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BENEDETTO XVI: ANGELUS

Ultimo Aggiornamento: 30/12/2008 16:49
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Angelus di Papa Benedetto XVI

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17/11/2008 11:41

Benedetto XVI: ciò che Cristo ci ha donato si moltiplica donandolo


Intervento in occasione dell'Angelus domenicale




* * *

Cari fratelli e sorelle!

La Parola di Dio di questa domenica – la penultima dell’anno liturgico – ci invita ad essere vigilanti e operosi, nell’attesa del ritorno del Signore Gesù alla fine dei tempi. La pagina evangelica narra la celebre parabola dei talenti, riportata da san Matteo (25,14-30). Il "talento" era un’antica moneta romana, di grande valore, e proprio a causa della popolarità di questa parabola è diventata sinonimo di dote personale, che ciascuno è chiamato a far fruttificare. In realtà, il testo parla di "un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni" (Mt 25,14). L’uomo della parabola rappresenta Cristo stesso, i servi sono i discepoli e i talenti sono i doni che Gesù affida loro. Perciò tali doni, oltre alle qualità naturali, rappresentano le ricchezze che il Signore Gesù ci ha lasciato in eredità, perché le facciamo fruttificare: la sua Parola, depositata nel santo Vangelo; il Battesimo, che ci rinnova nello Spirito Santo; la preghiera – il "Padre nostro" – che eleviamo a Dio come figli uniti nel Figlio; il suo perdono, che ha comandato di portare a tutti; il sacramento del suo Corpo immolato e del suo Sangue versato. In una parola: il Regno di Dio, che è Lui stesso, presente e vivo in mezzo a noi.

Questo è il tesoro che Gesù ha affidato ai suoi amici, al termine della sua breve esistenza terrena. La parabola odierna insiste sull’atteggiamento interiore con cui accogliere e valorizzare questo dono. L’atteggiamento sbagliato è quello della paura: il servo che ha paura del suo padrone e ne teme il ritorno, nasconde la moneta sotto terra ed essa non produce alcun frutto. Questo accade, per esempio, a chi avendo ricevuto il Battesimo, la Comunione, la Cresima seppellisce poi tali doni sotto una coltre di pregiudizi, sotto una falsa immagine di Dio che paralizza la fede e le opere, così da tradire le attese del Signore. Ma la parabola mette in maggior risalto i buoni frutti portati dai discepoli che, felici per il dono ricevuto, non l’hanno tenuto nascosto con timore e gelosia, ma l’hanno fatto fruttificare, condividendolo, partecipandolo. Sì, ciò che Cristo ci ha donato si moltiplica donandolo! E’ un tesoro fatto per essere speso, investito, condiviso con tutti, come ci insegna quel grande amministratore dei talenti di Gesù che è l’apostolo Paolo.

L’insegnamento evangelico, che oggi la liturgia ci offre, ha inciso anche sul piano storico-sociale, promuovendo nelle popolazioni cristiane una mentalità attiva e intraprendente. Ma il messaggio centrale riguarda lo spirito di responsabilità con cui accogliere il Regno di Dio: responsabilità verso Dio e verso l’umanità. Incarna perfettamente quest’atteggiamento del cuore la Vergine Maria che, ricevendo il più prezioso tra i doni, Gesù stesso, lo ha offerto al mondo con immenso amore. A Lei chiediamo di aiutarci ad essere "servi buoni e fedeli", perché possiamo prendere parte un giorno "alla gioia del nostro Signore".

[Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

Venerdì prossimo, 21 novembre, nella memoria liturgica della Presentazione di Maria Santissima al Tempio, ricorrerà la Giornata pro Orantibus, per le comunità religiose di clausura. Ringraziamo il Signore per le sorelle e i fratelli che hanno abbracciato questa missione dedicandosi totalmente alla preghiera e vivono di quanto ricevono dalla Provvidenza. Preghiamo a nostra volta per loro e per le nuove vocazioni, e impegniamoci a sostenere i monasteri nelle necessità materiali. Care sorelle e cari fratelli, la vostra presenza nella Chiesa e nel mondo è indispensabile. Vi sono vicino e vi benedico con grande affetto!

Nell’Arcidiocesi di Milano e nelle altre comunità di Rito Ambrosiano inizia in questa domenica il Tempo di Avvento. Nel rivolgere ad esse un particolare saluto, desidero ricordare che proprio oggi entra in vigore il Nuovo Lezionario Ambrosiano, cioè la raccolta, rinnovata alla luce del Concilio Vaticano II, delle Letture bibliche di quell’antico e nobile ordinamento liturgico. E’ significativo che ciò avvenga all’indomani dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi dedicata alla Parola di Dio. Possa la Chiesa Ambrosiana, nutrita con sapienza e abbondanza delle Sacre Scritture, camminare sempre nella verità e nella carità e rendere valida testimonianza a Cristo, Parola di salvezza per l’umanità di tutti i tempi.

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Chieti, Montesilvano, Porto Sant’Elpidio, Avezzano, Napoli, Altamura e Piscopio. A tutti auguro una buona domenica.


[© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana]


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24/11/2008 11:35

Il Papa: se si pensa solo a sé "il mondo non può che andare in rovina"





* * *


Cari fratelli e sorelle!

Celebriamo oggi, ultima domenica dell'anno liturgico, la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'universo. Sappiamo dai Vangeli che Gesù rifiutò il titolo di re quando esso era inteso in senso politico, alla stregua dei "capi delle nazioni" (cfr Mt 20,24). Invece, durante la sua passione, egli rivendicò una singolare regalità davanti a Pilato, il quale lo interrogò esplicitamente: "Tu sei re?", e Gesù rispose: "Tu lo dici, io sono re" (Gv 18,37); poco prima però aveva dichiarato: "il mio regno non è di questo mondo" (Gv 18,36). La regalità di Cristo, infatti, è rivelazione e attuazione di quella di Dio Padre, il quale governa tutte le cose con amore e con giustizia. Il Padre ha affidato al Figlio la missione di dare agli uomini la vita eterna amandoli fino al supremo sacrificio, e nello stesso tempo gli ha conferito il potere di giudicarli, dal momento che si è fatto Figlio dell'uomo, in tutto simile a noi (cfr Gv 5,21-22.26-27).

Il Vangelo odierno insiste proprio sulla regalità universale di Cristo giudice, con la stupenda parabola del giudizio finale, che san Matteo ha collocato immediatamente prima del racconto della Passione (25,31-46). Le immagini sono semplici, il linguaggio è popolare, ma il messaggio è estremamente importante: è la verità sul nostro destino ultimo e sul criterio con cui saremo valutati. "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto" (Mt 25,35) e così via. Chi non conosce questa pagina? Fa parte della nostra civiltà. Ha segnato la storia dei popoli di cultura cristiana: la gerarchia di valori, le istituzioni, le molteplici opere benefiche e sociali. In effetti, il regno di Cristo non è di questo mondo, ma porta a compimento tutto il bene che, grazie a Dio, esiste nell'uomo e nella storia. Se mettiamo in pratica l'amore per il nostro prossimo, secondo il messaggio evangelico, allora facciamo spazio alla signoria di Dio, e il suo regno si realizza in mezzo a noi. Se invece ciascuno pensa solo ai propri interessi, il mondo non può che andare in rovina.

Cari amici, il regno di Dio non è una questione di onori e di apparenze, ma, come scrive san Paolo, è "giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo" (Rm 14,17). Al Signore sta a cuore il nostro bene, cioè che ogni uomo abbia la vita, e che specialmente i suoi figli più "piccoli" possano accedere al banchetto che lui ha preparato per tutti. Perciò, non sa che farsene di quelle forme ipocrite di chi dice "Signore, Signore" e poi trascura i suoi comandamenti (cfr Mt 7,21). Nel suo regno eterno, Dio accoglie quanti si sforzano giorno per giorno di mettere in pratica la sua parola. Per questo la Vergine Maria, la più umile di tutte le creature, è la più grande ai suoi occhi e siede Regina alla destra di Cristo Re. Alla sua celeste intercessione vogliamo affidarci ancora una volta con fiducia filiale, per poter realizzare la nostra missione cristiana nel mondo.

[Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

Domani, in Giappone, nella città di Nagasaki, avrà luogo la beatificazione di 188 martiri, tutti giapponesi, uomini e donne, uccisi nella prima parte del XVII secolo. In questa circostanza, così significativa per la comunità cattolica e per tutto il Paese del Sol Levante, assicuro la mia spirituale vicinanza. Sabato prossimo, inoltre, a Cuba sarà proclamato beato Fratel José Olallo Valdés, dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio. Alla sua celeste protezione affido il popolo cubano, specialmente i malati e gli operatori sanitari.

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai dirigenti e ai cantori dell'Associazione Italiana Santa Cecilia, che ha tenuto il suo convegno, con uno speciale concerto, presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura. Saluto inoltre le due associazioni OARI e AVULSS, impegnate nel volontariato accanto ai malati e ai sofferenti; come pure i fedeli provenienti da Marsico Nuovo, Reggio Calabria, Avola, Priolo e Vallelunga. A tutti auguro una buona domenica.


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01/12/2008 11:10

Benedetto XVI:  "Dio ci dona il suo tempo"

Discorso introduttivo all'Angelus domenicale





* * *



Cari fratelli e sorelle!

Iniziamo oggi, con la prima Domenica di Avvento, un nuovo Anno liturgico. Questo fatto ci invita a riflettere sulla dimensione del tempo, che esercita sempre su di noi un grande fascino. Sull’esempio di quanto amava fare Gesù, desidererei tuttavia partire da una constatazione molto concreta: tutti diciamo che "ci manca il tempo", perché il ritmo della vita quotidiana è diventato per tutti frenetico. Anche a tale riguardo la Chiesa ha una "buona notizia" da portare: Dio ci dona il suo tempo. Noi abbiamo sempre poco tempo; specialmente per il Signore non sappiamo o, talvolta, non vogliamo trovarlo. Ebbene, Dio ha tempo per noi! Questa è la prima cosa che l’inizio di un anno liturgico ci fa riscoprire con meraviglia sempre nuova. Sì: Dio ci dona il suo tempo, perché è entrato nella storia con la sua parola e le sue opere di salvezza, per aprirla all’eterno, per farla diventare storia di alleanza. In questa prospettiva, il tempo è già in se stesso un segno fondamentale dell’amore di Dio: un dono che l’uomo, come ogni altra cosa, è in grado di valorizzare o, al contrario, di sciupare; di cogliere nel suo significato, o di trascurare con ottusa superficialità.

