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Il presidente polacco muore in una sciagura aerea

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2010 19:24
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10/04/2010 20:02

Il Tupolev di Stato con 96 persone a bordo è precipitato nei pressi di Smolensk nella Russia meridionale

Il presidente polacco muore in una sciagura aerea


 Varsavia, 10. La Polonia è in lutto per una sciagura senza precedenti avvenuta proprio mentre il Paese commemora il settantesimo anniversario della strage di Katyn:  il presidente polacco Lech Kaczynski è morto nello schianto dell'aereo di Stato con il quale stava per atterrare a Smolensk, in Russia, da dove poi avrebbe dovuto proseguire per partecipare alle commemorazioni in onore degli oltre 22.000 ufficiali e soldati polacchi massacrati dai sovietici nel 1940. Sulla zona gravava una fitta nebbia e le autorità aeroportuali avevano consigliato al pilota di dirigersi sull'aeroporto di Minsk, in Bielorussia. In seguito allo schianto il velivolo si è spezzato in più parti. La sciagura ha causato profonda emozione in Polonia e nella comunità internazionale. La televisione polacca ha reso noto che i poteri sono stati assunti dal presidente del Parlamento, Bronislaw Komorowski.
Sull'aereo si trovavano 96 persone, di cui 88 della delegazione polacca. Oltre al presidente Kaczynski e la moglie Maria, erano a bordo diverse personalità politiche e militari fra cui l'ex presidente della Repubblica in esilio, Ryszard Kaczorowski, il vice presidente del Parlamento, Jerzy Szmajdzinski, il vice ministro degli Esteri, Andrzej Kremer, il capo di Stato maggiore dell'esercito Frantiszek Gagor, il vice presidente del partito Diritto e giustizia (Pis), Przemyslav Gosiewski e il Governatore della Banca centrale, Slawomir Skrzypek. Tra le vittime anche l'ordinario militare per la Polonia, il vescovo Tadeusz Ploski, l'arcivescovo ortodosso foraneo Miron Chodakowski, il pastore militare evangelico, Adam Pilsch, e familiari delle vittime di Katyn.
Il presidente russo, Dmitri Medvedev, e il premier russo, Vladimir Putin, hanno parlato entrambi per telefono con il premier polacco, Donald Tusk per esprimergli il loro cordoglio per la morte del presidente Kaczynski. Il leader del Cremlino ha costituito una commissione d'inchiesta che dovrà chiarire le cause che hanno portato alla sciagura aerea. A guidare la commissione sarà il premier Putin.
In Polonia è già stata annunciata l'indizione di elezioni presidenziali anticipate. Lo ha reso noto un portavoce del Governo. Le elezioni erano previste per ottobre. "È morta l'élite del nostro Paese", è stato il commento dell'ex presidente polacco e leader di Solidarnosc, Lech Walesa, alla notizia della sciagura aerea. "È una grande perdita per il nostro popolo - ha aggiunto il premio Nobel  per  la  pace  1983 - al di là delle differenze che ci distinguevano". Numerose persone si sono intanto radunate davanti al palazzo presidenziale a Varsavia dove sono stati deposti fiori e candele. Sarà il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, a celebrare questo pomeriggio nella cattedrale di Wawel a Cracovia la messa funebre per le vittime della sciagura aerea a Smolensk.
Il dipartimento di Stato americano ha manifestato le condoglianze per la morte di Kaczynski:  "È stata una terribile tragedia per la Polonia". Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha espresso profonda tristezza per la tragica morte del presidente polacco. Il premier britannico, Gordon Brown, si è detto scioccato e afflitto. Costernazione è stata espressa anche dal cancelliere tedesco, Angela Merkel. Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio di cordoglio al presidente ad interim della Polonia, Bronislaw Komorowski, per la scomparsa di Kaczynski.


