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Perche' ci sono tanti mali nel mondo?

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2009 14:59
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26/07/2009 21:17

Il tuo esempio comunque non escluderebbe che Dio avrebbe creato tutto con un destino comune, quell'unica uscita.
Ma anche qui ci sarebbero parecchie domande, la prima che mi viene è come può l'empio ricevere lo stesso dono del giusto?
Le nostre opere a cosa gioverebbero se indefinitiva Dio salverà tutti?
A cosa è giovato il sacrificio di Cristo se anche coloro che lo hanno disprezzato si salveranno insieme a chi ha sofferto per Cristo?


Il problema si pone, secondo me, in questi termini: Dio è infinitamente giusto e misericordioso, però l'uomo nasce discriminato l'uno rispetto all'altro caratterialmente e psichicamente, l'ambiente familiare e il contesto sociale completano l'opera condizionandone la formazione, tanto che questi può diventare un santo oppure un delinquente che non percepisce sensi di colpa.
Il primo perchè avrà compreso i veri valori, il secondo evidentemente no.
Domanda: si può condannare ad una pena eterna chi non è riuscito a comprendere?
Quindi, come conciliare la giustizia divina con questi aspetti giù di partenza discriminatori? 
La soluzione di questo quesito darebbe una risposta anche alle tue legittime domande.
Qui però mi fermo, perchè a questo punto è giusto che ognuno trovi dentro di sè le possibili risposte.
Solo una cosa: quell'unica uscita non è detto che si trovi solo nel piano materiale, ma anche in un successivo percorso spirituale che nessuno di noi può conoscere con certezza.
La differenza è che sul piano materiale è sempre possibile riparare i danni causati, mentre in quello spirituale no, e quindi le difficoltà e la sofferenza saranno di gran lunga maggiori anche nei tempi finchè non si avrà pienamente compreso e ci si sarà di conseguenza purificati.
L'amore e la misericordia di Dio si riverebbero proprio nel lasciarci sempre aperta questa possibilità di ritorno a Lui ... Questo è ciò che auspico e spero.

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27/07/2009 11:49

Scusate gli errori di battitura di cui non mi ero accorto.
Dove ho scritto "riverebbero" deve intendersi "rivelerebbero"
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27/07/2009 15:15

Perchè proprio a me?

Riflettendo su questa ricorrente domanda vorrei aggiungere qualcosa:



La ricchezza migliore è quella che portate dentro di noi, sono le esperienze, il dolore, la gioia, un sorriso strappato ad un infelice, sono il bagaglio di una vita spesa alla ricerca di Dio, sono le parole dette a chi ha sete di conoscenza senza però rite­nersi dispensatore di sapienza.

Il dare è più ricco del ricevere, la gioia di dare non sente la limitazione fugace della gioia di ricevere, in quanto il ricevere diviene un bisogno insaziabile e ci rende schiavi dell’egoismo. Quindi,  non esiste peggior prigione per l’uomo se non se stesso, prigioniero dell’illusione.  Illusione è l’esi­stenza stessa che viviamo, illusione è il mondo che ci circonda, illusione siamo noi stessi come corpo.
Tutto, infatti,  si annulla. Nulla ci rimane se non i vostri limiti da superare.

Le nostre aspirazioni dove sono? La ricchezza? Il potere? L’egoismo?

Accumuliamo, e dai, accumuliamo! E cosa ci ritroviamo? I limiti, la vostra coscienza che non può essere in comunione con la coscienza divina, e quindi ecco ancora il dolore, le sofferenze, e di nuovo a chiederci: “perché proprio a me?”. Ma perché, invece di farci mille domande, non cerchiamo di svestirti dei nostri limiti?  Perché non spezziamo queste catene?
Quando finalmente, attraverso le tante esperienze, avremo capito che la ricchezza non è data dall’avere, ma dal dare, rimpiangeremo di aver perso molto tempo quando prendevamo e non donavamo, e allora avremo forse anche la risposta a questa eterna domanda. 

