem guten und treuen Gott wollen wir entsprechen, wenn wir der göttlichen Liebe in der Welt Gestalt geben. Der Herr schenke euch dazu eine gesegnete Fastenzeit!

Como ya he dicho en italiano, me siento particularmente cercano a la querida población chilena afectada por un gran terremoto en su País. En un momento como éste, brota espontáneamente una plegaria al Señor por las víctimas y un mensaje de aliento a todos para superar esta gran prueba.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular los grupos de Ibiza y Formentera, acompañados por su Obispo diocesano, y a los de las Parroquias de Cañete de las Torres y de la Trinidad, así como a los participantes en la pastoral Universitaria de ETEA, de la diócesis de Córdoba. Que la Transfiguración del Señor, que nos relata el Evangelio de hoy, avive nuestra esperanza e ilumine el camino cuaresmal hacia la Pascua del Señor. Feliz domingo.

Pozdrawiam zgromadzonych na modlitwie „Anioł Pański” Polaków. Dzisiaj w Polsce przeżywacie Niedzielę „Ad gentes”, wspierając dzieła misyjne Kościoła modlitwą, postem i jałmużną. Niech hasło: „Misje to sprawa miłości” będzie dla was zachętą do dobrych czynów i hojności serc. Misjonarzom, misjonarkom i tym, którzy wspierają ich ofiarną posługę, z serca błogosławię.

[Saluto tutti i Polacchi radunati per la preghiera dell’Angelus. Oggi in Polonia festeggiate la Domenica "Ad gentes", sostenendo le opere missionarie della Chiesa con la vostra preghiera, con il digiuno e con le offerte. Il tema "Le missioni sono questione di amore" sia per voi l’incoraggiamento per le buone opere e la generosità dei cuori. Benedico di cuore i missionari e le missionarie e tutti coloro che sostengono il loro fedele servizio.]

Rivolgo infine il mio cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai rappresentanti della “Federazione Italiana Malattie Rare”, agli alunni della scuola “Don Carlo Costamagna”, di Busto Arsizio, ai fedeli della parrocchia “S. Maria Goretti” in Frigole e a quelli di Campese, in Bassano del Grappa. A tutti auguro una buona domenica!

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07/03/2010 21:10

 



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 07.03.2010

Di ritorno dalla visita pastorale alla Parrocchia romana di San Giovanni della Croce a Colle Salario, a mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle,

la liturgia di questa terza domenica di Quaresima ci presenta il tema della conversione. Nella prima lettura, tratta dal Libro dell’Esodo, Mosè, mentre pascola il gregge, vede un roveto in fiamme, che non si consuma. Si avvicina per osservare questo prodigio, quando una voce lo chiama per nome e, invitandolo a prendere coscienza della sua indegnità, gli comanda di togliersi i sandali, perché quel luogo è santo. “Io sono il Dio di tuo padre – gli dice la voce – il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”; e aggiunge: “Io sono Colui che sono!” (Es 3,6a.14). Dio si manifesta in diversi modi anche nella vita di ciascuno di noi. Per poter riconoscere la sua presenza è però necessario che ci accostiamo a lui consapevoli della nostra miseria e con profondo rispetto. Diversamente ci rendiamo incapaci di incontrarlo e di entrare in comunione con Lui. Come scrive l’apostolo Paolo, anche questa vicenda è raccontata per nostro ammonimento: essa ci ricorda che Dio si rivela non a quanti sono pervasi da sufficienza e leggerezza, ma a chi è povero ed umile davanti a Lui.

Nel brano del Vangelo odierno, Gesù viene interpellato circa alcuni fatti luttuosi: l’uccisione, all’interno del tempio, di alcuni Galilei per ordine di Ponzio Pilato e il crollo di una torre su alcuni passanti (cfr Lc 13,1-5).

Di fronte alla facile conclusione di considerare il male come effetto della punizione divina, Gesù restituisce la vera immagine di Dio, che è buono e non può volere il male, e mettendo in guardia dal pensare che le sventure siano l’effetto immediato delle colpe personali di chi le subisce, afferma: “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13,2-3).

Gesù invita a fare una lettura diversa di quei fatti, collocandoli nella prospettiva della conversione: le sventure, gli eventi luttuosi, non devono suscitare in noi curiosità o ricerca di presunti colpevoli, ma devono rappresentare occasioni per riflettere, per vincere l’illusione di poter vivere senza Dio, e per rafforzare, con l’aiuto del Signore, l’impegno di cambiare vita.

Di fronte al peccato, Dio si rivela pieno di misericordia e non manca di richiamare i peccatori ad evitare il male, a crescere nel suo amore e ad aiutare concretamente il prossimo in necessità, per vivere la gioia della grazia e non andare incontro alla morte eterna. Ma la possibilità di conversione esige che impariamo a leggere i fatti della vita nella prospettiva della fede, animati cioè dal santo timore di Dio. In presenza di sofferenze e lutti, vera saggezza è lasciarsi interpellare dalla precarietà dell’esistenza e leggere la storia umana con gli occhi di Dio, il quale, volendo sempre e solo il bene dei suoi figli, per un disegno imperscrutabile del suo amore, talora permette che siano provati dal dolore per condurli a un bene più grande.

Cari amici, preghiamo Maria Santissima, che ci accompagna nell’itinerario quaresimale, affinché aiuti ogni cristiano a ritornare al Signore con tutto il cuore. Sostenga la nostra decisione ferma di rinunciare al male e di accettare con fede la volontà di Dio nella nostra vita.

DOPO L’ANGELUS

Je suis heureux de vous accueillir, chers pèlerins francophones, et de saluer les familles. Ma pensée va tout particulièrement vers celles qui ont souffert de la récente tempête qui a touché la France, faisant de nombreuses victimes. Ce temps de Carême est une période favorable pour vous tourner vers le Seigneur, parents et enfants, pour lui présenter vos joies et vos peines, vos espoirs et vos tristesses et lui demander de vous accompagner chaque jour. Je vous invite à retrouver le sens de la prière familiale et à entretenir ainsi une relation d’amitié avec Dieu. Que la Vierge Marie aide toutes les familles, surtout celles qui sont dans la difficulté, à ne jamais désespérer de l’amour de son Fils ! A tous bon dimanche et bon Carême !

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for today’s Angelus, especially a group of visitors from Boston, in the United States. The readings of today’s liturgy invite all of us to embrace conversion, and to be humble in allowing the Lord to prepare us to bear more fruit. Our cooperation with the Lord often demands great sacrifice, but the fruit which that conversion bears always leads to freedom and joy. May we experience these great gifts of God! Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings.

Von Herzen grüße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache und insbesondere die Teilnehmer der Siebenkirchenwallfahrt des Collegium Germanicum et Hungaricum. Im Evangelium dieses Sonntags hören wir von einem Feigenbaum im Weinberg des Herrn, der keine Frucht bringt. Der erste Gedanke wäre, ihn umzuhauen und zu Kleinholz zu machen. Aber der Weingärtner bittet den Besitzer um Aufschub und erklärt sich selbst bereit, alles zu tun, damit Besserung eintritt und der Baum doch noch Frucht bringen kann. So bietet uns auch diese Fastenzeit eine Chance, äußere Krusten aufzubrechen und unser Herz Gott und dem Nächsten zu öffnen. Der Herr segne euch und eure Familien!

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana. La Cuaresma es una ocasión propicia para renunciar al egoísmo y la superficialidad, para elevar fervientes plegarias al Señor, intensificar la escucha de su Palabra, participar más dignamente en los Sacramentos e incrementar las obras de misericordia y caridad hacia todos los que sufren. Que la Virgen María ayude con su materna intercesión al pueblo cristiano en este tiempo santo a seguir con mayor fidelidad a su Hijo Jesucristo, que espera siempre frutos de conversión y de santidad de vida. Feliz domingo.

Saúdo cordialmente a todos os peregrinos de língua portuguesa, de modo particular aos fiéis paroquianos de Santo António de Nova Oeiras, no Patriarcado de Lisboa, desejando que esta vinda a Roma vos confirme na fé e na necessidade de a transmitir aos outros, porque é dando a fé que ela se fortalece. A Santíssima Virgem guie maternalmente os vossos passos. Acompanho estes votos, com a minha Bênção Apostólica.

“Pan jest łaskawy, pełen miłosierdzia” – te słowa z dzisiejszej liturgii kieruję do Polaków. Jest to przesłanie nadziei dla wszystkich, którzy doświadczają słabości i grzechu, ale szczerze pragną nawrócenia i dążą do życia w zjednoczeniu z Bogiem. Niech to orędzie towarzyszy wielkopostnym wyrzeczeniom, modlitwom i dziełom bratniej miłości. Niech Bóg wam błogosławi!

