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Gli anglicani riflettono sul loro futuro

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2010 15:47
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24/02/2010 13:52

Gli anglicani riflettono sul loro futuro

Scelgono la festa della Cattedra di San Pietro come giorno per il "discernimento"


LONDRA, martedì, 23 febbraio 2010 (ZENIT.org).

Il Vescovo anglicano di Ebbsfleet e il gruppo Forward in Faith hanno invitato gli anglicani a celebrare la festa della Cattedra di San Pietro, questo lunedì, preferibilmente insieme ai cattolici romani, per discernere la via da seguire dopo che Benedetto XVI ha aperto loro la via per la piena comunione con Roma.
"Non è un giorno per decidere", ha scritto il Vescovo Andrew Burnham sul materiale per la preghiera fornito da Forward in Faith.
"La Costituzione Apostolica (
Anglicanorum coetibus) non è un punto di crisi ma l'apertura, permanente, di una nuova via verso l'unità con la Sede di Pietro", ha segnalato.
"Decisioni sul come e sul se questo debba succedere per ciascuno di noi verranno prese in modi e in momenti diversi", ha sottolineato.
"Ora - ha aggiunto - è il momento di pregare e discernere".
Anglicani di tutto il mondo stanno discernendo la propria risposta al documento del Papa di novembre, che offre agli anglicani la possibilità di istituire Ordinariati personali, esprimendo piena comunione con Roma pur mantenendo la tradizione anglicana.
La Costituzione Apostolica risponde ai desideri espressi da molti anglicani scontenti per il movimento della Comunione verso l'accettazione della condotta omosessuale e l'ordinazione ministeriale di donne.
La giornata di preghiera celebrata questo lunedì è stata definita dal Vescovo Burnham "un'opportunità per riflettere, pregare e discernere la via del futuro per ciascuno di noi, i nostri sacerdoti e le nostre parrocchie".

Anglo-cattolici

Nel materiale fornito per la giornata di preghiera è stata inclusa la lettera pastorale di febbraio di questo Vescovo, dedicata all'unità.
Nel testo, il Vescovo Burnham riflette sul significato della parola "anglo-cattolico", segnalando che all'inizio del XIX secolo l'uso della parola in inglese si è concentrato sulla "continuità della Chiesa di Inghilterra con la Chiesa dei tempi apostolici".
Il presule considera anche il crescente impulso verso l'unità in Cristo, soprattutto tra anglo-cattolici, ortodossi e cattolici.
La "Anglicanorum Coetibus" è un altro passo in questo cammino, segnala.
"Anche se si rivolge agli anglicani in generale, è diretta in modo particolare, com'è ovvio, agli anglo-cattolici".
"Noi siamo quelli che hanno sempre anelato alla riunificazione della Chiesa cattolica - afferma -. Siamo quelli che con veglie, preghiere, incenso, musica e paramenti sono stati vicini per quanto possibile alla pratica cattolica romana".
"L'aspetto più importante è che noi siamo quelli che in questioni di fede e morale - quello che crediamo sul Vangelo, il credo, il ministero e i sacramenti - e per il modo in cui le viviamo abbiamo sempre affermato di essere 'cattolici'".
"Lo diciamo seriamente? E se è così, che cosa facciamo al riguardo? Individualmente e in gruppo. E' di questo che parliamo", ha concluso.