Il cordoglio del Pontefice


Appresa la notizia della sciagura Benedetto XVI ha inviato il seguente telegramma al presidente del Parlamento polacco Bronislaw Komorowski: 

Glebokim bólem napelnila mnie wiadomosc o tragicznej smierci Pana Prezydenta Lecha Kaczynskiego, jego zony oraz osób, które towarzyszyly mu w drodze do Katynia. Sposród nich pragne wymienic Pana Ryszarda Kaczorowskiego, bylego Prezydenta rp na uchodzctwie, biskupa polowego Tadeusza Ploskiego, prawoslawnego arcybiskupa polowego Mirona Chodakowskiego i ewangelickiego duszpasterza polowego ks. Adama Pilcha. Wszystkie ofiary tego dramatycznego wypadku - parlamentarzystów, polityków, przedstawicieli wojska i Rodzin Katynskich i inne osoby - polecam laskawosci milosiernego Boga. Niech przyjmie ich do swojej chwaly. Rodzinom tych, którzy zgineli i wszystkim Polakom skladam szczere kondolencje i zapewniam o mojej duchowej bliskosci. Na ten trudny czas wypraszam dla Narodu polskiego szczególne blogoslawienstwo wszechmogacego Boga.

 Watykan, 10 kwietnia 2010 r.

BENEDYKT XVI, PAPIEZ
Questa la traduzione italiana del telegramma del Papa.

È con profondo dolore che ho appreso la notizia della tragica morte del signor Presidente Lech Kaczynski, della sua consorte e delle personalità che lo accompagnavano in viaggio a Katyn. Tra loro voglio elencare il Signor Ryszard Kaczorowski, l'ex-Presidente della Repubblica in esilio, l'Ordinario militare, vescovo Tadeusz Ploski, l'arcivescovo ortodosso foraneo Miron Chodakowski e il pastore militare evangelico Adam Pilsch. Affido tutte le vittime di questo drammatico incidente - i parlamentari, i politici, i rappresentanti dell'esercito e delle Famiglie di Katyn, nonché tutte le altre persone - alla bontà di Dio misericordioso. Possa Egli accoglierli nella sua gloria. Alle famiglie delle vittime e a tutti i Polacchi presento le mie sincere condoglianze assicurandoli della mia vicinanza spirituale. In questo difficile momento imploro per il popolo polacco una benedizione speciale di Dio onnipotente.

 Vaticano, 10 aprile 2010

BENEDETTO PP. XVI

(©L'Osservatore Romano - 11 aprile 2010)
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12/04/2010 18:35

La salma di Kaczynski accolta a Varsavia da una folla immensa

La Polonia unita nel dolore per la morte del presidente


Varsavia, 12. La Polonia piange attonita e sgomenta la morte del presidente Lech Kaczynski, avvenuta nella sciagura aerea di sabato, mentre assieme all'élite politica e militare del Paese si stava recando a Katyn per commemorare le vittime dell'eccidio sovietico voluto da Stalin. Il tragico evento ha lasciato il Paese tramortito ma - rilevano gli osservatori - ha unito, al di là delle differenze politiche, tutti i polacchi nel dolore.
La Nazione è stata mutilata dei suoi vertici istituzionali ma non, si sottolinea, della leadership politica. Da Varsavia è partita per la Russia la commissione che indaga sull'incidente, che collaborerà con quella russa presieduta dal premier Vladimir Putin. La causa della sciagura è con ogni probabilità attribuibile a errore umano ma sarà l'esame delle scatole nere a dare la conferma. Sembra sicuro che non vi sia stato un guasto tecnico e che piuttosto il pilota dell'aero polacco sia atterrato in condizioni meteorologiche avverse. Su Smolensk gravava una fitta nebbia.
Poco più di 24 ore dopo la sciagura, la salma di Kaczynski, che avrebbe compiuto 61 anni a giugno, è stata rimpatriata ieri a Varsavia. È arrivata nel primo pomeriggio a bordo di un aereo dell'aeronautica militare polacca all'aeroporto militare di Okecie di Varsavia. La salma della moglie Maria, invece, sarà rimpatriata domani dopo essere stata identificata. Come tutte le altre vittime della sciagura era stata portata a Mosca per l'identificazione. Nei prossimi giorni anche i resti dei corpi dilaniati delle altre 95 vittime torneranno a Varsavia.
Ad accogliere la salma di Kaczynski all'aeroporto, c'erano i familiari e i vertici dello Stato. Dopo una breve cerimonia militare e religiosa, la bara, avvolta nella bandiera polacca bianca e rossa, ha ricevuto l'omaggio dei presenti. Per primi la figlia Marta e il fratello gemello Jaroslaw, poi via via ministri, funzionari, alti funzionari dello Stato, incluso il presidente del Parlamento Bronislaw Komorowski, il premier Donald Tusk e il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek. Quindi il feretro è stato portato al palazzo presidenziale nel centro storico di Varsavia, dove una folla immensa era in attesa per dare l'ultimo saluto al capo di Stato scomparso. Anche lungo il percorso dall'aeroporto al centro migliaia di persone hanno salutato commosse il convoglio funebre. Secondo testimoni e commentatori era dai tempi della morte di Giovanni Paolo II, cinque anni fa, che non si vedeva nella capitale polacca una folla tale e tanta commozione per le strade.
Numerose messe di suffragio sono già state celebrate in questi giorni e molte altre sono state annunciate per il periodo di lutto nazionale che si protrarrà per tutta la settimana. In una dichiarazione alla televisione pubblica il presidente della Conferenza episcopale, arcivescovo Józef Michalik, ha sottolineato che il sacrificio del presidente è stato reso "in nome dei più alti valori del popolo polacco, dei valori imprescindibili sia per le élite del passato sia per quelle attuali, i valori di libertà e di amore della patria".
Secondo alcune fonti i funerali si svolgeranno sabato e alla cerimonia potrebbe essere presente il presidente statunitense, Barack Obama. Certamente ci sarà il presidente russo, Dmitri Medvedev, che oggi si è recato all'ambasciata polacca a Mosca per deporre un mazzo di fiori.