Tre poi sono i grandi "cardini" del tempo, che scandiscono la storia della salvezza: all’inizio la creazione, al centro l’incarnazione-redenzione e al termine la "parusia", la venuta finale che comprende anche il giudizio universale. Questi tre momenti però non sono da intendersi semplicemente in successione cronologica. Infatti, la creazione è sì all’origine di tutto, ma è anche continua e si attua lungo l’intero arco del divenire cosmico, fino alla fine dei tempi. Così pure l’incarnazione-redenzione, se è avvenuta in un determinato momento storico, il periodo del passaggio di Gesù sulla terra, tuttavia estende il suo raggio d’azione a tutto il tempo precedente e a tutto quello seguente. E a loro volta l’ultima venuta e il giudizio finale, che proprio nella Croce di Cristo hanno avuto un decisivo anticipo, esercitano il loro influsso sulla condotta degli uomini di ogni epoca.

Il tempo liturgico dell’Avvento celebra la venuta di Dio, nei suoi due momenti: dapprima ci invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; quindi, avvicinandosi il Natale, ci chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza. Ma il Signore viene continuamente nella nostra vita. Quanto mai opportuno è quindi l’appello di Gesù, che in questa prima Domenica ci viene riproposto con forza: "Vegliate!" (Mc 13,33.35.37). E’ rivolto ai discepoli, ma anche "a tutti", perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza. Questo comporta un giusto distacco dai beni terreni, un sincero pentimento dei propri errori, una carità operosa verso il prossimo e soprattutto un umile e fiducioso affidamento alle mani di Dio, nostro Padre tenero e misericordioso. Icona dell’Avvento è la Vergine Maria, la Madre di Gesù. InvochiamoLa perché aiuti anche noi a diventare un prolungamento di umanità per il Signore che viene.


[Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

Il 30 novembre ricorre la festa dell’Apostolo sant’Andrea, fratello di Simon Pietro. Entrambi furono dapprima seguaci di Giovanni il Battista e, dopo il battesimo di Gesù nel Giordano, divennero suoi discepoli, riconoscendo in Lui il Messia. Sant’Andrea è patrono del Patriarcato di Costantinopoli, così che la Chiesa di Roma si sente legata a quella costantinopolitana da un vincolo di speciale fraternità. Perciò, secondo la tradizione, in questa felice circostanza una delegazione della Santa Sede, guidata dal Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, si è recata in visita al Patriarca Ecumenico Bartolomeo I. Di tutto cuore rivolgo il mio saluto e il mio augurio a lui e ai fedeli del Patriarcato, invocando su tutti l’abbondanza delle celesti benedizioni.

Vorrei invitarvi a unirvi nella preghiera per le numerose vittime sia dei brutali attacchi terroristici di Mumbai, in India, sia degli scontri scoppiati a Jos, in Nigeria, come pure per i feriti e quanti, in qualsiasi modo, sono stati colpiti. Diverse sono le cause e le circostanze di quei tragici avvenimenti, ma comuni devono essere l’orrore e la deplorazione per l’esplosione di tanta crudele e insensata violenza. Chiediamo al Signore di toccare il cuore di coloro che si illudono che questa sia la via per risolvere i problemi locali o internazionali e sentiamoci tutti spronati a dare esempio di mitezza e di amore per costruire una società degna di Dio e dell’uomo.





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09/12/2008 18:26

Benedetto XVI: in Avvento Dio vuole "parlare al cuore del suo Popolo"


Intervento in occasione dell'Angelus domenicale



* * *



Cari fratelli e sorelle!

Da una settimana stiamo vivendo il tempo liturgico dell'Avvento: tempo di apertura al futuro di Dio, tempo di preparazione al santo Natale, quando Lui, il Signore, che è la novità assoluta, è venuto ad abitare in mezzo a questa umanità decaduta per rinnovarla dall'interno. Nella liturgia dell'Avvento risuona un messaggio pieno di speranza, che invita ad alzare lo sguardo all'orizzonte ultimo, ma al tempo stesso a riconoscere nel presente i segni del Dio-con-noi. In questa seconda Domenica di Avvento la Parola di Dio assume gli accenti commoventi del cosiddetto Secondo Isaia, che agli Israeliti, provati da decenni di amaro esilio in Babilonia, annunciò finalmente la liberazione: "Consolate, consolate il mio popolo - dice il profeta a nome di Dio -. Parlate al cuore di Gerusalemme e ditele che la sua tribolazione è compiuta" (Is 40,1-2). Questo vuole fare il Signore in Avvento: parlare al cuore del suo Popolo e, per suo tramite, all'umanità intera, per annunciare la salvezza. Anche oggi si leva la voce della Chiesa: "Nel deserto preparate la via del Signore" (Is 40, 3). Per le popolazioni sfinite dalla miseria e dalla fame, per le schiere dei profughi, per quanti patiscono gravi e sistematiche violazioni dei loro diritti, la Chiesa si pone come sentinella sul monte alto della fede e annuncia: "Ecco il vostro Dio! Ecco il Signore Dio viene con potenza" (Is 40,11).

