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Da tempo seguiamo con molta attenzione lo strano caso di don Guglielmo Fichera, fondatore della rivista Fede e Cultura e già storico Parroco di San Luigi Gonzaga a Foggia. Recentemente don Guglielmo è stato trasferito dal suo Vescovo a Monteleone di Puglia, senza molte spiegazioni, creando perplessità e malcontento nei parrocchiani foggiani.
Chiariamoci subito. Un Vescovo ha la libera e legittima facoltà di disporre del proprio clero secondo le necessità del popolo di Dio; un Vescovo ha il diritto di interpretare la suprema guida di Pietro nella propria particolare situazione, e un Vescovo ha il dovere di custodire una sua opinione teologica all'interno della Dottrina Cattolica. Ebbene, ma se di queste reali necessità pastorali il popolo non ne vede traccia, se la suprema guida di Pietro, che dona un diritto universale e permanente a tutti i suoi ministri consacrati, viene contraddetta nei fatti, e se l'opinione teologica del Pastore viene facilmente fraintesa, quasi a mettere in discussione quella continuità che tiene la Fede unita, allora su tutta la vicenda s'adombra un grosso sospetto che qualcuno in Curia dovrebbe affrettarsi a dissipare subito. Quel prete andava spostato perchè celebrava anche la forma straordinaria del rito romano secondo le disposizioni del Papa? Così fosse, questa vicenda sarebbe l'ennesimo caso di mobbing ecclesiale a causa del Summorum Pontificum, o quantomeno di un certo modo di fare e intendere la Chiesa Cattolica, che rischia di creare scandalo.
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Fonte Corriere del Sud 3 Marzo 2010.
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FOGGIA, TRASFERITO DON GUGLIELMO, ADDIO MESSA IN LATINO
di Tommi Guerrieri
Uomini al servizio del Signore. Si accetta così anche quell'imposizione che arriva dall'alto e fa venire il mal di pancia, perchè non l'accetti. Si ricorre alla fede e si accetta che dopo dieci anni don Guglielmo Fichera venga trasferito. Del resto, il rito canonico lo prevede. E così nessuna eccezione, nemmeno se si tratta del parroco di San Luigi Gonzaga.
Prete storico per la comunità di questa piccola chiesa, un parroco che a Foggia tutti hanno avuto modo di conoscere o di cui hanno sentito parlare. Per esempio sua l'iniziativa di recitare un rosario riparatore durante la programmazione del "Codice Da Vinci", solo per citare uno dei tanti esempi del modo di vivere la missione ecclesiale.
Da qualche mese don Guglielmo è a Monteleone di Puglia. Paese del Subappennino già noto alle cronache giornalistiche per un altro prete discusso, don Orazio, il parroco che sull'altare ci andava con il fido cane Break e che aveva alimentato non poche chiacchiere. Niente animali invece per Don Guglielmo, che celebrava solo quotidianamente la messa in latino. Piaceva a molti, ricordava l'infanzia ai più anziani, aveva un sapore mistico per i più giovani. Con quel doppio libretto con la traduzione per poterla seguire meglio. Ora la chiesa si sta lentamente spopolando. In molti sono andati via, in altre parrocchie della zona. Sembra anche - ma sono bisbigli - che un prete abbia detto no al suo Vescovo, rifiutandosi di venire qui a San Luigi. Difficile credere che sia così, che la parrocchia troppo povera abbia portato un parroco a dire no.
Intanto un giovane diacono cura la parte amministrativa mentre un cappuccino dell'Immacolata celebra messa e sacramenti. Musi lunghi e qualche smorfia, "troppa discontinuità", e in attesa di trovare una nuova guida, scontente ma pronte ad obbedire alla volontà del Signore, ci sono le fedelissime. Puntuali, come ogni giorno le donne che alle undici sono venute per il rosario, tengono duro. Don Guglielmo per loro era favoloso. Sarà difficile sostituirlo nel loro cuore, ma anche qui si ricorre alla fede, e con un sorriso si spera. "Che Dio ce lo mandi buono".
************************************************************************** Don G. Fichera è stato anche l'autore della prima ricostruzione in rete di una analisi dettagliata degli abusi avvenuti dopo il Concilio: CONCILIO ED ANTI-CONCILIO: le false interpretazioni
a lui il merito di non aver mai taciuto l'ondata di un "anti-concilio" che davvero ha coinvolto tutta la Chiesa avanzando con delle interpretazioni errate dei Documenti del Concilio per i quali lo stesso Benedetto XVI usò per la prima volta il termine "ermeneutica della rottura" in quel Natale del 2005.
Coraggio don Fichera, le siamo vicini con la Preghiera combattendo la medesima battaglia fatta di obbedienze, umiliazioni, attese, e tanta, tanta santa pazienza... si legga qui:
CONCILIO ED ANTI-CONCILIO: le false interpretazioni |
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