Benvenuto in Famiglia Cattolica
Famiglia Cattolica da MSN a FFZ
Gruppo dedicato ai Cattolici e a tutti quelli che vogliono conoscere la dottrina della Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica Amiamo Gesu e lo vogliamo seguire con tutto il cuore........Siamo fedeli al Magistero della Chiesa e alla Tradizione Apostolica che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Ti aspettiamo!!!

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La Madonna in Michelangelo

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2010 06:39
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
22/05/2010 06:39

Il ritorno dell'Atteso e il compimento della storia


di Antonio Paolucci

Entriamo nella Cappella Sistina e poniamoci di fronte al Giudizio. Chi lo guarda ha l'impressione che non ci sia una parete, ma che lo sguardo si apra verso uno spazio infinito, fatto di aria gelida e azzurra. In questa dimensione irrealistica metafisica dove non c'è più il Tempo perché la Storia è finita, avviene tutto contestualmente:  la Resurrezione dei corpi e il Giudizio, l'Inferno e il Paradiso.
"Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine" (Apocalisse, 21, 5-6).
Il Giudice di Michelangelo non siede sul trono, è imberbe, ha l'aspetto di un giovane atleta glorioso e vittorioso, ma il pittore ha saputo rappresentare con straordinaria efficacia l'angoscia teologica della Parusia, dell'ultima venuta di Cristo per giudicare i vivi e i morti.
Il Tempo è finito, la Storia non c'è più. Anche la Chiesa ha concluso la sua missione. E infatti Pietro restituisce a Cristo le chiavi. Non c'è più spazio per la misericordia e per il perdono. Tutte le cose sono compiute. Per sempre. È questa la sensazione che noi proviamo di fronte al Giudizio e che deve aver fatto inginocchiare sgomento, con le lacrime agli occhi - così raccontano le cronache - Papa Paolo iii Farnese quel giorno di ottobre del 1541 quando il grande affresco venne scoperto.
La parte alta del Giudizio ha al centro il Cristo Giudice. Intorno, disposta a emiciclo, c'è la Chiesa trionfante, fatta di patriarchi e di profeti, di apostoli, di santi, di martiri.
La Vergine Maria si stringe rassegnata al Figlio perché la Storia è finita. Perché il suo ruolo di Madre misericordiosa, di advocata nostra, di regina degli afflitti e dei peccatori, non ha più senso ora che tutto è finito, che tutto è stato deciso.
Al vertice della composizione, nelle due lunette affiancate, due gruppi di angeli raffigurati in volo vorticoso inalberano ed esibiscono gli strumenti della Passione:  la croce, la colonna della flagellazione, la corona di spine, la spugna dell'ultimo supplizio.
Sono quelle infatti le prove testimoniali al tribunale dell'Altissimo. Proprio perché Cristo è morto per noi sulla croce, ha effuso per noi il Suo sangue, saremo giudicati. La fedeltà alla Croce ci salverà o ci dannerà il giorno del Giudizio.
La Madonna, nell'affresco di Michelangelo, sa di non avere più ruolo. Non è più, sa di non potere più essere, advocata nostra, refugium peccatorum, mantello di misericordia. È spodestata dalle sue funzioni. Come Pietro consegna le Chiavi perché non c'è più nulla da sciogliere o da legare, così la Madonna sa di non essere più Porta del Cielo. Da ciò la sua rassegnazione, la sua malinconia, lo sguardo pietoso che non riesce comunque a staccarsi dai figli amati che non le è più consentito aiutare.
Stefano De Fiores ci accompagna attraverso i capolavori di Michelangelo con sensibilità di studioso facendoci intendere, grazie alla efficacia delle immagini supportate dalle argomentazioni teologiche, quale grande e tormentato spirito cristiano fosse l'autore del Giudizio.
Mi piace l'incursione dell'autore nel mondo "femminile" del Buonarroti; un mondo che è fatto di Madonne in numerose varianti e in differenziati significati teologico-scritturali, dalla Madre gloriosa del Tondo Doni alla Madre dolente della Pietà Rondanini che sembra riappropriarsi del Corpo del Figlio, quasi volesse riassorbirlo nel grembo che l'ha generato. Ma De Fiores guarda anche all'universo femminile che brulica e si agita in quella parte della volta della Sistina che conosciamo come gli Antenati di Cristo.
Stretti negli spazi angusti delle vele e delle lunette e come oppressi dal gigantismo cosmogonico (le scene del Genesi) e profetico (i veggenti) che li sovrasta e li affianca, gli antenati che Matteo elenca nel suo Vangelo (1, 1-17) sembrano significare la pazienza, la noia, forse l'accidia dell'attesa. È una umanità oscura, spesso rappresentata con punte di realismo quasi caricaturale in atti di feriale attività. Molte sono le donne:  donne che si pettinano, che provvedono alle faccende domestiche, che si occupano dei bambini. È l'umanità che prepara nelle sue viscere, generazione dopo generazione, la venuta dell'Atteso profetizzata dagli abissi dei secoli.
Gli antenati sono i meno noti fra i personaggi della volta della Sistina e anche i più trascurati dalla critica. Non però da Stefano De Fiores e questo è, per me, particolarmente apprezzabile. Spesso si ha l'impressione che la serie degli antenati venga considerata un riempitivo iconografico necessario e tuttavia ideato e realizzato da Michelangelo con attenzione minore. Non è così. Queste donne e questi uomini malinconici e inconsapevoli, presi dalla banalità e dalla materialità di esistenze comuni, sono l'umanità nella quale il Verbo si è incarnato.


(©L'Osservatore Romano - 22 maggio 2010)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:05. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com