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La relazione tra umanità e creato

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2010 07:46
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08/01/2010 07:46

La relazione tra umanità e creato
ROMA, giovedì, 7 gennaio 2010 (ZENIT.org).-




* * *

1. «In quei giorni sarà infuso in noi uno spirito dall’alto: allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva». La parola profetica preannuncia che l’opera del Messia, l’opera di Gesù il nostro Redentore, riguarderà anche la creazione, non solo l’uomo. Il destino dell’uomo e di tutta la creazione sono inscindibilmente connessi.

L’apostolo Paolo infatti scrivendo ai cristiani di Roma dice: «la creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità … e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» [Rom 8,19-20].

Cari fratelli e sorelle, il S. Padre in questa XLVIII giornata della pace ci chiede di riflettere su questo intimo legame e comunanza di destino fra noi e la creazione tutta. E ci aiuta a farlo col suo Messaggio.

Il punto di partenza è un’osservazione di … vocabolario. Il vocabolario cristiano non parla di “natura”, ma di “creazione”. La differenza è sostanziale. Il termine “creazione” dice che il mondo, l’intero universo ha avuto origine dall’atto creativo di Dio: è, appunto, creatura; non semplicemente natura. Il mondo, dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, «non è il prodotto di una qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso… Il mondo trae origine dalla libera volontà di Dio» [n° 295].

Non solo. La creazione è stata ordinata da Dio creatore secondo una vera e propria gerarchia. Essa è rivelata stupendamente da un Salmo colle seguenti parole: «quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi» [Sal 8, 4-7]. La creazione dunque, nel disegno di Dio, ha un signore, ha un re cui tutto è sottoposto: l’uomo.

Cari fratelli e sorelle, queste due verità – il mondo è creatura di Dio; l’uomo è il centro ed il vertice – sono i pilastri su cui si costruisce unarelazione vera e buona tra il Creatore, l’essere umano e il creato: relazione che genera una retta coscienza ecologica.

Seguendo il Messaggio del S. Padre, possiamo esprimere il contenuto di quella relazione, in maniera telegrafica nel modo seguente. Poiché il mondo, la creazione è opera di Dio, l’uomo non ne è il padrone assoluto, ma colui che la deve “custodire e coltivare”: la terra va coltivata non sfruttata; le energie del cosmo usate non dilapidate.

Poiché l’uomo è collocato in un grado dell’essere infinitamente superiore a tutta la creazione, egli ha il dovere di governarla studiandone gli ordinamenti intrinseci e ordinandola all’uso della persona umana.

Se la relazione tra il Creatore, l’essere umano e il creato è costruita nel modo suddetto, la coscienza ecologica sarà ispirata nei suoi giudizi, e la libertà governata nelle sue scelte, da quello che il S. Padre chiama il principio della solidarietà intra-generazionale e inter-generazionale. Cioè: la custodia, la coltivazione, l’uso della creazione deve tenere conto dell’uguale diritto di tutte le persone e di tutti i popoli a godere ed usufruire dei beni della creazione [solidarietà, intra-generazionale]. Deve tenere conto delle esigenze e dell’uguale diritto delle generazioni future [solidarietà inter-generazionale].

2. Cari fratelli e sorelle, la relazione vera e buona tra il Creatore, l’umanità e il creato è stata infranta dal peccato, fin dalle origini.

Come si manifesta questa falsificazione e rottura? Mi limito a richiamare la manifestazione più importante e drammatica. Ci aiuta ancora a vederla l’apostolo Paolo: «poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna, e hanno venerato e adorato la creatura al posto del Creatore» [Rom 1,15].

L’uomo, oggi, non raramente ha «cambiato la verità di Dio con la menzogna», non ha più riconosciuto la creazione come opera Sua, si è attribuito su di essa un dominio assoluto, comportandosi come un egoistico sfruttatore della medesima.

Il risultato è stato il capovolgimento della situazione: «hanno venerato e adorato la creatura al posto del Creatore». Al posto della creazione è subentrata la Natura, come la pensa l’ideologia ecologista: una nuova dea, Gaia, la grande madre che deve essere venerata e come adorata.

Siamo giunti ad una conclusione assai importante: il problema ecologico è in realtà un problema antropologico, e la sua soluzione dipende in ultima analisi dalla coscienza vera o falsa  che l’uomo ha di se stesso.

Siamo così riportati dentro al Mistero del Natale; il Mistero di Dio che si fa uomo, perché l’uomo non smarrisca la sua verità, la sua identità, la sua dignità.

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