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La "leggenda nera" dell'Inquisizione

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2010 16:53
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19/02/2010 16:30

La "leggenda nera" dell'Inquisizione (*)

di Rino Cammilleri

Il famoso best-seller di Umberto Eco, Il nome della rosa, e il film che ne è stato tratto, hanno riproposto il più classico tra gli argomenti della propaganda illuministica anticattolica: l'inquisizione. Da più di due secoli questo antico tribunale ecclesiastico rappresenta nella coscienza dei credenti una sorta di "scheletro nell'armadio", un brutto ricordo da rimuovere, un complesso d'inferiorità che insidia ogni slancio apologetico. L'impaccio per il proprio passato o, come si usa dire, per il proprio retroterra storico-culturale, per le proprie radici, non è certo il miglior punto di partenza per far diventare la fede "cultura", secondo l'incitamento di Giovanni Paolo II a Loreto durante il discorso al convegno della Chiesa italiana (11 aprile 1985).
Il dovere dell'intellettuale cattolico nei confronti della verità richiede un instancabile lavoro di studio e di diffusione della verità storica, perché sia fatta luce negli angoli più bui, ove ce ne siano. Delucidare, con serenità e franchezza, argomenti "scomodi" non potrà che giovare alla causa della verità, anche perché in non pochi casi si potrà accertare che le cose non sono andate così come disinvoltamente sono state raccontate e come acriticamente le abbiamo recepite. Chi pensa oggi all'Inquisizione rievoca per lo più le immagini che il film di Arnaud ci ha mostrato: roghi, processi-farsa, sadismo. Così come il Medioevo, l'unica epoca di presunto sottosviluppo che ci abbia dato le cattedrali - secondo l'incisiva espressione di Régine Pernoud - viene associato al fanatismo, al buio, alla sporcizia, alla depravazione morale. Nulla più lontano dalla realtà storica, ma quanti leggono libri di saggistica seria e ben documentata? Eppure forse mai come al presente l'interesse per il Medioevo è stato tanto vivo e la ricerca storiografica così avanzata. Lo stesso libro di Eco - vero capolavoro di ingegneria romanzistica, più comprato che letto - presta il fianco a non poche critiche sul piano dell'attendibilità storica. L'autore stesso, del resto, non ha mai fatto mistero dell'intento "apologetico" della sua opera, in cui si celebra sostanzialmente il pensiero radical-nichilistico moderno. Il film ne è poi un'ulteriore riduzione in chiave "gotica", più attento ai risultati di botteghino che ad altro. È un fatto che molti hanno visto esaurire la loro cultura storica nel libro di testo scolastico, spesso ignorando che generalmente i libri di scuola Sono tratti da altri libri, i quali rimandano ad altri ancora. Risalendo la china si può tuttavia scoprire che alla radice di tanta divulgazione scolastica si trovano opere di due secoli fa e che spesso tali opere "storiche" sono da annoverare tra i romanzi. Detto altrimenti, molte volte alla base di intere concezioni storiche c'è solo l'autorità di "uno" studioso sette-ottocentesco. Emblematico è il caso della leggenda dei "terrori dell'anno Mille derivata da Jules Michelet e ancora perdurante quantunque sia ampiamente dimostrato che nell'anno in questione pochissimi erano in grado di calcolare le date; basti pensare che non e era nemmeno univocità di calendario.
È da tener presente che purtroppo solo studiosi già affermati possono permettersi il lusso di trascorrere mesi in un archivio vescovile - magari all'estero - per cercare la documentazione che occorre loro. Così come
altrettanto problematico è trovare editori disposti a pubblicare ricerche in contrasto con le opinioni correnti o col mercato. A ciò si aggiunga il fatto che il Medioevo fu una civiltà essenzialmente orale. I pochi documenti scritti, inoltre, non si rinvengono là dove sarebbe logico - per la nostra mentalità - trovarli. Ecco un esempio: spesso gli storici dell'età medioevale hanno dovuto desumere notizie sulla politica del tempo da documenti relativi a visite pastorali, dove erano state annotate per inciso, magari al fine di datarle. I processi dell'Inquisizione, fortunatamente, sono tutti redatti per iscritto da un vero e proprio notaio. Così dettava la procedura obbligatoria, che per quei tempi costituiva una vera e propria novità. Orbene, le ricerche storiche scientificamente condotte demoliscono completamente i luoghi comuni sull'argomento. Uno specialista danese, Gustav Henningsen, ha spogliato con l'ausilio del computer più di cinquantamila processi della famigerata Inquisizione spagnola lungo l'arco di centocinquant'anni circa, reperendovi solo l'uno per cento di condanne a morte. Basta un semplice calcolo per costatare quanto si sia lontani da quei milioni di vittime" che la pubblicistica anticlericale s'è inventata. Luigi Firpo, storico "laico", intervistato da Vittorio Messori (cfr Inchiesta sul cristianesimo, Sei, Torino 1987) ha dichiarato serenamente che "davanti a quel tribunale, più che dei colpevoli di reati di opinione, dei paladini della libertà di pensiero, comparvero dei delinquenti comuni, delle persone colpevoli di atti che anche il diritto moderno considererebbe reati [...]. Gli Ucciardone e le Rebibbia di oggi sono le vere bolge infernali rispetto alle troppo diffamate celle dell'Inquisizione [...]; era, per esempio, prescritto che lenzuola e federe si cambiassero due volte alla settimana: roba da grande albergo [...]. Una volta al mese, i cardinali responsabili dovevano ricevere uno a uno i prigionieri per sapere di che avessero bisogno. Mi sono imbattuto in un recluso friulano che chiese di avere birra al posto del vino. Il cardinale ordinò che si provvedesse ma, non riuscendo a trovare birra a Roma, ci si scusò con il prigioniero, offrendogli in cambio una somma di denaro perché si facesse venire la bevanda preferita dalla sua patria" .
Prima di tracciare brevemente la storia dell'Inquisizione, è opportuno sgombrare il campo da un equivoco su cui forse non si è riflettuto abbastanza: oltre all'Inquisizione cattolica, dopo la Riforma ci fu anche un'Inquisizione protestante. È ben nota l'ossessione per la presenza del demoniaco che caratterizzò la mentalità di Lutero e di Calvino. Tutta la letteratura horror fiorita attorno alle "streghe di Salem" non pone in evidenza (né era tenuta a farlo) non avendo ambizioni storiografiche) distinzioni d'epoca o di territorio. Vi faremo più lungo accenno in seguito.
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