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28/07/2009 11:04

Carissimi, ho visto che avete postato diversi interventi che solo ora ho visto in bacheca. Mi ci vorrà un pò di tempo per leggerli tutti con attenzione, dal momento che questo tema ci interpella in molte occasioni della nostra vita personale e collettiva.
Per ora vorrei solo esprimere una mia convinzione basata sulla Rivelazione e che va d'accordo con quanto espresso da alcuni di voi:
Dio preconosce il futuro ma non lo predetermina.
Se non lo conoscesse, gran parte della Scrittura sarebbe invalidata dal fatto che le profezie sul futuro in essa espresse non avrebbero fondamento. Ma come sappiamo vi è tutta una serie di profezie messianiche, puntualmente avveratesi in Gesù, e tutta una serie di profezie su altri personaggi storici in parte conclusi e in parte non ancora. QUindi per la Rivelazione, Dio sa il futuro di tutto e di tutti. Ma nella Scrittura non troviamo l'idea che sia Lui a creare il male, mentre troviamo che questo accade all'uomo, talora come conseguenza delle sue libere scelte, e quindi del suo "libero arbitrio", altre volte per altri motivi che avremo modo di approfondire in seguito. In ogni caso risulta evidente che i Suoi comandamenti, le esortazioni, i consigli i rimproveri e finanche i castighi si possono capire solo se Dio non è responsabile del male che l'uomo procura a sè o agli altri, non avendolo predeterminato Egli stesso. Per ora mi fermo solo a questo. [SM=g7427]
Con affetto
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28/07/2009 15:05

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28/07/2009 15:16

Re:
pavel43, 28/07/2009 15.05:





Mi sà che ti è partito un colpo a vuoto. [SM=g6794]
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28/07/2009 15:16

Aggiungo qualche mia riflessione, riprendo quanto già detto, magari una diversa esposizione può portare qualcosa di nuovo.
Per i cattolici esiste un solo tipo di “predestinazione” quella che Dio per sua pura grazia chiama gli uomini alla vita eterna dando ad essi i mezzi non solo sufficienti ma anche efficaci per salvarsi.
Così la salvezza è opera della elezione di Dio e della libertà dell’uomo che vi acconsente con l’aiuto della grazia.
Oppure rifiuta sempre liberamente.

1Timoteo 2,4
"il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità."
Perplessità possono sorgere da
Romani 9,18
"Dio quindi usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole"
tuttavia la misericordia usata all’uno va attribuita a un precedente merito di fede, mentre l’indurimento dell’altro a una precedente sua empietà, il tutto si inquadra in un disegno divino, in questo caso la liberazione degli Ebrei negata dal faraone.

Pur agendo nella libertà Dio conosce anticipatamente l’esito della nostra vita.
Questo perché Dio dev’essere dunque concepito come a-locale e a-temporale. Tutti i suoi atti, che dal nostro punto di vista sono distribuiti nel corso della storia, dal punto di vista di Dio sono un unico atto, e il fatto che sia un atto unico è reso possibile dal fatto che essendo egli in sincrono non con noi ma con ogni epoca della storia automaticamente quel suo unico atto è in relazione con ogni istante della storia per noi passata, presente o futura: per Dio invece non esiste passato, presente, o futuro, tutto gli sta dinnanzi come un eterno presente.
Questo è quanto chiamiamo “prescienza”
Se invece intendiamo la “prescienza” come se Dio ha“stabilito” da sempre ogni nostro atto e la nostra salvezza o dannazione dobbiamo parlare di “predeterminazione”
Pensiamo al personaggio di Truman Show che scopre l’inghippo e sceglie la libertà, per quanto valga un’analogia presa da un contesto umano
Ma noi crediamo in un Dio che ci ha liberamente creati in un “libero” atto d’amore, sappiamo di essere fatti a sua immagine e quindi “liberi” siamo quindi consapevoli di esercitare responsabilmente la nostra libertà.
Cerchiamo di cogliere questo misterioso intrecciarsi della nostra libertà con quella divina di cui è immagine
Possiamo affermare che Dio è libero di fare ciò che più gli piace ma non può contraddirsi.
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28/07/2009 15:22

Caro Pavel mi è piaciuta molto la tua esposizione, concordo pienamente.
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28/07/2009 16:34

X iyvan


Il problema si pone, secondo me, in questi termini: Dio è infinitamente giusto e misericordioso, però l'uomo nasce discriminato l'uno rispetto all'altro caratterialmente e psichicamente, l'ambiente familiare e il contesto sociale completano l'opera condizionandone la formazione, tanto che questi può diventare un santo oppure un delinquente che non percepisce sensi di colpa.



