Signore Gesù,
Figlio dell’Eterno e Figlio dell’Uomo,
noi ti benediciamo perché ci hai ammessi
- noi indegni -
al tuo banchetto stupendo!
Magnifichiamo la tua misericordia,
o Figlio dell’Eterno e Figlio dell’Uomo,
che ti degni di chiamarci amici
e di introdurci, ogni giorno,
alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale.
Noi tutti,
che ci nutriamo del tuo Corpo e del tuo Sangue,
veniamo inviati nel mondo
a portarvi i segni del tuo Sacerdozio santo.
Inebriati dai tuoi misteri,
fortificati dalla tua reale presenza
e purificati dal fiume della tua Grazia,
noi tutti possiamo consacrare il mondo al Padre
con la nostra carità,
con il nostro lavoro,
con la sopportazione delle nostre prove
e con la sincerità della nostra fede.
Con gratitudine tutta particolare
magnifichiamo la tua misericordia
noi tuoi ministri,
ammessi alla tua presenza
a compiere il servizio del sacerdozio ministeriale.
Davvero stupendo è il banchetto a cui tu ci accogli
per unirci intimamente a te,
e renderci partecipi del tuo sacrificio,
e plasmare la nostra vita con quella stessa carità per cui Tu,
Pastore Buono,
hai dato la vita per il tuo gregge!
Stupenda è la tua condiscendenza e grande la tua umiltà,
o Figlio dell’Eterno e Figlio dell’Uomo,
che ti degni di servirti della nostra indegna umanità.
Riconosciamo che non meritiamo in alcun modo la tua amicizia,
e che, a volte, ne siamo ingrati
e, ancor più spesso, la dimentichiamo.
Come il ladro sulla croce,
noi ti imploriamo sinceri: ricordati di noi!
E abbi pietà
dei baci insinceri
delle parole arroganti,
delle mani rapaci,
della tristezza e della meschinità
con cui ci accostiamo al tuo Mistero;
come in quella notte della Cena
il traditore si accostò al tuo Corpo santissimo.
La tua voce che ci chiama “amici”
è la nostra benedizione,
la nostra forza,
il nostro premio.
Ricordiamo quanti preti e Vescovi
hanno trovato in questa tua voce
e nel mistero dell’Eucarestia
lo slancio e la perseveranza di dare la vita per amore.
Con animo commosso e sgomento,
pensiamo insieme, questa sera,
a mons. Luigi Padovese,
Vicario Apostolico dell’Anatolia,
un figlio della nostra terra
che ha servito con dedizione, in Turchia,
il Vangelo della pace e della misericordia,
e che oggi tragicamente assassinato,
ha trovato la morte in modo violento.
Signore Gesù,
Figlio dell’Eterno e Figlio dell’Uomo,
non smettere mai di invitare anche noi e di accoglierci
a questo stupendo banchetto di amicizia,
perché la nostra vita di ogni giorno,
le incombenze del ministero,
le parole da dire,
i servizi da offrire,
e anche i tratti opachi della nostra umanità
siano porta e non muro
per i nostri fratelli:
porta che li introduca all’incontro con te,
e alla bellezza del tuo mistero,
e non muro che ti nasconda e ti allontani dalla loro vista.
“Porta e non muro” è stata la vita di mons. Padovese,
spesso sotto scorta eppure così libera
di annunciare il Vangelo in terra arida;
“porta e non muro” la Chiesa che egli ha voluto,
piccolo gregge aperto all’amicizia delle genti;
“porta e non muro” per accogliere fino alla fine,
come te Signore Gesù,
le lacerazioni che abitano il cuore dei popoli e degli uomini,
anche di colui che ha follemente levato la sua mano
e per il quale egli continua ad essere “fratello” e “padre”.
O Figlio dell’Eterno e Figlio dell’Uomo,
tu sei la porta della vita che non ha fine:
oggi tu accogli padre Luigi al tuo banchetto eterno,
risveglia anche in noi l’onore di stare alla tua presenza per servirti,
e rendici degni della tua amicizia
non per i nostri meriti ma per la tua potenza d’amore.
Perché Tu sei Santo,
Benedetto,
Giudice dell’universo,
e pietoso Amico degli uomini.
Amen
+ Dionigi card. Tettamanzi