(©L'Osservatore Romano - 12-13 aprile 2010)
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12/04/2010 19:40

lo sapevamo, lo ha scritto anche nell'"Unità" il signor Staino
[Modificato da ((Zacuff)) 12/04/2010 19:41]
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12/04/2010 19:44

Re:
((Zacuff)), 12/04/2010 19.40:

lo sapevamo, lo ha scritto anche nell'"Unità" il signor Staino




A volte mi fanno pena.
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Re: Re:
S_Daniele, 12/04/2010 19.44:




A volte mi fanno pena.




a volte?
a me, sempre!
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16/04/2010 14:03

Messa del cardinale decano in suffragio delle vittime di Smolensk

Per la Polonia il conforto della fede in un momento di prova


Il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, celebra giovedì 15 aprile, alle 17, all'altare della Cattedra della basilica Vaticana, una messa in suffragio delle vittime della sciagura aerea di Smolensk, nella quale sabato scorso hanno perso la vita il presidente della Polonia Lech Kaczynski, la consorte e i vertici istituzionali del Paese. La celebrazione è promossa dall'ambasciata di Polonia presso la Santa Sede, che già martedì scorso, in occasione del concerto organizzato nell'Oratorio del Gonfalone per commemorare il quinto anniversario della morte di Giovanni Paolo ii, aveva dedicato alle vittime della tragedia un momento di preghiera presieduto dal cardinale Rylko, alla presenza, tra gli altri, dei cardinali Lajolo e Law, dell'arcivescovo Wesoly, dei monsignori Wells e Nwachukwu, dell'ambasciatore Suchocka e di numerosi membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Di seguito il testo dell'omelia del cardinale decano.

Il servo di Dio Giovanni Paolo ii ci ha lasciato un libro che ben potrebbe essere il miglior commento alle tre letture bibliche che abbiamo ascoltato in questa celebrazione eucaristica in suffragio del compianto presidente della Repubblica di Polonia, Lech Kaczynski, della sua distinta signora e delle altre 96 vittime del disastro aereo di Smolensk.

Mi riferisco al noto libro Varcare la soglia della speranza (Mondadori, Milano, 1994), nel quale il venerato Pontefice invitava a guardare a Cristo, come unica via capace di portarci a intravedere una luce sulle tragedie della storia. La luce, egli diceva, ci è data da:  "Qualcuno che tiene in mano le sorti di questo mondo che passa. È Qualcuno che è l'Alfa e l'Omega della storia dell'uomo (Apocalisse, 13), sia di quella individuale che di quella collettiva. E questo Qualcuno è Amore (prima Lettera di san Giovanni, 4, 8 e 16)! Amore fatto uomo, Amore crocefisso e risorto. Amore incessantemente presente tra gli uomini... È Lui che ci dice:  "Non abbiate paura!"".

