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La Chiesa negli Stati Uniti continua a difendere la vita

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2009 08:40
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05/06/2009 08:40

In merito alla ricerca sulle staminali e per un'assistenza sanitaria più ampia

La Chiesa negli Stati Uniti continua a difendere la vita


Washington, 4. Continua la campagna dell'episcopato statunitense per chiedere la modifica delle linee guida messe a punto dai National Institutes for Health (Nih) in merito alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Allo stesso tempo, i vescovi degli Stati Uniti, attraverso il presidente della commissione episcopale sullo Sviluppo umano e la giustizia, monsignor William Francis Murphy, vescovo di Rockville Centre, ribadiscono il loro appello affinché venga al più presto varata una riforma del sistema sanitario che possa garantire assistenza a una porzione più vasta possibile della popolazione, sempre nel rispetto della vita e della sua dignità. Senza cioè, attraverso tale riforma, finanziare con denaro pubblico le pratiche abortive.

Sebbene sia concluso il termine di trenta giorni previsto per la raccolta di pareri sulle linee guida messe a punto dai Nih, l'episcopato continua attraverso il suo sito a raccogliere pareri, raggiungendo - secondo quanto ha comunicato al Catholic News Service, Deirdre A. McQuade, del segretariato per le attività pro life della Conferenza episcopale - 9.436 commenti. Donald M. Ralbovsky, dell'ufficio comunicazione e relazioni pubbliche dei Nih, ha reso noto che in trenta giorni sono stati più di 48.000 i commenti ricevuti sulle linee guida.

McQuade ha spiegato che altri 46.931 commenti sono stati indirizzati a senatori e deputati del Congresso, ai quali è stato chiesto di "opporsi all'uso dei dollari provenienti dalle tasse per promuovere la ricerca distruttiva sulle cellule staminali o qualsiasi forma di clonazione umana".

Bisogna appoggiare invece - si legge nei messaggi - "la ricerca sulle cellule staminali adulte che è eticamente legittima, non dannosa e già in grado di aiutare pazienti che soffrono diverse patologie".

La bozza di linee guida messa a punto dai Nih ha fatto seguito all'Executive order emanato dal presidente Barack Obama il 9 marzo scorso con il quale si è rovesciata la precedente disciplina, permettendo l'uso di fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali ricavate dagli embrioni. Su questo tema nei giorni scorsi la Conferenza episcopale degli Stati Uniti - come lo scorso 24 maggio ha riportato "L'Osservatore Romano" - era intervenuta, definendo le linee guida dei Nih discutibili moralmente e nello stesso tempo, per di più, scientificamente obsolete, in quanto non tengono conto dei recenti progressi scientifici che hanno messo in evidenza le grandi possibilità offerte dalle cellule staminali adulte.

A questo proposito, conviene sottolineare che nell'informare su alcune recenti dichiarazioni e iniziative del presidente degli Stati Uniti "L'Osservatore Romano" non ha certo inteso esprimere apprezzamento per le sue posizioni su questioni di rilevanza etica. Nell'articolo del 29 aprile sui primi cento giorni della presidenza Obama si leggeva, infatti, che qualsiasi iniziativa riguardo la ricerca sulle cellule staminali non rimuove "i motivi di critica di fronte a inaccettabili forme di bioingegneria che contrastano con l'identità umana dell'embrione".

Ovviamente la Santa Sede e "L'Osservatore Romano" sono stati, sono e saranno pienamente a fianco dei vescovi statunitensi nel loro impegno a favore dell'inviolabilità della vita umana in qualsiasi stadio della sua esistenza. Altre interpretazioni non hanno fondamento, tanto meno quelle che hanno voluto strumentalizzare gli articoli del giornale per fare apparire l'insegnamento dell'episcopato degli Stati Uniti sul male insito nell'aborto come un esercizio di politica settaria, che sarebbe in contrasto con una diversa strategia della Santa Sede.
Il presidente Obama si è mostrato disponibile al dialogo e i vescovi statunitensi hanno accolto positivamente questa possibilità. Ma nel fare ciò hanno ribadito, e con piena ragione, che nel dialogo nessun compromesso è mai possibile sulla fondamentale questione del diritto alla vita.


(©L'Osservatore Romano - 5 giugno 2009)
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