Anglicani australiani

Forward in Faith, che ha la sua sede principale in Australia, potrebbe rappresentare il primo caso di adesione collettiva alla piena comunione con la Chiesa cattolica.
Lo ha affermato il Vescovo anglicano David Robarts OAM in alcune dichiarazioni al quotidiano australiano The Daily Telegraph, in cui afferma: "Amo la mia eredità anglicana, ma non la perderei compiendo questo passo".
Dopo l'opposizione a elementi come l'esercizio del ministero sacerdotale ed episcopale da parte delle donne e l'approvazione di alcuni sacerdoti, Vescovi e leader anglicani apertamente omosessuali, Forward in Faith ha "cercato per 25 anni di avere una qualche supervisione episcopale, ma non l'abbiamo ottenuta(...). Non siamo più davvero voluti, la nostra coscienza non è stata rispettata".
Per questo, Robarts ha affermato che lui e i suoi fedeli proseguiranno sulla via dell'unione con Roma.
Con la "Anglicanorum Coetibus", Papa Benedetto XVI ha introdotto una nuova struttura canonica che permette ai fedeli anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica conservando elementi del patrimonio spirituale e liturgico anglicano.
Il Vescovo Robarts ha voluto sottolineare al The Daily Telegraph che il passo che Forward in Faith vuole compiere non è come l'atteggiamento di "chi cambia mobili".
"Stiamo semplicemente dicendo che siamo stati fedeli a ciò in cui gli anglicani hanno sempre creduto e che non vogliamo cambiare niente di questo, ma siamo stati emarginati a causa di coloro che vogliono introdurre alcune 'innovazioni'".
"Abbiamo bisogno di avere Vescovi che credano in ciò in cui noi crediamo", ha sottolineato.

[Con il contribuito di Carmen Elena Villa]


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04/03/2010 11:36

I tradizionalisti anglicani d'America vogliono l'unione con Roma

I tradizionalisti anglicani d'America vogliono l'unione con Roma

COMUNICATO DELLA CAMERA DEI VESCOVI DELLA CHIESA ANGLICANA IN AMERICA, TRADITIONAL ANGLICAN COMMUNION, 3 MARZO 2010.

Noi, la Camera dei Vescovi della Chiesa Anglicana in America, membro della T.A.C., ci siamo incontrati in Orlando, Florida, insieme al nostro Primate e al rev. Christopher Phillips della Parrocchia dello “Anglican Use” di Our Lady of the Atonement (San Antonio, Texas) ed altri [le parrocchie "anglican use" sono quelle istituite negli USA da ex anglicani passati al cattolicesimo, che mantengono le loro tradizioni liturgiche grazie alla pastoral provision di Giovanni Paolo II: un provvedimento certo di respiro e portata più limitata, ma precursore della Anglicanorum coetibus].

In questo incontro, è stata assunta la formale decisione di richiedere l'applicazione delle previsioni della Costituzione Apostolica Anglicanorum cœtibus negli Stati Uniti d'America, da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede.




Precisiamo che questa decisione dei membri statunitensi della T.A.C. segue analoghe decisioni della Traditional Anglican Communion in Australia, Inghilterra e America centrale. Ancor più significativo: l'associazione Forward in Faith (che, a differenza della T.A.C., continua a far parte - forse ancora per poco - della Comunione Anglicana vera e propria, quella dell'arcivescovo di Canterbury) ha espresso la medesima intenzione ed è stato anche fondato un sito (Friends of the Ordinariate) che raccoglie membri filocattolici attualmente delle chiese (anglicane, legate a Canterbury) delle isole britanniche.

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09/03/2010 18:37

Il cardinale Levada sugli anglicani nella Chiesa cattolica

Una voce diversa ma consonante


Kingston, 9. "Armonizzare i suoni come in una sinfonia":  il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale William Joseph Levada, ha utilizzato questa metafora per sottolineare, in un intervento nei giorni scorsi, l'apporto degli anglicani alla Chiesa cattolica, alla luce della Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus di Benedetto XVI.

Parlando in occasione di un incontro presso il Newman Center della Queen's University, a Kingston, in Canada, il prefetto ha affermato che gli anglicani che desiderano entrare nella piena e visibile comunione con la Chiesa cattolica "forniranno un suono distinto nella comunità ecclesiale, nella maniera in cui i differenti strumenti di un'orchestra concorrono a creare una sinfonia". E ha specificato:  "Quando un individuo, o ancor più, una comunità è pronta per l'unità con la Chiesa di Cristo che sussiste nella Chiesa cattolica, costituirebbe un tradimento dei principi e degli obiettivi ecumenici cattolici il rifiuto di abbracciarli, assieme ai doni distintivi che arricchiscono la Chiesa e che aiutano il suo approccio "sinfonico" nei confronti del mondo, ovvero suonando insieme o uniti".

