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Il discorso di Benedetto XVI al primo ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2010 20:33
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20/05/2010 20:33

Il discorso di Benedetto XVI al primo ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti presso la Santa Sede

La libertà di culto alla base dell'armonia sociale


Benedetto XVI ha ricevuto nella mattina di giovedì 20 maggio, alle ore 11, in solenne udienza, Sua Eccellenza la signora Hissa Abdulla Ahmed Al-Otaiba, primo ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti presso la Santa Sede, la quale ha presentato le Lettere con cui viene accreditata nell'alto ufficio. L'ambasciatore, rilevato alla sua residenza da un Gentiluomo di Sua Santità e da un Addetto di Anticamera, è giunto alle 10.45 al Cortile di San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano, ove un reparto della Guardia Svizzera Pontificia rendeva gli onori. Al ripiano degli ascensori, era ricevuto da un Gentiluomo di Sua Santità e subito dopo saliva alla seconda Loggia, dove si trovavano ad attenderlo gli Addetti di Anticamera e i Sediari. Dalla seconda Loggia il corteo si dirigeva alla Sala Clementina, dove il diplomatico veniva ricevuto dal prefetto della Casa Pontificia, l'arcivescovo James Michael Harvey, il quale lo introduceva alla presenza del Pontefice nella Biblioteca privata. Dopo la presentazione $\delle Credenziali da parte dell'ambasciatore avevano luogo lo scambio dei discorsi e, quindi, il colloquio privato. Dopo l'udienza, nella Sala Clementina il diplomatico prendeva congedo dal prefetto della Casa Pontificia e si recava a far visita al cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Al termine del colloquio l'ambasciatore discendeva nel Cortile di San Damaso, dove si congedava dai dignitari che lo avevano accompagnato e faceva ritorno alla sua residenza. Questo è il testo del discorso del Papa.

Eccellenza,
sono lieto di accoglierla in Vaticano e di accettare le Lettere che la accreditano quale Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario degli Emirati Arabi Uniti. In questa importante occasione, le chiedo di trasmettere i miei saluti a Sua Altezza lo Sceicco Califfo Bin Zayed Nahayan. La prego di assicurarlo della mia gratitudine per i buoni auspici che lei, signora Ambasciatore, mi ha appena espresso a suo nome e delle mie preghiere per il suo benessere e per quello di tutto il popolo degli Emirati.
 Poiché le relazioni diplomatiche fra la Santa Sede e gli Emirati Arabi Uniti sono state instaurate soltanto di recente, la sua presenza qui, oggi, quale primo Ambasciatore del suo Paese presso la Santa Sede è un evento particolarmente propizio. Il 15 aprile 2008, durante una cerimonia congiunta con altri Ambasciatori, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti ha osservato che il rappresentante pontificio "esercita una missione particolare, che è soprattutto volta alla tutela della fede in Dio e alla promozione del dialogo interculturale e interreligioso". La Fede in Dio Onnipotente non può non condurre all'amore per il proprio prossimo, come ho scritto di recente "l'amore, caritas, è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace" (Caritas in veritate, n. 1).
L'amore di Dio e il rispetto per la dignità del proprio prossimo motiva la diplomazia della Santa Sede e plasma la missione della Chiesa cattolica al servizio della comunità internazionale. L'azione della Chiesa nel campo delle relazioni diplomatiche promuove pace, diritti umani e sviluppo integrale e quindi si adopera per il progresso autentico di tutti, indipendentemente dalla razza, dal colore o dal credo. Infatti, tutta la politica, la cultura, la tecnologia e lo sviluppo si rivolgono a uomini e donne, intesi come unici nella loro natura donata da Dio. Ridurre gli obiettivi di questi sforzi umani al solo profitto o alla mera convenienza significherebbe rischiare di perdere la centralità della persona umana nella sua integrità come bene primario da tutelare e stimare, perché l'uomo è la fonte, il centro e lo scopo di tutta la vita economica e sociale (cfr. Caritas in veritate, n. 25). Quindi, la Santa Sede e la Chiesa cattolica si preoccupano di evidenziare la dignità dell'uomo per mantenere una visione chiara e autentica dell'umanità a livello internazionale e per raccogliere nuova energia al servizio di ciò che è meglio per lo sviluppo di popoli e nazioni.
Eccellenza, gli Emirati Arabi Uniti, nonostante le difficoltà, hanno sperimentato una notevole crescita economica negli ultimi anni. In questo contesto, il suo Paese ha accolto molte centinaia di migliaia di stranieri giunti in cerca di lavoro e di un futuro economico più sicuro per se stessi e per le loro famiglie. Queste persone arricchiscono lo Stato non solo con il loro lavoro, ma anche con la loro stessa presenza, che è un'opportunità per un incontro fecondo e positivo fra le grandi religioni, culture e popolazioni del mondo. L'apertura degli Emirati Arabi Uniti a questi lavoratori stranieri richiede sforzi costanti per rafforzare le condizioni necessarie a una coesistenza pacifica e al progresso sociale, e deve essere lodata. Desidero osservare qui, con soddisfazione, che esistono diverse chiese cattoliche edificate su terreni donati dalle autorità pubbliche. La Santa Sede desidera con fervore che questa cooperazione prosegua e, di fatto, prosperi, secondo le crescenti necessità pastorali della popolazione cattolica che vive lì. La libertà di culto contribuisce in modo significativo al bene comune e reca armonia sociale a tutte quelle società nelle quali è praticata. La assicuro del desiderio dei cristiani cattolici nel suo Paese di contribuire al benessere della sua società, di condurre esistenze devote a Dio e di rispettare la dignità di tutte le popolazioni e religioni.
Signora Ambasciatore, nell'offrirle i miei migliori auspici per il successo della sua missione, la assicuro del fatto che i vari dicasteri della Curia Romana sono pronti a prestarle aiuto e sostegno nello svolgimento dei suoi compiti. La Santa Sede desidera sinceramente rafforzare le relazioni ora felicemente instaurate con gli Emirati Arabi Uniti. Su di lei, Eccellenza, sulla sua famiglia e su tutto il popolo degli Emirati, invoco di cuore abbondanti benedizioni divine.

(©L'Osservatore Romano - 21 maggio 2010)

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