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Il popolo della libertà (di bestemmia!)

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2010 11:45
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03/10/2010 12:16

il popolo della libertà (di bestemmia!)

Roma, 2. Nuove tensioni e polemiche animano il dibattito in Italia. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un video diffuso in rete e risalente al 29 settembre, ha parlato di «un'associazione a delinquere nella magistratura». Il video ha subito suscitato aspre reazioni, in un clima già turbato dall'inquietante e oscuro episodio dell'attentato al direttore del quotidiano «Libero». Sul tema della giustizia ieri è intervenuto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricordando che per affrontare i problemi in questo ambito «occorrono interventi non disorganici né settoriali ma di ampio respiro» e auspicando un clima «scevro da sterili contrapposizioni». Lo stesso clima che i vescovi italiani hanno invocato nei giorni scorsi, esprimendo «angustia» per la difficile situazione del Paese. In questo contesto appaiono tanto più deplorevoli alcune battute del capo del Governo - più o meno recenti e di cui peraltro Berlusconi si è subito scusato - che offendono indistintamente il sentimento dei credenti e la memoria sacra dei sei milioni di vittime della Shoah. Rendendo tristemente attuale quanto il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana aveva detto lunedì scorso: «Il linguaggio in uso nella scena pubblica deve essere confacente a civiltà ed educazione. Fa malinconia l'illusione di risultare spiritosi o più “incisivi”, quando a patire le conseguenze è tutto un costume generale».

(da L'Osservatore Romano - 3 ottobre 2010)

solo un'osservazione: sembra che per l'Osservatore Romano sia sacra la memoria della Shoah ma un po' meno il Santo Nome di Dio bestemmiato dal presidente del consiglio. Ci sbaglieremo, ma messo così il concetto... Quanto al nostro premier proviamo grande pena e vergogna per lui. Pregheremo per lui perché comprenda quanto è grave quello che ha fatto: corruptio optimi pessima!.

Una Fides
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04/10/2010 11:45

bisogna contestualizzare!

Apprendiamo che per il Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, Mons. Rino Fisichella, per cercare di ammansire l'ira e lo sdegno dei cattolici contro il presidente del consiglio bestemmiatore, ha invitato a contestualizzare la cosa, vale a dire a tenere conto del contesto scherzoso in cui la bestemmia è stata proferita. Quindi dovremmo concludere che si può bestemmiare per ischerzo o almeno che non è così grave. Ora non si sa se è più grave bestemmiare o giustificare la bestemmia, ma quel che è certo che se si intende iniziare la nuova evangelizzazione con questi giustificazionismi penosi e scandalosi, siamo messi bene. Mons. Fisichella tende un po' troppo al giustificazionismo e pian piano ieri con il 5° comandamento (vedi il caso Recife) e ora con il 2° comandamento sembra che la nuova evangelizzazione voglia procedere all'abbattimento dei Comandamenti di Dio uno dopo l'altro come tanti birilli.
Nel caso della bestemmia non c'è nulla da contestualizzare o da giustificare. La bestemmia resta tale se pronunciata in pubblico, in privato, se pronunciata in mezzo a tanta gente o da soli, se pronunciata per odio contro Dio oppure alla fine di una barzelletta che fa ridere solo chi la racconta. 
A Mons. Fisichella ci permettiamo di ricordare quello che insegna il Magistero: "Insegnando l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo categorico: «Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio» (1 Cor 6,9-10). Se gli atti sono intrinsecamente cattivi, un'intenzione buona o circostanze particolari possono attenuarne la malizia, ma non possono sopprimerla: sono atti «irrimediabilmente» cattivi, per se stessi e in se stessi non sono ordinabili a Dio e al bene della persona: «Quanto agli atti che sono per se stessi dei peccati (cum iam opera ipsa peccata sunt) — scrive sant'Agostino —, come il furto, la fornicazione, la bestemmia, o altri atti simili, chi oserebbe affermare che, compiendoli per buoni motivi (causis bonis), non sarebbero più peccati o, conclusione ancora più assurda, che sarebbero peccati giustificati?». Per questo, le circostanze o le intenzioni non potranno mai trasformare un atto intrinsecamente disonesto per il suo oggetto in un atto «soggettivamente» onesto o difendibile come scelta" (Giovanni Paolo II, Enc. Veritatis Splendor, n. 81).
E per quanto riguarda Presidente del Consiglio prendiamo in prestito quanto ha detto quest'oggi  Papa Benedetto XVI a Palermo: «L’empio, colui che non agisce secondo Dio confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realtà fragile e inconsistente, perciò si piegherà, è destinato a cadere».

Una Fides
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