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"In Italia la Chiesa e la liturgia sono congelati in un perpetuo inverno"

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2010 06:55
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04/09/2010 06:55

"In Italia la Chiesa e la liturgia sono congelati in un perpetuo inverno"

Rorate caeli ha pubblicato un'intervista a Hilary White, canadese, corrispondente di The Remnant a Roma. Ne abbiamo tradotto un ampio estratto e ve l'offriamo come un tesoro prezioso, per l'analisi pungente che offre e il punto di vista, impietoso ma divertente, che riporta della situazione di Roma e dell'Italia.


[..]
- MJM: E come è l'umore a Roma in questi giorni? Sono sicuro che gli scandali sessuali continuano a gettare ombre lunghe, ma dal tuo punto di vista ci sono eventuali indicatori di prossimi giorni migliori?

HW: L’umore dipende da chi consideriamo. Sembra esserci un sentimento di fine epoca fra i dinosauri, quelli che hanno vissuto da protagonisti e hanno nutrito la Rivoluzione dagli anni ‘50. Tra la folla più giovane, almeno quelli che son rimasti, c'è un senso di cauto ottimismo. Un sacco di speranze sono riposte sul Papa Benedetto, e ogni sua mossa è guardata da vicino, non solo dai soliti media affamati di scandalo.

Sì, sembra che l'unica cosa di cui si possa parlare sono gli scandali di abuso sessuale, ed è chiaro che si sta facendo la Storia. Considerando le cose con una prospettiva più lunga, la Chiesa sta finalmente uscendo da una fase che ha iniziato negli anni Cinquanta e, con i casi di abuso sessuale, sta semplicemente raccogliendo quello che essa ha seminato. Il risultato dell'abbandono di fatto della struttura morale tradizionale nella formazione in seminario si sta rivelando essere il caos morale della Chiesa. Due e due sono ancora uguali a quattro. E ora, nonostante i tentativi da parte dei media di oscurare questa equazione, molte più persone possono vederlo, in modo molto più chiaro rispetto a prima. Lo stato di caos morale, la catastrofe dottrinale e liturgica che è la Chiesa in Belgio, Germania, Austria, Francia, Gran Bretagna ecc., è ora rivelato in tutto il male che è stato. Che questo non sia venuto fuori sotto Giovanni Paolo II è un'indicazione delle nuove direzioni e forze di Benedetto.

Ancora una volta, guardando lontano, penso che questo periodo finirà per essere positivo per la Chiesa. Se i media mainstream non sono riusciti ad effettuare la connessione tra i loro vescovi europei preferiti, che si oppongono pubblicamente alla Chiesa su omosessualità e preservativi, con la protezione da parte degli stessi di omosessuali stupratori nel sacerdozio, la lezione non è perduta per coloro che vedono la situazione con gli occhi della fede. Presto si accorgeranno persino alcuni opinionisti-tromboni dei grandi media che sono stati i campioni dell’ala ‘progressista’ della Chiesa, i ragazzi-immagine della rivoluzione, i maggiori colpevoli nel coprire gli stupratori tra i loro preti e tra i loro colleghi vescovi. I Weakland, i Mahoney, i Danneels.

Questi scandali provocheranno, e anzi già hanno provocato, un tale disgusto che molti lasciano la Chiesa. Ma è evidente che coloro che si sono così attaccati alla rivoluzione anti-cattolica da andarsene quando essa si riveli essere stata un falso e uno scandalo, hanno in realtà da tempo abbandonato la pratica della religione cattolica, se mai hanno avuto la fede tout court.

A lungo termine, la famosa predizione del Cardinale Ratzinger di una chiesa più piccola e più fedele si avvererà certamente, come evidentemente sta avvenendo ora in Austria, e questa è certamente una perdita. Ma io oserei spingere la profezia del Cardinale Ratzinger un passo più in là e dire che la nuova Chiesa, più piccola e più fedele, sarà molto meglio equipaggiata per il salvataggio dei suoi membri perduti, specie dopo un periodo di persecuzione statale.

