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«No» al crocifisso, è scontro in Spagna

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2008 00:36
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25/11/2008 18:50

 «No» al crocifisso, è scontro in Spagna
 Il cardinale Cañizares: «Sentenza segno di cristofobia»

 la polemica a Valladolid
 Il presidente regionale Herrera ricorrerà contro la decisione L’arcivesco della città settentrionale: «È in gioco la libertà religiosa» Reazioni anche in Italia. Casini: «Ridicolizzata la laicità dello Stato»


 DI MICHELA CORICELLI
 L o scorso aprile, quando i ministri della squadra di José Luis Rodriguez Zapatero giurarono (o promisero) di fronte al re Juan Carlos, sul tavo­lo non c’era soltanto il testo della Costituzione. In un angolo c’era anche un crocifisso: un simbolo religio­so, ma in quel contesto soprattutto un simbolo stori­co (visto che già la Carta del 1978 assicurò il carattere aconfessionale dello Stato spagnolo).
  Davanti alla croce nessuno gridò allo scandalo, né ri­corse ai tribunali. Eppure – ciclicamente – il tema dei crocifissi (sì o no nei luoghi pubblici?) torna a surri­scaldare un vecchio dibattito in Spagna. Questa volta è toccato a Valladolid (terra natale del premier Zapa­tero): una splendida cittadina della comunità auto­noma di Castiglia e León, famosa per le grandi pro­cessioni della Settimana Santa e per l’immenso patri­monio artistico religioso. Il giudice Alejandro Valentin ha stabilito che dovranno essere rimossi tutti i croci­fissi dalle aule e dagli spazi comuni della scuola pub­blica Macias Picavea. Il magistrato ha accolto la ri­chiesta che aveva presentato nel 2005 un’associazio­ne di genitori, nonostante la posizione contraria del consiglio scolastico (che quelle croci non vorrebbe proprio toglierle dai muri dell’istituto). Secondo Va­lentin «la presenza di simboli dove ci sono minori in piena fase di formazione potrebbe provocare in loro la sensazione che lo Stato è più vicino» al cattolicesi­mo rispetto ad altre religioni. Afferrandosi a questa sentenza, ora il Partito socialista della Castiglia e León (che nella regione è all’opposizione) vorrebbe toglie­re i crocifissi da tutte le scuole pubbliche della comu­nità autonoma. Ma il presidente regionale Juan Vi­cente Herrera – che potrebbe presentare un ricorso contro la sentenza – ricorda proprio il giuramento dei ministri: «A nessuno è venuto in mente che la presen­za del crocifisso potesse delegittimare il governo, che è democratico e laico nella Spagna del XXI secolo».
  Al di là delle polemiche politiche (alternative mo­mentanee al dibattito sulla grave crisi economica in corso in Spagna), la vicenda solleva altri interrogativi. «Il crocifisso in una cultura come la nostra non ferisce nessuno: è solo amore e pace», ma il problema qui è anche «la libertà religiosa», avverte l’arcivescovo di Val­ladolid, Braulio Rodríguez Plaza ai microfoni della Ra­dio Vaticana.
  «In base a questa sentenza qualunque se­gno religioso potrebbe essere tolto e cancellato». Per il cardinale Antonio Cañizares, arcivescovo di Toledo, non si tratta di un fatto isolato, ma di «cristofobia che, in definitiva, è odio di se stessi». In un contesto di lai­cismo ideologico, la famiglia e la Chiesa «sono ostacoli da abbattere per imporre un nuovo progetto di uomo e società», che «distrugge l’uomo».
  L’eliminazione di un simbolo profondamente radica­to nella storia spagnola come il crocifisso – assicura il cardinale Carlos Amigo, arcivescovo di Siviglia – «non favorisce la convivenza»: «L’importante è educare i bambini di Valladolid a rispettare i simboli religiosi di qualsiasi credo».
  Una sentenza che rivela una «progressiva perdita di memoria rispetto a tradizioni e valori che hanno da­to sostanza all’Europa», è invece il commento del Sir.
 La sentenza – scrive l’agenzia – riflette un «orienta­mento che serpeggia in Europa e che tende a relegare sempre più la religione nell’ambito del privato». Sem­bra che l’Europa abbia «paura di guardare in faccia al­la dimensione religiosa e al suo radicarsi storicamen­te nelle pieghe dei popoli e degli Stati. È difficile pen­sare al crocifisso spagnolo come a una minaccia per l’educazione e lo Stato laico».
  Reazioni anche dal mondo politico italiano. Per Ro­berto Calderoli, ministro per la Semplificazione nor­mativa «il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma è il simbolo di quei valori su cui abbiamo costrui­to la nostra storia e la nostra civiltà». Gli fa eco il lea­der dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: «La laicità dello Stato è un principio troppo serio per essere ridicoliz­zato, come è avvenuto in Spagna. Il suo presupposto è garanzia della piena attuazione dei diritti di ciascu­no e, tra questi, anche l’esposizione di simboli religio­si che, ben lungi da interferire sul libero sviluppo del­le coscienze dei giovani, rappresenta l’identità e la sto­ria di un popolo».

