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Necessità e natura della Conversione degli Ebrei

Ultimo Aggiornamento: 27/03/2010 17:36
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27/03/2010 17:35

NOTE



[1] Cf. Lc 15, 11-32; “La parabola del padre misericordioso, che invita il figlio maggiore ad aprire il suo cuore al prodigo, non suggerisce direttamente l'applicazione, che talvolta è stata fatta, alle relazioni tra ebrei e Gentili (il figlio maggiore rappresenterebbe gli ebrei osservanti, poco inclini ad accogliere i pagani, considerati peccatori). È possibile tuttavia ipotizzare che il contesto più ampio dell'opera di Luca lasci una possibilità a questa applicazione, a causa della sua insistenza sull'universalismo”: Pontificia Commissione Biblica, Il popolo ebraico e le sue sacre scritture nella Bibbia cristiana (2001), § 74.

[2]
S. Agostino, Enarr. in Ps. XLVII, 3.

[3]
At 17, 1-4.

[4]
Lc 24, 13-48.

[5]
Riprendo qui alcune osservazioni già pubblicate nel mio libro La negazione della storicità dei Vangeli. Storia, cause e rimedi, Seriate 2006, p. 47.

[6]
Cf. R. Le Déaut, “A propose d’une définition de midrash”, Biblica 50 (1969), 395-413, e A.C. Avril - P. Lenhardt, La lettura ebraica della scrittura, Magnano: Qiqaion, 1984.

[7]
A.C. Avril - P. Lenhardt, La lettura ebraica, p. 63.

[8]
A.C. Avril - P. Lenhardt, La lettura ebraica, p. 63.

[9]
Ecco alcuni passi della Mishnah che chiariscono come un ebreo percepiva la pluralità dei significati della Scrittura: «Abbajé dice: Siccome la Scrittura dice: “Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite; è questa la potenza di Dio” (Sal. 62.12), (se ne deve dedurre che) un solo passo scritturistico dà luogo a dei sensi molteplici…»; cf. b.Sanhedrin 34a, cit. in A.C. Avril - P. Lenhardt:, La lettura ebraica, p. 108; «Rabbì Jochana dice: Che cosa significa ciò che sta scritto: “Il Signore ha dato una parola, annunci per un’armata numerosa” (Sal. 68.12)? Ogni parola che usciva dalla bocca della Potenza sul monte Sinai si divideva in settanta lingue. É stato insegnato nella scuola di Rabbì Ishmael: “Non é forse così la mia parola: come il fuoco, oracolo del Signore, e come un martello che frantuma la roc­cia?” (Ger. 23.29). Come questo martello sprigiona molte scintille, così pure ogni parola che usciva dalla bocca della Potenza si divideva in settanta lingue.»; cf. b.Shab­bat 88b, cit. in La lettura ebraica, p. 109.

[10]
ὡς διήνοιγεν ἡμῖν τὰς γραφάς”.

[11]
"…auctor sacrae Scripturae est Deus, in cuius potestate est ut non solum voces ad significandum accommodet (quod etiam homo facere potest), sed etiam res ipsas. Et ideo, cum in omnibus scientiis voces significent, hoc habet proprium ista scientia, quod ipsae res significatae per voces, etiam significant aliquid", S. Th., Iª q. 1 a. 10 co.

[12]
Cit. in: Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò. Catechesi sull'amore umano, Roma: Città Nuova - Libreria Editrice Vaticana, 1985, p. 36/1.

[13]
Lc 24, 48: “Di questo voi siete testimoni”.

[14]
Cf. 2 Cor. 1, 20.

[15]
S. Agostino d'Ippona, Enarrationes in Psalmos, 109, 1. 3.

[16]
A sostegno della tesi per cui nei vangeli ritroviamo tutte le caratteristiche del più genuino midrash, riporto
quanto afferma uno dei maggiori studiosi ebrei di questo fenomeno culturale, Jacob Neusner: "Ciò che noi abbiamo in tutto il Nuovo Testamento, come pure nella biblioteca essena di Qumran, è un'esegesi del tutto peculiare: una lettura dei versetti dell'antica Scrittura alla luce di uno schema verificabile di eventi concreti: L'esegeta mette in relazione le Scritture dal passato a cose che sono successe nei suoi giorni. La sua forma [letteraria] serve a questo scopo" ("What we have in all of the New Testament Gospel, as in the Essene library of Qumran, is an entirely distinctive sort of exegesis: a reading of the verses of ancient Scipture in light of an avaible scheme of concrete events. The exegete relates Scriptures from the past to thing that have happened in his own day. His form serves that goal"); Jacob Neusner, What is a midrash?, Philadelphia: Fortress Press, 1987, p. 40.


[17]
“What we have in all of the New Testament Gospel, as in the Essene library of Qumran, is an entirely distictive sort of exegesis: a reading of the verses of ancient Scipture in light of an avaible scheme of concrete events. The exegete relates Scriptures from the past to thing that have happened in his own day. His form serves that goal”; Jacob Neusner, What is a midrash?, Philadelphia: Fortress Press, 1987, p. 40.

[18]
"Come purtroppo suggerisce indebitamente il Card. Kasper, stravolgendo San Bernardo: “Per sostenere quest'interpretazione ci si può riferire a un testo di san Bernardo di Chiaravalle, che dice che non siamo noi a doverci occupare degli ebrei, ma che Dio stesso se ne occuperà”.

