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Un nuovo motu proprio per riaccogliere i lefebvriani?

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2010 07:20
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Williamson: un nuovo motu proprio per riaccogliere i lefebvriani. "Pericolo!"

L'ultima newsletter di mons. Williamson, il controverso vescovo della Fraternità San Pio X le cui affermazioni negazioniste sulle camere a gas attirarono enorme controversia sia sul Papa (che aveva revocato le scomuniche ai vescovi lefebvriani) sia sulla Fraternità stessa, offre informazioni e indiscrezioni davvero importanti sulla situazione tra Roma e la FSSPX. La pubblichiamo per intero: le notizie che vi leggiamo, e che a noi appaiono molto incoraggianti, preoccupano e allarmano l'intransigente vescovo, da sempre dichiarato oppositore di un accordo che invece, se bene strutturato, appare ad ogni persona di buon senso come una benedizione, per rafforzare il peso della Tradizione all'interno della Chiesa e per aiutare la tanto attesa correzione di rotta. I nostri commenti sono interpolati in rosso.


Commenti Eleison CLXII (21 agosto 2010): COLLOQUI AGGIRATI ?

Mentre i colloqui fra Roma e la Fraternità San Pio X, a sentire le due parti, stanno cozzando contro un muro dottrinale, una notizia dalla Francia e dalla Germania e delle voci da Roma configurano insieme un pericolo per i Cattolici. Tale pericolo è costituito da un accordo politico che semplicemente aggirerebbe il blocco dottrinale. La politica minaccia di intrappolare la dottrina.

Dalla Francia e dalla Germania, poche settimane fa, mi si è detto che una larga percentuale di cattolici che frequentano i centri di Messa della FSSPX stanno solo sperando e aspettando un qualche accordo per venir fuori dai colloqui [Ottima notizia. Come spesso accade, il sensus fidei dei semplici fedeli è più forte di qualunque condizionamento. Vox populi, vox Dei; o forse dovremmo dire: semplice buon senso di laici, che hanno compreso - e non ci vuol molto - due cose evidenti: che la Chiesa ha bisogno delle 'truppe' esercitate e allenate della Fraternità; e che quest'ultima estenderebbe enormemente la sua capacità di apostolato e persuasione se si liberasse dello stigma di non essere in comunione col Papa]. Se, e ripeto se, questo è vero, la cosa è molto grave. Questi cattolici meritano pieni voti per il fatto che non desiderano essere tagliati fuori da ciò che a loro sembra essere Roma, ma meritano voti scarsi per il fatto che non colgono che, fino a quando i colloqui rimarranno dottrinali, non vi sarà modo per gli insegnamenti neo-modernisti del Vaticano II di essere conciliati con la dottrina cattolica della vera Chiesa. Questi cattolici potranno venerare ed amare l'Arcivescovo Lefebvre per come lo vedono, ma non hanno compreso l'essenza della sua lotta per la Chiesa. Farebbero meglio ad aprire gli occhi, se non vogliono cadere, in un modo o nell'altro, tra le braccia dei neo-modernisti Romani.

Un accordo a fronte della dottrina significa porre la politica prima della religione, l'unità prima della verità, l'uomo prima di Dio. Dio prima dell'uomo significa la verità prima dell'unità, la religione prima della politica, e la dottrina come cosa più importante di un qualsiasi accordo non dottrinale. Solo dei sognatori potevano non prevedere che i colloqui fra Roma e la FSSPX andassero a cozzare contro un muro dottrinale. Solo dei politicanti possono sperare di poterne ricavare un accordo non dottrinale.

Ahimè, a quanto pare Benedetto XVI crede sinceramente nella nuova Chiesa del Vaticano II, che consiste nel raccogliere nel suo seno tutti gli uomini assolutamente, indipendentemente dal fatto che credano o meno nell'unica vera dottrina della Fede. Perciò egli desidera sinceramente accogliere anche la FSSPX - bisogna anche tenere conto che normalmente non ha troppo da vivere! [***gesto e formula di scongiuro***] Di conseguenza, il blocco dei colloqui dottrinali non dovrebbe preoccuparlo eccessivamente, e per lui non sarebbe escluso di raggiungere un accordo politico con la FSSPX, al fine di unirla al resto della nuova Chiesa. Questo scopo esigerebbe di non chiedere troppo alla FSSPX, che rifiuterebbe l'accordo, né troppo poco, perché allora il resto della nuova Chiesa conciliare insorgerebbe per protesta.

Le voci da Roma dicono che lui stia proprio pensando ad un "Motu Proprio", che accetterebbe il "ritorno nella Chiesa" della FSSPX, una volta per tutte, senza chiedere alla stessa FSSPX un'esplicita accettazione del Vaticano II o della nuova Messa, ma chiedendo solo l'accettazione, per esempio, del "Catechismo della Chiesa cattolica" di Giovanni Paolo II, del 1992, il quale è sostanzialmente modernista [!!], ma in maniera sommessa [l'idea è tutt'altro che peregrina, e ancor meno malvagia o inattuabile: non s'è fatto forse lo stesso per la revoca delle scomuniche, allorché fu ritenuto sufficiente che i quattro vescovi richiedessero quella revoca, senza doversi profondere in chiarimenti, né resipiscenze né abiure di sorta?]. In tal modo la FSSPX, agli occhi dei suoi seguaci, non parrebbe accettare il Concilio o la nuova Messa, ma si disporrebbe, pian piano, ad andare d'accordo con la sostanza del neo-modernismo.

Così tutti i fautori dell'unità sarebbero contenti. Salvo i credenti nella dottrina cattolica [id est: salvo Williamson e i suoi pochi accoliti].

PERICOLO!

Kyrie eleison.