Questo annuncio profetico si è realizzato in Gesù Cristo. Egli, con la sua predicazione e poi con la sua morte e risurrezione, ha portato a compimento le antiche promesse, rivelando una prospettiva più profonda e universale. Ha inaugurato un esodo non più solo terreno, storico, e come tale provvisorio, ma radicale e definitivo: il passaggio dal regno del male al regno di Dio, dal dominio del peccato e della morte a quello dell'amore e della vita. Pertanto, la speranza cristiana va oltre la legittima attesa di una liberazione sociale e politica, perché ciò che Gesù ha iniziato è un'umanità nuova, che viene "da Dio", ma al tempo stesso germoglia in questa nostra terra, nella misura in cui essa si lascia fecondare dallo Spirito del Signore. Si tratta perciò di entrare pienamente nella logica della fede: credere in Dio, nel suo disegno di salvezza, ed al tempo stesso impegnarsi per la costruzione del suo Regno. La giustizia e la pace, infatti, sono dono di Dio, ma richiedono uomini e donne che siano "terra buona", pronta ad accogliere il buon seme della sua Parola.

Primizia di questa nuova umanità è Gesù, Figlio di Dio e figlio di Maria. Lei, la Vergine Madre, è la "via" che Dio stesso si è preparata per venire nel mondo. Con tutta la sua umiltà, Maria cammina alla testa del nuovo Israele nell'esodo da ogni esilio, da ogni oppressione, da ogni schiavitù morale e materiale, verso "i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali abita la giustizia" (2 Pt 3,13). Alla sua materna intercessione affidiamo l'attesa di pace e di salvezza degli uomini del nostro tempo.

[Il Papa ha poi salutato i pellegrini in diverse lingue. In Italiano ha detto:]

Nei giorni scorsi è morto il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Sua Santità Alessio II. Ci uniamo nella preghiera ai nostri fratelli ortodossi per raccomandare la sua anima alla bontà del Signore, affinché lo accolga nel suo Regno di luce e di pace.

Nel pomeriggio di giovedì prossimo, 11 dicembre, incontrerò nella Basilica di San Pietro gli universitari degli Atenei romani, al termine della Santa Messa che sarà presieduta dal Cardinale Agostino Vallini. In occasione dell'Anno Paolino, consegnerò ai giovani studenti la Lettera ai Romani dell'apostolo Paolo, e sarò lieto di salutarli, insieme con i Rettori, i docenti e il personale tecnico e amministrativo, in questo tradizionale appuntamento che prepara al Santo Natale.

Sono lieto di rivolgere un particolare saluto ai Chierici Mariani dell'Immacolata Concezione, che domani inizieranno il giubileo centenario della rinascita e della riforma della loro Congregazione. Cari Fratelli, la Vergine Maria vi ottenga abbondanti grazie e vi aiuti a rimanere sempre fedeli al vostro carisma.

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Pian Camuno, Castro e Salerno, e i giovani dell'Oratorio San Giuseppe di Vittoria. Un saluto speciale rivolgo anche alla Banda Sociale di Dro e al Coro "Costalta" di Baselga di Piné, in Diocesi di Trento. A tutti auguro una buona domenica e una felice festa dell'Immacolata.


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15/12/2008 09:12

Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare

l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
In questa III Domenica di Avvento sono presenti tra gli altri i bambini delle parrocchie e delle scuole di Roma, per la benedizione dei "Bambinelli" per i presepi delle famiglie, delle scuole e delle parrocchie, organizzata dal Centro Oratori Romani.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana
:


Cari fratelli e sorelle,

questa domenica, la terza del tempo di Avvento, è detta "Domenica gaudete", "siate lieti", perché l’antifona d’ingresso della Santa Messa riprende un’espressione di san Paolo nella Lettera ai Filippesi che così dice: "Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti". E subito dopo aggiunge la motivazione: "Il Signore è vicino" (Fil 4,4-5). Ecco la ragione della gioia. Ma che cosa significa che "il Signore è vicino"? In che senso dobbiamo intendere questa "vicinanza" di Dio? L’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Filippi, pensa evidentemente al ritorno di Cristo, e li invita a rallegrarsi perché esso è sicuro. Tuttavia, lo stesso san Paolo, nella sua Lettera ai Tessalonicesi, avverte che nessuno può conoscere il momento della venuta del Signore (cfr 1 Ts 5,1-2) e mette in guardia da ogni allarmismo, quasi che il ritorno di Cristo fosse imminente (cfr 2 Ts 2,1-2). Così, già allora, la Chiesa, illuminata dallo Spirito Santo, comprendeva sempre meglio che la "vicinanza" di Dio non è una questione di spazio e di tempo, bensì una questione di amore: l’amore avvicina! Il prossimo Natale verrà a ricordarci questa verità fondamentale della nostra fede e, dinanzi al Presepe, potremo assaporare la letizia cristiana, contemplando nel neonato Gesù il volto del Dio che per amore si è fatto a noi vicino.