["Il Signore è benevolo, pieno di misericordia" (Ritornello al Salmo responsoriale secondo il Lezionario polacco) – con queste parole della liturgia odierna mi rivolgo ai polacchi. E’ questo un messaggio di speranza per tutti coloro che sperimentano la debolezza e il peccato, ma sinceramente desiderano la conversione e tendono alla vita in unione con Dio. Questo messaggio accompagni le rinunce quaresimali, le preghiere e le opere della carità fraterna. Dio vi benedica!]

Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi provenienti dalle Diocesi di Milano e di Lodi, che si preparano alla loro professione di fede; i cresimandi di Crotone e di Sabbio di Dalmine; i fedeli di Padova e il gruppo della Polizia Municipale di Agropoli, gli alunni della Scuola “Alessandro Carrisi” di Trepuzzi e i ragazzi siriaci-assiri presenti. A tutti auguro una buona domenica.

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14/03/2010 13:02



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 14.03.2010

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

In questa quarta domenica di Quaresima viene proclamato il Vangelo del padre e dei due figli, più noto come parabola del “figlio prodigo” (Lc 15,11-32).
Questa pagina di san Luca costituisce un vertice della spiritualità e della letteratura di tutti i tempi.

Infatti, che cosa sarebbero la nostra cultura, l’arte, e più in generale la nostra civiltà senza questa rivelazione di un Dio Padre pieno di misericordia? Essa non smette mai di commuoverci, e ogni volta che l’ascoltiamo o la leggiamo è in grado di suggerirci sempre nuovi significati.


Soprattutto, questo testo evangelico ha il potere di parlarci di Dio, di farci conoscere il suo volto, meglio ancora, il suo cuore. Dopo che Gesù ci ha raccontato del Padre misericordioso, le cose non sono più come prima, adesso Dio lo conosciamo: Egli è il nostro Padre, che per amore ci ha creati liberi e dotati di coscienza, che soffre se ci perdiamo e che fa festa se ritorniamo.

Per questo, la relazione con Lui si costruisce attraverso una storia, analogamente a quanto accade ad ogni figlio con i propri genitori: all’inizio dipende da loro; poi rivendica la propria autonomia; e infine – se vi è un positivo sviluppo – arriva ad un rapporto maturo, basato sulla riconoscenza e sull’amore autentico.

In queste tappe possiamo leggere anche momenti del cammino dell’uomo nel rapporto con Dio. Vi può essere una fase che è come l’infanzia: una religione mossa dal bisogno, dalla dipendenza. Via via che l’uomo cresce e si emancipa, vuole affrancarsi da questa sottomissione e diventare libero, adulto, capace di regolarsi da solo e di fare le proprie scelte in modo autonomo, pensando anche di poter fare a meno di Dio. Questa fase, appunto, è delicata, può portare all’ateismo, ma anche questo, non di rado, nasconde l’esigenza di scoprire il vero volto di Dio.

Per nostra fortuna, Dio non viene mai meno alla sua fedeltà e, anche se noi ci allontaniamo e ci perdiamo, continua a seguirci col suo amore, perdonando i nostri errori e parlando interiormente alla nostra coscienza per richiamarci a sé.

Nella parabola, i due figli si comportano in maniera opposta: il minore se ne va e cade sempre più in basso, mentre il maggiore rimane a casa, ma anch’egli ha una relazione immatura con il Padre; infatti, quando il fratello ritorna, il maggiore non è felice come lo è, invece, il Padre, anzi, si arrabbia e non vuole rientrare in casa. I due figli rappresentano due modi immaturi di rapportarsi con Dio: la ribellione e l’ipocrisia. Entrambe queste forme si superano attraverso l’esperienza della misericordia. Solo sperimentando il perdono, riconoscendosi amati di un amore gratuito, più grande della nostra miseria, ma anche della nostra giustizia, entriamo finalmente in un rapporto veramente filiale e libero con Dio.

Cari amici, meditiamo questa parabola. Rispecchiamoci nei due figli, e soprattutto contempliamo il cuore del Padre. Gettiamoci tra le sue braccia e lasciamoci rigenerare dal suo amore misericordioso. Ci aiuti in questo la Vergine Maria, Mater misericordiae.

DOPO ANGELUS

Chers frères et sœurs francophones, soyez les bienvenus ! En cette Année Sacerdotale, je salue particulièrement les prêtres présents ici et ceux qui nous rejoignent par la radio ou la télévision. Le Carême nous invite à centrer notre vie sur l’essentiel pour redire notre oui à Dieu. À l’exemple du saint Curé d’Ars, soyez vous aussi des pasteurs infatigables, montrant à tous le chemin vers Dieu. Pour cela, que la Parole de Dieu, la prière et les Sacrements soient les piliers de votre vie ! Que la Vierge Marie soit pour vous une étoile et un guide et que la prière et l’amitié de vos frères et sœurs vous soutienne dans votre ministère quotidien ! A tous bon dimanche !

I offer a warm greeting to all the English-speaking visitors present for this Angelus prayer. Today’s Gospel presents the touching parable of the prodigal son. Jesus invites us to trust in the Father’s infinite mercy and to return to him with hearts purified by repentance. Through our Lenten observance and reception of the sacraments of Penance and the Eucharist, may we grow in sorrow for our sins and discover anew the Father’s loving embrace. Upon you and your families I invoke God’s blessings of joy and peace!

Einen frohen Gruß richte ich an alle deutschsprachigen Pilger und Gäste, die zum heutigen Angelusgebet gekommen sind. Gott ist treu und liebt den Menschen, selbst wenn dieser sich von ihm entfernt und sich dadurch selber fremd wird. In Jesus Christus schenkt Gott der Welt die Versöhnung, damit eine neue Schöpfung werde. Wir alle brauchen diese Versöhnung. Und wenn wir dieses große Geschenk annehmen, können auch wir die Botschaft der Treue und Liebe Gottes, der uns allen wie ein barmherziger Vater entgegenkommt, weitertragen. Von Herzen wünsche ich euch einen gesegneten vierten Fastensonntag.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular los grupos de las parroquias de Nuestra Señora del Sagrado Corazón y de Nuestra Señora del Tránsito, de Madrid, de San Isidro, San Francisco y Santa María, de Almería, y de la Inmaculada Concepción y de Santiago, de Sevilla. En este cuarto domingo de Cuaresma, la liturgia nos propone la parábola del hijo pródigo y, con ella, una invitación la conversión para todos, que saben haberse alejado de Dios por el pecado, y toman con humildad y valentía la decisión de volver a Él, experimentando la misericordia y la ternura insospechada del Padre, que los recibe con los brazos abiertos. Que la Santísima Virgen María nos acompañe en este camino hacia la Pascua. Feliz domingo.

Saúdo também os peregrinos de língua portuguesa, especialmente o grupo de brasileiros que quis fazer deste encontro com o Sucessor de Pedro na Oração do Angelus uma etapa de sua caminhada quaresmal. Possam a oração, a penitência e a solidariedade ajudar-vos a preparar com mais fervor e fé para as festas que se aproximam. Ide com Deus.

Witam zgromadzonych na modlitwie „Anioł Pański” Polaków. Dzisiaj kończy swoją debatę VIII Zjazd Gnieźnieński, którego hasłem jest: „Rodzina nadzieją Europy”. Serdecznie pozdrawiam jego uczestników a szczególnie rodziny w Polsce. Życzę, by Zjazd przyczynił się do odnowienia rodziny, jako wspólnoty ustanowionej przez Boga, opartej na Jego prawie. Niech Bóg błogosławi wszystkim rodzinom i każdemu z was.

[Saluto i Polacchi riuniti per la preghiera dell’Angelus. Oggi termina i suoi lavori l’VIII Convegno di Gniezno, il cui motto è “La famiglia speranza dell’Europa”. Saluto cordialmente i partecipanti al Convegno e, in modo particolare, le famiglie della Polonia. Auguro che il Convegno contribuisca al rinnovamento della famiglia come comunità istituita da Dio e fondata sulla Sua legge. Dio benedica tutte le famiglie e ciascuno di voi.]

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai seminaristi del Seminario Maggiore di Basilicata, ai ragazzi di Paderno Dugnano, ai bambini e alle Suore Francescane Elisabettine della Scuola Montessori San Giusto di Trieste e ai volontari della Fraterna Domus. A tutti auguro una buona domenica.

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22/03/2010 19:08



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 21.03.2010

Alle ore 12 di oggi, V domenica di Quaresima, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

Siamo giunti alla Quinta Domenica di Quaresima, nella quale la liturgia ci propone, quest’anno, l’episodio evangelico di Gesù che salva una donna adultera dalla condanna a morte (Gv 8,1-11).