Con questa visione di fede, noi abbiamo or ora ascoltato le consolanti parole rivolte da Gesù a Marta, che piangeva per la morte di suo fratello Lazzaro:  "Marta, tuo fratello risorgerà". Sì, risorgerà, continuerà a ripeterle il Signore, dicendole solennemente:  "Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno" (Giovanni, 17, 23-27).
Sono parole che oggi gettano un fascio di luce sul nostro dolore, mentre piangiamo la dipartita da questo mondo di tante persone a noi tanto care. Alla luce della fede, noi sappiamo che non le abbiamo perse per sempre. Noi sappiamo che le rivedremo un giorno, e per tutta l'eternità. È quanto professiamo solennemente nel credo:  "Credo nella risurrezione della carne e nella vita eterna". È quanto, in modo impareggiabile, ci esprime la liturgia della Chiesa nel prefazio dei defunti:  "Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata, e mentre si distrugge la dimora di quest'esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel cielo" (Messale romano, prefazio dei defunti, i).

Miei fratelli, le due prime letture di questa santa messa ci hanno poi invitato a riflettere sul messaggio lasciato alle prime comunità cristiane dall'apostolo Giovanni e dall'apostolo Paolo.
Nella prima lettura san Giovanni scriveva ai cristiani dell'Asia Minore, esortandoli alla perseveranza anche in mezzo alle loro tribolazioni e trasmettendo loro ciò che aveva udito da una voce misteriosa che gli giungeva dall'alto:  "Beati i morti che muoiono nel Signore. Essi riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguiranno" (Apocalisse, 14, 13).

È ciò che noi oggi vorremo ripetere ai nostri cari defunti:  "Sì, signor Presidente, sì, uomini e donne della cara terra polacca, riposate dalle vostre fatiche! Ne avete provate tante nell'arco della vostra vita. Sappiate però che le vostre opere buone vi seguiranno!".
La seconda lettura della nostra celebrazione eucaristica ci ha poi portato a meditare sul messaggio che l'apostolo Paolo dirigeva dalla Grecia ai cristiani di Roma, provati dalle tremende persecuzioni dell'imperatore romano. A questa comunità sconvolta dal dolore, l'apostolo diceva:  "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?... Anche di fronte a ciò, noi siamo vincitori, grazie a Colui che ci ha amato... Nulla potrà mai separarci dall'amore di Cristo" (Lettera ai Romani, 8, 35-38).

Sia questa profonda fede dei cristiani di Polonia a sostenerli in questo nuovo momento di prova della loro sofferta storia nazionale.
Fratelli e sorelle nel Signore, cari amici polacchi!
Il compianto Papa Giovanni Paolo ii aveva scritto un giorno un dramma intitolato:  "Fratello del nostro Dio". In esso egli parlava di una "zona inaccessibile della storia", che si erge fra ogni uomo e il tentativo di comprenderlo (Karol Wojtyla, Opere letterarie. Poesie e drammi, Città del Vaticano, 1993, p. 341).
Ora, di fronte a un nuovo dramma della nazione polacca, vediamo pure che v'è una zona inaccessibile per la ragione umana di fronte alle vicende delle nazioni.

Nell'enciclica Salvifici doloris (1984), il venerato Pontefice defunto ci diceva che la sofferenza è quasi inseparabile dall'esistenza terrena dell'uomo, e, quindi, quasi inseparabile dal cammino dei popoli. Ma su questo cammino i credenti sanno di poter sempre incontrare Cristo, che svela loro, almeno in parte, il mistero del dolore. Anzi i credenti hanno imparato che dalla Croce di Cristo è nata per loro una sorgente, dalla quale sgorgano fiumi d'acqua viva.
In quest'ora di dolore per la perdita di tante persone care, noi possiamo, quindi, guardare a Cristo morto e risorto per noi e ripetere con san Paolo:  "Tutto posso in Colui che mi dà forza" (Lettera ai Filippesi, 4, 13).

Sorretti da questa certezza interiore, affidiamo oggi nelle mani misericordiose del Padre tutti coloro che sono improvvisamente periti nella tragica sciagura di Smolensk, come i numerosi militari polacchi tremendamente massacrati a Katyn nel 1940. Sulle loro tombe sventoli sempre la bandiera bianca e rossa della patria, mentre accanto a esse la Croce gloriosa di Cristo ci ricordi sempre la fede di chi ci ha già preceduto verso la casa del Padre. E così, nel dogma consolante della comunione dei santi noi li sentiremo sempre a noi vicini.