[19]
Cf. La Nota dottrinale della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti A Note on Ambiguities Contained in «Reflections on Covenant ond Mission», del 19-6-2009, precedentemente citata.

[20]
Visita alla Comunità Ebraica di Roma, Parole del Santo Padre Benedetto XVI, Sinagoga di Roma , Domenica, 17 gennaio 2010; testo ripreso dal sito WEB della Santa Sede: tinyurl.com/ycb52o4.

[21]
Riccardo di Segni, intervistato da Avvenire, alla domanda: “Tutto chiarito invece sulla questione della preghiera del venerdì santo alla quale lei accennava prima?”, ha risposto: “Sull'argomento direi che è stato raggiunto un armistizio "politico", più che una pace vera. Nel senso che è stato chiarito dalle più alte autorità della Chiesa che la conversione non si riferisce all'immediato, ma è trasferita alla fine dei tempi”; “Di Segni: «Indietro non si torna»”, Avvenire, 16 gennaio 2010, cf. tinyurl.com/yh9fqg7.

[22]
Gv 18, 38.

[23]
I precetti noachici sono: 1. Non adorare gli idoli
2. Non profanare il Nome
3. Non uccidere
4. Non commettere atti sessuali proibiti
5. Non rubare
6. Perseguire la giustizia
7. Non essere crudele con gli animali: per una prima infarinatura, vedi il Sito noachide, www.benenoach.info/dblog/articolo.asp?articolo=3.

[24]
Scrive Marco Morselli: “Rav Elia Benamozegh in un’opera postuma pubblicata a Parigi nel 1914 scriveva: «La riconciliazione sognata dai primi cristiani come una delle condizioni della Parusia, o avvento finale di Gesù, il ritorno degli ebrei nel seno della Chiesa, senza di cui le diverse confessioni cristiane sono concordi nel riconoscere che l’opera della redenzione rimane incompleta, questo ritorno si effettuerà non come lo si è atteso, ma nel solo modo serio, logico e durevole, e soprattutto nel solo modo proficuo al genere umano. Sarà la riunione dell’ebraismo e delle religioni che ne sono derivate, e, secondo la parola dell’ultimo dei profeti, il sigillo dei veggenti, come i dottori chiamano Malachia, “il ritorno del cuore dei figli ai loro padri”» (Ml 3,24). Non vi è una Nuova Alleanza che si contrapponga a una Vecchia Alleanza, non vi è neppure un’unica Alleanza Vecchio-Nuova che costringerebbe gli ebrei a farsi cristiani o i cristiani a farsi ebrei. Vi è un’unica Torah eterna che contiene molte Alleanze, i molti modi in cui il Santo, benedetto Egli sia, rivela il suo amore per gli uomini e indica le vie per giungere all’incontro con Lui”. Il dialogo ebraico-cristiano da un punto di vista ebraico, conferenza del Prof. Marco Morselli pronunziata a Roma il giorno 10 marzo c.a. -Via Aurelia 476 - nell’Aula Magna dei Fratelli delle Scuole Cristiane; cf. tinyurl.com/y9x7yva, visitato il 24 marzo 2010.

[25]
“l’alleanza noachide non prescrive nessuna cultura, nessuna religione, nessun mito, nessun rito, è compatibile con tutte le culture e con tutti i diversi modi di essere umani”; Ibidem.

[26]
“Il rabbino capo Di Segni incontra il Grande Oriente”, Erasmo Notizie, bollettino di informazione del Grand’Oriente d’Italia, anno V - Numero 11 - 15 giugno 2003, p. 2. Inoltre negli scritti di Maimonide si trovano delle considerazioni, a proposito dei sette precetti noachici, che calzano a pennello con il pensiero massonico: egli dichiara che i non-Ebrei che osservano le sette leggi riconoscendone l'origine Divina sono chiamati Chasidei Umot HaOlam, ovvero "i Giusti tra le nazioni del mondo", mentre coloro che le osservano soltanto per motivi razionali, avendo riconosciuto la loro validità tramite l'intelletto, sono Chochmei Umot HaOlam, cioè uomini saggi. Hilchot Melachim 8:11, cit. in Informazioni e approfondimenti sui precetti Noachidi, tinyurl.com/ygm22gw, visitato il 24 marzo 2010.

[27]
Benedetto XVI, Discorso durante la visita al campo di Auschwitz, 28 maggio 2006. Citazione dal sito WEB della Santa Sede: tinyurl.com/3cjqe4, visitato il 24 marzo 2010.

[28]
CCC 675. Riporto anche il seguito, per comodità e giovamento del lettore:

“676 Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere portata a compimento se non al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del regno futuro sotto il nome di millenarismo, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato «intrinsecamente perverso».


677 La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo giudizio dopo l'ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa”.


[29]
Sal 49, 13.

[30]
Is 59,20 cit. in Rm 11, 26.

[31]
Rm 11, 12.

[32]
Rm 11, 26.

[33]
Rm 11, 5.

[34]
R. Cascioli, “La conversione degli ebrei è ancora attuale?”, in http://tinyurl.com/y8eugkk ; sito visitato il 1 marzo 2010.



[35]
Intervista di Giuseppe Rusconi a Roccardo di Segni; Il Consulente RE online,


http://www.ilconsulentere.it/stampaArticolo.php?id=244, visitato il 23 marzo 2010.



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[Modificato da S_Daniele 27/03/2010 17:36]
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