Forse questo sembra a uno sguardo mondano una speranza vana, ma è la vera speranza, la speranza teologica, che Dio può tirar fuori un bene di gran lunga maggiore dalle tenebre che ora stiamo vivendo. Papa Benedetto chiaramente lo sa, e lui sa cosa può e non può ottenere. Le sue azioni degli ultimi due o tre anni, in particolare con la mano tesa agli anglicani, agli ortodossi e alla FSSPX, hanno reso chiaro che egli si aspetta e spera questo risultato. Ho un amico, qui, che ama dire che in cinque anni Benedetto ha fatto di più per la vera causa ecumenica, quella di riportare tutti i cristiani nell’alveo di Roma, di quello che ha fatto il suo predecessore in quasi tre decenni. Già solo in questo, Benedetto ha fatto progressi straordinari. Ma le sue azioni sono state necessariamente preparatorie. Egli sta creando una situazione in cui la Chiesa può iniziare a guarire, un processo che richiederà molto tempo e proseguirà ancora a lungo dopo che sarà stato tumulato in s. Pietro.

Egli sembra anche sapere che è limitato in ciò che può raggiungere. Conosce fin troppo bene la macchina del Vaticano per pensare, come molti di noi hanno sognato ad occhi aperti, di poter cominciare a mandar gente a casa. Qualche testa è caduta, è vero, ma anche se si tende a pensare al Papa come onnipotente nel senso temporale, abbiamo visto, ad esempio nella diocesi di Linz, che "l'opzione nucleare" non è così facile da mettere in pratica come potrebbe apparire sulla carta.

Allo stesso tempo Benedetto, che conosce, in modo più dettagliato di forse chiunque altro a Roma, il comportamento di questi sacerdoti, sta effettuando un'operazione di pulizia. Ma egli conosce la dimensione delle stalle di Augia. E’ disposto a deviare un intero fiume per pulirle? Non credo che abbiamo ancora visto tutto dei piani di Benedetto.

Tutti sapevamo che la rivoluzione non poteva durare. La mancanza di un'azione decisiva contro di essa attraverso il lungo periodo del pontificato scorso, le ha permesso di crescere in modo compiacente e confortevole, ma sapevamo comunque che la sua dedizione a una certa ideologia politica e le sue conseguenze anti-cattoliche l’avrebbero portata alla fine. Vince sempre la verità. E i segni sono in crescita, in particolare in Europa, che si prepara un’ondata di persecuzione, cosa che è sempre stata buona per la Chiesa.

Ma ricordate che Benedetto è di quella generazione che ha messo tutte le uova nel paniere del Vaticano II ed è determinato a "far funzionare il Concilio". Questo nonostante che 45 anni dopo la sua chiusura, ancora stiano discutendo su quale sia stato il suo scopo. E’ come inchiodare gelatina al muro. I cattolici più giovani, quelli di noi che sono rimasti nei banchi di chiesa, semplicemente non riescono a capire questa ossessione della scorsa generazione per quel monumentale fallimento. Ma per la generazione di Ratzinger, "Il Concilio" ha definito il cattolicesimo, e a quanto pare non riescono a convincersi a dargli una degna sepoltura.

Ma noi non possiamo pensare che un singolo uomo, nemmeno il Papa, nemmeno un grande Papa, possa portare enormi cambiamenti radicali per il meglio. Come abbiamo visto negli ultimi decenni, è molto più facile distruggere tradizioni della Chiesa con il tratto di una penna, che non ripristinarle. Il Vaticano è un'istituzione vecchia e peculiarmente italiana ed è abituato a fare le cose allo stesso modo in cui le ha sempre fatte, a prescindere dal fatto che la fazione al comando sia "conservatrice" o "liberale". Forse, è un cliché, ma è vero, che la Chiesa guarda nei secoli, e ciò che sta accadendo al resto di noi in tutto il mondo è per gli uomini all’interno delle mura poco più di una momentanea distrazione dal cappuccino del mattino.