Mentre sta insegnando nel Tempio, gli scribi e i farisei conducono a Gesù una donna sorpresa in adulterio, per la quale la legge mosaica prevedeva la lapidazione. Quegli uomini chiedono a Gesù di giudicare la peccatrice con lo scopo di”metterlo alla prova” e di spingerlo a fare un passo falso. La scena è carica di drammaticità: dalle parole di Gesù dipende la vita di quella persona, ma anche la sua stessa vita. Gli accusatori ipocriti, infatti, fingono di affidargli il giudizio, mentre in realtà è proprio Lui che vogliono accusare e giudicare. Gesù, invece, è “pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14): Egli sa che cosa c’è nel cuore di ogni uomo, vuole condannare il peccato, ma salvare il peccatore, e smascherare l’ipocrisia.

L’evangelista san Giovanni dà risalto ad un particolare: mentre gli accusatori lo interrogano con insistenza, Gesù si china e si mette a scrivere col dito per terra. Osserva sant’Agostino che quel gesto mostra Cristo come il legislatore divino: infatti, Dio scrisse la legge col suo dito sulle tavole di pietra (cfr Comm. al Vang. di Giov., 33, 5).

Gesù dunque è il Legislatore, è la Giustizia in persona. E qual è la sua sentenza? “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei“.

Queste parole sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto (cfr Rm 13,8-10). E’ la giustizia che ha salvato anche Saulo di Tarso, trasformandolo in san Paolo (cfr Fil 3,8-14).

Quando gli accusatori “se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani“, Gesù, assolvendo la donna dal suo peccato, la introduce in una nuova vita, orientata al bene: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
È la stessa grazia che farà dire all’Apostolo: “So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3,14).

Dio desidera per noi soltanto il bene e la vita; Egli provvede alla salute della nostra anima per mezzo dei suoi ministri, liberandoci dal male col Sacramento della Riconciliazione, affinché nessuno vada perduto, ma tutti abbiano modo di convertirsi.

In questo Anno Sacerdotale, desidero esortare i Pastori ad imitare il santo Curato d’Ars nel ministero del Perdono sacramentale, affinché i fedeli ne riscoprano il significato e la bellezza, e siano risanati dall’amore misericordioso di Dio, il quale “si spinge fino a dimenticare volontariamente il peccato, pur di perdonarci” (Lettera di indizione dell’Anno Sacerdotale).

Cari amici, impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone.

Ci aiuti in questo la santa Madre di Dio che, esente da ogni colpa, è mediatrice di grazia per ogni peccatore pentito.

DOPO L’ANGELUS

Domenica prossima, Domenica delle Palme, ricorre il 25° anniversario dell’inizio delle Giornate Mondiali della Gioventù, volute dal Venerabile e amato Giovanni Paolo II. Per questo, giovedì prossimo, a partire dalle ore 19, aspetto numerosi qui in Piazza San Pietro i giovani di Roma e del Lazio, per uno speciale incontro di festa.

Chers frères et sœurs de langue française, soyez les bienvenus ! Je voudrais saluer particulièrement ce matin les religieux et les religieuses ainsi que toutes les personnes consacrées. L’Église a besoin de vous pour montrer aux hommes et aux femmes de notre temps le chemin du vrai bonheur. Gardez vivante en vous et dans vos communautés l’ardeur évangélique qui a animé vos fondateurs et vos fondatrices. Que votre dynamisme missionnaire suscite autour de vous la joie de la foi et fasse germer des vocations chez les jeunes ! Que l’aide de la Vierge Marie vous soutienne dans votre vie quotidienne ! Avec ma Bénédiction Apostolique, je vous souhaite à tous un bon dimanche !

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Angelus. May your stay in Rome help to deepen your love for Jesus Christ, who gave his life for love of us. In today’s Gospel we hear of his compassion for the woman who was caught committing adultery. While acknowledging her sin, he does not condemn her, but urges her to sin no more. Trusting in his great mercy towards us, we humbly beg his forgiveness for our own failings, and we ask for the strength to grow in holiness. Upon all of you, and upon your loved ones, I invoke God’s abundant blessings.

Ganz herzlich heiße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen und grüße heute besonders die Wallfahrer aus Mannheim. Gerade in der Fastenzeit führt uns Gottes Wort auf einen Weg der Umkehr und Erneuerung. Im Evangelium dieses Sonntags mahnt Jesus die Pharisäer – und auch uns –, nicht vorschnell andere Menschen zu verurteilen. Prüfen wir uns, ob wir den moralischen Maßstäben, die wir an andere anlegen, auch selbst gerecht werden. Wir können uns nicht selber heilig machen; wir bedürfen zuerst der Reinigung und der barmherzigen Liebe des Herrn, um Christus, den Heiligen, zu empfangen. Gott schenke euch die Gnade einer guten Vorbereitung auf das Osterfest.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular al grupo de jóvenes del Instituto de Enseñanza Sofía Casanova, de Ferrol. Ante la proximidad de la semana santa, os animo a todos a intensificar vuestro camino de preparación para la pascua, mediante la oración, la limosna y el ayuno. Que la contemplación piadosa y frecuente de los misterios de la pasión del Señor suscite en todos una nueva y más profunda conversión, que nos haga vivir ya para siempre de aquel mismo amor que llevó a Cristo a entregarse en la cruz por nuestra salvación. Feliz domingo.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziś w Ewangelii słyszymy słowa Jezusa: „I ja ciebie nie potępiam. – Idź, a od tej chwili już nie grzesz” (J 8, 11). Tak przemawia Boże miłosierdzie: nie potępia, ale wzywa, byśmy na nowo podejmowali drogę nawrócenia. Wdzięczni Bogu za Jego dobroć, wytrwale postępujmy na tej drodze. Z serca wam błogosławię.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Oggi nel Vangelo sentiamo le parole di Gesù: "Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più" (Gv 8, 11). Così si esprime la misericordia di Dio: non condanna, ma chiama a riprendere di nuovo il cammino di conversione. Grati a Dio per la sua bontà, procediamo con perseveranza su questa strada. Vi benedico di cuore.]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i bambini e i ragazzi della “Piccola Opera di Traona”, accompagnati dalle Suore e da quanti li assistono; come pure la Cooperativa Sociale “Beautiful Days”, di Vittoria. Saluto inoltre i cresimandi di Zané, di Scandicci e del Vicariato Mugello Est, i ragazzi della comunità pastorale di Fagnano Olona, i fedeli di Osimo, Sant’Angelo a Cupolo e Bagheria, il gruppo di immigrati della Diocesi di Vigevano e l’Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie d’Italia. A tutti auguro una buona domenica.

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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 05.04.2010

Nel pomeriggio di ieri il Santo Padre Benedetto XVI ha raggiunto la residenza pontificia di Castel Gandolfo per un breve periodo di riposo.

Alle ore 12 di oggi, Lunedì dell’Angelo, il Papa guida la recita del Regina Cæli con i fedeli e i pellegrini convenuti nel Cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e in collegamento audio-video con Piazza San Pietro.
Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana del Regina Cæli, che per tutto il tempo pasquale sostituisce l’Angelus:

PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle!

Nella luce della Pasqua – che celebriamo in tutta questa Settimana – rinnovo il mio più cordiale augurio di pace e di gioia. Come sapete, il lunedì dopo la Domenica di Risurrezione è detto tradizionalmente “Lunedì dell’Angelo”. E’ molto interessante approfondire questo riferimento all’”Angelo”.

Naturalmente il pensiero va subito ai racconti evangelici della risurrezione di Gesù, nei quali compare la figura di un messaggero del Signore. San Matteo scrive: “Ed ecco vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come neve” (Mt 28,2-3). Tutti gli Evangelisti, poi, precisano che, quando le donne si recarono al sepolcro e lo trovarono aperto e vuoto, fu un angelo ad annunciare loro che Gesù era risorto. In Matteo questo messaggero del Signore dice loro: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui.

E’ risorto, infatti, come aveva detto” (Mt 28,5-6); quindi mostra la tomba vuota e le incarica di portare l’annuncio ai discepoli. In Marco l’angelo è descritto come “un giovane, vestito di una veste bianca”, che dà alle donne l’identico messaggio (cfr Mc 16,5-6). Luca parla di “due uomini in abito sfolgorante”, che ricordano alle donne come Gesù avesse preannunciato molto prima la sua morte e risurrezione (cfr Lc 24,4-7). Anche Giovanni parla di “due angeli in bianche vesti”; è Maria di Magdala a vederli, mentre piange vicino al sepolcro, e le dicono: “Donna, perché piangi?” (Gv 20,11-13).

Ma l’Angelo della risurrezione richiama anche un altro significato. Bisogna ricordare, infatti, che il termine “angelo” oltre a definire gli Angeli, creature spirituali dotate di intelligenza e volontà, servitori e messaggeri di Dio, è anche uno dei titoli più antichi attribuiti a Gesù stesso.