In questa luce, è per me un vero piacere rinnovare la bella tradizione della benedizione dei "Bambinelli", le statuette di Gesù Bambino da deporre nel presepe. Mi rivolgo in particolare a voi, cari ragazzi e ragazze di Roma, venuti stamattina con i vostri "Bambinelli", che ora benedico.

Vi invito a unirvi a me seguendo attentamente questa preghiera:

Dio, nostro Padre,
tu hai tanto amato gli uomini
da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù,
nato dalla Vergine Maria,
per salvarci e ricondurci a te.

Ti preghiamo, perché con la tua benedizione
queste immagini di Gesù, che sta per venire tra noi,
siano, nelle nostre case,
segno della tua presenza e del tuo amore.

Padre buono,
dona la tua benedizione anche a noi,
ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici.

Apri il nostro cuore,
affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia,
fare sempre ciò che egli chiede
e vederlo in tutti quelli
che hanno bisogno del nostro amore.

Te lo chiediamo nel nome di Gesù,
tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace.


Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.

Ed ora recitiamo insieme la preghiera dell’Angelus Domini, invocando l’intercessione di Maria affinché Gesù, che nascendo porta agli uomini la benedizione di Dio, sia accolto con amore in tutte le case di Roma e del mondo.











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22/12/2008 18:33

All'Angelus il Papa afferma che capire meglio le leggi della natura significa anche avvicinarsi a Dio

L'astronomia
segna i tempi della preghiera


La funzione dell'astronomia nello scandire i tempi della preghiera è stata ricordata da Benedetto XVI all'Angelus del 21 dicembre. Durante l'appuntamento mariano con i tantissimi fedeli convenuti in piazza San Pietro nell'ultima domenica di Avvento, il Papa ha parlato dei suoi predecessori "cultori di questa scienza" - Silvestro ii, Gregorio xiii e san Pio x - evidenziando che il 2009 sarà l'anno mondiale dell'astronomia, in concomitanza con il iv centenario delle prime osservazioni di Galileo Galilei.

Cari fratelli e sorelle,
il Vangelo di questa quarta domenica di Avvento ci ripropone il racconto dell'Annunciazione (Lc 1, 26-38), il mistero a cui ritorniamo ogni giorno recitando l'Angelus. Questa preghiera ci fa rivivere il momento decisivo, in cui Dio bussò al cuore di Maria e, ricevuto il suo "sì", incominciò a prendere carne in lei e da lei. L'orazione "Colletta" della Messa odierna è la stessa che si recita al termine dell'Angelus e, in italiano, dice così:  "Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre. Tu, che all'annunzio dell'Angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione". A pochi giorni ormai dalla festa del Natale, siamo invitati a fissare lo sguardo sul mistero ineffabile che Maria ha custodito per nove mesi nel suo grembo verginale:  il mistero di Dio che si fa uomo. È questo il primo cardine della redenzione. Il secondo è la morte e risurrezione di Gesù, e questi due cardini inseparabili manifestano un unico disegno divino:  salvare l'umanità e la sua storia assumendole fino in fondo col farsi carico interamente di tutto il male che le opprime.
Questo mistero di salvezza, oltre a quella storica, ha una dimensione cosmica:  Cristo è il sole di grazia che, con la sua luce, "trasfigura ed accende l'universo in attesa" (Liturgia). La stessa collocazione della festa del Natale è legata al solstizio d'inverno, quando le giornate, nell'emisfero boreale, ricominciano ad allungarsi. A questo proposito, forse non tutti sanno che Piazza San Pietro è anche una meridiana:  il grande obelisco, infatti, getta la sua ombra lungo una linea che corre sul selciato verso la fontana sotto questa finestra, ed in questi giorni l'ombra è la più lunga dell'anno. Questo ci ricorda la funzione dell'astronomia nello scandire i tempi della preghiera. L'Angelus, ad esempio, si recita al mattino, a mezzogiorno e alla sera, e con la meridiana, che anticamente serviva proprio per conoscere il "mezzogiorno vero", si regolavano gli orologi.
Il fatto che proprio oggi, 21 dicembre, in questa stessa ora, cade il solstizio d'inverno, mi offre l'opportunità di salutare tutti coloro che parteciperanno a vario titolo alle iniziative per l'anno mondiale dell'astronomia, il 2009, indetto nel 4° centenario delle prime osservazioni al telescopio di Galileo Galilei. Tra i miei Predecessori di venerata memoria vi sono stati cultori di questa scienza, come Silvestro ii, che la insegnò, Gregorio xiii, a cui dobbiamo il nostro calendario, e san Pio x, che sapeva costruire orologi solari. Se i cieli, secondo le belle parole del salmista, "narrano la gloria di Dio" (Sal 19[18], 2), anche le leggi della natura, che nel corso dei secoli tanti uomini e donne di scienza ci hanno fatto capire sempre meglio, sono un grande stimolo a contemplare con gratitudine le opere del Signore.
Torniamo ora con lo sguardo verso Maria e Giuseppe, che attendono la nascita di Gesù, ed impariamo da loro il segreto del raccoglimento per gustare la gioia del Natale. Prepariamoci ad accogliere con fede il Redentore che viene a stare con noi, Parola d'amore di Dio per l'umanità di ogni tempo.