-
MJM: Parliamo del motu proprio? Ha influenzato la politica ecclesiale in Roma a lungo termine?

HW: Vorrei dire che è la personalità di Benedetto, l'effetto Ratzinger, di cui il motu proprio è semplicemente una manifestazione, che sta prendendo piede. Si può vedere in molti piccoli particolari: cardinali che hanno speso la loro carriera sotto Giovanni Paolo II ad esaltare un "ecumenismo" dottrinale dei buoni sentimenti, hanno ora improvvisamente scoperto il loro lato nascosto conservatore; vescovi che dieci anni fa si sarebbe piuttosto morsi le braccia, ora stanno dando l'autorizzazione per la Messa (anche se, naturalmente, sappiamo tutti che non è necessaria alcuna autorizzazione) e incoraggiano, o almeno non ostacolano, iniziative di laici per cose cattoliche come l'adorazione eucaristica al pari dei gruppi antipovertà. È semplicemente vero che la Chiesa, come la maggior parte delle istituzioni umane, funziona dall’alto verso il basso. La democrazia è una bella teoria, suppongo, ma la realtà esterna è monarchica e gerarchica, e un leader è chiamato così per quello che fa. Le preferenze di Benedetto XVI per Bach e Mozart erano ben note anche a coloro che non avevano mai letto Lo Spirito della Liturgia, e quando è stato eletto, i più accorti nella classe episcopale del mondo hanno compreso che la corrente stava cambiando e hanno iniziato a fare gli opportuni adeguamenti attitudinali. Almeno in pubblico.

Penso che un sacco di gente, che riteneva che la Chiesa avesse cambiato davvero al Concilio, sia stata sorpresa di vedere l'esplosione di Messe in forma straordinaria che improvvisamente spuntano sparse nel mondo. Se guardate Rorate Caeli ogni giorno, avete il sentimento che c’era davvero una Chiesa sopravvissuta, sotterranea, nelle catacombe in attesa di essere sicura per poter venire fuori. Naturalmente, sono ancora i primi giorni e tutto potrebbe succedere, compreso, Dio non voglia, un altro conclave, ma sembra davvero che la rivoluzione stia vedendo gli ultimi giorni della sua permanenza al potere.

Naturalmente, ci sono alcune aperte resistenze in favore della causa sempre più incanutita e rugosa della NeoChiesa hippie e ciabattona. I vescovi inglesi, per la maggior parte, sono ancora immusoniti per il risultato dell’ultimo conclave. E a prestar fede alle notizie della colossale imperizia dei preparativi per la visita papale a settembre, non sembrano aver imparato molto sulle regole del gioco. Gli austriaci e i tedeschi sono occupati sul lato secolare ad autodistruggersi per la loro cattiva gestione delle accuse di abuso sessuale, e sul lato religioso si stanno alienando i loro sostenitori in Vaticano insultando pubblicamente il Papa e alcuni maggiorenti romani di lungo corso come Angelo Sodano. La Chiesa italiana è almeno dieci o perfino venti anni dietro la curva, e la insipida banalità della loro liturgia è compensata solo dal loro atteggiamento facile verso l’insegnamento morale cattolico. Sarà una lotta in salita restaurare parte di ciò che è stato perso in Italia, ma dato il tasso di natalità a 1,3 degli italiani, la questione diverrà irrilevante tra una generazione o due. Non è chiaro se la rivoluzione si rende conto di essere in difficoltà. O di quanto è in difficoltà.

- MJM: Ha un’idea di dove si trovano le linee di battaglia tra sostenitori e oppositori del programma del Santo Padre?