Leggiamo ad esempio in Tertulliano: “Egli – cioè Cristo – è stato anche chiamato «angelo del consiglio», cioè annunziatore, che è un termine che denota un ufficio, non la natura. In effetti, egli doveva annunziare al mondo il grande disegno del Padre per la restaurazione dell’uomo” (De carne Christi, 14). Così l’antico scrittore cristiano. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, dunque, viene chiamato anche l’Angelo di Dio Padre: Egli è il Messaggero per eccellenza del suo amore. Cari amici, pensiamo ora a ciò che Gesù risorto disse agli Apostoli: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21); e comunicò ad essi il suo Santo Spirito.

Ciò significa che, come Gesù è stato annunciatore dell’amore di Dio Padre, anche noi lo dobbiamo essere della carità di Cristo: siamo messaggeri della sua risurrezione, della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore divino. Certo, rimaniamo per natura uomini e donne, ma riceviamo la missione di “angeli”, messaggeri di Cristo: viene data a tutti nel Battesimo e nella Cresima. In modo speciale, attraverso il Sacramento dell’Ordine, la ricevono i sacerdoti, ministri di Cristo; mi piace sottolinearlo in quest’Anno Sacerdotale.

Cari fratelli e sorelle, ci rivolgiamo ora alla Vergine Maria, invocandola quale Regina Caeli, Regina del Cielo. Ci aiuti Lei ad accogliere pienamente la grazia del mistero pasquale e a diventare messaggeri coraggiosi e gioiosi della risurrezione di Cristo.

DOPO IL REGINA CAELI

Le Christ est vraiment ressuscité, alléluia ! Chers frères et sœurs francophones, que la Solennité de Pâques soit vraiment, pour chacun de vous, un jour de fête et de joie ! À la suite des femmes quittant le tombeau tremblantes et toutes joyeuses, après avoir fait l’expérience de la Résurrection du Seigneur, je vous invite à annoncer, vous aussi, cette Bonne Nouvelle. Forts de notre foi au Christ ressuscité, sachons rayonner de la joie pascale et de la beauté de l’espérance chrétienne. N’ayons pas peur de témoigner que Jésus est vivant et présent au milieu de nous ! À tous, je souhaite de bonnes et saintes fêtes de Pâques !

I am very pleased to greet all the English-speaking pilgrims present here today for the Regina Cæli prayer. In these first days of Easter, we celebrate intensely the mystery of the Resurrection of the Lord. Like the women in today’s Gospel passage, may all of us, especially those baptized this Easter, keep alive in our hearts our awe and great joy in the presence of the Risen Lord. God bless you all!

Einen frohen Ostergruß richte ich an alle Pilger und Besucher deutscher Sprache hier in Castelgandolfo. Der Herr ist wahrhaft auferstanden! Er hat uns den Weg eröffnet, den wir aus eigener Kraft nicht gehen konnten. Der auferstandene Christus ist uns zur Brücke geworden, auf der wir zu Gott gelangen und in Gemeinschaft mit ihm ein erfülltes Leben führen können. Euch und euren Familien wünsche ich von Herzen eine gesegnete Osterwoche.

Dirijo mi cordial saludo a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana. Que el triunfo de Cristo sobre el pecado y la muerte llene vuestra vida de alegría y paz, y os ayude siempre a ser consecuentes con vuestra condición de cristianos. No tengáis miedo. Cristo ha resucitado y vive entre nosotros. Su presencia amorosa acompaña el camino de la Iglesia y la sostiene en medio de las dificultades. Con esta certeza en vuestro corazón, ofreced al mundo un testimonio sereno y valiente de la vida nueva que brota del Evangelio. Feliz Pascua de Resurrección a todos.

“Chrystus zmartwychwstał, jak zapowiedział, radujmy się wszyscy, ponieważ króluje na wieki”. Te słowa wielkanocnej antyfony kieruję do Polaków jako zaproszenie, by w każdej sytuacji, jaką przynosi życie, powracać do radości w Panu. On zmartwychwstał, zwyciężył grzech i śmierć. Dzięki wierze i ufności nasze serca napełnia światło Wielkiej Nocy, które rozprasza mroki każdego smutku. Tej radości wam życzę i wypraszam Boże błogosławieństwo.

[„Cristo è risorto come aveva predetto; rallegratevi tutti ed esultiamo, perché egli regna in eterno". Queste parole dell’antifona pasquale rivolgo ai polacchi come invito al ritorno alla gioia del Signore in ogni situazione che reca la vita. Egli è risorto, ha vinto il peccato e la morte. Grazie alla fede e alla fiducia in lui la luce della Pasqua colma i nostri cuori e dissipa le ombre di ogni tristezza. Vi auguro questa gioia e chiedo a Dio la sua benedizione.]

Saluto, infine, i pellegrini di lingua italiana, con un ricordo particolare per le Autorità e gli abitanti di Castel Gandolfo. Un affettuoso pensiero dirigo ai pellegrini che da Piazza S. Pietro partecipano a questo incontro di preghiera. A tutti e ciascuno auguro di trascorrere serenamente questo Lunedì dell’Angelo, in cui risuona con forza l’annuncio gioioso della Pasqua.

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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 11.04.2010

Alle ore 12 di oggi, II Domenica di Pasqua, della Divina Misericordia, il Santo Padre Benedetto XVI guida la recita del Regina Cæli dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dove sta trascorrendo alcuni giorni di riposo.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la recita della preghiera mariana del tempo pasquale con i fedeli e i pellegrini convenuti nel Cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e in collegamento audio-video con Piazza San Pietro:

PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle!

L’odierna domenica conclude l’Ottava di Pasqua, come un unico giorno “fatto dal Signore”, contrassegnato con il distintivo della Risurrezione e della gioia dei discepoli nel vedere Gesù. Fin dall’antichità questa domenica è detta “in albis”, dal nome latino “alba”, dato alla veste bianca che i neofiti indossavano nel Battesimo la notte di Pasqua e deponevano dopo otto giorni. Il Venerabile Giovanni Paolo II ha intitolato questa stessa domenica alla Divina Misericordia, in occasione della canonizzazione di Suor Maria Faustina Kowalska, il 30 aprile del 2000.

Di misericordia e di bontà divina è ricca la pagina del Vangelo di san Giovanni (20,19-31) di questa Domenica. Vi si narra che Gesù, dopo la Risurrezione, visitò i suoi discepoli, varcando le porte chiuse del Cenacolo. Sant’Agostino spiega che “le porte chiuse non hanno impedito l’entrata di quel corpo in cui abitava la divinità.

Colui che nascendo aveva lasciata intatta la verginità della madre poté entrare nel cenacolo a porte chiuse” (In Ioh. 121,4: CCL 36/7, 667); e san Gregorio Magno aggiunge che il nostro Redentore si è presentato, dopo la sua Risurrezione, con un corpo di natura incorruttibile e palpabile, ma in uno stato di gloria (cfr Hom. in Evag., 21,1: CCL 141, 219). Gesù mostra i segni della passione, fino a concedere all’incredulo Tommaso di toccarli. Come è possibile, però, che un discepolo possa dubitare? In realtà, la condiscendenza divina ci permette di trarre profitto anche dall’incredulità di Tommaso oltre che dai discepoli credenti. Infatti, toccando le ferite del Signore, il discepolo esitante guarisce non solo la propria, ma anche la nostra diffidenza.

La visita del Risorto non si limita allo spazio del Cenacolo, ma va oltre, affinché tutti possano ricevere il dono della pace e della vita con il “Soffio creatore”. Infatti, per due volte Gesù disse ai discepoli: “Pace a voi!”, e aggiunse: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Detto questo, soffiò su di loro, dicendo: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”. È questa la missione della Chiesa perennemente assistita dal Paraclito: portare a tutti il lieto annuncio, la gioiosa realtà dell’Amore misericordioso di Dio, “perché – come dice san Giovanni – crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (20,31).

Alla luce di questa parola, incoraggio, in particolare, tutti i Pastori a seguire l’esempio del santo Curato d’Ars, che, “nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire l’amore misericordioso del Signore. Urge anche nel nostro tempo un simile annuncio e una simile testimonianza della verità dell’Amore” (Lettera di indizione dell’Anno Sacerdotale).