Questa posizione si chiama determinismo sociale, o naturalismo.
Sostiene che, essendo ogni uomo figlio del suo tempo e dell’ambiente in cui cresce, le sue decisioni siano condizionate.
In realtà abbiamo migliaia di casi di gente che dall’islam o dall’ebraismo è passata al cattolicesimo dopo una riflessione razionale, e viceversa. Il caso più eclatante è il rabbino capo di Roma che è diventato cattolico. Questo significa che la famiglia in cui si cresce ha una parte importante sulla tua formazione, ma che l’uomo è altresì dotato della ragione, la quale può aiutarlo a decidere se la sua educazione è stata veritiera. Prendiamo il caso di Leopardi… Nato nello Stato Pontificio, educato da precettori ecclesiastici, una madre devota… risultato? A 21 anni è diventato ateo…
Questo significa che l’ambiente influenza ma che tu puoi scegliere.
 

Domanda: si può condannare ad una pena eterna chi non è riuscito a comprendere?
Quindi, come conciliare la giustizia divina con questi aspetti giù di partenza discriminatori? 
La soluzione di questo quesito darebbe una risposta anche alle tue legittime domande.


Non mi permetto di entrare in merito al giudizio di Dio, per fortuna spetta a Lui solo il giudizio.

Dio però ha effuso una legge universale su tutta l'umanità, una legge che non dipende soltanto dalla società in cui si vive o dalla religione di appartenenza, il non uccidere, il non rubare, e via dicendo fanno parte di quella legge universale effusa da Dio sull'umanità.
Ed è in base a questa legge che Dio giudicherà l'umanità.
Il problema di base è sempre lo stesso, un problema che è trascinato da un certo sentimentalismo, comprendissimo, ma errato, Dio se è amore può condannare gli uni e salvare altri?
Il problema di base sta proprio in questa domanda e nell'errata interpretazione che si da sull'Amore di Dio.
Dio è amore difatti ha donato la salvezza a tutta l'umanità per mezzo del Figlio, ma questa salvezza pur essendo universale, cioè per tutta l'umanità, l'uomo con il suo libero atto la deve cogliere e custodire, ergo è l'uomo che mediante il suo libero agire condanna se stesso rifiutando la Grazia o vivrà nella beatidutine eterna accettando la Grazia.
Credere che essendo Dio amore salverà tutti, pur essendo un sentimento ammirevole, non trova alcun riscontro nella rivelazione delle Scritture ne tanto meno nel Magistero della Chiesa.
Come opinione personale possiamo anche sperarlo, anzi è, ripeto, un sentimento ammirevole sperare in questo, ma ciò non ci deve condurre ad avere una visione di Dio errata ne tanto meno scandalizzarci del fatto che talune persone si ritroveranno separate dalla presenza di Dio.
Gesù in Matteo è molto chiaro: "E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 
e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra" Mt. 25:32-33

Riguardo alla prescienza di Dio non dimentichiamo un passo celebre sulla predizione della fine del mondo:

"Quanto a quel giorno e a quell`ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre." Mt. 24:36

Se il Padre conosce il giorno e l'ora della fine Egli conosce anche tutto ciò che accade prima della fine.
Questo perchè, Dio, come ente assoluto, ha una conoscenza immediata del tutto, una conoscenza cioè che non ha bisogno del medium del calcolo, e non ne ha bisogno proprio perché non è la semplice conoscenza che può avere un qualsiasi ente finito, ma è onniscienza
.
In quanto conoscenza immediata, quindi, questa è compatibile con la libertà degli enti autocoscienti finiti.