Al termine della preghiera mariana il Pontefice ha salutato nelle varie lingue i gruppi di fedeli presenti. Tra questi, cinquanta sacerdoti dei Legionari di Cristo, che il giorno precedente avevano ricevuto l'ordinazione nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.

Chers frères et soeurs francophones, aujourd'hui nous sommes invités à contempler Marie, modèle du coeur qui écoute. Elle nous montre la fécondité de la Parole de Dieu vécue dans l'obéissance de la Foi. A son exemple, en ce temps ultime de préparation à la fête de Noël, par l'écoute et la méditation de la Parole, recherchons la volonté de Dieu, afin de vivre intensément, dans la confiance, les merveilles du Seigneur à l'oeuvre dans nos vies. Avec ma Bénédiction apostolique.

I am pleased to greet all the English-speaking pilgrims gathered for this Angelus. In today's liturgy, we recall how the Virgin Mary was invited by the Angel to conceive the one in whom the fullness of divinity would dwell:  Jesus, the "Son of the Most High". As we prepare to celebrate his birth, let us not be afraid to say "Yes" to the Lord, so that we may join Our Lady in singing his goodness for ever. May God bless all of you!

Einen frohen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Gott will uns in unserem persönlichen Leben nahe sein. Er ist der "Gott mit uns", und er wartet als der, der uns wirklich liebt, auf unsere Antwort. Maria hat sie ihm gegeben, und wir wollen versuchen, mit ihr zu sprechen:  "Mir geschehe, wie du es gesagt hast". Dann erfahren auch wir, daß Gott uns teilhaben läßt an seiner heilbringenden Gegenwart. - Der Herr schenke euch ein gnadenreiches Weihnachtsfest!

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. El Evangelio que se ha proclamado en este cuarto domingo de Adviento nos presenta la escena de la Anunciación del Arcángel Gabriel, en la que mediante el fiat de María, el Verbo eterno se hizo carne en su seno virginal. Pongamos a la Santísima Virgen como intercesora en estos últimos días de preparación para la Navidad. Que ella nos alcance la gracia de estar bien dispuestos para recibir al Niño-Dios en nuestras vidas. Muchas gracias y feliz domingo.
Serdecznie pozdrawiam Polaków obecnych tu w Rzymie, w Polsce i w swiecie. Ostatnia Niedziela Adwentu wprowadza nas w nastrój Bozego Narodzenia. Za kilka dni:  Wigilia, lamanie sie oplatkiem, Pasterka, spotkanie z Jezusem Narodzonym. Niech te chwile przyniosa kazdemu z was, waszym rodzinom i bliskim milosc, pojednanie, pokój i dobro. Niech Chrystus narodzi sie w waszych sercach. Zycze wszystkim blogoslawionych swiat!
[Saluto cordialmente i Polacchi presenti qui a Roma, in Polonia e nel mondo. L'ultima Domenica d'Avvento ci introduce nell'atmosfera del Natale. Tra pochi giorni vi aspetta la "Vigilia", durante la quale spezzerete il pane bianco di Natale, la Santa Messa della notte, l'incontro con Gesù nato. Questi momenti portino a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e ai vostri cari l'amore, la riconciliazione, la pace e il bene. Nei vostri cuori nasca Gesù. A voi tutti auguro felici feste di Natale.]

Sono lieto di salutare i 50 sacerdoti novelli dei Legionari di Cristo, che ieri hanno ricevuto l'Ordinazione per le mani del Cardinale Angelo Sodano nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Carissimi, l'amore di Cristo, che spinse san Paolo nella sua missione, animi sempre il vostro ministero. Vi benedico di cuore insieme con i vostri cari!
Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Gorla Minore e l'associazione "Quelli della Rosa Gialla", di Palermo, che ha realizzato un'opera teatrale ispirata alla testimonianza del compianto Don Pino Puglisi. A tutti auguro una buona domenica e un Natale di gioia e di pace.



(©L'Osservatore Romano - 22-23 dicembre 2008)
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30/12/2008 16:49

L'Angelus di Benedetto XVI in collegamento con i partecipanti
all'incontro delle famiglie a Madrid

La famiglia modello di amore
e di solidarietà per ogni società


Preoccupazione del Pontefice per il diffondersi del lavoro precario

La famiglia è modello di amore, collaborazione, solidarietà:  lo ha ricordato il Papa all'Angelus di domenica 28 dicembre, recitato da piazza San Pietro in collegamento con Madrid, dove si è svolto l'incontro delle famiglie. Il Pontefice ha chiesto ai partecipanti alla manifestazione di testimoniare al mondo "quanto sia importante la famiglia per la persona umana e per la società", assicurando le sue preghiere "per quanti in ogni famiglia hanno maggiori necessità di salute, lavoro, conforto e compagnia".