In questo modo renderemo sempre più familiare e vicino Colui che i nostri occhi non hanno visto, ma della cui infinita Misericordia abbiamo assoluta certezza. Alla Vergine Maria, Regina degli Apostoli, chiediamo di sostenere la missione della Chiesa, e La invochiamo esultanti di gioia:

Regina Caeli…

DOPO IL REGINA CÆLI

Come tutti sappiamo, ieri si è verificato il tragico incidente aereo a Smolensk in cui sono periti il Presidente della Polonia, Signor Lech Kaczynski, la moglie, diverse alte Autorità dello Stato polacco e tutto il seguito, compreso l’Arcivescovo Ordinario Militare. Nell’esprimere il mio profondo cordoglio, assicuro di cuore la preghiera di suffragio per le vittime e di sostegno per l’amata Nazione polacca.

Ieri ha avuto inizio a Torino la solenne ostensione della sacra Sindone. Anch’io, a Dio piacendo, mi recherò a venerarla il prossimo 2 maggio. Mi rallegro per questo evento, che ancora una volta sta suscitando un vasto movimento di pellegrini, ma anche studi, riflessioni e soprattutto uno straordinario richiamo verso il mistero della sofferenza di Cristo. Auspico che questo atto di venerazione aiuti tutti a cercare il Volto di Dio, che fu l’intima aspirazione degli Apostoli, come anche la nostra.

Rivolgo uno speciale saluto ai pellegrini convenuti a Roma in occasione dell’odierna Domenica della Divina Misericordia. Benedico tutti di cuore, in particolare gli animatori del Centro di Spiritualità di Santo Spirito in Sassia: che l’immagine di Gesù Misericordioso, cari amici, risplenda in voi, nella vostra vita!

Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement le groupe des Iris de l’Œuvre Jean-Joseph Allemand de Marseille, les « Pèlerinages trois Blancheurs » et les jeunes étudiants de Rouen, accompagnés par leur Archevêque ! En ce Dimanche in Albis et de la Divine Miséricorde, je vous invite à découvrir combien est concret l’amour de notre Dieu au cours de la célébration des Sacrements. Comme la première communauté chrétienne ne manquait pas au rendez-vous avec le Ressuscité, n’hésitez pas à participer à l’Eucharistie dominicale, source de réconfort et de salut. Chers jeunes, puissiez-vous répondre avec générosité à l’appel du Seigneur et devenir d’authentiques serviteurs de sa parole et des ministres de ses Sacrements. Que la Mère de Miséricorde intercède pour tous ! Fructueux temps pascal !

I greet all the English-speaking visitors who join us for the Regina Cæli prayer on this Octave of Easter. The Church’s liturgy today invites us, with the Apostle Thomas, to acknowledge the Risen Christ as our Lord and our God, and to welcome into our hearts his gifts of peace, mercy, forgiveness and new life. Upon you and your families I invoke a continued outpouring of the joy and hope born of Christ’s glorious resurrection from the dead. Happy Easter!

Sehr herzlich grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Gäste hier in Castelgandolfo und heute besonders die Teilnehmer an der Romfahrt der Hörer des Bayerischen Rundfunks. Der auferstandene Herr trägt die Wundmale seiner Liebe für immer an sich. Er kommt zu uns, um die Wunden unserer Lieblosigkeit, der Eigenliebe, des Zweifels und der Selbstzerstörung zu heilen. Wie der Apostel Thomas wollen wir die übergroße Barmherzigkeit Gottes erkennen, uns durch sie von Grund auf verwandeln lassen und die Antwort des Glaubens neu lernen: „Mein Herr und mein Gott” (Joh 20,28). Der Friede des Auferstandenen begleite euch an diesem Weißen Sonntag und in der kommenden Woche.

Saludo con afecto a los fieles de lengua española, en particular a los peregrinos de la Parroquia de La Purísima Concepción, de Los Molinos. En este segundo domingo de Pascua, dedicado a la Divina Misericordia, invoquemos a la Santísima Virgen María, para que nos alcance la gracia de experimentar la presencia de Cristo Resucitado en la Iglesia, que sigue actuando su amor para con el hombre, a través de la fuerza renovadora de los sacramentos, especialmente en el de la Reconciliación y en la Eucaristía. ¡Feliz Pascua y Feliz Domingo!

Serdecznie pozdrawiam Polaków. Z głębokim bólem przyjąłem wiadomość o tragicznej śmierci pana Lecha Kaczyńskiego, prezydenta Polski, jego małżonki i osób towarzyszących. Zginęli w drodze do Katynia, miejsca kaźni tysięcy polskich oficerów, zamordowanych siedemdziesiąt lat temu. Wszystkich polecam miłosiernemu Panu życia. Czynię to jednocząc się z pielgrzymami zgromadzonymi w sanktuarium w Łagiewnikach i czcicielami Miłosierdzia Bożego na całym świecie.

[Saluto cordialmente i polacchi. Con profondo dolore ho appreso la notizia della tragica morte del signor Lech Kaczynski, Presidente della Polonia, della moglie e delle persone che li accompagnavano. Sono periti nel viaggio a Katyn, il luogo del supplizio di migliaia di ufficiali militari polacchi assassinati settant’anni fa. Affido tutti al misericordioso Signore della vita. Lo faccio unendomi con i pellegrini radunati nel Santuario di Lagiewniki e con tutti i devoti della Misericordia di Dio nel mondo intero.]

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, presenti sia qui, sia in Piazza San Pietro: i numerosi giovani dell’UNITALSI, che incoraggio nella loro opera di volontariato; l’Unione dell’Apostolato Cattolico, fondata da un grande prete romano, san Vincenzo Pallotti; il Movimento dell’Amore Familiare, i cui membri questa notte hanno vegliato in preghiera per il Papa e per la Chiesa – grazie! –; le Misericordie d’Italia, che traducono la misericordia evangelica in servizio sociale; e infine i cresimandi di Statte e i fedeli di Pordenone.

A tutti, e in modo particolare agli abitanti di Castel Gandolfo, auguro una buona domenica.

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14/06/2010 22:36



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 25.04.2010


Alle ore 12 di oggi, IV Domenica di Pasqua, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:

PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle,

in questa quarta Domenica di Pasqua, detta “del Buon Pastore”, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che quest’anno ha per tema: “La testimonianza suscita vocazioni”, tema “strettamente legato alla vita e alla missione dei sacerdoti e dei consacrati” (Messaggio per la XLVII G. M. di preghiera per le vocazioni, 13 novembre 2009).

La prima forma di testimonianza che suscita vocazioni è la preghiera (cfr ibid.), come ci mostra l’esempio di santa Monica che, supplicando Dio con umiltà ed insistenza, ottenne la grazia di veder diventare cristiano suo figlio Agostino, il quale scrive: “Senza incertezze credo e affermo che per le sue preghiere Dio mi ha concesso l’intenzione di non preporre, non volere, non pensare, non amare altro che il raggiungimento della verità” (De Ordine II, 20, 52, CCL 29, 136). Invito, pertanto, i genitori a pregare, perché il cuore dei figli si apra all’ascolto del Buon Pastore, e “ogni più piccolo germe di vocazione … diventi albero rigoglioso, carico di frutti per il bene della Chiesa e dell’intera umanità” (Messaggio cit.). Come possiamo ascoltare la voce del Signore e riconoscerlo? Nella predicazione degli Apostoli e dei loro successori: in essa risuona la voce di Cristo, che chiama alla comunione con Dio e alla pienezza della vita, come leggiamo oggi nel Vangelo di san Giovanni: “Le mie pecore ascoltano la mia voce ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano” (Gv 10,27-28).

Solo il Buon Pastore custodisce con immensa tenerezza il suo gregge e lo difende dal male, e solo in Lui i fedeli possono riporre assoluta fiducia.

In questa Giornata di speciale preghiera per le vocazioni, esorto in particolare i ministri ordinati, affinché, stimolati dall’Anno Sacerdotale, si sentano impegnati “per una più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi” (Lettera di indizione). Ricordino che il sacerdote “continua l’opera della Redenzione sulla terra”; sappiano sostare volentieri davanti al tabernacolo”; aderiscano “totalmente alla propria vocazione e missione mediante un’ascesi severa”; si rendano disponibili all’ascolto e al perdono; formino cristianamente il popolo a loro affidato; coltivino con cura la “fraternità sacerdotale” (cfr ibid.).

Prendano esempio da saggi e zelanti Pastori, come fece san Gregorio di Nazianzo, il quale così scriveva all’amico fraterno e Vescovo san Basilio: “Insegnaci il tuo amore per le pecore, la tua sollecitudine e la tua capacità di comprensione, la tua sorveglianza … la severità nella dolcezza, la serenità e la mansuetudine nell’attività … i combattimenti in difesa del gregge, le vittorie … conseguite in Cristo” (Oratio IX, 5, PG 35, 825ab).

Ringrazio tutti i presenti e quanti con la preghiera e l’affetto sostengono il mio ministero di Successore di Pietro, e su ciascuno invoco la celeste protezione della Vergine Maria, alla quale ci rivolgiamo ora in preghiera.