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17/04/2010 13:05

Il cardinale Sodano presiederà le esequie di Lech Kaczynski


Varsavia, 16. Il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, presiederà, in rappresentanza del Papa, il rito esequiale del presidente polacco, Lech Kaczynski e della moglie Maria, scomparsi sabato 10 nella sciagura aerea di Smolensk. La celebrazione di funerali di Stato è prevista per domenica prossima a Cracovia nella basilica di Santa Maria Vergine Assunta. Dopo le esequie, il presidente e la consorte saranno inumati nello storico castello Wawel in cui sono sepolti sovrani ed eroi nazionali polacchi.


(©L'Osservatore Romano - 17 aprile 2010)
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19/04/2010 19:24

Il cardinale decano alle esequie del presidente della Repubblica di Polonia

I popoli non muoiono


Pubblichiamo l'omelia del cardinale Angelo Sodano, rappresentante del Papa alle esequie del presidente della Repubblica di Polonia e delle altre vittime dell'incidente aereo di Smolensk, svoltesi domenica 18 aprile a Cracovia. Il testo dell'omelia del porporato - in polacco, italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo - è stato letto dal nunzio apostolico in Polonia, arcivescovo Józef Kowalczyk, poiché il cardinale Sodano è stato impossibilitato a partecipare al rito a causa della nube vulcanica che ha bloccato i cieli d'Europa.