Cari fratelli e sorelle!
In questa domenica, che segue il Natale del Signore, celebriamo con gioia la Santa Famiglia di Nazaret. Il contesto è il più adatto, perché il Natale è per eccellenza la festa della famiglia. Lo dimostrano tante tradizioni e consuetudini sociali, specialmente l'usanza di riunirsi insieme, in famiglia appunto, per i pasti festivi e per gli auguri e lo scambio dei doni; e, come non rilevare che in queste circostanze, il disagio e il dolore causati da certe ferite familiari vengono amplificati? Gesù ha voluto nascere e crescere in una famiglia umana; ha avuto la Vergine Maria come mamma e Giuseppe che gli ha fatto da padre; essi l'hanno allevato ed educato con immenso amore. La famiglia di Gesù merita davvero il titolo di "santa", perché è tutta presa dal desiderio di adempiere la volontà di Dio, incarnata nell'adorabile presenza di Gesù. Da una parte, è una famiglia come tutte e, in quanto tale, è modello di amore coniugale, di collaborazione, di sacrificio, di affidamento alla divina Provvidenza, di laboriosità e di solidarietà, insomma, di tutti quei valori che la famiglia custodisce e promuove, contribuendo in modo primario a formare il tessuto di ogni società. Al tempo stesso, però, la Famiglia di Nazaret è unica, diversa da tutte, per la sua singolare vocazione legata alla missione del Figlio di Dio. Proprio con questa sua unicità essa addita ad ogni famiglia, e in primo luogo alle famiglie cristiane, l'orizzonte di Dio, il primato dolce ed esigente della sua volontà, la prospettiva del Cielo al quale siamo destinati. Per tutto questo oggi rendiamo grazie a Dio, ma anche alla Vergine Maria e a San Giuseppe, che con tanta fede e disponibilità hanno cooperato al disegno di salvezza del Signore.

Per esprimere la bellezza e il valore della famiglia, oggi si sono date appuntamento a Madrid migliaia di persone. Ad esse voglio ora rivolgermi in lingua spagnola.

Dirijo ahora un cordial saludo a los participantes que se encuentran reunidos en Madrid en esta entrañable fiesta para orar por la familia y comprometerse a trabajar en favor de ella con fortaleza y esperanza. La familia es ciertamente una gracia de Dios, que deja traslucir lo que Él mismo es:  Amor. Un amor enteramente gratuito, que sustenta la fidelidad sin límites, aun en los momentos de dificultad o abatimiento. Estas cualidades se encarnan de manera eminente en la Sagrada Familia, en la que Jesús vino al mundo y fue creciendo y llenándose de sabiduría, con los cuidados primorosos de María y la tutela fiel de San José. Queridas familias, no dejéis que el amor, la apertura a la vida y los lazos incomparables que unen vuestro hogar se desvirtúen. Pedídselo constantemente al Señor, orad juntos, para que vuestros propósitos sean iluminados por la fe y ensalzados por la gracia divina en el camino hacia la santidad. De este modo, con el gozo de vuestro compartir todo en el amor, daréis al mundo un hermoso testimonio de lo importante que es la familia para el ser humano y la sociedad. El Papa está a vuestro lado, pidiendo especialmente al Señor por quienes en cada familia tienen mayor necesidad de salud, trabajo, consuelo y compañía. En esta oración del Ángelus, os encomiendo a todos a nuestra Madre del cielo, la Santísima Virgen María.
[Rivolgo ora un cordiale saluto ai partecipanti che si trovano riuniti a Madrid in questa commovente festa per pregare per la famiglia e impegnarsi a lavorare in favore di essa con forza e speranza. La famiglia è certamente una grazia di Dio, che lascia trasparire ciò che Egli stesso è:  Amore. Un amore pienamente gratuito, che sostiene la fedeltà senza limiti, persino nei momenti di difficoltà o di abbattimento. Queste qualità si riscontrano in modo eminente nella Santa Famiglia, nella quale Gesù è venuto al mondo ed è cresciuto ricolmo di sapienza, con le cure premurose di Maria e la custodia fedele di san Giuseppe. Care famiglie, non lasciate che l'amore, l'apertura alla vita e i vincoli incomparabili che uniscono il vostro focolare si indeboliscano. Domandatelo costantemente al Signore, pregate uniti, affinché i vostri propositi siano illuminati dalla fede e corroborati dalla grazia divina sulla via verso la santità. In tal modo, con la gioia del vostro condividere tutto nell'amore, darete al mondo una bella testimonianza di quanto sia importante la famiglia per la persona umana e per la società. Il Papa sta al vostro fianco, pregando specialmente il Signore per quanti in ogni famiglia hanno maggiori necessità di salute, lavoro, conforto e compagnia. In questa preghiera dell'Angelus, vi affido tutti alla nostra Madre del cielo, la Santissima Vergine Maria].