 

Solo una cosa: quell'unica uscita non è detto che si trovi solo nel piano materiale, ma anche in un successivo percorso spirituale che nessuno di noi può conoscere con certezza.
La differenza è che sul piano materiale è sempre possibile riparare i danni causati, mentre in quello spirituale no, e quindi le difficoltà e la sofferenza saranno di gran lunga maggiori anche nei tempi finchè non si avrà pienamente compreso e ci si sarà di conseguenza purificati.



Caro iyvan dopo la morte viene il giudizio, stop, nessuna reincarnazione, nessun vangelo predicato ai morti, et ecc..

Dio ci chiama ad essere santi, ma poichè sà che ci è impossibile ci ha persino donato il purgatorio per purificarci di quelle macchie che non ci permetterebbero di stare dinanzi alla sua purezza.
Più di questo cosa vorremmo?
Dio non è solo amore, ma è anche giustizia, criminali come Hitler non credo proprio di ritrovarli in paradiso, ne credo proprio che erano incoscienti del loro operato e che non conoscevano i comandamenti di Dio.




L'amore e la misericordia di Dio si riverebbero proprio nel lasciarci sempre aperta questa possibilità di ritorno a Lui ... Questo è ciò che auspico e spero.

Anch'io mi auspico che l'inferno sia vuoto, ma permettimi di dire che la porta è aperta fino a quando siamo in vita.

Con questo se non ci sono ulteriori "novità" lascio al lettore farsi un idea propria sui buoni interventi fatti da tutti noi.

Dio vi benedica
[Modificato da Cattolico_Romano 28/07/2009 16:37]
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28/07/2009 22:47

Scusa, caro Cattolico, ma permettimi quest'ultima replica, dopo di che non dirò altro:



Questo significa che l’ambiente influenza ma che tu puoi scegliere.

Indubbiamente.
Si tratta sempre di una scelta, ma questa scelta, per quanto libera, è condizionata dalla maturazione e da ciò che siamo riusciti individualmente a comprendere, e qui entrano in gioco anche le caratteristiche e certe predisposizioni innate dell'individuo diverse per ciascuno di noi.
Se io non uccido volontariamente è perchè la mia natura si ribella, è inibita di fronte ad una tale eventualità, e lo farebbe anche se Dio non ce l'avesse proibito.
Ma è una natura che mi sono ritrovato indipendentemente dalla mia volontà e non certo per merito.
Altri potrebbero invece avere una natura completamente diversa senza che se la siano cercata.
Le nostre scelte non possono quindi che essere determinate da ciò che ciascuno di noi è, ovvero di ciò che siamo riusciti a comprendere, anche l'esistenza stessa di Dio.
E qui trovo la spiegazione dell'esortazione di Cristo a non giudicare ... proprio perchè non siamo tutti uguali e, quindi, anche le nostre scelte individuali.
Non so se sono riuscito a far capire ciò che intendo.
 
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29/07/2009 11:21


Non so perchè non trovo la mia risposta inserita poco fa. Provo a rifarla sintetizzando:
Per prima cosa saluto lyvan, col quale abbiamo avuto modo in passato di affrontare diverse tematiche.

Certamente non possiamo noi giudicare nessuno come ci ha insegnato Cristo, il quale comunque ci ha prospettato che il Suo giudizio si baserà sul grado di consapevolezza e di responsabilità di ciascuno dei suoi servi, che assegnerà rispettivamente ad essere messo a parte dei suoi beni, oppure di essere annoverato tra gli infedeli, oppure di subire alcune percosse in proporzione appunto dei suoi atti. (cf. luca 12,41 ss)

Abbiamo trattato finora della prescenza divina e della responsabilità umana ma non abbiamo approfondito il perchè Dio permette il male.
Cercherò di trarre alcuni spunti dagli interventi fatti sin qui in modo da avere una idea più generale da esprimere appena possibile. Intanto grazie per il contributo che mi avete dato a cercare di capire questo difficile argomento.
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29/07/2009 19:34

X Teofilo


Non so perchè non trovo la mia risposta inserita poco fa.



Purtroppo a volte capita che se per un testo si è perso molto tempo prima di inserirlo non si inserisce, scade la pagina, a me è capitato diverse volte.
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29/07/2009 22:03

Ben ritrovato, caro Teofilo.
Non ero sicuro che fossi proprio tu, e mi ha fatto molto piacere averne la certezza.

