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Violentissimo terremoto in Cile

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2010 18:31
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28/02/2010 06:22

La scossa, con epicentro in mare, è una delle più forti mai registrate

Violentissimo terremoto in Cile

Allarme tsunami in tutto il Pacifico


 Santiago del Cile, 27. Un terremoto di magnitudo 8,8 sulla scala Richter - uno dei più potenti mai registrati in epoca moderna - ha colpito oggi il Cile, con epicentro in mare, a 115 chilometri a nord est della città di Concepción e a 35 chilometri di profondità. Un allarme tsunami è stato lanciato in tutti i Paesi costieri dell'Oceano Pacifico. Alla prima violentissima scossa ne sono seguite numerose altre di assestamento:  si è trattato di uno sciame sismico che gli esperti ritengono gigantesco, con quattordici scosse - nessuna delle quali inferiore a 5,2 gradi Richter e due di magnitudine 6,5 - registrate in due ore e mezza.
Secondo le prime notizie, le persone morte per il terremoto sono almeno 78. Si tratta, però, di un numero da ritenere purtroppo destinato ad aumentare via che al ministero dell'Interno cileno arrivano aggiornamenti. Anche la valutazioni dei danni è provvisoria, ma è accertato che il sisma abbia provocato il crollo di edifici e di infrastrutture, tra le quali diversi ponti, oltre ad aver innescato degli incendi, tra i quali quello dell'università di Concepción. Nel carcere di Talca c'è stato un ammutinamento di detenuti che volevano uscire dall'edificio. Danni sono stati segnalati anche nella capitale Santiago del Cile, situata a 350 chilometri da Concepción e dove la quasi totalità della popolazione si è riversata all'aperto per timore di crolli. L'aeroporto di Santiago del Cile è stato chiuso.
Il presidente cileno, Michelle Bachelet, ha dichiarato lo stato di catastrofe. Bachelet ha anche chiesto a tutti i connazionali di non mettersi in viaggio per il tradizionale rientro dalle vacanze previsto questo fine settimana, l'ultimo dell'estate cilena prima della prevista riapertura, lunedì, delle scuole. Le regioni meridionali di Biobio - della quale è capoluogo appunto Concepción, che fu distrutta da un altro sisma nel 1751 - e di Talca, risultano isolate, mentre i turisti sono in fuga dalla costa a nord est della capitale.
Come detto, si teme che il sisma possa aver provocato anche uno tsunami. Allarmi in questo senso erano stati subito diffusi, oltre che in Cile, in Perù, Colombia, Panama, Costarica, Giappone e nelle basi in Antartide, mentre il servizio geologico statunitense aveva esteso la vigilanza tsunami all'insieme dell'America centrale e alla Polinesia francese. Nelle ore seguenti, l'allarme tsunami era stato esteso a tutte le coste del Pacifico. La marina cilena aveva poi dichiarato il cessato allerta, ma la stessa Bachelet ha detto che tra le località minacciate da ondate di maremoto c'è l'isola di Pasqua, dove sono in corso operazioni di sgombero dei residenti dalle zone costiere.
Inoltre, testimoni citati dalle agenzie di stampa internazionali hanno riferito di onde altissime abbattutesi sulle tre isole dell'arcipelago di Juan Fernández, al largo di Valparaiso, un paradiso naturale annoverato dall'Unesco nella Riserva mondiale della biosfera e celebre perché in esso è ambientato la vicenda raccontata nel romanzo Robinson Crusoe di Daniel Defoe. A Valparaiso e sulla costa, comunque, nonostante la violenza del sisma, le prime notizie parlano di danni relativamente contenuti.
La Commissione europea, che è in contatto permanente con la sua delegazione a Santiago del Cile, si è detta pronta a fornire assistenza immediata, ha attivato l'unità di crisi del centro di monitoraggio e informazione e ha mobilitato gli esperti dell'Echo, il dipartimento per gli aiuti umanitari. Questo ha uffici a Managua, a Bogotá e a Quito ed è pronto a fare una prima valutazione delle richieste urgenti provenienti dalle autorità cilene.


(©L'Osservatore Romano - 28 febbraio 2010)
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01/03/2010 18:20

Tra i primi messaggi di cordoglio e di solidarietà quello dei presuli del Messico