DOPO IL REGINA CÆLI

Stamani, rispettivamente a Roma e a Barcellona, sono stati proclamati Beati due Sacerdoti: Angelo Paoli, Carmelitano, e José Tous y Soler, Cappuccino. A quest’ultimo farò cenno tra poco. Del beato Angelo Paoli, originario della Lunigiana e vissuto tra i secoli XVII e XVIII, mi piace ricordare che fu apostolo della carità a Roma, soprannominato “padre dei poveri”. Si dedicò specialmente ai malati dell’Ospedale San Giovanni, prendendosi cura anche dei convalescenti. Il suo apostolato traeva forza dall’Eucaristia e dalla devozione alla Madonna del Carmine, come pure da un’intensa vita di penitenza. Nell’Anno Sacerdotale, propongo volentieri il suo esempio a tutti i sacerdoti, in modo particolare a quanti appartengono ad Istituti religiosi di vita attiva.

Chers pèlerins francophones, en ce dimanche l’Église universelle prie pour les vocations. Ce jour de prière prend une dimension particulière en cette Année Sacerdotale. Prions tous afin que des jeunes répondent à l’appel du Seigneur, acceptent de bâtir leur existence entière sur le Christ dans un service plus direct à l’Évangile et choisissent de donner leur vie avec générosité à Dieu et à l’Église. Priez, chers pèlerins, pour vos prêtres et vos séminaristes. Que l’exemple de Marie et du Saint Curé d’Ars nous guide ! Bon dimanche !

I am happy to greet all the English-speaking visitors present for today’s Regina Caeli prayer. This Sunday the Church celebrates the World Day of Prayer for Vocations. As we rejoice in the new life that the Risen Lord has won for us, let us ask him to inspire many young people to centre their hearts on the things of Heaven (cf. Col 3:1-2) and to offer themselves joyfully in the service of Christ our Good Shepherd in the priesthood and religious life. Confidently entrusting this petition to Mary, Queen of Heaven, I invoke upon you God’s abundant blessings of peace and joy!

Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher hier auf dem Petersplatz. Am heutigen „Sonntag des Guten Hirten” begehen wir den 47. Weltgebetstag um geistliche Berufungen. In diesem Jahr lautet das Motto: „Das Zeugnis weckt Berufungen”. Dabei blicken wir auf Jesus selbst: Er ist uns als Guter Hirte vorangegangen. Er hat uns gezeigt, was es heißt, sein Leben für die Menschen hinzugeben, die ihm der Vater anvertraut hat. Bitten wir Maria um ihre Fürsprache, daß alle, die Jesus in seine engere Nachfolge berufen hat, ihm freudig antworten und der Gnade Gottes treu bleiben. Der Herr segne euch und eure Familien.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de las parroquias Nuestra Señora del Pilar, de Catarroja, y de la Sangre de Cristo, de Cullera. En este domingo llamado del Buen Pastor, en el que la Iglesia celebra la Jornada de oración por las vocaciones, ha tenido lugar en Barcelona la beatificación del sacerdote capuchino José Tous y Soler, fundador de las Hermanas Capuchinas de la Madre del Divino Pastor. No obstante numerosas pruebas y dificultades, nunca se dejó vencer por la amargura o el resentimiento. Destacó por su caridad exquisita y su capacidad para soportar y comprender las deficiencias de los demás. Que su ejemplo e intercesión ayude a todos y especialmente a los sacerdotes a vivir la fidelidad a Cristo. Que el nou Beat Josep Tóus i Soler us beneeixi i us protegeixi. Feliç diumenge. Muchas gracias y feliz domingo.

Dirijo agora a minha saudação amiga aos professores e alunos do Colégio de São Tomás, de Lisboa, e demais peregrinos de língua portuguesa: De visita a Roma, não quisestes faltar a este encontro com o Papa, que a todos encoraja na nobre missão de dar razões de vida e de esperança às novas gerações para uma sociedade mais humana e solidária. Sobre vós, vossas famílias e os sonhos de bem que abrigais no coração, desça a minha Bênção Apostólica.

Lepo pozdravljam romarje, ki ste prišli sem z »Duhovno družino Delo«, in vse druge vernike iz Slovenije! Zgled prvih kristjanov naj vam pomaga, da bo srečanje z vstalim Gospodom v Evharistiji vedno središče vašega življenja. Naj bo z vami moj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini qui venuti con la "Famiglia Spirituale L’Opera", ed a tutti gli altri fedeli provenienti dalla Slovenia! L’esempio dei primi cristiani vi aiuti, affinché l’incontro con il Signore risorto nell’Eucaristia sia sempre il cardine della vostra vita. Vi accompagni la mia Benedizione!]

Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków, a szczególnie uczestników Marszu dla życia, jaki dzisiaj odbywa się w Szczecinie. Łączę się duchowo z tą szlachetną inicjatywą. Niech budzi ona w każdym sercu potrzebę troski o poczęte życie. Niech będzie wsparciem dla rodzin oczekujących potomstwa. Dzisiejsza niedziela jest nazywana Niedzielą Dobrego Pasterza. Módlmy się za powołanych do kapłaństwa i życia zakonnego, aby idąc za głosem Dobrego Pasterza, świętością życia i posługi, dawali przekonujące świadectwo wiary.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi e, in modo particolare, i partecipanti alla Marcia per la vita, che oggi si svolge a Szczecin. Mi unisco spiritualmente a questa nobile iniziativa. Che essa desti in ogni cuore la sollecitudine per la vita nascente e sia sostegno per le famiglie in attesa di figli. L’odierna domenica viene chiamata Domenica del Buon Pastore. Preghiamo per coloro che sono chiamati al sacerdozio e alla vita consacrata, affinché, seguendo la voce del Buon Pastore, rendano con la santità della loro vita e con il loro servizio una convincente testimonianza di fede.]

Rivolgo uno speciale saluto all’Associazione “Meter”, che da 14 anni promuove la Giornata nazionale per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza. In questa occasione voglio soprattutto ringraziare e incoraggiare quanti si dedicano alla prevenzione e all’educazione, in particolare i genitori, gli insegnanti e tanti sacerdoti, suore, catechisti e animatori che lavorano con i ragazzi nelle parrocchie, nelle scuole e nelle associazioni.

Saluto i fedeli venuti da Brescia, da Cassana presso Ferrara, da alcune parrocchie dell’Umbria e da Toronto, in Canada; i ragazzi delle parrocchie della Valposchiavo, in Svizzera, e quelli di Francavilla al Mare; e il gruppo di fidanzati di Altamura.
 
A tutti auguro una buona domenica.

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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI A TORINO (2 MAGGIO 2010)

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI IN PIAZZA SAN CARLO

Al termine della Santa Messa celebrata in Piazza San Carlo a Torino, il Papa guida la recita del Regina Cæli. Queste le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:

PRIMA DEL REGINA CÆLI

Mentre ci avviamo a concludere questa solenne celebrazione, ci rivolgiamo in preghiera a Maria Santissima, che a Torino è venerata quale principale Patrona col titolo di Beata Vergine Consolata.

A Lei affido questa Città e tutti coloro che vi abitano. Veglia, o Maria, sulle famiglie e sul mondo del lavoro; veglia su quanti hanno smarrito la fede e la speranza; conforta i malati, i carcerati e tutti i sofferenti; sostieni, o Aiuto dei Cristiani, i giovani, gli anziani e le persone in difficoltà. Veglia, o Madre della Chiesa, sui Pastori e sull’intera Comunità dei credenti, perché siano “sale e luce” in mezzo alla società.

La Vergine Maria è colei che più di ogni altro ha contemplato Dio nel volto umano di Gesù. Lo ha visto appena nato, mentre, avvolto in fasce, era adagiato in una mangiatoia; lo ha visto appena morto, quando, deposto dalla croce, lo avvolsero in un lenzuolo e lo portarono al sepolcro. Dentro di lei si è impressa l’immagine del suo Figlio martoriato; ma questa immagine è stata poi trasfigurata dalla luce della Risurrezione. Così, nel cuore di Maria, è custodito il mistero del volto di Cristo, mistero di morte e di gloria. Da lei possiamo sempre imparare a guardare Gesù con sguardo d’amore e di fede, a riconoscere in quel volto umano il Volto di Dio.

Alla Madonna Santissima affido con gratitudine quanti hanno lavorato per questa mia Visita, e per l’Ostensione della Sindone. Prego per loro e perché questi eventi favoriscano un profondo rinnovamento spirituale.

Regina Cæli…

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15/06/2010 16:43



LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 09.05.2010

Alle ore 12 di oggi, IV Domenica di Pasqua, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:

PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle!

Maggio è un mese amato e giunge gradito per diversi aspetti. Nel nostro emisfero la primavera avanza con tante e colorate fioriture; il clima è favorevole alle passeggiate e alle escursioni.

