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Lettera aperta ai "bambini digitali"

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2010 18:24
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07/02/2010 09:09

Lettera aperta ai "bambini digitali"

ROMA, domenica, 7 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la lettera ai bambini indirizzata da don Fortunato Di Noto, parroco e presidente Associazione Meter onlus (www.associazionemeter.org).



* * *

Cari Bambini,

ho pensato di scrivervi questa lettera per comunicarvi che voi più piccoli (o, come vi chiamano gli esperti “nuovi nati digitali”), sarete i nuovi annunciatori e portatori di Gesù nel web. Perché è proprio vero, e ne sono convinto: i bambini salveranno la bellezza del web e la vera comunicazione del Vangelo nell’era digitale.

La Chiesa italiana (come spero vi abbiano comunicato le catechiste e i vostri parroci), si sta preparando a vivere un momento di incontro a Roma dal 22 al 24 aprile prossimi, che culminerà nell’udienza da Papa Benedetto XVI, dove si rivolgerà ai “testimoni digitali”, cioè a tutti coloro che utilizzano i nuovi mezzi di comunicazione per annunciare il Vangelo all’uomo globalizzato. Si rifletterà insieme su come utilizzare bene tutti gli strumenti di navigazione che la tecnologia ci offre, non solo per chattare (perdendo solo del tempo!) ma soprattutto, per lo studio e per la didattica, per la solidarietà e per l’annuncio dell’amico Gesù, il Figlio di Dio, che tutti voi (come noi) avete incontrato e al quale siete felici di appartenere.

Chi di voi, come regalo della Prima Comunione, non ha ricevuto un cellulare o un Computer o un iPod e non si è avventurato a “navigare” - una navigazione che preferiremmo fosse accompagnata dai genitori, con regole ben definite -?

Forse, i genitori o i nonni hanno un po’ esagerato nel regalo, ma bisogna essere “trendy”, cioè alla moda, (un processo irreversibile!) e in esso vogliamo vedere il positivo e non solo il negativo.

Comunque tanti di voi ormai hanno il cellulare e navigano su Internet (circa il 90% dei minori, solo in Europa). Si naviga e gioca, si scrive e studia, si guardano i film e leggono libri e riviste. Ci si incontra con gli amici, quelli veri (vi ricordate il detto “chi trova un amico, trova un tesoro”?, ma attenzione, capita spesso che su internet si facciano incontri di falsi amici che vogliono farvi del male), e se ne cercano tanti altri. Bellissima cosa: chi di noi non vorrebbe avere un amico, e in casi significativi qualche minore ha trovato anche la gioia di essere ascoltato nelle giornate di profonda solitudine e amarezza.

Internet è bello veramente!

Su Internet si può incontrare anche Gesù, che parla attraverso la Parola di Dio (chi di voi sa che esistono tanti siti adatti a questo?) oppure attraverso le pagine web della tua parrocchia, del tuo gruppo. Pensate a una chat solo per voi, fatta per incontrarvi e discutere delle “cose del Padre mio” (come ci dice Gesù stesso), o sui social network dove possiamo creare dei “gruppi per stare insieme”, e anche su Youtube per caricare dei filmati su delle attività di solidarietà e diffondere un messaggio di pace.

Chi di voi, cari bambini, non ha un profilo su Facebook o non mi sa tradurre queste faccine (linguaggio universale) chiamate anche emoticons? Per dire che sto pregando, oppure che ho incontrato il vescovo ed anche che ti voglio tanto bene .

Sono nuovi linguaggi: attraverso le immagini si comunica pensando e parlando di Lui, Gesù il Figlio di Dio che è in mezzo a noi e ci parla attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, e noi siamo suoi testimoni e annunciatori mediatici.

Accadeva anche ai primi cristiani, i quali comunicavano attraverso dei segni che rimandavano al significato dell’Eucarestia, e della preghiera. E li incidevano dovunque: sui muri, nelle pergamene, nelle tombe e nelle case. Un segno che comunicava la bella notizia del Vangelo e che tutti comprendevano, anche i lontani e i non cristiani. Erano i segni nuovi che significavano Verità per tutti gli uomini.

Pensate al pesce che in greco si dice IXTHYC (ichtùs). Disposte verticalmente, le lettere di questa parola formano un acròstico: Iesùs Christòs Theòu Uiòs Sotèr = Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. Acròstico è una parola greca che significa …. cercatela nel vocabolario online! Questo è un simbolo diffuso di Cristo, emblema e compendio della fede cristiana.

E pensate anche alla colomba, con il ramoscello d'olivo nel becco, simbolo dell'anima nella pace divina; o all'àncora, simbolo della salvezza, dell'anima che ha felicemente raggiunto il porto dell'eternità.

Faccine del 2° e 3° secolo dopo Cristo, che possiamo altrettanto chiamare “emoticons”, che rimandavano al senso della vita, della fede, della resurrezione. Non solo una semplice emozione: raccontavano la vita cristiana.

Un vecchio e nuovo modo di comunicare tra i coetanei, tra voi bambini e tra voi giovani, che spesso noi adulti non comprendiamo.

Voi siete i primi ad essere coinvolti in questo nuovo e affascinante mondo digitale e noi adulti dobbiamo responsabilizzarci per aiutarvi ad incarnare, attraverso Internet, col vivere bene con gioia ed entusiasmo, l’essere di Gesù, che ha salvato l’uomo dal peccato e dalle brutture della vita ed è venuto a portarci non “eventi di sventura, ma di pace”, amicizia tra Dio, suo Padre, e gli uomini.

Sarà una bella e nuova avventura essere “bambini che diffondono Gesù” nelle chat, attraverso un sito (magari quello della parrocchia), ed anche attraverso un sms mattutino ai tuoi amici, non solo per dire “ciao”, ma per scrivere una frase del Vangelo di Gesù. I bambini digitali saranno i portatori di Gesù nel web. Perché è proprio vero: i bambini salveranno la bellezza del web e la vera comunicazione del Vangelo.

Non dimenticate mai di andare a Messa (in parrocchia), confessarvi (con il parroco e non online), pregare e vivere insieme realmente. Perché il reale non esclude il virtuale, e il virtuale ha più significato se parimenti giochiamo insieme al pallone, nel campetto dell’oratorio, e ci incontriamo non solo in webcam, ma nel fare una bella passeggiata guardando le stelle e il sole tramontare e sorgere.

Avola, 4 febbraio 2010

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