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È morta Rosemary Goldie: Una donna al servizio della Santa Sede

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2010 10:52
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03/03/2010 10:52

È morta Rosemary Goldie

Una donna al servizio della Santa Sede


Saranno celebrate venerdì mattina, 5 marzo, a Sydney, le esequie di Rosemary Goldie, sottosegretario del dicastero per i laici dal 1967 al 1976. Lo rende noto un comunicato dell'arcidiocesi australiana, annunciando che la prima donna ad aver ricoperto un ruolo di spicco nella Curia romana è morta sabato scorso, 27 febbraio, all'età di novantaquattro anni, nella casa di riposo delle Piccole sorelle dei poveri a Randwick, dove si era ritirata da tempo.
Nata a Manly, il 2 febbraio 1916, cresciuta con la nonna materna ed educata dalle suore nel collegio di Nostra Signora della Misericordia, a Parramatta, Rosemary Goldie ha vissuto per mezzo secolo a Roma, dal 1952 fino al 2002. Tra le date fondamentali della sua vita il 1964, anno in cui fu nominata uditore del concilio Vaticano ii, e il 1967, quando dopo l'esperienza conciliare venne istituito il Consilium de laicis ed ella ne divenne sottosegretario il 6 gennaio. Ricoprì l'incarico sino alla fine del 1977, quando l'organismo fu ristrutturato e reso permanente come Pontificio Consiglio per i Laici.
Il servizio svolto in Curia fu il frutto di una lunga preparazione, che l'aveva vista tra le protagoniste dell'apostolato dei laici in tutto il mondo. Dopo aver studiato all'università di Sydney, infatti, l'assegnazione di una borsa di studio da parte del Governo francese l'aveva portata, appena ventenne, a Parigi. Alla Sorbona, dove fu tra l'altro allieva di Jacques Maritain, era entrata in contatto con l'organizzazione delle donne laiche cattoliche (Grail) e con Pax Romana, associazione internazionale degli studenti e dei laureati degli atenei cattolici.
Tornata in Australia durante la seconda guerra mondiale, frequentò altri corsi universitari e promosse a livello locale la Grail e Pax Romana, nessuna delle quali era nota o attiva in precedenza nel suo Paese. Dopo una breve parentesi a Parigi per un dottorato in letteratura francese, che tuttavia non completò, Rosemary Goldie si trasferì a Friburgo come impiegata di Pax Romana. Il soggiorno svizzero si protrasse per sei anni. Quindi, nell'ottobre del 1952, venne chiamata a Roma nel Comitato permanente per i Congressi internazionali per l'Apostolato dei laici (Copecial). Per lei non era la prima volta nella Città eterna:  nel 1938, a 22 anni, aveva partecipato a una cerimonia di canonizzazione nella basilica di San Pietro presieduta da Pio xi, il "Papa dell'Azione Cattolica"; e nel 1951 era tornata nell'Urbe da Friburgo per partecipare all'organizzazione del primo congresso mondiale per l'apostolato dei laici.
Ma fu soprattutto in vista del secondo congresso mondiale, che si tenne a Roma nel 1957, che Goldie entrò in contatto con figure di primo piano di quegli anni:  come il suo diretto superiore e futuro direttore generale dell'Unesco, Vittorino Veronese; il sacerdote belga e futuro cardinale Joseph Cardjin; il pro-segretario di Stato vaticano, monsignor Giovanni Battista Montini, poi divenuto Papa Paolo vi.
Durante il concilio Vaticano ii questa donna australiana ebbe un ruolo di primo piano nelle questioni legate al laicato. E dato che il Copecial veniva consultato sulla nomina degli uditori laici al concilio, sebbene nel 1962 e nel 1963 soltanto uomini partecipassero alle sessioni in quel ruolo, quando nel 1964 vennero invitate le prime donne uditrici Rosemary Goldie fu una di esse.
 Il terzo e ultimo congresso dell'apostolato per i laici si svolse nel 1967. Di nuovo Goldie fece parte del gruppo organizzatore. In quello stesso anno, il comitato per cui lavorava fu sostituito dal Consilium de laicis, in cui ricevette la storica nomina a sottosegretario. Dopo un'esperienza decennale nel dicastero ottenne la cattedra presso la facoltà di teologia pastorale alla Pontificia Università Lateranense.
Anche dopo essere andata in pensione, continuò a supervisionare le tesi di alcuni studenti dell'ateneo. In quegli ultimi anni a Roma, all'approssimarsi del nuovo millennio, era ancora attiva. Lavorando in un affollato ufficio a Palazzo San Calisto, realizzò il libro From a Roman Window, pubblicato nel 1998. Curò anche l'edizione di una autobiografia della madre, Dulcie Deamer, scrittrice e personalità bohémienne nella Sydney degli anni venti del secolo scorso.
Rientrata in Australia, all'inizio del 2002, e scelta come residenza la casa delle Piccole sorelle dei Poveri a Randwick - dove sua madre era morta trent'anni prima - Goldie continuò a servire la Santa Sede come consultore del Pontificio Consiglio per i Laici. Alla fine di quello stesso anno compì il suo ultimo viaggio a Roma, per partecipare all'assemblea del dicastero. I problemi di vista e la crescente fragilità resero il lungo viaggio molto faticoso.
Anche la sua patria le ha reso numerosi riconoscimenti, tra i quali quello di officiale della divisione generale dell'Australian Honour System e la laurea honoris causa dall'Università cattolica australiana. E tutti i Pontefici che la incontrarono ne riconobbero le grandi doti:  Paolo vi la chiamò "la nostra collaboratrice", Giovanni xxiii la descrisse come "la piccinina", il vescovo Albino Luciani, molto prima di diventare Giovanni Paolo i, la difese in una lettera indirizzata ai cappellani delle associazioni laicali femminili che la criticavano; nel 1979 Giovanni Paolo ii la volle incontrare nel suo ufficio di Trastevere; infine Benedetto XVI le rese visita nella residenza di Mount Saint Joseph a Randwick in occasione della Giornata mondiale della gioventù del luglio 2008.


(©L'Osservatore Romano - 3 marzo 2010)
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