Per la Liturgia, maggio appartiene sempre al Tempo di Pasqua, il tempo dell’”alleluia”, dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede pasquale; ed è il tempo dell’attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. Ad entrambi questi contesti, quello “naturale” e quello liturgico, si intona bene la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla Vergine Maria.

Ella, in effetti, è il fiore più bello sbocciato dalla creazione, la “rosa” apparsa nella pienezza del tempo, quando Dio, mandando il suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera. Ed è al tempo stesso protagonista, umile e discreta, dei primi passi della Comunità cristiana: Maria ne è il cuore spirituale, perché la sua stessa presenza in mezzo ai discepoli è memoria vivente del Signore Gesù e pegno del dono del suo Spirito.

Il Vangelo di questa domenica, tratto dal capitolo 14 di san Giovanni, ci offre un implicito ritratto spirituale della Vergine Maria, là dove Gesù dice: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Queste espressioni sono rivolte ai discepoli, ma si possono applicare al massimo grado proprio a Colei che è la prima e perfetta discepola di Gesù. Maria infatti ha osservato per prima e pienamente la parola del suo Figlio, dimostrando così di amarlo non solo come madre, ma prima ancora come ancella umile e obbediente; per questo Dio Padre l’ha amata e in Lei ha preso dimora la Santissima Trinità. E inoltre, là dove Gesù promette ai suoi amici che lo Spirito Santo li assisterà aiutandoli a ricordare ogni sua parola e a comprenderla profondamente (cfr Gv 14,26), come non pensare a Maria, che nel suo cuore, tempio dello Spirito, meditava e interpretava fedelmente tutto ciò che il suo Figlio diceva e faceva? In questo modo, già prima e soprattutto dopo la Pasqua, la Madre di Gesù è diventata anche la Madre e il modello della Chiesa.

Cari amici, nel cuore di questo mese mariano, avrò la gioia di recarmi nei prossimi giorni in Portogallo.

Visiterò la capitale Lisbona e Porto, seconda città del Paese. Meta principale del mio viaggio sarà Fátima, in occasione del decimo anniversario della beatificazione dei due pastorelli Giacinta e Francesco. Per la prima volta come Successore di Pietro mi recherò a quel Santuario mariano, tanto caro al Venerabile Giovanni Paolo II.

Invito tutti ad accompagnarmi in questo pellegrinaggio, partecipando attivamente con la preghiera: con un cuore solo ed un’anima sola invochiamo l’intercessione della Vergine Maria per la Chiesa, in particolare per i sacerdoti, e per la pace nel mondo.

DOPO IL REGINA CÆLI

Dirijo uma saudação especial ao povo brasileiro que vai se reunir na sua capital, Brasília, para celebrar o XVI Congresso Eucarístico Nacional, de quinta-feira a domingo próximos, com a presença do meu Enviado especial, o Cardeal Dom Cláudio Humes. No lema do Congresso, aparecem as palavras dos discípulos de Emaús “Fica conosco, Senhor”, expressão do desejo que palpita no coração de todo ser humano. Possais todos vós, pastores e povo fiel, redescobrir que o coração do Brasil é a Eucaristia. É justamente no Santíssimo Sacramento do Altar que Jesus mostra a sua vontade de estar conosco, de viver em nós, de doar-se a nós. A sua adoração leva-nos a reconhecer o primado de Deus, pois só Ele pode transformar o coração dos homens, levando-os à união com Cristo num só Corpo. De fato, ao receber o Corpo do Senhor ressuscitado, experimentamos a comunhão com um Amor que não podemos guardar para nós mesmos: este exige ser comunicado aos demais para assim poder construir uma sociedade mais justa. Por fim, estando próximo o encerramento do Ano sacerdotal, convido todos os sacerdotes a cultivarem uma espiritualidade profundamente eucarística a exemplo do Santo Cura D’Ars que, buscando unir o seu sacrifício pessoal àquele de Cristo atualizado no Altar, exclamava: «Como faz bem um padre oferecer-se em sacrifício a Deus todas as manhãs!». E enquanto invoco, pela intercessão de Nossa Senhora Aparecida, as maiores graças do céu para que alimentados pela Eucaristia, pão da Unidade, se tornem verdadeiros Discípulos Missionários, a todos concedo benevolente Bênção Apostólica.

Je salue cordialement les pèlerins francophones ! La liturgie de ce jour nous rappelle que la paix est fondée sur l’amour de Dieu et sur la fidélité à sa Parole. En mettant cette Parole au centre de sa vie, le chrétien jouit de la paix intérieure malgré les épreuves, car il est convaincu de la présence divine à ses côtés. Puissiez-vous avoir le courage d’aimer, de lire et de méditer la Parole de Dieu dans vos familles. C’est la voie idéale pour qu’elles deviennent des foyers de paix. Priez aussi pour les prêtres à la retraite ! Qu’ils soient fidèles à la Parole de Dieu jusqu’au bout ! Bon dimanche à tous !

I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Regina Cæli. This week I am making an Apostolic Journey to Portugal to celebrate the 10th Anniversary of the Beatification of the visionaries Blessed Jacinta and Blessed Francisco. I ask for your prayers for the success of this Journey, and I in turn assure you of my prayers to our Lady of Fatima for the whole People of God. May she intercede for us all, and draw us closer to Christ her Son. Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings.

Ein herzliches „Grüß Gott” sage ich allen Gläubigen und Besuchern deutscher Sprache. Besonders grüße ich heute die Teilnehmer und Unterstützer des Etappen-Laufs NCL Charity Run von Berlin nach Rom zugunsten von Kindern, die an der unheilbaren Stoffwechselkrankheit NCL leiden. – In der Osterzeit lädt uns das Gebet Regina cæli ein, uns mit Maria über die Auferstehung ihres Sohnes zu freuen und sie um ihre Fürbitte anzurufen. „Bitt Gott für uns, Maria”: So dürfen wir gerade im Marienmonat Mai unsere Anliegen der Gottesmutter anvertrauen, und dies will ich in besonderer Weise tun, wenn ich diese Woche während meiner Apostolischen Reise nach Portugal als Pilger nach Fatima komme. Maria begleite uns und unsere Lieben mit ihrer mütterlichen Fürsprache.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta plegaria mariana, en particular a los grupos de varias parroquias de Granada y de Málaga. En este domingo del tiempo pascual, la liturgia nos invita a vivir el amor a Cristo, que se concreta en la escucha y el cumplimiento de su palabra. Una palabra que sigue encendiendo los corazones e iluminando la vida de fe, por la acción del Espíritu Santo, verdadero guía permanente de la Iglesia. Pidamos a la Santísima Virgen María que nos ayude a acoger con gozo los dones que él nos da. Feliz domingo.

Pozdrawiam serdecznie Polaków. Łączę się duchowo z uczestnikami procesji z relikwiami świętego Stanisława Biskupa i Męczennika, patrona Polski, na Skałkę w Krakowie. To wydarzenie czyni historię waszej Ojczyzny i Kościoła żywą. Jest znakiem wiary i patriotyzmu. Niech święty Stanisław, wierny kapłan i świadek miłości uprasza potrzebne łaski dla Kościoła, waszego kraju, dla Krakowa i każdego z was. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Mi unisco spiritualmente ai partecipanti alla Processione alla Skałka ("Rocchetta") di Cracovia con le reliquie di San Stanislao, Vescovo e Martire, patrono di Polonia. Questo evento riattualizza oggi la storia della vostra Nazione e della vostra Chiesa. È segno della vostra fede e del vostro patriottismo. Che San Stanislao, sacerdote fedele e testimone della carità, preghi per ottenere le grazie necessarie per la Chiesa, per la Polonia, per Cracovia e per ognuno di voi. Vi benedico di cuore.]

Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i partecipanti alla 30.ma Maratona di Primavera – Festa della Scuola Cattolica, guidati dal Cardinale Vicario Agostino Vallini. Cari amici – dirigenti, docenti, alunni e genitori delle scuole cattoliche di Roma, del Lazio e di altre parti d’Italia –, vi auguro di concludere nel modo migliore l’anno scolastico. Soprattutto, vi incoraggio a tenere sempre alta la qualità dell’istruzione e dell’educazione nelle vostre scuole, che sono un patrimonio prezioso per la Chiesa e per l’Italia.

Grazie di essere venuti! Saluto i vari gruppi parrocchiali: la sosta presso la tomba di san Pietro rafforzi la fede e lo spirito di comunione.
 
A tutti auguro una buona domenica.