HW: Benedetto sta nuotando in una piscina di squali. Sono squali invecchiati, ma molti di loro hanno ancora la maggior parte dei denti. Egli è fortemente sostenuto in alcuni dicasteri importanti, in particolare la Congregazione per la Dottrina della Fede e il Culto Divino e Sacramenti. La Segreteria di Stato (che significa anche il suo ufficio stampa) è in uno stato di caos, con Sodano che ancora tira molti fili. Il Papa trova opposizione anche in larga parte dell'episcopato italiano, ma ha scelto abbastanza bene con Bagnasco come capo. La guerra è ancora assai calda all'interno, il che rende il mio posto di corrispondente interessante. Per quanto riguarda certe nomine discutibili, molta gente sospetta che il Papa soffra della sindrome del bravo ragazzo, la quale ha permesso alla sua bontà naturale di coprirgli gli occhi nel giudicare i personaggi. C'è anche il blocco di potere formidabile che trascende l'ideologia ed è semplicemente una rete di amici degli amici. Non va dimenticato che il Vaticano è gestito da italiani, e nella cultura italiana si promuovono amici e alleati, non importa quale tipo di uomini sono. E comunque, tutti pensavano che il Cardinale Levada sarebbe stato un disastro alla Dottrina della Fede, invece si è rivelato essere uno degli alleati più utili del Papa.

- MJM: Sembra che la canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II "il Grande" possa essere stata bloccata negli ultimi mesi. Qualche idea del motivo?

HW: Nessuno in questa città ha gridato "Santo subito" da quando padre Maciel è stato mandato via a pregare per il suo perdono. Penso che il vecchio detto cattolico valga oggi come non mai: non c'è nessuno così morto come un papa morto.

- MJM: Puoi dirci qualcosa sulla disponibilità della messa tradizionale a Roma? In generale, avete il senso di un fenomeno in crescita, o è ancora principalmente sotterraneo?

HW: In Italia, la Chiesa e la liturgia sono congelati in un perpetuo inverno, come se il 1976 dovesse durare per sempre e Natale non arrivare mai. I progressi compiuti dal cosiddetto movimento tradizionalista in tutto il resto del mondo, il lento strisciante ritorno del canto gregoriano, della polifonia, di un certo senso almeno di decoro nelle ordinarie parrocchie novus ordo, sembra avere completamente ignorato la Chiesa italiana. L'italiano medio sa poco della sua fede, e avendo quel profondo senso italiano di superiorità e di importanza, non riesce a immaginare che ci sia qualcosa che egli deve imparare.

La maggior parte dei vescovi italiani, se mai qualcuno di loro ha anche solo sentito parlare del Motu Proprio, sono tranquilli sapendo che il loro gregge certamente non è, e mai lo sarebbe, interessato a scuotere il loro mondo. Come ho detto, la maggior parte di quelli nei banchi è o gente semplice (anche se di solito ben vestita [we're in Italy, honey!]) o vere e proprie modern Milly [dal personaggio dell’omonimo musical: diciamo donne emancipate ma poco accorte], che non hanno alcun desiderio di tornare a un tipo più tradizionale di religione; il tipo di religione che dirà loro di smettere con la contraccezione, ad esempio. E tra 20 o 30 anni, la grande questione sarà non che tipo di liturgia dovremmo avere, ma che cosa faremo di tutte queste bellissime chiese antiche, dove nessuno va a più.

- MJM: In generale, quale tipo di influenza, se c’è, i cattolici tradizionali esercitano a Roma?

HW: Dipende da che cosa si intende per "Roma". C'è una guerra su questi temi in corso in Vaticano, e i 'buoni' sembrano fare progressi sotto l'attuale regime. Invero, durante il pontificato di Giovanni Paolo, la FSSP era relegata in una piccola cappella fuori mano, in fondo ad uno sporco vicolo senza uscita, che poteva tenere sedute non più di circa 30 persone accalcate. Poco dopo l’inizio del pontificato di Benedetto XVI, tuttavia, essi hanno avuto una magnifica chiesa barocca storica, a cinque minuti a piedi da un importante punto di transito, nel centro del centro. Il parroco della Trinità è stato nominato recentemente tra le dieci persone più influenti a Roma da Inside the Vatican. Ma detto questo, Trinità è ancora un'isola, circondata da un mare di banalità liturgica. E non molto frequentata come potremmo sperare. Sono ancora i primi giorni.
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