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L'Epifania con Sant'Agostino

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2010 21:22
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06/01/2010 13:40

LUNEDÌ



"Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino".
(Mt 4, 17)

Dai "Discorsi" di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 202, 3.4)

Non ricalchiamo le orme del nostro anteriore modo di vivere nel peccato

Noi dunque, carissimi, di cui quei magi costituivano le primizie; noi, eredità di Cristo sparsa fino agli estremi confini della terra; noi, per i quali è avvenuta l’ostinazione di una parte di Israele perché l’insieme dei pagani potesse entrare (Cf. Rom 11, 25): ora che abbiamo conosciuto il Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, il quale per incoraggiarci quando nacque trovò rifugio in un angusto tugurio e ora per esaltarci siede nei cieli; ora lo dobbiamo testimoniare qui in terra, in questa dimora del nostro corpo, in modo da non ripassare per la via per la quale siamo venuti e da non ricalcare le orme del nostro anteriore modo di vivere. Questo significa il fatto che i magi non ritornarono indietro per la stessa strada che avevano percorso nel venire (Cf. Mt 2, 12). Cambiando la via è cambiata anche la vita. Anche per noi i cieli hanno annunziato la gloria di Dio (Cf. Sal 18, 2); anche noi siamo stati condotti ad adorare Cristo dalla verità che risplende nel Vangelo, come da stella nel cielo; anche noi abbiamo ascoltato fedelmente la profezia che è risuonata di tra mezzo al popolo giudaico - come testimonianza contro gli stessi Giudei che non sono venuti con noi -; anche noi, riconoscendo e lodando Cristo nostro re e sacerdote, morto per noi, lo abbiamo onorato come se avessimo offerto oro e incenso e mirra; ci manca soltanto di testimoniarlo prendendo una nuova via, ritornano da una via diversa da quella per la quale siamo venuti.


MARTEDÌ



"Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo,
perché noi avessimo la vita per lui".
(1 Gv 4, 9)


Dai "Discorsi" di Sant’Agostino Vescovo
(Sermo 375/B, 5)

Il dono della vita divina

Così dunque ci parla in un certo qual modo il Signore Dio nostro, il nostro Salvatore: "O uomini, io ho creato l’uomo retto, ed egli si rese perverso. Vi siete allontanati da me e da soli siete periti. Ma io sono venuto a cercare ciò che era perito. Vi siete allontanati da me - dice - e avete perso la vita. E la vita era la luce degli uomini (Gv 1, 4). Ecco che cosa avete perso quando in Adamo siete tutti periti: la vita che era la luce degli uomini. Quale vita? In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1, 1). Questa era la Vita: voi giacevate nella vostra morte. Io, Verbo, non avevo di che morire. Tu, uomo, non avevi dove attingere la vita". Ebbene, poiché il Signore Cristo si è abbassato fino a noi, io assumo le sue parole. Se egli infatti assunse le mie, io avrò il coraggio di assumere le sue. Così, nel silenzio, parlando il linguaggio dei fatti, il Signore nostro Gesù Cristo in un certo qual modo dice: "Io non avevo di che morire. Tu, uomo, non avevi onde attingere la vita. Io ho preso qualcosa da te per poter morire per te. Tu prendi da me onde poter vivere insieme con me. Facciamo uno scambio: io dò a te, tu dai a me. Io prendo da te la morte, tu prendi da me la vita. Svégliati: osserva che cosa io ti dò, che cosa prendo. Io, supremamente alto in cielo, ho preso da te sulla terra la bassezza terrestre. Io, tuo Signore, ho preso da te la forma di servo. Io, tua salute, ho preso da te le ferite. Io, tua vita, ho preso da te la morte. Verbo, mi feci carne, per poter morire. Non avevo carne presso il Padre. Dalla tua discendenza l’ho presa, per fartene dono. (La Vergine Maria era della nostra discendenza; Cristo assunse la carne da noi, cioè dal genere umano attraverso lei). Ho preso da te la carne onde morire per te. Tu prendi da me lo Spirito vivificante, onde tu possa vivere con me. Infine io sono morto in quella parte che avevo preso da te. E tu vivi di ciò che hai preso da me".

MERCOLEDÌ



"Noi abbiamo riconosciuto e creduto
all’amore che Dio ha per noi".
(1 Gv 4, 16)

Dai "Discorsi" di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 189, 2-3)

Cristo è nato: nessuno tema di non poter rinascere

La verità è sorta dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo (Sal 84, 12). I Giudei, come afferma l’Apostolo, non volendo riconoscere la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio (Rom 10, 3). Donde l’uomo può diventare giusto? Da se stesso? Ma quale povero può sfamarsi da se stesso? Quale nudo può coprirsi se non gli viene data una veste da un altro? Non avevamo la giustizia, avevamo soltanto i peccati qui in terra. Donde viene la giustizia? Quale giustizia può esservi senza la fede? Il giusto infatti vive per la fede (Rom 1, 17). Chi senza avere la fede si dice giusto mente. Come può non esservi la menzogna dove non c’è la fede? Chi vuol dire il vero si converta alla verità. Ma questa era lontana. La verità è sorta dalla terra. Tu dormivi, essa venne a te; tu eri in coma, essa ti ha svegliato; ti ha fatto strada con la sua persona per non perderti. Concludendo: La verità è sorta dalla terra, cioè il Signore nostro Gesù Cristo è nato da una vergine; la giustizia si è affacciata dal cielo affinché gli uomini diventassero giusti non di una giustizia propria, ma di quella di Dio.

Quanta benevolenza! Ma quanta era precedentemente la sua ira! Quale ira? Eravamo soggetti alla morte, oppressi dai peccati, carichi delle nostre pene. Ogni uomo fin dalla nascita comincia ad essere infelice. Non hai bisogno di interpellare un profeta per questo; osserva uno che sta nascendo: lo vedi piangere. Questa situazione terrena era il risultato della grande ira divina; ad un certo momento però quale benevolenza ci è stata usata? La verità è sorta dalla terra. Creò tutte le cose, è stato creato come tutte le altre cose. Fece il giorno e venne nel giorno; era anteriore ai tempi e contrassegnò i tempi. Cristo Signore è presso il Padre da sempre, senza inizio; e tuttavia oggi ti domandi che giorno è. é il Natale. Di chi? Del Signore. Ha anche lui un giorno natalizio? Sì, ce l’ha anche lui. Il Verbo che era in principio, Dio presso Dio, ha un giorno natalizio? Sì, ce l’ha anche lui. Se lui non avesse la nascita umana, noi non potremmo arrivare alla rinascita divina: è nato infatti perché noi potessimo rinascere. Cristo è nato: nessuno tema di non poter rinascere. E’ stato generato, ma non ha bisogno di essere rigenerato. La rinascita era necessaria solo per coloro la cui nascita è avvenuta nella condanna. La sua misericordia scenda dunque nei nostri cuori. Sua madre portò Gesù nel grembo: noi portiamolo nel cuore. La Vergine è rimasta incinta con l’incarnazione di Cristo; i nostri cuori siano ricolmi della fede di Cristo. La Vergine partorì il Salvatore; noi partoriamo la lode di Dio. Non rimaniamo sterili: le nostre anime siano feconde di Dio.

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