Szanowni Przywódcy Panstw
i Rzadów,
Szanowne Wladze
Rzeczypospolitej Polskiej,
Czcigodni Bracia Biskupi
i Kaplani Kosciola w Polsce,
Drodzy Przyjaciele!
[Illustri Capi di Stato e di Governo,
Illustri Autorità della Repubblica
di Polonia,
Venerati Fratelli Vescovi
e Sacerdoti della Chiesa in Polonia,
Cari Amici!]
Da varie parti del mondo, come dai diversi angoli della Polonia, voi siete accorsi numerosi a questa storica Basilica mariana di Cracovia, per rendere omaggio a S.E. il Signor Lech Aleksander Kaczynski, Capo di Stato che ha lasciato in lutto questa nobile Nazione in un modo commovente e tragico, insieme alla Sua gentile Signora Maria ed altre 94 vittime del disastro aereo di Smolensk.
Anch'io sono qui venuto dalla Città del Vaticano, cuore del mondo cattolico, per portare alle Autorità ed al popolo della Repubblica di Polonia, l'assicurazione della vicinanza e della solidarietà del Papa Benedetto XVI.
Da più di un millennio questa cara Comunità polacca è stata sempre profondamente unita alla Chiesa di Roma. Gli stretti vincoli di comunione ecclesiale si sono poi ancor più rinsaldati con il contributo che la Chiesa di Cracovia ha offerto a tutta la Comunità cristiana con il dono del grande Pontefice, quale fu Giovanni Paolo II.
Sono quindi lieto di portare qui la preghiera, il saluto e la Benedizione del Papa Benedetto XVI.
We have gathered at a tragic hour in the history of the Polish Nation, one of the many sad hours which have marked her history. But that same history teaches us that this noble and generous people has always found the wisdom and strength needed to respond to trial and tribulation, and to come together, in unity and harmony, as a society and as a nation.
This is the prayer-filled hope and encouragement that Pope Benedict XVI once more expresses for the Polish people:  the encouragement that they will persevere in concord and in active cooperation with other peoples in the building of a world of authentic justice and civility.
Your own presence, as Heads of State and Government assembled in Poland at this hour of national mourning, is itself a message of great hope for the future.
It is the hope that here in Europe, and throughout the world, the bonds of friendship and cooperation among people will be strengthened. It is the hope of an increased solidarity among the Nations, in good times and bad, a solidarity marked by unfailing respect for their proper identity and culture.
[Siamo riuniti in quest'ora tragica della storia della nazione polacca, una delle numerose tristi ore che hanno segnato la sua storia. Tuttavia, quella stessa storia ci insegna che questo popolo nobile e generoso ha sempre trovato la saggezza e la forza necessarie per rispondere alla prova e alla tribolazione, e per ricongiungersi, in unità e  armonia, come società e come nazione.
Questi sono la speranza orante e l'incoraggiamento  che  Papa Benedetto XVI esprime ancora una volta al popolo polacco:  l'incoraggiamento a preservare la concordia e una cooperazione attiva con altri popoli nell'edificazione di un mondo di giustizia e di civiltà autentiche.
La sua presenza, mentre i Capi di Stato e di Governo sono riuniti in Polonia in questa ora di lutto nazionale, è essa stessa un messaggio di grande speranza per il futuro.
È la speranza che qui, in Europa, e in tutto il mondo, i vincoli di amicizia e di cooperazione fra le persone si rafforzino. È la speranza di una maggiore solidarietà fra le Nazioni, in tempi buoni e cattivi, una solidarietà caratterizzata dal rispetto costante per la loro identità e la loro cultura.]
"Les nations ne meurent pas ", ont répété les Souverains Pontifes successifs en diverses occasions. Le grand fils de cette terre polonaise, le Pape Jean-Paul ii, au cours d'une visite à l'Onu, avait aussi parlé des "Droits des Nations ", parallèlement aux droits des personnes.
En même temps, aussi bien le regretté Jean-Paul ii que maintenant le Pape Benoît XVI, n'ont cessé de nous rappeler le devoir de la solidarité entre les Nations, à la lumière du grand et supérieur principe de l'unité du genre humain.
["I popoli non muoiono", hanno ripetuto in diverse occasioni i Sommi Pontefici che si sono succeduti. Il grande figlio di questa terra polacca, Papa Giovanni Paolo II, durante una visita alle Nazioni Unite parallelamente ai diritti delle persone aveva anche parlato dei "diritti dei popoli".
Nello stesso tempo, sia il compianto Giovanni Paolo II sia, adesso, Benedetto XVI, non hanno cessato di ricordarci il dovere della solidarietà tra le nazioni,  alla  luce  del  grande  e superiore principio dell'unità del genere umano.]
So möchte ich nun den Wunsch zum Ausdruck bringen, daß die letzte Ehre, die wir heute dem verstorbenen Präsidenten der Republik Polen erweisen, sowie die ehrenvolle Erinnerung an jene Opfer von Katyn, deren der von uns gegangene Präsident gedenken wollte, zu einer größeren Einheit Europas und der Welt beitragen mögen.
Die katholische Kirche setzt sich ihrerseits für dieses erhabene Ideal ein, indem sie im Herzen der Völker das Evangelium Christi gegenwärtig macht, als einen wirkmächtigen Sauerteig, der jede Gesellschaft verändern und veredeln kann und uns so den Weg zu einer besseren Welt weist.
[Ora vorrei esprimere il desiderio che gli ultimi onori, che oggi tributiamo al compianto Presidente della Repubblica di Polonia, così come il ricordo delle vittime di Katyn, che il Presidente scomparso intendeva commemorare, possano contribuire a una maggiore unità dell'Europa e del mondo.
La Chiesa cattolica da parte sua si impegna per questo ideale sublime, rendendo presente nel cuore dei popoli il Vangelo di Cristo, come un lievito potente che può trasformare e nobilitare ogni società e indicare così la via per un mondo migliore.]
Queridos amigos, para los cristianos de todo el mundo, el tiempo pascual es tiempo de esperanza. La Resurrección de Jesucristo es garantía de victoria también para la humanidad de hoy. La luz de Cristo continúa iluminando el misterio del dolor de los hombres y de los pueblos, por lo que a la luz del Evangelio podemos esperar un futuro de serenidad y de paz.
[Cari amici, per i cristiani di tutto il mondo, il tempo pasquale è tempo di speranza. La Risurrezione di Gesù Cristo è garanzia di vittoria anche per l'umanità di oggi. La luce di Cristo continua a illuminare il mistero del dolore degli uomini e dei popoli; perciò, alla luce del Vangelo, possiamo sperare in un futuro di serenità e di pace.]
Drodzy polscy przyjaciele, pamietajcie, ze zawsze aktualne sa slowa Psalmu 144: 
"Szczesliwy lud, którego Bogiem jest Pan!"
[Cari amici polacchi, ricordatevi che rimangono sempre attuali le parole del Salmo 144: 
"Beato il popolo il cui Dio è il Signore"!]


(©L'Osservatore Romano - 19-20 aprile 2010)
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