Riferendosi poi al processo che ha portato alla pubblicazione della Costituzione apostolica, il cardinale ha osservato che si tratta "del logico risultato" di anni di dialogo, a partire dallo storico incontro nel 1966 tra Paolo vi e l'arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey. In particolare, ha aggiunto che il risultato ottenuto è "uno dei frutti" del lavoro ultratrentennale dell'Anglican-Roman Catholic International Commission (Arcic) che ha prodotto una serie di documenti su vari temi di fede.
Il prefetto ha quindi ribadito che "costituirebbe un tradimento dell'ecclesiologia cattolica non abbracciare questi gruppi di anglicani con i doni che essi recano" nell'ambito della missione al servizio dell'amore di Cristo e ha infine sottolineato il sentimento di speranza e l'impegno che accompagneranno gli ulteriori progressi nel cammino verso la realizzazione dell'aspirazione alla piena e visibile unione nell'unica Chiesa, portando a esempio, a tal proposito, l'istituzione di una terza commissione per il dialogo tra cattolici e anglicani, avvenuta dopo l'incontro a novembre scorso tra Benedetto XVI e l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams.
Il cardinale Levada ha fatto poi riferimento agli effetti negativi che l'ordinazione di donne vescovo avrebbe nel processo di ricerca dell'unità, puntualizzando che il sacerdozio maschile "non è una mera prassi, ma è nella natura dottrinale, e non può essere una questione relegata ai margini".


(©L'Osservatore Romano - 10 marzo 2010)
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12/03/2010 07:38

Che cosa c’è dietro la seconda ondata di anglicani convertiti al cattolicesimo

mar 10, 2010 IL FOGLIO 5 Comments

La seconda ondata è cominciata. Dopo il gruppo di fedeli tradizionalisti australiani appartenenti alla Forward in Faith, anche un centinaio di parrocchie anglicane statunitensi ha deciso di emigrare in massa nel cattolicesimo usufruendo della costituzione apostolica “
Anglicanorum coetibus” firmata da Benedetto XVI, il 4 novembre scorso. Si tratta di fedeli (diversi preti sposati inclusi) appartenenti all’Anglican Church in America (Aca). Anche per loro valgono le regole già accettate dagli australiani: entreranno in strutture denominate “Ordinariati personali” e manterranno i propri riti liturgici. La decisone è stata presa nei giorni scorsi durante un meeting tenutosi nella città di Orlando (Florida). Erano presenti il reverendo Louis W. Falk, presidente dell’Aca, e il vicepresidente, il reverendo George Langberg.
L’Aca fa parte della Tradional Anglican Communion (Tac) che vent’anni fa ruppe con la comunione anglicana per le molteplici decisioni prese in contrasto con la dottrina tradizionale. Come i fedeli australiani, anche i fedeli dell’Aca non hanno digerito la decisione di diverse comunità anglicane di ordinare preti e vescovi sia donne sia omosessuali. Lo strappo, insomma, ha radici lontane e la decisione dei giorni scorsi è la coda di un lungo processo.
La notizia è stata riportata in Gran Bretagna dal Telegraph. E’ nel Regno Unito, infatti, che la decisione del Papa di firmare l’“Anglicanorum coetibus” fa molto parlare di sé. Il mondo anglicano non sta passando uno dei suoi momenti migliori. Al di là delle conversioni al cattolicesimo, è in atto un’importante e apparentemente inarrestabile emorragia di fedeli ben superiore a quella che sta investendo, in tutta Europa, sia cattolici che ortodossi. La via “liberal” che ha mandato in crisi gli anglicani più tradizionalisti, in fondo, altro non è che un tentativo di reagire a questa dissoluzione numerica. Ma i risultati, fino a oggi, sembrano controproducenti: anche il “movimento di Oxford” (di cui uno dei più illustri membri fu John H. Newman) era da comprendere in questa dinamica.
A poco più di sei mesi dal viaggio del Papa nel Regno Unito, il mondo anglicano è chiamato in qualche modo a riflettere al suo interno. Benedetto XVI non ha approvato l’“Anglicanorum coetibus” in opposizione al mondo anglicano ma semplicemente per rispondere a una richiesta avanzata a Roma dai fedeli. Come il recente simposio sull’ecumenismo promosso dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha dimostrato, l’intenzione di Roma è quella di creare una sinergia, almeno in Europa, tra diverse chiese e comunità cristiane. Come ha detto alla Radio Vaticana il vescovo anglicano Tom Wright, il “sogno modernista” che viveva la cristianità quaranta anni fa non si è realizzato. “Oggi ci troviamo in un mondo diverso e credo che tutti siamo consapevoli che una maggiore intesa tra di noi sarebbe veramente una buona cosa”.