I vescovi del Cile in aiuto ai terremotati


 Santiago, 1. "Dopo il terremoto che ha colpito questa mattina all'alba gran parte del Cile, ci uniamo nella preghiera per le vittime, per le loro famiglie e per il rapido ripristino della normalità nel Paese":  queste le essenziali parole usate nel comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale cilena sabato 27, il giorno stesso delle forti scosse sismiche che hanno colpito la parte centro-meridionale del Paese provocando finora oltre settecento vittime, migliaia di feriti e gravi danni agli edifici e alle infrastrutture.
"Soffriamo per i fratelli e per le sorelle che hanno perso la vita ed esprimiamo la nostra vicinanza ai loro familiari, ed amici" ha dichiarato monsignor Alejandro Goic Karmelic, vescovo di Rancagua e presidente della Conferenza episcopale cilena. Per il presule, questo è il tempo di "pregare tutti insieme e riunire le famiglie". Inoltre, "bisogna aiutare anche chi, a causa del terremoto, ha perso delle proprietà frutto di un'intera vita dedicata al lavoro". Il responsabile della Conferenza dei vescovi ha assicurato che "la Chiesa cilena, fedele alla sua missione, si impegna a sostenere spiritualmente e materialmente la popolazione in queste tragiche ore. Noi siamo portatori di speranza in tempi di paura, dolore e disastri".
Parlando anche a nome di tutto il clero della diocesi, monsignor Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Concepción, la città più colpita della zona meridionale del Cile, ha affermato ieri, in un'intervista a "Radio Cooperativa", che "abbiamo sentito l'angoscia del popolo. Qui la disperazione è veramente presente. Tuttavia in questa tragedia sentiamo ancora più forte la forza dello Spirito che ci spinge a prestare soccorso. Purtroppo, oltre il catastrofico terremoto, ora subiamo la violenza dei saccheggi. Ci chiediamo dov'è la coscienza di queste persone che provocano danni alle proprietà private. Qui abbiamo bisogno di aiuto reciproco e non vogliamo fornire alcuna scusante a quelli che rubano".
Nell'intervista, l'arcivescovo ha sottolineato che "le persone che vivono in questa arcidiocesi sono, in grande maggioranza, persone molto buone che hanno coscienza di quanto di grave è accaduto e chiedono solo che vengano soddisfatti i bisogni primari. La situazione tuttavia va migliorando con il passare delle ore. Già questa sera si nota un miglioramento della sicurezza nella città dovuto al fatto che ora c'è un unico centro di comando". Sulla situazione degli edifici sacri dopo le forti scosse, monsignor Ricardo Ezzati Andrello ha affermato che "molte chiese sono state completamente rase al suolo ma il bilancio dei danni è ancora molto provvisorio perché sono interrotte le comunicazioni con le località che si trovano lungo la costa". In queste cittadine i danni potrebbero essere ancora più gravi a causa delle forti ondate abbattutesi sulle spiagge.
Tra i primi messaggi di solidarietà arrivati dall'estero, quello dei presuli messicani. Nel messaggio, firmato da Monsignor Victor René Rodríguez Gómez, vescovo ausiliare di Texcoco, Segretario generale della Conferenza episcopale messicana, i presuli esprimono "le più sentite condoglianze per le vittime e la massima solidarietà per l'amico popolo cileno".


(©L'Osservatore Romano - 1-2 marzo 2010)
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09/03/2010 18:31

Il sisma ha spostato di tre metri la città cilena di Concepción


Santiago del Cile, 9. La devastante scossa di terremoto di magnitudo 8,8 sulla scala Richter che lo scorso 27 febbraio ha sconvolto il centro sud del Cile ha provocato lo spostamento della città di Concepción di tre metri verso ovest. È quanto è emerso da uno studio di scienziati cileni e americani diffuso dall'università dell'Ohio. Secondo gli stessi rilevamenti, Santiago del Cile, la capitale del Paese, s'è spostata di 27,7 centimetri, sempre verso occidente. Il sisma del Cile è stato uno dei più forti rilevati da oltre un secolo.
E mentre il bilancio delle vittime è stato aggiornato a 452 morti, poco più della metà degli 800 di cui si era parlato inizialmente, i saccheggiatori che avevano razziato negozi e centri commerciali dopo il terremoto hanno restituito merci per due milioni di dollari. Il Governo ha reso noto che gli appelli pubblici e la pressione esercitata dall'invio di 14.000 soldati nella zona di Concepción ha portato alla restituzione di migliaia di televisori, lavatrici e altri elettrodomestici e mobili portati via nelle ore di caos che seguirono al sisma.
Il presidente della Repubblica, Michelle Bachelet, che giovedì passerà le consegne al capo dello Stato eletto, Sebástian Piñera, ha visitato un magazzino di Concepción in cui sono stati ammassati i beni restituiti, garantendo di fare giustizia per "saccheggi che non hanno nulla a che vedere con la sopravvivenza, ma solo con il tentativo di ottenere un guadagno sulla sofferenza degli altri". Proprio la minaccia di arresto - riferisce l'agenzia di stampa Ansa - ha portato molti "sciacalli" a restituire la merce rubata. Ieri, da Concepción, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si è detto scioccato per le distruzioni provocate dal terremoto. "Quando Haiti è stata colpita dal sisma, il Cile è stato uno dei primi Paesi a intervenire ed è naturale che l'Onu cooperi retribuendo l'aiuto che ha prestato", ha detto Ban Ki-moon in una conferenza stampa.
Riguardo alle vittime, le autorità del Paese latinoamericano non hanno ancora precisato quanti siano ancora i cadaveri da identificare. Le abitazioni danneggiate dal sisma sarebbero due milioni, di cui 500.000 in modo grave. Si calcola che i disastrati siano almeno due milioni. Per loro è stato realizzata nel fine settimana una raccolta fondi nazionale attraverso la televisione cilena che ha riunito oltre 58 milioni di dollari.
Frattanto, il capo dello Stato uscente del Costa Rica, Oscar Arias, ha cancellato il viaggio in Cile per problemi di salute. Arias era atteso a Santiago per la cerimonia di insediamento del neo presidente Piñera. Arias, premio Nobel per la pace, il cui mandato scade il prossimo 8 maggio quando Laura Chinchilla assumerà i poteri, soffre di una infezione bronchiale, secondo quanto reso noto da un comunicato ufficiale della presidenza di San José ripreso dalle agenzia di stampa internazionali. E a causa del terremoto, sono stati cancellati tutti i festeggiamenti in programma a Santiago per il passaggio delle consegne tra Bachelet e Piñera.


(©L'Osservatore Romano - 10 marzo 2010)
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