Prima di dare l'invio è opportuno cliccare sempre su "anteprima", se il quadro che appare è in bianco con la semplice indicazione di "fine" in calce, il messaggio sparirà senz'altro. In questo caso è necessario cliccare nuovamente su "anteprima" in modo che appaiano tutte le scritte. Solo allora si può dare l'invio.
In ogni caso è sempre buona norma copiare preventivamente il messaggio.
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30/07/2009 13:28


Abbiamo trattato finora della prescenza divina e della responsabilità umana ma non abbiamo approfondito il perchè Dio permette il male.



Oggi ho postato un interessante omelia del Cardinale Angelo Scola che tocca alcuni di questi punti: L’umana sofferenza e l’opera del Redentore 

Teniemo conto che tutto il discorso è in forma omeletica, spero ci possa illuminare.
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30/07/2009 14:38

Grazie lyvan del suggerimento. D'ora in avanti mi salvo il testo prima di dare l'imput di invio.

Grazie Cattolico per queste riflessioni di mons. A.Scola che ho letto con attenzione e rispondono a tanti interrogativi che ci siamo posti, e che mi aiuteranno a mettere insieme molti pezzi che tocca questa questione.
Con affetto
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31/07/2009 14:14

Se non lo conoscesse, gran parte della Scrittura sarebbe invalidata dal fatto che le profezie sul futuro in essa espresse non avrebbero fondamento. Ma come sappiamo vi è tutta una serie di profezie messianiche, puntualmente avveratesi in Gesù, e tutta una serie di profezie su altri personaggi storici in parte conclusi e in parte non ancora.

L'obiezione è senz'altro valida e logica, ma è possibile seguire anche un'altra riflessione.

E' evidente che Dio non abbia lasciato nulla al caso, ma che esista un Suo preciso disegno su ciò che riguarda il fine e, quindi, ciò che sarà il destino finale dell'intero universo inteso nella sua globalità.
Questo implicherebbe l'aver stabilito, in linea di massima, dei percorsi ineluttabili che si verificheranno al di fuori della volontà umana come, per esempio, la venuta di Cristo ed il percorso che questi avrebbe subìto. Legati a questo evento rientrerebbero le profezie.

Vorrei anche ricordare che le profezie preannunciate durante certe apparizioni mariane siano sempre legate ad un "se": "Se l'umanità non si ravvederà, accadrà questo ....", così come a Medjugorje l'apparizione avrebbe detto che alcuni interventi divini sono stati scongiurati dalla preghiera dei fedeli.
Quindi, la sapenza divina preconosce l'esito cui porterebbero le azioni umane se ... queste non saranno modificate.
Come potrebbe conciliarsi questa prevedibilità di scelta diversa se essa fosse già pre-conosciuta? 
Che senso avrebbe quel "se"? Come lo è stato per la venuta di Cristo, l'apparizione avrebbe potuto affermare che l'evento si sarebbe verificato senz'altro, proprio perchè queste scelte Dio già le conosce.

Il "se" potrebbe rappresentare, quindi, le possibilità che le scelte umane possono senz'altro concretizzare nell'esercizio del libero arbitrio, in un quadro generale che potrebbe rientrare nel disegno divino,  ma non la certezza di come esse verranno prese individualmente.

Qualcuno potrà obiettare che il "se" rappresenti solo un'esortazione perchè Dio vuole metterci sull'avviso di ciò che accadrà e cerchi così di correggerci, ma allora mi chiedo a cosa servirebbe se già sapesse che l'evento non potrà che avvenire in quel modo. Ogni sua esortazione sarebbe inutile se gà sapesse che, nonostante i Suoi avvertimenti,  noi agiremo solo e comunque in quel modo, ma Dio non potrebbe mai fare nulla che inutile, mentre in questo caso lo farebbe.
Indubbiamente Dio non può essere che a-temporale, ma è soprattutto uno stato d'essere immutabile in quanto già perfetto.
Il futuro potrebbe essere visto semplicemente, non tanto come un elemento temporale, ma come un susseguirsi di tanti stati d'essere dello spirito nel suo divenire verso la conoscenza di Dio, e questo attraverso le necessarie e singole esperienze e opportunità che Dio continuamente ci offre.
Questa visione potrebbe ripondere, secondo me,  a molte domande irrisolte.
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31/07/2009 14:47