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Mons. Fellay smentisce mons. Williamson: pettegolezzi e dicerie


Il superiore dei lefebvriani ha rilasciato un'intervista a The Remnant. Eccone il testo integrale da noi tradotto:

24 Agosto 2010 — Il superiore generale della Fraternità San Pio X, mons. Bernard Fellay, uno dei quattro vescovi le cui scomuniche sono state revocate da Benedetto XVI nel gennaio 2009, oggi esclude categoricamente qualsiasi conoscenza di un presunto speciale motu proprio progettato dalla Santa sede per la FSSPX, come dichiarato recentemente dal vescovo della Fraternità Richard Williamson. Questo asserito motu proprio non richiederebbe alla FSSPX di prestare alcuna sorta di giuramento circa il Vaticano II e la nuova messa.

"Sono molto infastidito da tutta la cosa," ha detto il Vescovo Fellay. "La dichiarazione del vescovo Williamson non è autorizzata ed è una sua dichiarazione personale e non della Fraternità."

"Non è mai stata la politica della Fraternità di basare un qualsiasi tipo di azione o di politica sul pettegolezzo. Non ho assolutamente alcuna conoscenza di qualsivoglia motu proprio".

All'inizio di questa settimana, il vescovo Richard Williamson — che a quanto pare è stato invitato dai vertici della Fraternità ad astenersi dal parlare pubblicamente su questioni al di fuori della fede e della morale — ha scritto una lettera che è stata inizialmente pubblicata sul suo sito Web e quindi ripreso dal tradizionalista blog Rorate Caeli.

Nella lettera, il vescovo Williamson avverte i cattolici circa il "pericolo" di un motu proprio progettato per attirare i fedeli laici della FSSPX verso l'unione con Roma e ha detto: "… non c'è alcun modo in cui l'insegnamento neo-modernista del Vaticano II possa essere riconciliato con la dottrina cattolica della vera Chiesa ."


Le discussioni dottrinali continuano


Il Vescovo Williamson ha anche detto che secondo fonti sia della Santa Sede che della FSSPX, le discussioni dottrinali in corso sarebbero giunte a un punto morto.

Tuttavia, nell'intervista di oggi il Vescovo Fellay ha negato categoricamente questa asserzione. Egli ha detto che i colloqui dottrinali tra i rappresentanti della FSSPX e i teologi della Santa Sede sono in corso e procedono come previsto con la prossima riunione prevista nel mese di settembre.

"Nulla è cambiato," ha detto il Vescovo Fellay. "Tutto questo è pettegolezzo e dicerie e non avrò nulla a che fare con voci e pettegolezzi. Tutto questo è inconsistente — vuoto. "

"Per il momento, tutto va bene e senza intoppi, secondo i piani," ha detto.


Rivelati piani di espansione del seminario


In notizie correlate alla FSSPX, Michael Voris di RealCatholicTV ha oggi rivelato che il Vescovo Fellay recentemente aveva visitato la Pennsylvania orientale per cercare un nuovo seminario potenziale — un ex seminario vincenziano nell'Arcidiocesi di Philadelphia che poteva contenere fino a 160 seminaristi. L'ex seminario viene ora chiamato Centro Maria Immacolata.

Il Vescovo Fellay non conferma né nega questi particolari fatti, ma ha detto, "è vero che stiamo cercando un secondo posto per nostri seminaristi. Questo è vero."

Ha anche aggiunto che negli ultimi due o tre anni, la FSSPX ha effettuato ricerche per un nuovo seminario negli Stati Uniti e che, finora, essi hanno visto circa 150 diverse proprietà.

Secondo il superiore generale, la FSSPX sta esplorando diverse possibilità e dimensioni dei potenziali seminari e immobili.

"Ci sono molte vocazioni e, proprio ora, il nostro attuale seminario è troppo piccolo," ha detto il Vescovo Fellay. "Questo è il nostro punto di partenza."

I lettori del Remnant ricorderanno che la Fraternità sacerdotale S. Pietro (FSSP) ha visitato molti seminari chiusi esistenti negli Stati Uniti orientali, anni fa, prima di decidere la costruzione di un nuovo edificio nella diocesi Lincoln, Nebraska. Fu detto allora che più di una diocesi e arcidiocesi si rifiutarono di vendere alla FSSP, presumibilmente a causa della loro adesione alla messa, ai sacramenti e alla teologia tradizionali.

Ha detto il Vescovo Fellay, "Sarà un buon test per vedere quanto cordiali possono essere [le relazioni ecclesiali e i futuri negoziati con le diocesi in vista di una vendita dei loro seminari alla FSSPX]".


Confermato: un alto prelato Vaticano ha previsto la fine del Novus Ordo Missae


Poco dopo che il Santo Padre ha rilasciato il suo motu proprio Summorum Pontificum, affermando in tal modo il diritto di ogni sacerdote di rito latino di offrire la messa e i sacramenti tradizionali in latino senza il permesso del suo vescovo, e confermando anche che la messa tradizionale non era mai stata abrogata, alcuni articoli riferivano una dichiarazione di mons. Fellay, inerente una sua conversazione, con un funzionario Vaticano, sul potenziale effetto del motu proprio sul futuro del Novus Ordo Missae.

Nonostante la notizia che la nuova traduzione [in inglese] del Messale Novus Ordo entrerà in vigore nell'Avvento del 2011, questo nuovo Messale, come i lettori di Remnant sanno, conserva solo il 17 per cento delle orazioni originali contenute nel Messale del 1962.

Il Vescovo Fellay ha confermato oggi che dopo che fu emanato il Summorum Pontificum "il prelato di alto rango ha pensato che avremo 20-25 anni prima che la nuova Messa scompaia".

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