Cari fratelli e sorelle, parlando della famiglia, non posso poi non ricordare che, dal 14 al 18 gennaio 2009, avrà luogo a Città del Messico il vi Incontro Mondiale delle Famiglie. Preghiamo sin d'ora per questo importante evento ecclesiale, e affidiamo al Signore ogni famiglia, specialmente quelle più provate dalle difficoltà della vita e dalle piaghe dell'incomprensione e della divisione. Il Redentore, nato a Betlemme, doni a tutte la serenità e la forza di camminare unite nella via del bene.

Al termine dell'Angelus, dopo l'appello per la pace in Terra Santa - che pubblichiamo in prima pagina - Benedetto XVI ha rivolto parole di saluto nelle diverse lingue ai gruppi presenti in piazza San Pietro.

Nella notte di Natale del 1968 il Papa Paolo vi celebrò la Santa Messa nello stabilimento dell'Italsider - oggi Ilva - di Taranto. Per commemorare quell'evento, l'Arcivescovo di Taranto, Mons. Benigno Luigi Papa, ha presieduto stamani nel medesimo luogo la Celebrazione eucaristica. A lui e a tutti i lavoratori rivolgo il mio caloroso saluto. Colgo l'occasione per esprimere preoccupazione per l'aumento di forme di lavoro precario, e faccio appello affinché le condizioni lavorative siano sempre dignitose per tutti.

Je vous salue avec joie, chers pèlerins francophones. En ce temps de Noël, l'Eglise nous invite à fêter la Sainte Famille. L'amour et la tendresse, la disponibilité et la confiance, la patience et le dévouement $\discret étaient au coeur du foyer de Marie et de Joseph. Aujourd'hui rendons grâce pour toutes les familles qui sont heureuses, et confions au Seigneur toutes les familles qui sont dans la difficulté, afin qu'elles puissent trouver accueil, aide et réconfort. Avec ma Bénédiction apostolique.

I welcome all the English-speaking pilgrims at this Angelus. Today we recall how Mary and Joseph, after presenting Jesus in the temple, took the child to Nazareth and began their life as a family. May all families strive to imitate their faith, hope and charity, so as to bear greater witness to the singular importance of the "domestic church" for the life of the universal Church and for society. God bless you all!

Einen weihnachtlichen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Das Evangelium des heutigen Sonntags der Heiligen Familie führt uns die Kindheit Jesu vor Augen. Bei seinen gottesfürchtigen Eltern Josef und Maria wuchs das Kind Jesus heran, es wurde kräftig und Gott erfüllte es mit Weisheit. Das Beispiel der Heiligen Familie sei uns allen ein Vorbild für echte Frömmigkeit, Respekt vor dem Nächsten und aufrichtige Hilfsbereitschaft. Der Herr schenke euch dazu seine Gnade.

Doy mi bienvenida a los peregrinos de lengua española que participan en el rezo del Ángelus, en este domingo en el que celebramos la Sagrada Familia. Pidamos por todas las familias del mundo para que en sus hogares se viva y transmita la fe, siendo así testigos del amor en el mundo. ¡Feliz día del Señor!

Serdecznie pozdrawiam Polaków. Dzis, w niedziele sw. Rodziny kontemplujemy milosc Maryi, Józefa i Jezusa. Ta wzajemna milosc, umocniona laska Boza, pomagala przetrwac wszelkie przeciwnosci i byla fundamentem ich rodzinnego szczescia. Oby i dzis jednoczyla malzonków, rodziców i dzieci, na chwale Boza i ku pomyslnosci wszystkich. Niech Bóg wam blogoslawi.
[Saluto cordialmente i polacchi. Oggi, nella domenica della Santa Famiglia contempliamo l'amore di Maria, di Giuseppe e di Gesù. Quest'amore reciproco, rafforzato con la grazia di Dio, li ha aiutati a sostenere ogni avversità ed è stato il fondamento della loro felicità famigliare. Unisca anche oggi gli sposi, i genitori e i bambini, per la gloria di Dio e per la prosperità di tutti. Dio vi benedica.]

Ricorre oggi il centenario del tragico terremoto che colpì Messina, radendola quasi totalmente al suolo e mietendo migliaia di vittime. I messinesi però non si lasciarono abbattere e, sostenuti da una straordinaria solidarietà, si risollevarono. Il mio predecessore San Pio x, che avrebbe voluto recarsi personalmente a Messina, inviò ingenti aiuti e ospitò a Roma i seminaristi. A distanza di cento anni, desidero inviare ai messinesi un affettuoso pensiero, con l'augurio che nei loro cuori arda sempre la speranza cristiana.

Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i gruppi giovanili venuti da Domegliara, da Bellagio e da Lugo per approfondire la conoscenza dell'Apostolo Paolo e visitare la sua Tomba. Saluto poi i cresimandi di Gemona del Friuli, gli operatori pastorali di Meta di Sorrento e gli amici della Fraterna Domus. A tutti auguro una buona domenica e una serena fine d'anno, nella gratitudine a Dio per tutti i suoi benefici. Auguri di ogni bene!



(©L'Osservatore Romano - 29-30 dicembre 2008)
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