CAro lyvan,
l'ipotesi da te avanzata me la sono posta anch'io come possibilità. Tu dici in sostanza che vi possono essere dei paletti lungo il

percorso dell'umanità che impediscono di andare oltre i limiti prefissati, ma che all'interno della strada si possono fare diverse scelte

possibili e non preconosciute. questo scagionerebbe Dio dall'aver permesso un male mai desiderato.
Un appoggio a tale ipotesi sembra venire dal caso della profezia di Giona che annuncia la fine di Ninive entro i 40 giorni e che lo lascia

amareggiato quando questo non si avvera perchè Dio aveva mutato il suo proposito.Ma si può anche argomentare che quello di Giona era

piuttosto una minaccia divina espressa in modo da prospettare una fine inevitabile se non si fossero ravveduti.
Però vi sono anche altri testi che lasciano invece pensare che Dio PRECONOSCE il futuro in modo inequivocabile anche per singoli casi che

non sembrano avere a che fare con il destino generale dell'umanità;Vi sono tante profezie nella Scrittura che invece sono espresse in

modo inequivocabile e fanno ritenere che Dio sa esattamente come andranno le cose. Questo però non deve far pensare che sia Lui a

deciderle in precedenza. Per cui anche in tal caso Dio non è responsabile di quello che accade, semmai fa in modo con i suoi

provvidenziali interventi che venga salvato chi si dispone ad esserlo. Se in Dio vi fosse assenza di conoscenza di qualcosa dovremmo

concludere che ignora qualcosa di ciò che ha creato e ciò porrebbe più problemi di quanti ne risolve.
Perciò preferisco pensare che egli preconosce ma non predetermina gli avvenimenti.
Con affetto

ps mi piacerebbe sapere come mai qui il sistema non sempre mi dà la possibilità di scrivere con editor di testi ma solo in formato risposta veloce.
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31/07/2009 16:44


ps mi piacerebbe sapere come mai qui il sistema non sempre mi dà la possibilità di scrivere con editor di testi ma solo in formato risposta veloce.



Strano [SM=g8862]
Hai provato a cliccare su rispondi? Si trova poca cosa più sotto del formato risposta veloce.
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31/07/2009 17:06

Qualcuno potrà obiettare che il "se" rappresenti solo un'esortazione perchè Dio vuole metterci sull'avviso di ciò che accadrà e cerchi così di correggerci, ma allora mi chiedo a cosa servirebbe se già sapesse che l'evento non potrà che avvenire in quel modo. Ogni sua esortazione sarebbe inutile se gà sapesse che, nonostante i Suoi avvertimenti,  noi agiremo solo e comunque in quel modo, ma Dio non potrebbe mai fare nulla che inutile, mentre in questo caso lo farebbe.

L'obiezione che tu fai ha senso solo pensando nel presente, cioè che Dio queste esortazioni li fa nel nostro presente, cioè post preconoscenza, pur sapendo l'esito finale negativo, quindi, giustamente sembrano non avere senso.
Io invece sono del parere che Dio preconosce l'esito delle nostre singole scelte, ma anche le scelte globali dell'umanità, incluse le sue esortazioni.
Quindi per noi che viviamo in un determinato spazio-tempo Dio ci esorta nel presente, per Dio che fuori da tale costrizione temporale, conosce le nostre azioni (rifiuto o accettazione) che comprendono le sue esortazioni.

Spero di essermi fatto comprendere. 

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31/07/2009 19:10

Caro Cattolico, se clicco sul Rispondi che trovo in basso al riquadro di Risposta veloce, parte il messaggio che ho inserito in formato testo semplice. Intorno al riquadro non vi sono neppure le faccine, come appunto in questo momento che sto scrivendo non vedo altro che un riquadro privo di tutto e mi permette solo di premere su rispondi che premerò adesso per prova. Mi attendo che il risultato sarà come il messaggio precedente... stiamo a vedere...
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