Pubblicato sul Foglio mercoledì 10 marzo 2010

© Copyright Il Foglio, 10 marzo 2010 consultabile online anche
qui, sul blog di Paolo Rodari.
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12/03/2010 08:59

Il Card. Levada sull'ecumenismo: il mondo anela all'unità sinfonica
Intervenendo alla Queen's University di Kingston sulla "Anglicanorum coetibus"

KINGSTON (Canada), giovedì, 11 marzo 2010 (ZENIT.org).- L'obiettivo dell'ecumenismo è l'unione con la Chiesa cattolica, un'unione che trasforma la Chiesa arricchendola, afferma il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Il Cardinale William Levada lo ha spiegato sabato in un intervento alla Queen's University di Kingston, in Canada, sulla Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, il documento che permette agli anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica. La Salt and Light Television ha fornito una trascrizione non ufficiale dell'intervento del porporato.

Il Cardinale ha sottolineato come per molti anglicani la Costituzione Apostolica sia una sorta di logico sviluppo del lavoro svolto nel dialogo ecumenico tra anglicani e cattolici dal Concilio Vaticano II.

Ha quindi ripercorso questo lavoro, svolto dalla Commissione mista internazionale anglicana-cattolica romana (ARCIC). Le conclusioni raggiunte dalla prima Commissione sono state approvate sia dalle autorità anglicane che dal Vaticano.

“Come risultato del lavoro dell'ARCIC I sono aumentate le speranze nei circoli ecumenici”, ha constatato. “Molti anglicani e cattolici hanno visto nelle dichiarazioni concordate una via verso il riconoscimento di un'espressione comune della loro fede”.

Autorità

Ad ogni modo, altri ostacoli aspettavano gli anglicani, visto che la Comunione Anglicana ha iniziato a procedere all'ordinazione di donne e di persone omosessuali.

Il nodo di questi due argomenti, ha osservato il Cardinal Levada, è la questione dell'autorità, soprattutto da due punti di vista: la rivelazione di Dio in Gesù Cristo e nella Scrittura vuole farci conoscere la volontà di Dio in un modo che richiede la nostra obbedienza? In secondo luogo, Dio, in Cristo, ha lasciato alla sua Chiesa un'autorità con cui può assicurare di poter conoscere il significato corretto della rivelazione, in mezzo a interpretazioni umane a volte mutevoli?

In questo contesto, ha spiegato il Cardinale, l'Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e Benedetto XVI “hanno approvato l'istituzione dell'ARCIC III, il cui mandato è portare avanti il dialogo bilaterale, sul tema 'Chiesa come Comunione – Locale e Universale', incluso il discernimento di questioni etiche su questi due livelli e sulla loro interazione”.

Ecumenismo

La seconda parte dell'intervento del Cardinal Levada si è concentrata sul vero significato dell'ecumenismo.

“L'obiettivo dell'ecumenismo è l'unione con la Chiesa cattolica”, ha dichiarato.

“Lavorare in vista dell'unione opera un cambiamento nelle Chiese e nelle comunità ecclesiali, che si impegnano nel dialogo”. In questo modo la Chiesa cattolica viene arricchita.

“Quando parlo di arricchimento, non mi riferisco ad aggiunte di elementi essenziali di santificazione e verità alla Chiesa cattolica – ha precisato –. Cristo le ha dato tutti gli elementi fondamentali. Mi riferisco all'aggiunta di modi di espressione di questi elementi essenziali, modi che aumentano l'apprezzamento da parte di ciascuno dei tesori inesauribili concessi alla Chiesa dal suo divino fondatore”.

