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Il commento di Salvatore Izzo sul rapporto fra Ratzinger e Wojtyla e sul famoso "caso" dell'abate H

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2010 19:17
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19/04/2010 19:17

Il commento di Salvatore Izzo sul rapporto fra Ratzinger e Wojtyla e sul famoso "caso" dell'abate H e del vicario Gruber mai promosso vescovo!

Per quel che mi risulta non era stato Wojtyla a far saltare nell'88 l'accordo firmato dal card. Ratzinger e da mons. Lefebvre, ma quest'ultimo che non si fido' del Vaticano, in quanto temeva la reazione degli episcopati francese, svizzero e tedesco, che puntualmente c'e' stata venti anni dopo alla ripresa della trattativa (mascherata dall'indignazione per il caso Williamson). Non credo proprio che ci fossero posizioni diverse tra il Papa e il suo prefetto della Dottrina della Fede in campi che riguardavano la Fede.
L'unico contrasto credibile e' quello emerso su Maciel e Groer, nel senso che Wojtyla era certo della loro innocenza, e purtroppo si sbagliava, e Ratzinger - piu' freddo e riflessivo - voleva comunque verificare a fondo le cose. D'altra parte in materia di sanzioni e disciplina GP II era molto piu' severo del successore (nessuno si ricorda mai il dito puntato contro Ernesto Cardenal a Managua, gesto che ritengo fosse appropriato e necessario, ma certo non gentile).
Joseph Ratzinger e' delicato nei modi ma anche nella sostanza: tutti mi hanno sempre riferito del grande rispetto per le persone - teologi eretici o sacerdoti sposati che fossero - con il quale affrontava le pratiche della Congragazione e della sua clemenza, quando era possibile esercitarla cioe' nelle situazioni che non mettevano a repentaglio vittime innocenti o questioni essenziali di Fede.
Piu' in generale, osservo che Papa Ratzinger e' attaccato ingiustamente da quegli stessi che attaccavano e screditavano Wojtyla (pensiamo alla vicenda del carmelo di Auschwitz e a quanto lo fecero penare). E che pur con tutti i limiti umani dei suoi componenti, la Curia di oggi e' migliore di quella di Casaroliana memoria, che in nome della realpolitik tento' di scaricare Walesa, tanto per fare un esempio. Quando Andreotti disse che il muro di Berlino era meglio lasciarlo in piedi diede voce a quella stessa visione che grazie a Dio GPII riusci' a scardinare.
E bisogna riconoscere al tanto vituperato Sodano di essere stato docile e obbediente con il Papa polacco. E dunque con la Provvidenza, come la storia ha dimostrato. Si sbaglia nell'additarlo come corruttibile e insabbiatore, piuttosto e' stato ingenuo ma in buona fede.
Al di la' dei singoli episodi, personalmente sono convinto che il problema vero all'interno della Chiesa sia legato alla selezione dei vescovi e anche dei collaboratori del Papa, cioe' ai criteri che vanno seguiti per queste provviste. Sul carrierismo Ratzinger ha parlato chiaro come sulla pedofilia. Solo che quest'ultima riguarda lo 0,03 per cento dei preti e il carrierismo una percentuale assai piu' elevata. Le dimissioni comma 2 per connivenza con atti criminali sono un'eccezione. Ma la regola dei 75 anni aiutera' molto a far pulizia nei prossimi mesi e anni. E confido che il card. Pell - del quale si attende l'arrivo a Roma come prefetto dei vescovi - possa far bene in sintonia profonda con gli intendimenti del Papa. E' questa la riforma che fa piu' paura.
Gli attacchi mediatici muovono anche da questa paura (il caso Kiesle e' venuto fuori in California in contemporanea alla nomina risanatrice di un coadiutore serio a Los Angeles). E secondo me sono alimentati dall'interno della Chiesa ma non dalla Curia che e' ormai tutta in linea con Ratzinger o quasi.
Un ultima annotazione sulla storia dell'abate H: c'e' un dettaglio significativo che nessuno sottolinea: il vicario di Monaco Gruber non ha fatto carriera, il che e' strano visto che il suo arcivescovo era diventato prefetto della Congregazione piu' importante.
Ratzinger - chiamato a Roma da un giorno all'altro - era all'oscuro dei fatti relativi alla riammissione del prete al servizio pastorale, ma del vicario disobbediente e infingardo si era fatto evidentemente un'idea precisa, e tanto la vicenda di H e delle sue vittime quanto le gratuite illazioni contenute nell'ultimo servizio dello Spiegel dimostrano quanto quell'idea fosse esatta.
E grazie a Dio mons. Gruber non e' mai stato promosso vescovo, mentre il 90 per cento dei vicari generali diventano ordinari diocesani, provocando cosi' una sclerotizzazione delle chiese locali della quale proprio non si avverte il bisogno.

Salvatore Izzo


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