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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 16.05.2010

Alle ore 12 di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Sono presenti oggi numerosi membri di associazioni e movimenti ecclesiali, giunti da ogni parte d’Italia per esprimere affetto e sostegno al Santo Padre.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:

PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle,

oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra l’Ascensione di Gesù al Cielo, che avvenne il quarantesimo giorno dopo la Pasqua. In questa domenica ricorre, inoltre, la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema: “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”. Nella liturgia si narra l’episodio dell’ultimo distacco del Signore Gesù dai suoi discepoli (cfr Lc 24,50-51; At 1,2.9); ma non si tratta di un abbandono, perché Egli rimane per sempre con loro – con noi – in una forma nuova. San Bernardo di Chiaravalle spiega che l’ascensione al cielo di Gesù si compie in tre gradi: “il primo è la gloria della risurrezione, il secondo il potere di giudicare e il terzo sedersi alla destra del Padre” (Sermo de Ascensione Domini, 60, 2: Sancti Bernardi Opera, t. VI, 1, 291, 20-21). Tale evento è preceduto dalla benedizione dei discepoli, che li prepara a ricevere il dono dello Spirito Santo, affinché la salvezza sia proclamata ovunque. Gesù stesso dice loro: “Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso” (cfr Lc 24,47-49).

Il Signore attira lo sguardo degli Apostoli – il nostro sguardo – verso il Cielo per indicare come percorrere la strada del bene durante la vita terrena. Egli, tuttavia, rimane nella trama della storia umana, è vicino a ciascuno di noi e guida il nostro cammino cristiano: è compagno dei perseguitati a causa della fede, è nel cuore di quanti sono emarginati, è presente in coloro a cui è negato il diritto alla vita. Possiamo ascoltare, vedere e toccare il Signore Gesù nella Chiesa, specialmente mediante la Parola e i sacramenti. A tale proposito, esorto i ragazzi e i giovani che in questo tempo pasquale ricevono il sacramento della Cresima, a restare fedeli alla Parola di Dio e alla dottrina appresa, come pure ad accostarsi assiduamente alla Confessione e all’Eucaristia, consapevoli di essere stati scelti e costituiti per testimoniare la Verità. Rinnovo poi il mio particolare invito ai fratelli nel Sacerdozio, affinché “nella loro vita e azione si distinguano per una forte testimonianza evangelica” (Lettera di indizione dell’Anno Sacerdotale) e sappiano utilizzare con saggezza anche i mezzi di comunicazione, per far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo (cfr Messaggio XLVI G.M. Com. Soc., 24 gennaio 2010).

Cari fratelli e sorelle, il Signore, aprendoci la via del Cielo, ci fa pregustare già su questa terra la vita divina. Un autore russo del Novecento, nel suo testamento spirituale, scriveva: “Osservate più spesso le stelle. Quando avrete un peso nell’animo, guardate le stelle o l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, … intrattenetevi … col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete” (N. Valentini – L. Žák [a cura], Pavel A.
Florenskij. Non dimenticatemi. Le lettere dal gulag del grande matematico, filosofo e sacerdote russo, Milano 2000, p. 418). Ringrazio la Vergine Maria, che nei giorni scorsi ho potuto venerare nel Santuario di Fatima, per la sua materna protezione durante l’intenso pellegrinaggio compiuto in Portogallo. A Colei che veglia sui testimoni del suo diletto Figlio rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera.

DOPO IL REGINA CÆLI

Grazie per questa vostra presenza e fiducia, grazie! Quest’oggi il mio primo saluto va ai fedeli laici venuti da tutta Italia, e al Cardinale Angelo Bagnasco che li accompagna come Presidente della Conferenza Episcopale. Vi ringrazio di cuore, cari fratelli e sorelle, per la vostra calorosa e nutrita presenza! Raccogliendo l’invito della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali, avete aderito con entusiasmo a questa bella e spontanea manifestazione di fede e di solidarietà, a cui partecipa pure un consistente gruppo di parlamentari e amministratori locali.

A tutti desidero esprimere la mia viva riconoscenza. Saluto anche le migliaia di immigrati, collegati con noi da Piazza San Giovanni, con il Cardinale Vicario Agostino Vallini, in occasione della “Festa dei Popoli”. Cari amici, voi oggi mostrate il grande affetto e la profonda vicinanza della Chiesa e del popolo italiano al Papa e ai vostri sacerdoti, che quotidianamente si prendono cura di voi, perché, nell’impegno di rinnovamento spirituale e morale possiamo sempre meglio servire la Chiesa, il Popolo di Dio e quanti si rivolgono a noi con fiducia.

Il vero nemico da temere e da combattere è il peccato, il male spirituale, che a volte, purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa.

Viviamo nel mondo – dice il Signore – ma non siamo del mondo (cfr Gv 17, 14), anche se dobbiamo guardarci dalle sue seduzioni. Dobbiamo invece temere il peccato e per questo essere fortemente radicati in Dio, solidali nel bene, nell’amore, nel servizio. E’ quello che la Chiesa, i suoi ministri, unitamente ai fedeli, hanno fatto e continuano a fare con fervido impegno per il bene spirituale e materiale delle persone in ogni parte del mondo. E’ quello che specialmente voi cercate di fare abitualmente nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti: servire Dio e l’uomo nel nome di Cristo.

Proseguiamo insieme con fiducia questo cammino, e le prove, che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e coerenza. E’ bello vedere oggi questa moltitudine in Piazza San Pietro come è stato emozionante per me vedere a Fatima l’immensa moltitudine, che, alla scuola di Maria, ha pregato per la conversione dei cuori. Rinnovo oggi questo appello, confortato dalla vostra presenza così numerosa! Grazie!

J’accueille avec joie les pèlerins francophones ! Au retour de mon pèlerinage à Fatima, je vous invite tous, plus particulièrement les prêtres, à mettre votre confiance dans l’intercession de la Vierge Marie. Puissiez-vous vous conformer toujours à la volonté de Dieu qu’elle nous indique: «Faites tout ce qu’il vous dira»! Merci pour votre prière et pour votre solidarité! Bon pèlerinage à Rome et bonne préparation à la Pentecôte!

I greet with joy the English-speaking visitors who have come here today, and I pray that your pilgrimage to Rome will strengthen your faith and your love for the Risen Lord. In the course of this week we will pray with the whole Church for the coming of the Holy Spirit, asking him to pour out his gifts upon our families, our parishes, and all whom we love. May God bless all of you!

Von Herzen begrüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Das gemeinsame Gebet mit so vielen Gläubigen hier auf dem Petersplatz ist ein sichtbarer Ausdruck unserer Einheit in der Kirche, die Jesus Christus gestiftet hat. Wie Maria und die Apostel im Abendmahlssaal bitten wir in diesen Tagen vor Pfingsten um den Heiligen Geist, den Beistand, den der Herr seinen Jüngern verheißen hat. Er schenke uns neu die Fülle seiner Gaben, damit wir das Geheimnis der Liebe des Vaters und des Sohnes immer tiefer erkennen und fähig werden, am Werk der Erlösung mitzuarbeiten. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de la parroquia San Luis Gonzaga, de Barcelona. Se celebra este domingo en muchos lugares la fiesta de la Ascensión del Señor. Jesús resucitado vuelve al Padre, abriéndonos el camino a la vida eterna y haciendo posible el don del Espíritu Santo. Como los apóstoles después de la Ascensión, también nosotros nos recogemos en oración y, en unión espiritual con la Virgen María, invocamos la efusión del Espíritu. Que su intercesión obtenga para toda la Iglesia un renovado Pentecostés. Muchas gracias y feliz domingo.

Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Zanim Pan Jezus wstąpił do nieba, powiedział do Apostołów: „Duch Święty zstąpi na was, otrzymacie Jego moc i będziecie moimi świadkami (…) aż po krańce ziemi” (Dz 1, 8). Jest to obietnica i wezwanie, które Chrystus kieruje również do nas. Otwórzmy serca na moc Ducha i z odwagą dajmy na co dzień świadectwo wiary. Niech wam Bóg błogosławi.

[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Prima di salire in cielo, il Signore Gesù disse agli Apostoli: "Avrete forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni (...) fino agli estremi confini della terra" (At 1,8). E’ questa una promessa e una chiamata che Cristo rivolge anche a noi. Apriamo i cuori alla forza dello Spirito e con coraggio quotidianamente diamo la testimonianza della fede. Dio vi benedica.]

Saluto infine, ancora una volta, tutti i pellegrini di lingua italiana, tutti voi, con grande gratitudine e gioia, in particolare gli agenti della Polizia di Stato con i loro familiari, venuti in occasione dell’anniversario della fondazione del Corpo; i ragazzi della Cresima venuti così numerosi dall’Arcidiocesi di Genova; il folto gruppo di Chioggia; i fedeli di varie comunità parrocchiali; i bambini della Scuola “Collodi” di Bitonto e la Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in oncologia. A tutti auguro una buona domenica.


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