“La novità è che alle verità e agli elementi perenni della santità che già si ritrovano nella Chiesa cattolica si dà un nuovo approccio, o una sottolineatura diversa per il modo in cui vengono vissuti da vari gruppi di fedeli chiamati da Cristo a unirsi in perfetta comunione reciproca, godendo dei legami del credo, del culto e della carità, in modi diversi che si fondono armoniosamente”.

Il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha aggiunto che, “se si può sapere chiaramente cosa può essere detto, la piena conoscenza di ciò che significa è accresciuta dalla contemplazione da parte di molti gruppi dello stesso mistero”.

Sinfonia


Nella sua spiegazione dell'ecumenismo, il Cardinale ha usato la metafora dell'orchestra.

“L'unione visibile con la Chiesa cattolica può essere paragonata a un'orchestra”, ha infatti affermato. “Alcuni strumenti possono suonare tutte le note, come il pianoforte. Non c'è nota del piano che un violino, un'arpa, un flauto o una tuba non abbiano, ma quando tutti questi strumenti suonano le note che ha il pianoforte, queste note sono arricchite e migliorate. Il risultato è sinfonico, la piena comunione”.

“Si può forse dire che il movimento ecumenico vuole passare dalla cacofonia alla sinfonia, con tutti che eseguono le stesse note della chiarezza dottrinale, le stesse corde eufoniche o la stessa attività di santificazione, osservando il ritmo della condotta cristiana nella carità e riempiendo il mondo con il suono splendido e invitante della Parola di Dio”.

“Se gli altri strumenti possono sintonizzarsi in base al pianoforte, quando suonano in un concerto non vengono scambiati per un piano. E' la volontà di Dio che coloro ai quali è indirizzata la Sua Parola, cioè il mondo, ascoltino una gradevole melodia arricchita dal contributo di diversi strumenti”.

Il Cardinal Levada ha quindi offerto esempi concreti di questi contributi, citandone alcuni della Chiesa ortodossa, delle Chiese della Riforma e della Comunione Anglicana.

Sulla “Anglicanorum Coetibus”, ha detto che è “la prima volta che la Chiesa cattolica ha teso la mano in risposta a uomini e donne del cristianesimo occidentale che desiderano la piena comunione e ha concesso loro non un posto tra tanti, ma uno peculiare”.

“L'unità desiderata da Cristo è visibile”, ha aggiunto. “Non è inafferrabile o perfino irraggiungibile”.

“A volte non conosciamo il valore di ciò che possediamo e abbiamo bisogno degli approcci ispirati di altri per riconoscere i tesori che abbiamo a disposizione”, ha concluso.

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16/03/2010 13:17

Continua l'esodo anglicano verso Roma: è la volta dei canadesi

Il sito della Chiesa anglo-cattolica canadese (link) ha pubblicato la seguente lettera datata 12 marzo 2010, indirizzata alla Congregazione per la Dottrina della Fede.


San Gregorio Magno
Apostolo degli Angli
12 marzo 2010
A William Cardinal Levada
Prefetto
Congregazione per la Dottrina della Fede
00120 Città del Vaticano, Europa
Eminenza,

La prego di accogliere la gratitudine del Collegio dei Vescovi della Chiesa Anglo-Cattolica del Canada (Traditional Anglican Communion) per la Sua positiva risposta del 16 dicembre 2009 alla nostra lettera alla Congregazione per la Dottrina della Fede del 5 ottobre 2007, in cui abbiamo espresso il nostro desiderio di “cercare una via comunitaria ed ecclesiale di essere anglo-cattolici in comunione con la Santa Sede, facendo tesoro al tempo stesso della piena espressione della fede cattolica e della nostra tradizione entro la quale siamo stati fino a questo momento”.

Abbiamo tutti letto e studiato con cura la Costituzione Apostolica Anglicanorum Coetibus con le norme di accompagnamento e il relativo commentario.

Ed ora, in risposta al Suo invito di contattare il Suo Dicastero per iniziare il processo che Ella ha predisposto, noi chiediamo rispettosamente

- che la Costituzione Apostolica trovi applicazione in Canada;

- che noi possiamo stabilire un Concilio di governo interinale di tre preti (o vescovi);

- e che a questo Concilio sia dato l’incarico e l’autorità di proporre a Sua Santità una terna per la nomina del primo Ordinario.

