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Il Rapporto annuale Istat sulla situazione del Paese

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2009 08:07
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27/05/2009 08:07

Il Rapporto annuale Istat sulla situazione del Paese

In Italia

gravi difficoltà economiche per una famiglia su cinque


Roma, 26. Più di una famiglia italiana su cinque (il 22,2% del totale) ha difficoltà economiche di vario grado:  dal non poter affrontare spese impreviste fino al non avere i soldi per comprare cibo e vestiti o pagare l'affitto e le bollette. Si tratta di oltre 5,3 milioni di famiglie in valori assoluti. Al contrario, circa dieci milioni, ossia il 41,5% delle famiglie, non presentano alcun disagio. A questi, si aggiunge un altro 36,3% (8,8 milioni) che vive in condizioni di "relativo benessere". È quanto risulta dall'ultimo rapporto annuale Istat sulla situazione del Paese, presentato questa mattina.

Secondo lo studio, in particolare, circa due milioni e mezzo di famiglie (10,4% del totale) segnalano "difficoltà economiche più o meno gravi e risultano potenzialmente vulnerabili soprattutto a causa di forti vincoli di bilancio". Spesso non riescono a effettuare risparmi e nella maggioranza dei casi non hanno risorse per affrontare una spesa imprevista di 700 euro (83,5%). Circa un milione e 330.000 famiglie (5,5% del totale), invece, incontra "difficoltà nel fronteggiare alcune spese". La maggioranza di queste famiglie - dice il rapporto - si è trovata "almeno una volta nel corso del 2007 senza soldi per pagare le spese alimentari, i vestiti, le spese mediche e quelle per i trasporti". C'è, poi, un milione e 500.000 famiglie circa (6,3% del totale) che denunciano, "oltre a seri problemi di bilancio e di spesa quotidiana, più alti rischi di arretrati nel pagamento delle spese dell'affitto e delle bollette", oltre a "maggiori limitazioni nella possibilità di riscaldare adeguatamente la casa e nella dotazione di beni durevoli".

Dall'altro lato, circa dieci milioni di famiglie (il 41,5% del totale) mostrano "livelli inesistenti o minimi di disagio economico". Si tratta di famiglie con redditi alti e medio-alti, più diffuse nel nord del Paese. Infine, circa 8 milioni e 800.000 famiglie (il 36,3% del totale) vivono "in condizioni di relativo benessere":  si tratta prevalentemente di famiglie formate da adulti e anziani a reddito medio e di altre più giovani a reddito medio e medio-alto, che hanno come problema quasi esclusivo il rimborso del mutuo.

Dal rapporto dell'Istat si evidenzia inoltre come l'Italia sia uno dei Paesi europei con "la maggiore diffusione di situazioni di reddito relativamente basso:  una persona su cinque è a rischio di vulnerabilità economica". Rischi altrettanto elevati si osservano in Spagna, Grecia, Romania, Regno Unito e nei Paesi baltici. Il rischio di vulnerabilità riguarda, invece, soltanto una persona su dieci nei paesi scandinavi, nei Paesi Bassi, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia.

Il dato negativo si registra in Italia soprattutto nelle regioni meridionali:  nel 2007 risulta esposta al rischio meno dell'8% della popolazione nel nord-est, poco più del 10% nel nord-ovest e nel Centro e circa una persona su tre nel Mezzogiorno.

In particolare, la percentuale di popolazione a basso reddito nel Paese si attesta al 18,4%, sulla base di valori del 2006; l'incidenza risulta massima in Sicilia (41,2%), Campania (36,8%) e Calabria (36,4%). All'opposto, i valori meno elevati si registrano in Valle d'Aosta (6,8%) e nelle province autonome di Bolzano (6,6%) e Trento (3,8%).
Guardando al reddito disponibile, sempre nel 2006, le regioni del nord registrano un livello procapite superiore o prossimo ai 20.000 euro (20.300 euro al nord-ovest e 19.900 al nord-est); le regioni del centro mostrano livelli più bassi (18.500), pur mantenendosi al di sopra della media nazionale (16.200), mentre il Mezzogiorno detiene "storicamente" livelli sensibilmente più bassi, pari a 12.700 euro.

Anche il mercato del lavoro continua a evidenziare un divario strutturale tra il nord e il sud del Paese, pure se nel Mezzogiorno ci sono territori in controtendenza. In Italia comunque, per la prima volta dopo 13 anni, i disoccupati lo scors0 anno sono aumentati più degli occupati.
Dall'analisi del mercato, si ricava comunque l'esistenza di "alcune aree in difficoltà" anche al centro-nord, a fronte di buone condizioni occupazionali in Umbria e Toscana. Il quadro è invece più critico al sud e nelle isole:  i dati peggiori vengono da Calabria e Sicilia.

L'Italia sta conoscendo inoltre una nuova accentuata urbanizzazione in Molise, Puglia, Marche, Basilica e Veneto, per effetto dei flussi migratori. Nell'anno scolastico 2007-2008 gli alunni stranieri nelle scuole italiane sono arrivati a quota 574.000, in aumento dell'87% rispetto al 2003-2004. In aumento anche i matrimoni fra immigrati o misti:  almeno uno dei due sposi è straniero nel 13,8% dei matrimoni registrati in Italia (250.000) nel 2007. A gennaio 2009 gli stranieri residenti in Italia erano 3 milioni e 900.000.



(©L'Osservatore Romano - 27 maggio 2009)
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