http://www.avvenire.it/

 

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25/11/2008 19:42

Mi viene difficile da capire che fastidio possano dare i crocifissi nei luoghi pubblici, d'altro canto le radici dell'Europa sono cristiane e in Spagna sono prettamente cattoliche, se la cattolica Spagna disprezza le sue radici per un falso laicismo non sarà forse un preludio ad un'Europa atea e anticristiana?
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26/11/2008 09:41

Re:
Crismon, 25/11/2008 19.42:

Mi viene difficile da capire che fastidio possano dare i crocifissi nei luoghi pubblici, d'altro canto le radici dell'Europa sono cristiane e in Spagna sono prettamente cattoliche, se la cattolica Spagna disprezza le sue radici per un falso laicismo non sarà forse un preludio ad un'Europa atea e anticristiana?



Io spero in tutta sincerità che la tua visione di una Europa atea e ancor peggio anticristiana, sia molto lontana, anche se la Scrittura ci prospetta che negli ultimi tempi (tempi ancora lontani a mio avviso) ci sarà un cambiamento impensabile oggi, dove il cristianesimo sarà visto come un nemico per la pace mondiale.

Oggi sono in molti a credere che le cause delle non convivenze etiniche siano fondate dalle differenze religiose, naturalmente questo pensiero non è frutto dell'oggi laicista ma è altrettanto vero che oggi in occidente tali convinzioni si stanno propagando velocemente, anche grazie ad un relativismo religioso.

Non possiamo far altro che pregare il Signore, ma ancor di più essere testimoni veraci di quel Vangelo che noi dichiariamo la Verità che liberà!

Dio vi benedica!
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26/11/2008 10:12

Basterebbe fare un piccolo atto di coraggio ...come un'onda si propaga sul pelo del mare nn senza reazione da parte di quello che le sta intorno ,anche noi possiamo fare qualcosa...ad es. rifiutarsi di comperare qualcosa inerente ad Halloween insegnare ai ns piccoli piccoli gesti come il segno della croce...ad es....Che male farà poi quel simbolo della croce...Io mi ribello....a qta cultura del relativismo ,insidiosa come una serpe....noto un certo torpore soprattutto nella ns generazione e quella più cecente....Cristo?E chi è?Come sono vere le Sue parole "Qdo ritoenerò ,voi mi riconoscerete?" Come si aspetta un ospite,noi preperiamo la ns casa per la sua venuta...noi prepareremo la ns casa, la ns anima, per la Sua venuta?Quello che importa è il momento ultimo che avremo con noi e noi nn avremo più scampo ,sarà la ns coscienza che dovrà rispondere....il Signore ha in abominio la tiepidezza del cuore...saremo stati tiepidi...saremo tiepidi se noi lasceremo che un simbolo della ns cristianità verrà tolto....laCRoce....per noi cristiani è il Simbolo,oltre che il Credo....tolta la croce che rimarrà di Gesù.che ci ha fatto dono di conoscereil Padre come Abbà ,nn come un Dio lontano,indifferente alla sorte umana,quasi sadico di fronte alle ns sofferente...con la croce Gesù ci ha reso consapevoli del grande Amore di Dio per noi!Ci ha donatpo Suo Figlio, il Figlio!
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Re:
rondine0., 26/11/2008 10.12:

Basterebbe fare un piccolo atto di coraggio ...come un'onda si propaga sul pelo del mare nn senza reazione da parte di quello che le sta intorno ,anche noi possiamo fare qualcosa...ad es. rifiutarsi di comperare qualcosa inerente ad Halloween insegnare ai ns piccoli piccoli gesti come il segno della croce...ad es....Che male farà poi quel simbolo della croce...Io mi ribello....a qta cultura del relativismo ,insidiosa come una serpe....noto un certo torpore soprattutto nella ns generazione e quella più cecente....Cristo?E chi è?Come sono vere le Sue parole "Qdo ritoenerò ,voi mi riconoscerete?" Come si aspetta un ospite,noi preperiamo la ns casa per la sua venuta...noi prepareremo la ns casa, la ns anima, per la Sua venuta?Quello che importa è il momento ultimo che avremo con noi e noi nn avremo più scampo ,sarà la ns coscienza che dovrà rispondere....il Signore ha in abominio la tiepidezza del cuore...saremo stati tiepidi...saremo tiepidi se noi lasceremo che un simbolo della ns cristianità verrà tolto....laCRoce....per noi cristiani è il Simbolo,oltre che il Credo....tolta la croce che rimarrà di Gesù.che ci ha fatto dono di conoscereil Padre come Abbà ,nn come un Dio lontano,indifferente alla sorte umana,quasi sadico di fronte alle ns sofferente...con la croce Gesù ci ha reso consapevoli del grande Amore di Dio per noi!Ci ha donatpo Suo Figlio, il Figlio!




Grazie Rondine per questa tua riflessione, le tue parole mi hanno toccato il cuore.

E' vero ciò che dici, noi cristiani stessi stiamo perdendo quei valori che consideriamo non importanti invece hanno un significato profondo, a casa mia ho messo un crocefisso all'entrata di casa, ed ogni volta che entro o esco di casa non posso fare a meno di guardarlo e di farmi il segno della croce, ringraziando Gesù per il Dono che mi ha fatto!

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26/11/2008 14:21

Simbolo della Croce.
A proposito di segni....una mia collega qdo smontiamo e andiamo a timbrare passiamo sempre davanti alla cappella dell'Istituto dove lavoro ,fa sempre il segno della Croce...credimi...è un piccolo gesto ma qdo lo fa avverto la sacralità di quel momento....dentro nella cappella c'è il Tabernacolo...e a volte mi manca il respiro qdo penso che Gesù è là...vicino a noi....anche se so che Lui è onnipresente ,so che in quel luogo Lui ci aspetta....Ciao Daniele .Buona giornata![SM=g7427]
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28/11/2008 15:39

Spagna: cresce la polemica sulla sentenza contro i crocifissi

Su iniziativa dell'Associazione Culturale Scuola Laica a Valladolid

di Nieves San Martín

MADRID, giovedì, 27 novembre 2008 (ZENIT.org).- Il Cardinale Arcivescovo di Siviglia, Carlos Amigo Vallejo, ha affermato questo martedì che eliminare dalle scuole pubbliche il crocifisso, “che è un segno così radicato della nostra cultura, non favorisce assolutamente la convivenza tra le persone”.

Anche l'Arcivescovado di Valladolid ha difeso questa posizione di fronte a una sentenza giudiziaria che obbliga a ritirare i crocifissi da una scuola pubblica della città.

Le dichiarazioni ai media del Cardinale Amigo Vallejo, in un intervallo della XCII Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE), in svolgimento a Madrid, arrivano dopo una sentenza del Giudice per i Contenziosi Amministrativi numero 2 di Valladolid, che ordina di ritirare i crocifissi dalla scuola pubblica Macías Picavea della capitale della Castilla-León.

La sentenza afferma che la presenza di simboli religiosi nella scuola mina i diritti fondamentali di uguaglianza, libertà religiosa e aconfessionalità dello Stato raccolti nella Costituzione.

Il Cardinale Amigo si è detto in disaccordo con questa decisione, visto che “la convivenza si costruisce con il rispetto per le persone, non solo sbarazzandosi della ricchezza culturale di un Paese”.

“La cosa importante è che si insegni a questi bambini di Valladolid a rispettare i simboli religiosi di ogni religione”, ha affermato. “Mi sembra positivo che si ascolti” la società, “ma tutti, non solo un settore e a volte minoritario”.

“Abbiamo avuto dei problemi con la questione dei simboli”, ha ricordato. “Ricordiamoci del velo islamico, che ha anche portato a delle leggi in Francia”.