E’ nostra speranza e preghiera che queste proposte possano essere utili nell’iniziare il processo delineato con la più gradita, graziosa e generosa risposta del Santo Padre alla nostra petizione.

Sinceramente in Cristo,

Rev. Peter Wilkinson, OSG
Vescovo diocesano

Rev. Craig Botterill
Vescovo Suffraganeo per il Canada Atlantico

Rev. Carl Reid
Vescovo Suffraganeo per il Canada Centrale

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03/08/2010 15:47

Altri anglicani (ora Canadesi) si convertono al Cattolicesimo

A noi la parola ecumenismo fa irritare la pelle, ma non quando è riferita a notizie come questa che riportiamo (su cortese e celere segnalazione di un nostro lettore tramite FaceBook) con estremo interesse, piacere e sollievo.

[traduzione e sottolineato nostri]


Gruppo Anglicano-Cattolico del Canada vota di unirsi con Roma.

Vancouver, Canada, 28 luglio 2010 / 01:10 (CNA) -


Con il "sostegno incondizionato", una recente riunione dei leader nella Chiesa Anglicana Cattolica del Canada (ACCC) ha votato per unirsi con la Chiesa Cattolica Romana attraverso il Costituzione Apostolica creata da S. S. Papa Benedetto XVI.
La ACCC, parte del
Continuing Anglican Movement, è costituito da più di due dozzine di congregazioni. Il suo Ottvato e Tredicesimo Sinodo Provinciale diocesano si sono svolti contemporaneamente sulle alture Rosemary Retreat Center nel Surrey, British Columbia.
Il sito web VirtueOnline.org
pubblicato una lettera da Dean Shane B. Janzen con i dettagli l'evento.
Alla riunione hanno partecipato quattro vescovi della ACCC, tra cui S.E.Rma il Vescovo Mons. Peter Wilkinson, metropolita della comunione e ordinario. S.E.Rma l’Arcivescovo Mons. John Hepworth, ed era presente anche il Primate di Australia della Comunione Anglicana Tradizionale (TAC).

La discussione ha incluso la “Casa del Clero e la Camera dei Laici” e è stata incentrata sul progetto di creare un “Ordinariato Anglicano Cattolico Canadese” entro la disciplina prevista dalla Costituzione Apostolica "Anglicanorum Coetibus".
Il supporto per l'Ordinariato è stato unanime nella Casa del Clero e ha ricevuto 25 voti dei 30 delegati laici, con due membri contrari e tre astenuti.


Il Sinodo ha poi approvato una risoluzione che consenta il Vescovo Mons. Wilkinson, con il consiglio e il consenso del Consiglio Provinciale, di emanare le ordinanze canonico necessarie e le regole per istituire l'Ordinariato.
La Casa del Clero ha eletto i membri del Direttivo provvisorio del Consiglio, che ha designato ed eletto il Vescovo Mons. Wilkinson come il primo Vescovo ordinario del nascente Ordinariato.
Secondo la lettera di Dean Janzen, il Consiglio diocesano ha apportato modifiche finanziarie per garantire che i fondi limitati della Diocesi siano protetti da "qualsiasi contenzioso potenziale".
Dean Janzen ha scritto che l'attenzione del Sinodo è stata rivolta al "culto e alla lode di Dio Onnipotente, all'annuncio di Cristo che è Verità che salva, e alla ortodossa testimonianza della Fede, dell’diritto e della dottrina della Sola, Unica, Santa, Cattolica Apostolica Chiesa di Cristo.".
Egli ha riferito che i partecipanti hanno manifestato "un rinnovato senso di ottimismo per il futuro e una chiara visione per il presente."
"Con il pieno sostegno dei sacerdoti e dei laici per l'unità con la Sede di Pietro e la creazione di un Ordinariato Cattolico-Anglicano Canadese, la nostra Diocesi è ora in grado di andare avanti unita, rinnovata, e piena di speranza", secondo VirtueOnline
.”

.


Benvenuti!


Questo sì, che a nostro avviso, può definirsi ecumenismo: un sano, efficace, produttivo, missionario e apostolico ecumenismo!
.
Fonte: “what does the pray really say?
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