Fernando Pastor, dell'Associazione Culturale Scuola Laica e promotore del reclamo, ha insistito sul ritiro dei crocifissi “perché si applichi la legge e si rispettino i diritti di tutti i cittadini”, e ha riconosciuto che quando si è rivolto ai giudici tre anni fa non ha pensato alle conseguenze che avrebbe potuto avere una decisione favorevole.

La polemica si produce in un momento in cui in Spagna si verificano casi aneddotici di dichiarazioni di apostasia, depositati nei Vescovadi chiedendo che il proprio nome venga cancellato dal registro battesimale, il tutto di fronte alle telecamere e ai microfoni. Alcuni Vescovi hanno rifiutato, perché il battesimo è un fatto storico. Quello che hanno detto di poter fare è aggiungere una nota al margine dell'iscrizione nel libro battesimale, con la dichiarazione di apostasia dell'interessato.

In questi giorni, inoltre, in Spagna si sta verificando un altro fatto insolito: si creano associazioni di atei militanti con una dichiarata intenzione di sradicare tutto ciò che richiama la religione nella nostra società.

Non si tratta di non credere o di agnosticismo, ma di una militanza aggressiva contro i simboli religiosi negli spazi pubblici, una specie di uscita dalla tomba di tutti gli intolleranti che hanno favorito la persecuzione religiosa della II Repubblica spagnola negli anni Trenta del XX secolo.

La Giunta della Castilla y León ha espresso la sua disponibilità a ricorrere contro la sentenza: “Non posso condividere una parte delle argomentazioni della sentenza, secondo la quale la presenza di un simbolo religioso, come il crocifisso, è oggi in Spagna un elemento di aggressione, un elemento di indebolimento di diritti e libertà”, ha dichiarato il presidente Juan Vicente Herrera.

L'Arcivescovado di Valladolid ha chiesto il ricorso perché, in caso contrario, si potrebbe incorrere in un “evidente pregiudizio” per la cittadinanza, secondo il suo portavoce, Jorge Guerra, che ha affermato che la decisione parte da un concetto molto semplice e ridotto: “Il crocifisso, secondo altre decisioni dei tribunali, è qualcosa di più, perché rappresenta la dignità e la tolleranza delle persone”, e la presenza della croce in spazi pubblici “non obbliga le persone a manifestare alcun tipo di credo”.

Da parte sua, la Confederazione delle Federazioni di Associazioni di Genitori di Alunni e di Famiglia dell'Andalusia (CONFAPA) ha reso pubblica questo mercoledì una nota, firmata dal suo presidente Juan Mª del Pino Mata, in cui si dice che “di fronte alla situazione che si sta creando in altre regioni della Spagna riguardo alla presenza di simboli religiosi nelle scuole pubbliche” e “rispettando profondamente l'opinione degli organi giudiziari, non riusciamo a capire quale apporto negativo abbia la presenza di Gesù nella scuola”.

“Difenderemo – aggiunge – l'idea che il ritiro dei crocifissi dipenda dalle decisioni maggioritarie prese dalle associazioni di genitori di ogni centro, e il fatto che senza questo requisito non siano imposte nell'ambito scolastico le valutazioni di minoranze senza peso specifico nella nostra società a maggioranza cristiana”.

La nota conclude sottolineando che “sulla questione stanno intervenendo associazioni molto politicizzate, che non apportano alla vita scolastica nulla per il suo miglioramento e che anziché preoccuparsi della vera qualità dell'insegnamento per tutti portano solo atteggiamenti di radicalità ed esasperazione”.

In questo tempo liturgico che precede l'Avvento, come accade ogni anno, inizieranno a emergere dichiarazioni dei genitori degli alunni nelle scuole pubbliche chiedendo che non si realizzi nulla che abbia a che vedere con il Natale: né presepi, né rappresentazioni, nulla che possa anche lontanamente ricordare che alla fine dell'anno si celebra la nascita di Gesù.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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02/12/2008 00:36

Riflessione:
Mi sa che lo spirito dell'antiCristo sta prendendo piede, con la scusa della libertà individuale, alla faccia della libertà!!!

Viva Gesù Risorto!! dalla morte sulla Croce, LUI ha pagato per l'umanità!!

Grazie Signore!! [SM=g7300]
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